Ieri mattina, venerdì 18 marzo, il presidente Bashar al-Assad è volato negli Emirati Arabi Uniti per un incontro storico con il principe ereditario di Abu Dhabi, lo sceicco Mohammed bin Zayed al-Nahyan. È la prima visita del leader siriano dal 2011, anno di inizio della guerra; gli unici viaggi di Assad al di fuori della Siria durante questi anni sono stati infatti in Iran e in Russia, suoi stretti alleati.
L’incontro segna un cambiamento negli equilibri geopolitici della regione, indicando il rafforzamento dei legami con un paese alleato degli Stati Uniti, che in passato aveva anche sostenuto i ribelli siriani nel tentativo di rovesciare il governo.
Secondo l’agenzia stampa statale WAM, lo sceicco Mohammed bin Zayed al-Nahyan “ha sottolineato che la Siria è un pilastro fondamentale della sicurezza araba, e che gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di rafforzare la cooperazione con essa”. Lo sceicco avrebbe anche detto che per lui “la conservazione dell’integrità territoriale della Siria e il ritiro delle forze straniere” sarebbero da auspicare, dando così un colpo sotto la cintura ai rapporti diplomatici con gli USA, ed esprimendo il desiderio “che questa visita apra la strada al bene, alla pace e alla stabilità in Siria e nell’intera regione”.
Come riportato da una nota dell’ufficio della presidenza siriana, Assad ha anche incontrato il sovrano di Dubai, al termine di una serie di incontri diplomatici che come detto stanno tentando di modificare gli equilibri in Medio Oriente, forse un po’ per tutti troppo sotto l’influenza americana.
Washington intanto guarda con attenzione le mosse dei suoi amici arabi e più di una volta ha espresso disappunto per gli sforzi che i leader della regione stanno facendo per la normalizzazione dei rapporti tra Stati. Come gestirà questa situazione il caro vecchio Joe? Sarà forse il caso di fare un passo indietro prima di combinare altri danni? Staremo a vedere.
Massimo A. Cascone, 19.03.2022