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La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 7 giorni

BUON ANNO, LIBERTA'

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A cura di Davide
Il 4 Gennaio 2015
119 Views
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DI PANAGIOTIS GRIGORIOU

greekcrisis.fr

Il 2014 si è chiuso. Il suo bilancio è pesante, ed è giunta l’ora di tirare le somme. Elezioni legislative per il 25 gennaio. Esito prevedibile. Come sottolinea Jacques Sapir dal suo blog, questo probabile esito “liquiderà una politica disumana imposta dallo stesso Samaras agli ordini della Troika, e cioè – ricordiamolo – dalla BCE, dalla Commissione Europea e dal FMI. Liquiderà inoltre una politica delle apparenze di questo governo eterodiretto, che non ha ristabilito le finanze pubbliche (parte delle entrate fiscali sono fittizie, dato che la popolazione non ha più mezzi per pagare le tasse) né ha provocato il ritorno della crescita”. Beh, messa così… Buon anno 2015!

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Place de la Constitution. Athènes, le 30 décembre

Le ultime telecamere si sono installate in piazza della Costituzione, sotto il nevischio. Fine della legislatura da operetta, quella dei Memoranda redatti in lingua inglese che gli «eletti» votano senza nemmeno leggere, quella dei progetti di legge ordinati via mail dai computer della Troika o, altrimenti, imposti dalla cricca dei magnati locali (fra gli altri, BTP) che, peraltro, finanziano e hanno fatto eleggere Samaras, Venizélos e molti altri «parassiti» biopolitici [Da http://it.wikipedia.org/wiki/Biopolitica: “Per Foucault la biopolitica è il terreno in cui agiscono le pratiche con le quali la rete di poteri gestisce le discipline del corpo e le regolazioni delle popolazioni. È un’area d’incontro tra potere e sfera della vita. Un incontro che si realizza pienamente in un’epoca precisa: quella dell’esplosione del capitalismo”. N.d.T.].

È la sera della fine dell’anno. Nelle nostre case fa sempre freddo e nei supermercati l’affluenza dei clienti non ha nulla a che vedere con il periodo precedente alla crisi. Sempre l’economista Jacques Sapir precisa che “lo sprofondamento del PIL è davvero spettacolare e implica un impoverimento di gran parte della popolazione. Ma non è tutto. Se diamo uno sguardo agli investimenti, siano essi calcolati in misura percentuale del PIL o in valori assoluti, si constata uno sprofondamento senza precedenti. In percentuale, nel 2014 siamo al 64% del valore degli investimenti fatti nel 1999. Questo sprofondamento, che va ben oltre ad un aggiustamento rispetto agli anni 2000, caratterizzati dalle spese legate alle Olimpiadi, ha diverse implicazioni. Innanzitutto una distruzione del capitale attraverso il suo mancato rinnovo, fatto che pone alla Grecia un grosso problema per gli anni a venire”.

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La jeunesse vivra de manière libre. Athènes, décembre 2014
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Place de la Constitution. Athènes, le 30 décembre

Se la si guarda dal basso, e al di là della macroeconomia, non ci si po’ sbagliare sulla rappresentazione gerarchizzata dell’economia, articolata fra agenti e flussi. Il bilancio è pesante. A titolo di esempio, mio cugino Kostas si è suicidato nel gennaio 2014 mentre l’altro mio cugino Sotris è morto all’ospedale nel maggio del 2014 in seguito alla carenza di personale medico, carenza scientificamente programmata e imposta dalla Troika (che ha obbligato la Grecia a non dedicare più del 6% del suo bilancio alla Sanità, mentre il 25% della popolazione si trova ormai fuori dal servizio sanitario garantito) e dalle politiche della cosiddetta austerità.

In questo senso, Samaras, Venizélos, Moscovici (tra i tanti altri pessimi politici del continente morente, benché… eccellenti eurocrati) dovranno un bel giorno essere giudicati per stabilire qual è stato il loro ruolo preciso in questi crimini.

Già, perché la cosiddetta austerità consiste nel praticare una deliberata politica di genocidio applicata a livello economico, la fine dei diritti democratici, con in più una retorica reazionaria… più che tangibile.

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Kiosque athénien au 30 décembre

Lo sappiamo fin troppo bene, e Cornelius Castoriadis non finiva di ripeterlo: “questi diritti e queste libertà non sono nate con il capitalismo, né le ha prodotte. Inizialmente rivendicate dalla proto-borghesia dei comuni del X secolo, sono state strappate, conquistate, imposte dopo secolari lotte di popolo (nelle quali non solo i gruppi sociali disagiati, ma spesso la piccola borghesia ha giocato un ruolo importante). Successivamente questi diritti e queste libertà non corrispondevano allo spirito del capitalismo, che esigeva piuttosto la «one best way» di Taylor o la «gabbia di ferro» di Max Weber. È falsa l’idea secondo la quale la democrazia sarebbe l’esito e il presupposto politico della concorrenza e del libero mercato economico, perché quest’ultimo non è che una fase, né spontanea (vedi Polanyi) né permanente, del capitalismo” (La démocratie comme procédure et comme régime, in La montée de l’insignifiance, 1996).

Dunque la Troika è qui, e il Grand Hotel-Casinò di Porto Carras (regione della Calcide, nel nord della Grecia) ha appena licenziato 46 dipendenti, per un totale di 78 licenziamenti dal 28 novembre. Secondo le informazioni disponibili, a far data dal 15 dicembre il proprietario dell’azienda, Stégkos, ha licenziato anche dieci dipendenti del Casinò a causa del loro rifiuto di firmare contratti individuali da 3 mesi lavorativi a rotazione. Sui dieci dipendenti messi per strada, cinque sono membri del sindacato. L’uomo d’affari Stégkos fa affidamento sulle leggi del Memorandum che gli hanno “offerto” la possibilità di licenziare in massa, e peraltro lo ha fatto per la seconda volta con una procedura arbitraria, gettando per strada lavoratori che hanno prestato servizio per anni, e quel che è peggio lo ha fatto durante le vacanze natalizie.

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Le lugubre Samarás. Quotidien des Rédacteurs, le 30 décembre

La stampa non infeudata considera a giusto titolo «medievale» questo modo di procedere, così come le condizioni di lavoro all’Hotel di Porto Carras. Le stesse fonti riportano che alcuni dipendenti sindacalizzati sono stati raggiunti da una telefonata dell’amministrazione dell’Hotel con la quale venivano intimati per ricatto a firmare entro 15 ore un’autocertificazione con la quale si dimettevano irrevocabilmente dal sindacato, altrimenti sarebbero stati licenziati. Dal canto suo il sindacato denuncia questo modo di procedere e annuncia che utilizzerà tutti i mezzi legali (restanti) per proteggere i diritti dei lavoratori (notizia del 31 dicembre 2014). I nostri turisti responsabili dovrebbero informarsi, e fare il possibile prima di scegliere per certe… offerte alberghiere.

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La leçon… grecque. Athènes, décembre 2014

Questo è il senso della lezione greca di oggi e di domani, perché il programma di Syriza prevede l’abrogazione delle leggi uscite dal Memorandum, le cosiddette «riforme strutturali da portare avanti», così care ai giornalisti mainstream (il 90% dei quali sono diventati pura fiction) e ai politici-fantoccio. Il programma greco (ed europeista) mira alla soppressione dei diritti e delle libertà che non sono nate con il capitalismo né sono state una conquista del capitalismo.

È chiaro quindi, come sottolinea sempre Jacques Sapir, che “questo programma è contraddittorio con i regolamenti europei. Non c’è da stupirsi. Oggi il 52% dei greci si considera lontano dagli ideali europei. In questo sondaggio, realizzato dall’istituto Gallup International, 52% delle persone intervistate ritengono che sarebbe meglio tornare alla moneta nazionale, la Dracma, e solo il 32% crede che si dovrebbe mantenere l’euro. È una cosa importante, ed è ovvio che i risultati del sondaggio siano assimilati dalle diverse forze politiche greche. Tutto ciò porterà ad una dinamica economica e politica capace di mettere in crisi le strutture europee, che impongono ai popoli queste politiche di austerità, prime fra tutte l’euro”. Fin da ora, e dal 31 dicembre, le ultime dichiarazioni del lugubre Samaras insistono sulla “bancarotta della Grecia programmata da Syriza”.

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Demeure… d’un sans-abri. Athènes, le 30 décembre

La paura è diventata l’ultima arma del governo Samaras-UE, prima dell’eventuale (?) manipolazione dei risultati elettorali. Martedi 30 dicembre Alexis Tsipras ha messo in guardia la truppa di Samaras circa un eventuale «maquillage» dei risultati elettorali e circa la probabile «sparizione» di certi documenti e archivi amministrativi, nella fattispecie quelli relativi alla corrispondenza fra il «governo greco» e i padroni della Troika.

La paura è diventata l’ultima arma del governo Samaras-UE, prima dell’eventuale (?) manipolazione dei risultati elettorali. Martedi 30 dicembre Alexis Tsipras ha messo in guardia la truppa di Samaras circa un eventuale «maquillage» dei risultati elettorali e circa la probabile «sparizione» di certi documenti e archivi amministrativi, nella fattispecie quelli relativi alla corrispondenza fra il «governo greco» e i padroni della Troika.

È però dalla Gazzetta Ufficiale greca del 29 dicembre 2014 che veniamo a conoscenza di alcune «modifiche» relative alle nuove prerogative accordate al viceministro delle Finanze Mavragànis e a Stelios Stassinopoulos, Segretario speciale della Guardia di Finanza greca (SDOE), vale a dire il diritto di “conservare o distruggere i documenti” (sic!) dei propri uffici.

Secondo un reportage del quotidiano Avgi “questo amico e confidente del Primo Ministro, già esattore delle imposte nel dipartimento della Messenia (quello di Samaras), avrà modo di distruggere tutti i documenti e le delibere che potrebbero causare problemi al governo uscente e allo stesso Samaras”. Ad esempio i documenti legati alla cosiddetta «lista Lagarde» o quelli relativi alle truffe perpetrate dagli amici e dai pilastri del sistema, fra magnati della stampa e re di BTP.

Stando ad alcuni organi di stampa (radio 105,5 FM, dicembre 2014) questi imprenditori avrebbero trasferito su conti privati esteri somme pari quasi a 10 milioni di euro, mentre nello stesso tempo i prestiti miliardari che le banche gli avevano accordato erano paradossalmente «dimenticati» (così come le imposte mai versate) allorché i piccoli greci si fanno confiscare i beni immobili per un niente.

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Vitrine… passéiste. Athènes, décembre 2014

Ora, nel 2015, un lento e doloroso rivolgimento diventa finalmente possibile. Questo è il senso che do ai miei auguri di buon anno. Per la Grecia come per il resto d’Europa. E sono d’accordo con Jacques Sapir quando ritiene che “la partita che si gioca in Grecia avrà delle ripercussioni in tutta Europa, e in particolare in Francia. Potranno essere ripercussioni positive, se la lotta sarà fra popoli e istituzioni europee. Potranno invece essere negative nel caso di un nuovo tradimento. Perché il problema che sta alla base della Grecia è lo stesso dell’Italia e della Spagna. Si, l’avvenire dell’Europa e della democrazia si giocherà ad Atene, ed è una cosa molto simbolica”.

Lo avevo già scritto nel giugno 2012, all’epoca delle passate elezioni politiche greche. Una cosa certa tiene sempre conto di tutte le coscienze individuali, perché cambiano ed evolvono. A titolo di prova, si veda la foto che ho ricevuto da un amico del blog, di passaggio da Lisbona. E sempre come prova, un’altra foto che fa il punto sulla lotta dei dipendenti del settore librario contrari all’apertura dei negozi alla domenica, tema alla moda nei «Memoranda», e non solo in Grecia.

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Lisbonne, décembre 2014
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Athènes, décembre 2014

Il 2015 sarà anche il quarto anno di questo blog greekcrisis, che aprii nel 2011 in condizioni, devo dire, di avversità. È essenzialmente grazie ai suoi lettori e grazie alle donazioni che questa avventura prosegue. Grazie a voi. Fino a quando durerà, questo non lo so…

L’anno dai bilanci pesanti si è chiuso in un clima di incertezza, ma ecco che la speranza sta per rinascere: “bisogna sceglire: riposarsi o essere liberi” diceva spesso Cornelius Castoriadis, citando Tucidide e Pericle.

2015, dunque: buon anno e libertà.

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En Attique, 2014

Panagiotis Grigoriou

Fonte: www.greekcrisis.fr

Link; http://www.greekcrisis.fr/2014/12/Fr0389.html#deb

31.12.2014

Traduzione per www.comnedonchisciotte.org a cura di MARTINO LAURENTI

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