Di Gloria Callarelli, fahrenheit2022.it
La dittatura ecologica si sta strutturando anche in Italia. Così di pari passo a Green pass e biolaboratori, che portano avanti la dittatura sanitaria, troviamo un po’ ovunque sparsi sul territorio nazionale, i centri di ricerca per l’ingegneria genetica agricola e animale. Si scrive “prodotti di qualità, innovazione, sicurezza alimentare” si legge OGM, ingegneria genetica, artificialità anche in campo alimentare. Così l’ex Monsanto di Bill Gates, tra una pagina web colorata di verde, e un’altra con agricoltori provenienti da ogni parte del mondo, sta invadendo uno dei beni primari di cui disponiamo: la terra e i suoi prodotti. E lo fa attraverso la Bayer che dal 2018 ha acquisito la famosa multinazionale. Bayer, che ha tra i maggiori azionisti il fondo Vanguard, da anni ha scelto di investire nel settore agricolo. Il color oro dei campi evidentemente li avrà convinti. Bayer è una garanzia per il potere: scopriamo, infatti, che l’azienda tedesca è considerata dal World Economic Forum tra le nove realtà industriali più avanzate del mondo.
Sono anni che un tale processo invasivo in campo agricolo sta prendendo piede: già negli anni Duemila Monsanto, ad esempio, era attiva nel settore con la produzione di sementi, all’avanguardia anche nelle tecnologie genetiche. Nel settembre 2015 la transizione diventava ufficiale con l’adozione da parte delle Nazioni Unite (ONU) dell’Agenda 2030 per generare soluzioni al fine di “superare le sfide globali come la povertà, la fame, l’assistenza sanitaria, l’uguaglianza di genere, il cambiamento climatico”. Programma sottoscritto dall’azienda tedesca.
Ingurgitato lo zucchero della brochure globalista, passiamo ora a mandar giù la medicina amara della realtà.
Tutto quanto sopra si traduce, come dicevamo, nella produzione in parte di alimenti transgenici. Ricordiamo qui che l’ingegneria genetica permette di trasferire singoli geni selezionati da un organismo all’altro, anche tra specie non imparentate. Parliamo di piante, animali, microrganismi. A quale scopo? Resistenza alle malattie, ai batteri, ai virus dicono: l’obiettivo è la creazione della super pianta, del super animale. Ovviamente massima resa per allevamenti e agricoltura: l’agricoltura intensiva è solo un ricordo, siamo arrivati ormai a quello che potremmo definire il transintensivo.
Bayer afferma senza mezzi termini che gli OGM sono sicuri portando a suffragio della sua tesi tra gli altri anche il parere dell’antica Royal Society che sul punto dice: “I rischi sulla salute umana associate all’uso di specifiche sequenze virali nelle piante OGM sono trascurabili“.
Trascurabili non vuol dire nulli, però. Il concetto di trascurabile è quanto di più relativo si possa pensare ma poi, guarda un po’, chi parla di danni gravi non manca. Numerosi studiosi hanno correlato, infatti, gli OGM a malattie importanti: ipertensione, ictus, Alzheimer, tumori, autismo, Parkinson. Queste patologie non hanno importanza? Che non sia tutto oro colato da quelle parti è un dato storico. Celebre è ad esempio il caso di Dewayne Johnson, malatosi per un linfoma “non-Hodgkin”. Fu lui a intentare una causa per il sorgere della malattia da glifofato causato da erbicida nei confronti della Monsanto-Bayer, vincendola.
La Bayer, che pur accusò il colpo di quel processo mediaticamente ed economicamente, sulla questione OGM rimanda poi allo stesso tempo alla pagina dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che di contro non minimizza gli effetti, pur scegliendo comunque di andarci cauta: “La loro sicurezza dovrebbe essere valutata caso per caso”, si legge sul sito del WHO. Sottolineando eventuali problematiche possibili: l’allergenicità dei prodotti OGM, il problema del trasferimento genico (in particolare del materiale genetico per la resistenza agli antibiotici) e, infine, gli incroci genetici. “Sono stati segnalati casi in cui colture OGM approvate per l’alimentazione animale o per uso industriale siano state rilevate a bassi livelli nei prodotti destinati al consumo umano” scrive l’OMS. Si parla di strategie per separare le varie coltivazioni. Ma il danno, lo capite, diventa davvero incalcolabile se si può “trasferire”.
Ma che l’agricoltura sia oggi un business potente è evidente. Seguiamo i soldi e troviamo che La Cascade Investment di Bill Gates vanta oggi il possesso di circa 100mila acri di terreno negli Usa. Quando farmer Bill fu incalzato dalle domande di chi voleva sapere l’obiettivo di tale impero agricolo lui rispose, come scrisse nel libro Come evitare un disastro climatico, che: “Il settore agricolo è importante. Con semi più produttivi possiamo evitare la deforestazione e aiutare l’Africa ad affrontare le difficoltà climatiche. Abbiamo molta acqua. Il problema è che è costoso dissalarla e spostarla dove è necessario. Il costo per l’uso agricolo dell’acqua è proibitivo. Nuovi semi possono ridurne il consumo, ma alcune aree non saranno in grado di coltivare così tanto”. Ovviamente il guadagno per questi “filantropi” è scontato: l’agricoltura e l’allevamento sono beni necessari per l’uomo. Inoltre reinvestire con la scusa del cambiamento climatico sulla terra porterà ovviamente a futuri guadagni “green”.
Curiosità: l’amministratore delegato della Bill & Melinda Gates Agricultural Innovations, nota come Gates Ag One, un organismo nato apposta per “esserci” nel settore, è Joe Cornelius, in passato già direttore del programma per l’Agenzia per i progetti di ricerca avanzata presso il Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti, dove ha iniziato la transizione digital-ecologica, e ha anche lavorato (gira e rigira si torna sempre lì) per la Bayer, la Monsanto e dulcis in fundo la Pfizer.
Per concludere. Sedi di ricerca agricole sono dislocate sull’intero territorio nazionale: a Latina, ma anche in provincia di Parma, di Ancona. Ma la Bayer è solo uno degli esempi di come il segmento stia diventando sempre più un settore vitale per il mondo globalista. Del resto, business a parte, di una cosa l’uomo ha bisogno per vivere: nutrirsi. Per cui chi vuole controllare il mondo deve avere per forza di cose in mano il settore alimentare. E modellarlo, arrivando alla carne sintetica o alla verdura “finta”. L’1% (senza scrupoli) che ha in mano il 70% della produzione mondiale: quando ce ne accorgeremo sarà sempre troppo tardi.
Di Gloria Callarelli, fahrenheit2022.it
10.05.2023
Gloria Callarelli. Nata a Vittorio Veneto (TV), si è laureata in “Scienze della comunicazione e produzione multimediale” all’Università di Padova. Ha esordito come giornalista televisiva per poi dedicarsi per un periodo al cartaceo e infine all’online, dove scrive stabilmente dal 2011 per un quotidiano nazionale e per diverse realtà dell’informazione indipendente. Frizzante, forte e battagliera difende da sempre i valori della vita, della famiglia, della fede e delle libertà contro la piaga del mondialismo: temi che l’hanno convinta a più riprese anche a partecipare attivamente alla vita sociale e politica del proprio Paese. Appassionata di arte, storia, letteratura, politica, è costretta ad avere sempre a portata di mano un taccuino o un cellulare per appuntare le sue poesie. È moglie e mamma.
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