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La Redazione

 

ANGELA MERKEL, UNA NEO CONSERVATRICE ALLA PRESIDENZA DELL’UNIONE EUROPEA

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A cura di Davide
Il 17 Gennaio 2007
34 Views

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DI THIERRY MEYSSAN
Reseau Voltaire

Mentre Angela Merkel assume la presidenza dell’Unione Europea per il primo semestre 2007, Thierry Meyssan ritorna sul sorprendente percorso di questa responsabile della propaganda comunista della Repubblica Democratica Tedesca divenuta cancelliere cristiano – democratica della Germania unita. Sottolinea i presunti legami con i neo conservatori e la sua concezione di una leadership statunitense in Europa.

Angela Merkel è nata nel 1954 ad Amburgo (Germania Federale). Poco dopo la sua nascita, la sua famiglia fa la scelta poco comune di passare all’Est. Il padre, pastore di una Chiesa luterana, fonda presto un seminario nella Repubblica Democratica Tedesca e dirige un ricovero per handicappati. Si astiene da ogni critica pubblica del regime, e gode di uno stato sociale privilegiato: dispone di due automobili e si sposta frequentemente all’Ovest.

Angela Merkel svolge studi brillanti, sino al suo dottorato in fisica. Sposa un fisico, Ulrich Merkel, da cui divorzia rapidamente. Poi, si unisce al professor Joachim Sauer, divorziato come lei, ma già padre di due figli. La signora Merkel diviene ricercatrice in fisica quantistica all’Accademia delle Scienze.
Simultaneamente, si impegna in politica in seno alla Freie Deutsche Jugend (Gioventù libere tedesche) , l’organizzazione che inquadra i giovani devoti allo Stato. Vi sale in grado al punto da divenire segretario del dipartimento di agitazione e propaganda. E’, allora, una delle principali esperte in comunicazione politica della dittatura socialista. A titolo professionale, e politico, viaggia sovente in seno al blocco sovietico, particolarmente a Mosca, tanto che parla correntemente il russo.

Benché sia stata auspicata e preparata per lungo tempo, la caduta del muro di Berlino, nel Novembre 1989, sorprende tutte le cancellerie. La CIA tenta di costituire essa stessa il cambiamento, reclutando responsabili del vecchio regime che accettano di servire gli stati Uniti come avevano fatto per l’URSS.

Un mese più tardi, Angela Merkel cambia campo senza avvertire e passa, armi e bagagli, al Demokratischer Aufbruch (Risveglio democratico), un nuovo movimento ispirato dalla democrazia cristiana della Germania Ovest. Vi occupa immediatamente le stesse funzioni che aveva in precedenza: solamente, l’incarico è titolato secondo il vocabolario della Germania Ovest: “incaricato delle relazioni con la stampa”.

Nel frattempo, sembra che il Presidente del Demokratischer Aufbruch, Wolfgang Schnur, sia un vecchio collaboratore della Stasi, la polizia politica della dittatura socialista. La signora Merkel annuncia di persona alla stampa questa dolorosa notizia, che costringe il signor Shnur a rassegnare le dimissioni e le permette di prendere il suo posto alla presidenza del movimento.

In seguito alle ultime elezioni legislative della RDA, entra nel Governo di Lothar de Maizière, di cui diviene la portavoce, benché il Demokratischer Aufbruch non abbia raccolto che lo 0.9% dei consensi. Soprattutto, in questo periodo di transizione, partecipa attivamente ai negoziati “2+4” che mettono fine allo statuto quadripartito di Berlino ed all’occupazione alleata, così come partecipa ai negoziati in vista della riunificazione tedesca. Per evitare, dice lei, un esodo in massa dell’Est verso l’Ovest, si adopera per far entrare senza termine la RDA nell’economia di mercato e nella zona del Marco.

Dal canto suo il suo compagno, Joachim Sauer, è assunto dal marchio statunitense Byosm Technology. Passa un anno a San Diego (California) nel laboratorio di questa compagnia, contrattante del Pentagono. Resterà, in seguito, come esperto al seguito di Accelrys, un’altra società di San Diego contrattante del Pentagono. Dal canto suo, Angela Merkel perfeziona il suo inglese, che padroneggia ormai correntemente.

Una volta dissolta la RDA nella RFA, ed il Demokratischer Aufbruch nella Christlich Demokratischen Union (CDU – Unione Democratica Cristiana), Angela Merkel è eletta deputato al Bundestag ed entra nel Governo di Helmut Kohl. Benché quest’ultimo sia molto legato alle tradizioni, sceglie questa giovane donna venuta dall’Est, divorziata, senza figli, e che vive in concubinato, come ministro della Famiglia, della Gioventù e della Condizione Femminile. In 14 mesi, la responsabile comunista della propaganda delle Gioventù della RDA è diventata Ministro democratico cristiano della Gioventù della RFA. Del resto, lascerà un magro bilancio nel suo primo ministero.

Proseguendo la sua carriera in seno alla CDU, Angela Merkel tenta vanamente di farsi eleggere alla presidenza regionale del partito nel Brandeburgo. Nel frattempo, si prova che Lothar de Maizère, che è divenuto vice presidente nazionale del partito, ha intrattenuto lontani rapporti con la polizia politica della Germania Est e deve rassegnare le dimissioni. La signora Merkel lo rimpiazza.

Nel 1994, il ministro dell’Ambiente, della protezione della Natura e della Sicurezza nucleare, Klaus Topfer, è nominato alla direzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, a seguito di un lungo braccio di ferro che l’oppone alla Federazione delle Camere di Commercio e dell’Industria (DIHK). Quest’ultima gli rimprovera di sotto stimare le realtà economiche. Helmut Kohl nomina allora la sua protetta per rimpiazzarlo e mettere così fine alla crisi. Fin dal suo arrivo al Ministero, lei riordina le cose silurando gli alti funzionari rimasti fedeli al suo predecessore. E’ in questo periodo che stringe l’amicizia con il suo omologo francese del momento, Dominique Voynet.

Nel 1998, il cancelliere Kohl fa conoscere agli Stati Uniti la sua opposizione ad un intervento internazionale in Kosovo. Mentre i socialdemocratici di Gerard Shroder ed i Verdi di Joschka Fischer comparano Slobodan Milosevic ad Adolf Hitler e gridano alla guerra umanitaria.

La stampa atlantica si scatena, allora, contro il cancelliere imputandogli le difficoltà economiche del paese che sono seguite alla riunificazione. I cristiano democratici sono spazzati via dall’onda rosso – verde alle elezioni del Settembre 1998. Shroder accede alla Cancelleria e nomina Fisher ministro degli Affari Esteri.

Nel frattempo, sembra che Helmut Kohl e la sua guardia del corpo abbiano accettato dei finanziamenti occulti della CDU, ma rifiutano di rivelare i nomi per rispetto della parola data. Angela Merkel pubblica allora una coraggiosa tribuna libera nel Frankfürter Allgemeine Zeitung[1] per prendere le distanze dal suo mentore. Cosicché, costringe Hekmut Kohl a ritirarsi dal partito, e poi il presidente della CDU, Wolfgang Schäuble, a rassegnare le dimissioni. Nel nome della morale pubblica, si impadronisce così della presidenza del partito. Nello slancio, si conforma alla morale democratico cristiana sposando il suo compagno.

Ormai, Angela Merkel è pubblicamente sostenuta da due gruppi editoriali.
Può, innanzitutto, contare su Friede Springer, ereditiera del gruppo Axel Sprinter (180 giornali e riviste, tra cui Bild, Die Welt…). I giornalisti del gruppo sono tenuti a sottoscrivere una clausola editoriale che specifica il dovere di operare allo sviluppo dei legami transatlantici ed alla difesa dello Stato d’Israele. Angela Merkel può, ugualmente, contare sulla sua amica Liz Mohn, direttrice del gruppo Bertelsmann, n° 1 dei media in Europa (gruppo RTL, gruppo Prisma, gruppo Random House ecc.). La signora Mohn è, ugualmente, vice presidente della Fondazione Bertlesmann, pilastro intellettuale dell’atlantismo europeo.

Angela Merkel si poggia sui consigli di Jeffrey Gedmin (nella foto sotto), eccezionalmente inviato a Berlino per lei dal clan Bush. Questo lobbysta ha, prima, lavorato all’American Enterprise Institute (AEI [2] ) sotto la direzione di Richard Perle e della signora Dick Cheney. Incoraggiò vivamente la creazione dell’Euro alla pari con il dollaro. In seno all’AEI, ha diretto la Nuova Iniziativa Atlantica (NAI) che riuniva il gotha dei generali e dei politici americanofili in Europa. Poi, ha partecipato al Progetto per un nuovo secolo americano (PNAC) ed ha redatto il capitolo sull’Europa nei programmi dei neo conservatori. Egli vi indica che l’Unione Europea deve restare sotto l’autorità della NATO e che questo non sarebbe possibile se non “scoraggiando gli appelli europei all’emancipazione [3] ”. Infine, è amministratore del Consiglio della Comunità dei Democratici (CCD [4] ) che predica un’ONU a due velocità, ed ha preso la direzione dell’Istituto Aspen di Berlino [5]. Di conseguenza ha declinato l’offerta del suo amico John Bolton [6] per divenire ambasciatore aggiunto degli Stati Uniti all’ONU, così da consacrarsi esclusivamente all’inquadramento di Angela Merkel.

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Nel 2003, il dipartimento di Stato affida a Jeffrey Gedmin ed a Craig Kennedy un vasto programma di “diplomazia pubblica”, ovvero sia di propaganda, che include il sovvenzionamento segreto di giornalisti ed opinionisti in Europa Occidentale [7] .

Nel 2003, il cancelliere Gerard Shroder si oppone all’operazione anglosassone in Irak. Angela Merkel pubblica, allora, una coraggiosa tribuna nel Washington Post [8] in cui rifiuta la dottrina Chirac – Shroder d’indipendenza dell’Europa, afferma la sua gratitudine e la sua amicizia per “l’America” e sostiene la guerra.

Nel maggio 2004, mescola le carte imponendo l’elezione alla presidenza della Germania Federale del banchiere Horst Kohler, principale redattore del Trattato di Maastricht ed artigiano dell’Euro, poi presidente della BERD e direttore del FMI. Poi, lancia una campagna “patriottica” contro l’islamismo radicale.

Lungo tutto il corso della campagna legislativa del 2005, stigmatizza la crescita della disoccupazione e la negligenza dei social democratici nel soffocarla. La CDU acquista, in quella occasione, il credito di 21 punti nei sondaggi. E’ allora che il suo conigliere occulto, Jeffrey Gedmin, l’interpella in una lettera aperta pubblicata da Die Welt. Dopo aver criticato il modello economico tedesco, egli scrive: “ Prima di fare avanzare il Paese, lei deve vincere intellettualmente questi individui nostalgici che trascinano i piedi. Se Sarkozy succede a Chirac, forse la Francia conoscerà uno slancio. Sarebbe spiacevole che la Germania continuasse a regredire”. Rispondendo a questo invito, Angela Merkel svela, infine, i suoi piani. Pone davanti uno dei suoi consiglieri, l’ex – giudice alla Corte Costituzionale Paul Kirchhof, e il gruppo dell’Iniziativa Neue Soziale Marktwirtschaft (l’iniziativa per la nuova economia sociale di mercato[9]). Annuncia la soppressione della progressività dell’imposta sul reddito: il tasso sarà lo stesso per coloro che non hanno il necessario e per coloro che vivono nel superfluo. Il cancelliere uscente, Gerard Shroder, critica duramente questo progetto in occasione di un dibattito televisivo.

L’avanzata della CDU è polverizzata. Alla fine, la CDU ottiene il 35% dei consensi e l’SPD il 34%, disperdendosi il resto fra piccole formazioni. I tedeschi non vogliono più Shroder, ma non vogliono nemmeno la Merkel. A seguito di lunghe e penose trattative, è costituita una grande Coalizione: Angela merkel è Cancelliere, ma deve cedere la metà dei Ministeri alla sua opposizione.

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Ella impone la partecipazione di un contingente Tedesco alla forza multinazionale comandata dagli Stati Uniti in Afghanistan. Poi, all’occasione dell’intervento israeliano in Libano, impone uno spiegamento navale tedesco in senso alla FINUL dichiarando: “Se la ragion d’essere della Germania è di garantire il diritto all’esistenza di Israele, non possiamo dire, adesso che questa esistenza è minacciata, che non facciamo nulla”.

Dal primo Gennaio 2007, la signora Merkel presiede l’Unione Europea. Non fa mistero della sua intenzione di costringere la Francia ed i Paesi Bassi ad accettare l’equivalente del progetto di Trattato costituzionale che hanno rigettato mediante il referendum; né della sua intenzione di rilanciare il progetto di fusione fra la zona di libero scambio nordamericana e la zona di libero scambio europea per creare un “grande mercato transatlantico” secondo la vecchia formula di Sir Leon Brittan. (a destra)

Thierry Meyssan (Giornalista e scrittore, presidente di Réseau Voltaire)
Fonte: http://www.voltairenet.org
Link: http://www.voltairenet.org/article144629.html
12.01.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIORGIA

NOTE:

[1] Frankfürter Allgemeine Zeitung, 22 Dicembre 1999.

[2] “L’istituto Americano dell’impresa alla Casa Bianca”, Réseau Voltaire, 21Giugno 2004.

[3] « Europe and NATO : Saving the Alliance » di Jeffrey Gedmin in Present Dangers. Crisis and Opportunity in American Foreign and Defense Policy per la direzione di Robert Kagan e William Kristol, Encounter Books, 2000

[4] « La democrazia forzata » di Paul Labarique, Réseau Voltaire, 25 Gennaio 2005.

[5] “L’istituto Aspen istruisce gli squali del business “, Réseau Voltaire, 2 Settembre 2004

[6] « John Bolton ed il disarmo attraverso la guerra », Réseau Voltaire, 30 novembre 2004.

[7] « Selling America, Short » di Jeffrey Gedmin et Craig Kennedy, The National Interest n°74, Inverno 2003.

[8] « Schroeder Doesn’t Speak for All Germans » di Angela Merkel, The Washington Post, 20 febbraio 2003.

[9] < Questo think tank si rifà all’economia sociale di mercato messa in opera dal cancelliere Ludwig Erhard negli anni 1963-66 appoggiandosi sul Piano Marshall.

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