DI ANTONIO LEON
elEconomista.es
Stanno saltando i nervi nelle istituzioni
dell’Unione Europea. Dopo il messaggio ufficiale inviato ieri dalla
Commissione Europea, secondo cui la Grecia si deve piegare alle esigenze
dei suoi salvatori perché non esiste un “piano B” contro il suo
fallimento, la commissaria greca ha affermato che lo scenario ipotetico
di un’uscita di Atene dell’euro si sta materializzando in un piano di
emergenza. La Grecia si prepara a lasciare l’euro?E da Bruxelles hanno avvertito che
il rischio di contagio per paesi come Irlanda, Portogallo, Spagna o
Italia non è scomparso, anche se i mercati hanno continuato a dare
segnali positivi. “Si sono oltrepassati i termini“,
si è dispiaciuto ieri il portavoce del liberale Olli Rehn, vicepresidente
della Commissione Europea e Commissario Europeo per i Affari Economici
e Monetari. Si riferiva al fatto che, non essendoci stato un accordo
tra i politici greci, le entità finanziari titolari del debito pubblico
che dovrebbero accettare un condono volontario e le istituzioni internazionali
che finora hanno salvato Atene del fallimento – Commissione Europea,
Banca Centrale Europea (BCE) e Fondo Monetario Internazionale (FMI)
-, si allontana la possibilità che i differenti attori del riscatto
possano essere pronti quando, a marzo, la Repubblica Ellenica dovrà
affrontare la scadenza di 15 miliardi di euro di titoli del proprio
debito. Senza accordo, Atene sarà insolvente.
Sforbiciata al salario minimo
Il portavoce comunitario ha difeso
la solidarietà e la generosità dell’UE e del FMI che dalla
primavera di 2010 hanno sostenuto Atene, e ha affermato che le autorità
greche dovranno eseguire, oltre agli aggiustamenti di bilancio in corso,
i programmi pattuiti per le riforme economiche e le privatizzazioni.
Se la Grecia non si piegherà, non verranno rinnovati gli aiuti internazionali.
A creare scompiglio in questi giorni
c’è la richiesta fatta ad Atene di attuare un’impopolare sforbiciata
al salario minimo per spingere la competitività dell’economia nazionale.
Secondo i dati di Bruxelles, il salario minimo in questo paese raggiunge
un totale di 870 euro mensili – 751 euro ripartiti in quattordici
mensilità -, al di sopra dei 566 euro del Portogallo.
Il ritardo accumulato nell’introduzione
delle riforme in Grecia e nella ripresa del piano di salvataggio internazionale
ha fatto affermare alla greca Maria Damanaki, Commissaria Europeo per
la Pesca e gli Affari Marittimi, in una dichiarazione rilasciata alla
stampa ellenica che lo “scenario” che contemplava l’ipotetica
uscita greca dall’euro si sta trasformando in un “piano di emergenza”
e in “preparativi che si stanno studiando in modo aperto“.
Interrogato sulle dichiarazioni della
commissaria greca, il portavoce del commissario Rehn ha replicato che
la Commissione Europea non sta lavorando su questi piani di emergenza,
anche se ha riconosciuto che il settore privato si sta invece preparando
in maniera attiva.
Oggi, riunione chiave
Il primo ministro greco Lucas Papademos, che la scorsa settimana ha minacciato di dimettersi, si è riunito Lunedì pomeriggio con i rappresentanti della troika (Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale
e Banca Centrale Europea) per cercare di determinare in modo definitivo
i nuovi tagli.
Le due parti hanno ravvicinato le proprie
posizioni e potrebbero giungere a un accordo, ha assicurato a EFE
una fonte del governo greco. Ambedue hanno ridotto le proprie
richieste sul controverso tema della riduzione dei salari nel settore
privato. Secondo l’accordo che si sta profilando, la troika
avrebbe accantonato l’eliminazione delle due mensilità extra in cambio
di una diminuzione del salario di almeno il 20 per cento, un qualcosa
a cui i partiti che appoggiano il governo – socialdemocratici, conservatori
e ultradestra – si oppongono in modo assoluto. Inoltre, il governo è
sceso a patti con la troika per ridurre di altre 15.000 unità i dipendenti pubblici nel 2012.
Oggi Papademos ha posticipato la riunione,
inizialmente prevista per lunedì pomeriggio, con i dirigenti dei
tre partiti politici che appoggiano il suo governo per approvare le
nuove misure richieste dall’UE e dal FMI. Fonti del ministero delle
Finanze hanno informato che “verso le sette (16:00 ore GMT)
di oggi si avrà una nuova riunione tra la Troika, il capo del governo
ellenico e Venizelos“. “Il pericolo di un fallimento delle
negoziazioni persiste“, ha dichiarato il portavoce del Pasok,
Panni Beglitis, all’agenzia AMNA e per questo motivo “Papademos
ha chiesto al ministero delle Finanze di preparare con urgenza un documento
sulle conseguenze di un possibile insuccesso“.
Rischio di contagio per la Spagna
“Il rischio di contagio non
è mai stato eliminato, è sempre esistito e c’è tuttora”,
ha ammesso il portavoce del vicepresidente della Commissione Europea
quando è stato interrogato sulla possibilità che una nuova incertezza
sul futuro della Grecia possa di nuovo alimentare il nervosismo dei
mercati e che gli stati come Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo debbano
poi contare i danni.
Bruxelles ha raccomandato alla Spagna
di non abbassare la guardia e di proseguire gli sforzi per il risanamento
di bilancio e le riforme economiche, per mantenere la propria credibilità
e proteggersi contro il rischio di contagio. E ha brandito i segnali
di fiducia offerti dagli investitori nelle ultime settimane, che si
sono materializzati nel calo dei tassi di interesse che il mercato esige
dallo Stato spagnolo per finanziare il suo debito pubblico.
Fonte: Bruselas carece de ‘plan B’ en caso de un colapso de Grecia
07.02.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE