DI GIANNI LANNES
Su la testa !
Se
non fosse una tragedia sarebbe una cronaca marziana, pardon, quotidiana. Allora: il primo ministro abusivo Monti incontra le studentesse della scuola Morvillo-Falcone, l’istituto dove si
consumò la tentata strage del 19 maggio scorso. Un evento che causò la morte della giovane Melissa Bassi (16 anni) ed il ferimento di sei studentesse, tra cui Veronica Capodieci, rimasta ricoverata per diverse settimane in condizioni molto gravi a causa
delle ferite riportate. Alcune di loro hanno guadagnato conseguenze fisiche permanenti, come in un caso la perdita quasi completa dell’udito.All’avvio dell’anno scolastico la nuova preside Rosanna Maci ha fatto allontanare le telecamere fuori dal cancello per un momento di riflessione nel cortile scolastico. Ai microfoni di Servizio Pubblico, Ennio Penna, trent’anni passati in carcere e padre di Ercole, ex capo clan proprio di Mesagne e oggi collaboratore di giustizia, ha spiegato subito che la Scu «non ammazza i bambini, lo dice uno della vecchia guardia, questo è un atto di terrorismo politico».
Titolone lampo del Fatto Quotidiano: «Tre ordigni contro scuola, morta studentessa. Il capo dell’Antimafia Grasso: “Terrorismo puro”.
Melissa Bassi aveva sedici anni. Una ragazzina, in prognosi riservata dopo intervento, lotta per vivere. Altre due sono gravissime. Trovato il timer. La sopravvissuta: “Ho visto la morte in faccia” e i testimoni: “E’ stato un inferno”. Il vice capo della Polizia Cirillo: “E’ stato un attentato bestiale”».
Ecco, appunto, il timer: dov’è finito?
La versione ufficiale racconta che tre bombole di gas, occultate all’interno di un cassonetto, siano state fatte esplodere mediante un timer regolato alle 7:45, all’interno di un cassonetto di rifiuti.
Una bombola pesa almeno 15 chilogrammi. Un peso di circa 50 chili, impensabile che una persona sola abbia potuto effettuare l’operazione, è certamente probabile che gli attentatori si siano serviti di un mezzo meccanico, munito di un elevatore, comunque chiunque sia stato, ha potuto trafficare nei pressi del cassonetto per diverso tempo e indisturbato. Quanto alle anomalie esplosive. I Gpl sono gas pesanti, che vengono mantenuti e trasportati allo stato liquido in contenitori a pressione, un gas liquido che assomiglia all’acqua. Quando si consuma l’esplosione la palla di fuoco irraggia l’area circostante e tutto viene incenerito con gli effetti di quel tipo di deflagrazione, schegge, detriti e onda d’urto.
Apparentemente, in questo attentato anomalo non c’è movente, non c’è mandante, le prove sono “andate distrutte” a Roma lo scorso luglio presso il Balipedio delle Polizia, a causa di uno strano incendio. Solo l’esecutore materiale, “reo confesso” (che aveva una situazione finanziaria difficile) è in galera. L’attentato è andato in onda a due giorni dalle elezioni. Allora: repetita iuvant. Cui prodest? A chi giova questo strazio? A volte i ritornelli musicali del passato tornano utili: bomba o non bomba arriveremo a Roma (e dintorni). Con la strategia della tensione si ottengono due risultati: il terrore nella popolazione e la richiesta dell’opinione pubblica di sistemi autoritari.
Regia istituzionale – Il copione è stato già collaudato con profitto dagli anni ’70 in poi. Spaventare a morte la gente che invocherà maggiore repressione e controllo dalle autorità centrali. Bisogna riconoscere che quanto meno i registi nell’ombra hanno studiato i rudimenti della sociologia d’accatto. Un indizio non fa una prova, ma in questo caso i reperti sono andati misteriosamente distrutti. Alle 4 di notte di lunedì 2 luglio c’è stata un’esplosione nel laboratorio della Polizia scientifica all’interno della Direzione centrale della Polizia a Roma. Si tratta di un mastodontico complesso sulla Tuscolana che riunisce tutti gli uffici centrali e i reparti del ministero degli Interni. Non risulta esserci nessuna ipotesi di dolo, e quindi il colpevole sembra essere (per il gran caldo) l’anticiclone Caronte. Ma nell’incendio sono andati distrutti alcuni reperti che erano nel laboratorio per essere analizzati: risultano infatti mancanti reperti dell’ordigno scoppiato dinanzi alla scuola “Morvillo-Falcone” che vede come imputato unico il 68 enne Giovanni Vantaggiato (un imprenditore di Copertino). Un altro eccellente sospettato è il ponentino che non è intervenuto con la
sua brezza per arrecare un po’ di sollievo. L’incidente è avvenuto nella notte con discrezione, così come con altrettanta discrezione e senza fretta è stata diffusa la notizia una settimana più tardi.
Prima di questo episodio, avevo dubbi solo sulla nazionalità di appartenenza degli ideatori e dei responsabili materiali. Un segno dei tempi di crisi? A quanto pare sono entrati in gioco alcuni dilettanti dell’Intelligence tricolore. In fondo la vita è tutta un caso ed è un caso che proprio quel laboratorio della Polizia di Stato si sia incendiato per autocombustione. Per puro caso conosco il Balipedio che ho visitato in passato per la mia inchiesta sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. In loco, a suo tempo, era stata trasportata per ordine dell’allora presidente Carlo Taormina, l’auto taroccata del duplice omicidio (Il Manifesto, 18 marzo 2006), al fine di manomettere la dinamica balistica dell’agguato mortale. I sistemi di sicurezza e di antincendio sono all’avanguardia ed è inspiegabile se non quasi impossibile l’accaduto del 2 luglio scorso, poiché l’area è costantemente controllata da poliziotti e telecamere. Ergo: più di qualcosa non torna. Approfittiamo per ricordare la borsa con esplosivo ritrovata (o meglio, fatta ritrovare) mesi fa dentro al Colosseo e liquidata subito come opera di “buontemponi”. Nessuna rivendicazione ovviamente.
Manganelli, il capo della polizia eternamente abbronzato, ha elogiato gli uomini (100 investigatori, tra Digos, Sco, Ucigos e Anticrimine di Roma) che hanno condotto le indagini e lo stesso soggetto il quale – intasca 650.000 euro di stipendio all’anno – si rammaricava che, dopo la sentenza per i fatti di Genova, certi funzionari adibiti all’indagine su Brindisi, dovevano rassegnare le dimissioni. Malgrado i positivi risultati ottenuti, secondo lui. Ho trascorso quasi due anni protetto da uomini e donne della Polizia di Stato verso cui ho stima, ma queste dichiarazioni del numero uno pro tempore sono allucinanti.
Teatro poliziesco – Per quanto riguarda gli esecutori materiali, Vantaggiato, dopo l’errore imprevisto che ha causato la sua cattura, ha ovviamente negato di avere dei complici (impossibile per quel tipo di attentato) e dei mandanti, in quanto sa che probabilmente verrebbe suicidato in carcere. L’incapacità di dare motivazioni credibili nelle prime ore dopo l’arresto ne sono la conferma. E questo perché la messa in scena è stata approntata in modo a dir poco dilettantesco. Alcune semplici domande. Come mai tre bombole di gas esplose non hanno lasciato nessun cratere, anzi nessun segno visibile a parte una piccola macchia scura sul suolo come se fosse stato acceso solo un piccolo fuoco per fare un pic-nic. Come mai sono stati trovati (nel resoconto della stessa polizia che è intervenuta subito dopo l’ esplosione) pezzi delle bombole sulla terrazza al 10 piano di un edificio distante almeno 400 metri in linea d’ aria dal punto dell’ esplosione e una saracinesca di metallo (questa l’ ho vista con i miei occhi) tranciata come burro ad una distanza di 250 metri, oltre allo sfondamento della retrostante vetro antiproiettile e antisfondamento e, allo stesso tempo, il presunto manovratore del telecomando era ad azionarlo a non più di 20 metri (dall’ altra parte della strada) tranquillo, senza temere nessuna scheggia dell’esplosione di cui una ha ridotto in quel modo quella saracinesca di ferro a 250 metri di distanza ? E come mai le schegge non sono andate in egual misura in tutte le direzioni ? Infatti dalla parte del chiosco non è stato trovato neanche un frammento di scheggia. Come mai la ringhiera, il cancello della scuola ed il muretto erano assolutamente intatti con l’ erbetta ancora verde e addirittura due fiori che, il giorno dopo l’ esplosione, spuntavano dal cemento a non più di mezzo metro dal punto della presunta esplosione? Per quanto riguarda la ringhiera , per essere più precisi, evidentissima era la messa in scena: due barre mancanti (a causa del tremendo spostamento d’ aria causato dall’ esplosione) e le sbarre adiacenti.
Vi siete mai chiesti perché nei video (che fanno vedere tutti i tg) in cui c’è il famoso uomo che utilizza il telecomando che innesca l’esplosione il viso non si vede mai? E’ volutamente offuscato. Forse perché non è Vantaggiato? Così quel minus habens dei servizi segreti (stipendiato con denaro pubblico) che si era fatto filmare dalle telecamere di sicurezza può stare un po’ più tranquillo e continuare sul web a negare l’evidenza delle scie chimiche.
Risarcimento fantasma – La Reale Mutua non risarcisce le ragazze.
L’assicurazione sembra non voler riconoscere alcun risarcimento per le ustioni riportate dalle studentesse vittime dell’attentato alla Morvillo Falcone, in quanto “Danni estetici”. Non smorza le polemiche, anzi le alimenta la dichiarazione di Luca Filippone, vice direttore generale della compagnia assicurativa Reale Mutua con cui la scuola ‘Morvillo Falcone’ aveva sottoscritto la polizza per infortunio. Tra le clausole del contratto, lì dove sono indicati i massimali e tutti i casi in cui è previsto l’indennizzo, è previsto che soltanto gli interventi chirurgici per la limitazione dei danni da ustioni sono coperti da assicurazione. Non si tratta di cifre ingenti, ma quantomeno il diniego è meno perentorio. Per il resto viene confermato che i danni da ustione sono considerati di tipo “estetico” e non “funzionale”. Quel tipo di mutilazioni, segni indelebili di un dramma, non saranno comunque oggetto di liquidazione da parte della società che ha però deciso di offrire, a proprie spese, due stage ad altrettanti studenti dell’istituto professionale per la moda e per i servizi sociali.
L’amministrazione comunale di Brindisi prenderà in esame il caso di Anna Canoci, la 18enne di Tuturano che ha perso quasi del tutto l’udito. Per il senatore Idv Elio Lannutti è il Governo a dover intervenire “per imporre alla compagnia Reale Mutua assicurazioni, protetta da un Isvap inerte, il rispetto dei diritti degli assicurati che hanno sostenuto ingenti spese mediche e devono ancora sopportare lunghi e penosi periodi di degenza ospedaliera”.
Monti, però non ci sente.
Memoria infinita – Non bisogna mai dimenticare la strage di Brindisi.
Perché doveva essere una strage. E’ morta solo, e diciamo solo, una ragazza di 16 anni. Una povera vittima innocente che conferma la inettitudine dei servizi segreti dello Stato che hanno organizzato quell’ attentato. Istituzionalmente Aisi & Aise dovrebbero essere sotto controllo parlamentare del Copasir, presieduto da Massimo D’Alema. Insomma, erano più bravi negli anni ’70-’80, quando facevano saltare in aria treni e crollare stazioni mietendo tante vittime ancora senza giustizia. Tutto ciò che ci comunicano le fonti ufficiali e i mass media al soldo del regime è superficiale o distorsivo, tutto ciò che non sappiamo è la verità.
Gianni Lannes
Fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it
Link: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/09/attentato-di-brindisi-chi-e-stato.html#more
14.09.2012