Sotto tiro nella Columbia Britannica
DI CHRIS GENOVALI
Vancouver, Columbia Britannica
Una volta emersi dal letargo invernale, gli orsi grizzly della provincia dovrebbero sentire la primavera come una stagione di rinnovamento. Invece, queste icone delle zone incontaminate della Columbia Britannica, saranno ancora una volta vittime dei colpi d’arma da fuoco inflitti per mero “divertimento sportivo”.
Da quando il governo Liberale, nel 2001, ha rovesciato la moratoria sulla caccia dei grizzly, circa 1,000 orsi grizzly sono stati uccisi, di cui quasi il 75 per cento sono stati vittime dei colpi dei cacciatori di trofei*. Il risultato diretto del sostegno, da parte del Governo Liberale, delle lobby della caccia al trofeo è che, da quando questo tipo di caccia è stata ripristinata nell’autunno del 2001, circa 700 grizzly sono stati uccisi per dei meri trofei.L’uccisione “ricreativa” degli orsi grizzly, che si estende nella maggior parte delle coste centrali e settentrionali della Columbia Britannica, inizia oggi. Il fatto che la provincia abbia lasciato in sospeso l’annuncio riguardante il destino di questa zona forestale, significa che non si farà praticamente nulla per regolamentare la caccia al trofeo di orsi grizzly e di altri grandi carnivori.
Infatti, i progetti proposti per l’impiego del territorio delle zone costiere centrali e settentrionali mirano ad istituzionalizzare la caccia all’orso grizzly in tutta la regione, come pure la caccia al trofeo all’interno di parchi e aree protette. È allo stesso modo preoccupante il fatto che le quote di caccia siano basate su stime gonfiate riguardanti la popolazione degli orsi grizzly al tempo della regina Vittoria, dove predominano gli ‘orsi virtuali ’ e l’incertezza statistica è un fattore ignorato solo a proprio vantaggio.
Presupposto che i progetti per l’utilizzo del territorio faranno in modo che più del 70 per cento dell’habitat dei grizzly delle coste settentrionali e centrali perderà ogni difesa di fronte all’avanzare dell’industria del legname e di altre attività industriali, per gli stessi orsi, la mancanza di difese dalla morte innaturale rappresentata dalla caccia al trofeo, diventa ancora più problematica. La difesa dell’habitat e la difesa delle specie sono inestricabilmente legate tra loro; la separazione fittizia di queste due tematiche fa capo ad un approccio ormai obsoleto che, oltre ad essere scientificamente superato, ignora l’impatto ecologico associato all’uccisione diretta di grandi predatori.
La caccia al trofeo dei grizzly delle coste non è proprio uno sport, in quanto consiste fondamentalmente nell’allontanare gli orsi dalle due zone più importanti per l’approvvigionamento del cibo: gli Estuari a primavera, e i torrenti dove i salmoni depositano le loro uova in autunno.
A primavera, è facile notare la presenza dei grizzly sugli estuari, è qui che vengono uccisi alla cieca da colpi che provengono da barche poco lontane.
Secondo gli studiosi di fauna selvatica Brian Horejsi, Barrie Gilbert e Lance Craighead, la caccia al grizzly della costa ricorda una “missione di ricerca e distruzione”, con cacciatori di trofei che utilizzano velivoli, strumenti elettronici e mezzi di trasporto motorizzati per percorrere fiumi e strade forestali.
L’eccessivo riserbo e la paranoia che circonda la caccia del grizzly è evidenziata dalla lotta intrapresa dalla “Raincoast Conservation Society” contro il Ministero per la Difesa dell’Acqua, della Terra e dell’Aria sulla questione dei dati riguardanti i luoghi adibiti alla caccia dei grizzly.
All’inizio, nella primavera del 2000, la Raincoast
ha raccolto una petizione per la libertà di informazione riguardo tali dati; il ministero non ha ceduto citando diversi argomenti capziosi con lo scopo di giustificare la sua intransigenza.
Dopo cinque anni di battaglia legale, che ha compreso un’ordinanza a favore della Raincoast da parte del sovrintendente alla privacy e all’informazione, della Corte Suprema della Columbia Britannica e della Corte d’Appello, ora la questione sta tornando nelle mani del sovrintendente alla privacy e all’informazione, in quanto è stata varata un’inchiesta per far luce sul rifiuto da parte del Governo di fornire, in forma elettronica, i dati relativi ai luoghi di caccia.
I legali della Raincoast alla Sierra Legal Defence Fund sosterranno che il Ministero sta violando la legislazione sulla libertà di informazione non fornendo in maniera amichevole i file digitali contenti informazioni relative al numero e alla localizzazione dei grizzly uccisi nella Columbia Britannica. Sebbene il Governo tenga le informazioni in un database elettronico, il ministero fornirà solo una pagina di stampa, rendendo estremamente difficile l’utilizzo dei dati.
Sappiamo per certo che il ministero ha fornito questi dati, in forma elettronica, ad altri partiti. Tali dati sono stati compilati coi dollari dei contribuenti della Columbia Britannica e riguardano un’attività che viene svolta quasi esclusivamente sulle terre della Corona, tuttavia la provincia sta facendo tutto quanto è in suo potere per ostacolare una verifica elettorale sulla questione della caccia all’orso grizzly.
A quanto pare, la promessa dei Liberali della ‘Nuova Era’ concernente la creazione, in Canada, del governo più aperto e responsabile non riguarda la questione della caccia agli orsi grizzly.
Chris Genovali è direttore esecutivo della Raincoast Conservation Society.
Fonte:www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/genovali04022005.html
2/3.04.05
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Monia
* Caccia al trofeo, ovvero Trophy Hunting. Il trofeo consiste nell’animale vero e proprio o in una parte di esso. È per questo che spesso i trophy hunters prediligono cacciare animali dotati di caratteristiche particolari. (NdT)