ANATOMIA DI BILDERBERG I MERITI DELLA SEGRETEZZA

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DI SERGIO ROMANO
corriere.it

Lettera a Sergio Romano

Se, come lei sostiene, le riunioni del club Bilderberg sono solo semplici scambi di idee ed informazioni, perché sono circondate da tanta segretezza e da un ingente apparato di sicurezza per tenere alla larga orecchie indiscrete?

Marianna Ferri , [email protected]

Nelle riunioni del Royal Institute of International Affairs (l’associazione britannica per l’analisi dei problemi internazionali) esiste una regola generalmente nota come la «Chatham House rule», dal nome della casa londinese in cui l’istituto ha la sua sede. Le idee e le opinioni ascoltate nel corso dell’incontro possono venire divulgate, anche negli organi d’informazione, ma non devono essere attribuite alla persone che le hanno espresse. Lo scopo è quello d’incoraggiare tutti i presenti, e particolarmente quelli che hanno responsabilità pubbliche, a parlare con libertà e persino con spregiudicatezza. Si vuole, in altre parole, che un uomo politico, un alto funzionario, un imprenditore o un banchiere parlino senza le ipocrisie, le omissioni e gli artifici retorici a cui ricorrono quando sanno che le loro parole potrebbero essere lette il giorno dopo sulle pagine di un giornale. Bilderberg è andato più in là.

Nato nel 1954 per iniziativa del principe Bernardo di Olanda, marito della regina Giuliana, il gruppo è in realtà un club costituito da soci che vengono periodicamente rinnovati con il criterio della cooptazione. Coloro che ne fanno parte hanno generalmente un importante profilo pubblico e accettano l’invito tanto più volentieri quanto più sanno di potere contare sulla discrezione dei loro interlocutori. Nemmeno a Bilderberg, ne sono certo, tutti rivelano interamente il loro pensiero. Ma in queste riunioni vi è probabilmente più franchezza di quanta ve ne sia quando tutti parlano sotto gli occhi delle telecamere. So che questo può spiacere a chi pensa che tutto debba essere fatto alla luce del sole. Ma vi sono circostanze in cui la trasparenza e le pareti di vetro favoriscono dichiarazioni generiche, reticenti e inutili, se non addirittura dannose.

La Open Diplomacy (la diplomazia alla luce del sole), predicata dal presidente americano Woodrow Wilson dopo la Grande guerra, si dimostrò nella realtà un’idea difficilmente praticabile; e i primi a farne un uso molto modesto furono proprio gli americani. È certamente vero, tuttavia, che Bilderberg è un club elitario, composto da persone che possono rafforzare, grazie a questi incontri, i loro legami personali e fare magari, con l’occasione, qualche affare. Non giovò al club, per esempio, il fatto che il principe Bernardo, negli anni Settanta, apparisse coinvolto in uno scandalo di tangenti pagate da Lockheed per la vendita dei suoi aerei in Europa. Ma gli errori di un socio non possono giustificare la condanna dell’associazione. Soprattutto in una parte del mondo che è orgogliosa della sua democrazia liberale.

Un’ultima osservazione, cara Signora, sull’apparato di sicurezza che viene mobilitato in occasione delle riunioni di Bilderberg. Considerato il nome di alcuni dei suoi partecipanti, mi sembra più giustificato di certe scorte italiane.

Sergio Romano
Fonte: http://www.corriere.it/romano/
14.06.2012

P2: BORGHEZIO (LNP), IL ‘CORRIERE’ DIFENDE ‘I MERITI DELLA SEGRETEZZA’ DEL BILDERBERG, LA RIVINCITA …

“Se, come sostiene, attraverso il suo illustre opinionista Sergio Romano, il ‘Corriere della Sera’, è opportuno che vi siano, ad un certo livello decisionale, riunioni segrete in cui ‘vi è probabilmente più franchezza di quanta ve ne sia quando tutti parlano sotto gli occhi delle telecamere’, in quanto ‘ coloro che ne fanno parte hanno generalmente un importante profilo pubblico ed accettano l’invito tanto più volentieri quanto più sanno di potere contare sulla discrezione dei loro interlocutori’, allora stava perfettamente nel giusto e nel lecito un certo Licio Gelli, da Arezzo. Il quale, non diversamente da come pontifica sul ‘Corriere’ l’autorevole membro del Bilderberg Sergio Romano, senza aver bisogno del patrocinio della casa reale olandese, già di suo era stato capace di organizzare – e non in un modesto alberghetto, ma nel più prestigioso Hotel di Roma – un’Associazione denominata Loggia Propaganda 2, nella quale riuniva esattamente quel tipo di personalità e con quelle modalità di segretezza che vengono oggi riconosciute non solo perfettamente legittime, ma addirittura utili sulle colonne del più importante quotidiano italiano, al quale, a questo punto manca soltanto di aggiungere sotto la testata la dicitura ‘organo italiano dei poteri forti e segreti mondiali'”. Lo dichiara Mario Borghezio, deputato Lega Nord al Parlamento Europeo.

Fonte: www.agenparl.it
Link: http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20120614-p2-borghezio-lnp-il-corriere-difende-i-meriti-della-segretezza-del-bilderberg-la-rivincita-di-gelli
14.06.2012

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