A Napoli neanche la pioggia ferma gli attivisti No! Green Pass

Il corteo partito da piazza Dante è arrivato in Prefettura, sotto una leggera pioggia che non ha fermato gli attivisti

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Di Massimo Antonio Cascone e Laura Ranonno/Comedonchisciotte.org

Come ogni sabato da quindici settimane ormai, Napoli è scesa in piazza per dire NO! al Green Pass e alla dittatura sanitaria.
Diverse migliaia persone, il 30 ottobre, si sono infatti riunite a piazza Dante, luogo che da settimane ospita l’Agorà permanente, per partecipare a questo importantissimo momento di aggregazione, che da nord a sud sta unendo tutti gli italiani liberi. C’erano famiglie, studenti e cittadini che si sono confrontati e hanno ascoltato alcuni dei relatori prima della partenza del corteo, pacifico ovviamente, che ha attraversato parte del centro storico, arrivando a piazza del Plebiscito, sotto il palazzo della Prefettura; ovvero il Palazzo che maggiormente rappresenta il governo. Neanche la pioggia, che ci ha accompagnato durante tutto il tragitto, ha fermato i manifestanti che, giunti a destinazione, hanno proseguito l’Agorà permanente davanti allo schieramento delle forze dell’ordine.
Tra i primi interventi, spicca sicuramente quello del professor Guido Cappelli, primo firmatario dell’appello dei filologi e tra i primi in Italia a lanciare, con la collaborazione del gruppo “Studenti contro il Green Pass Campania” le lezioni universitarie all’aperto. Cappelli ha chiesto, con una vena tanto ironica quanto pungente, se tra la folla di piazza Dante ci fosse il cardinale Battaglia, destinatario di una lettera un mese fa del Coordinamento No Green Pass Napoli. «Siamo anche noi gregge di Dio o siamo cittadini di serie B? Volevamo una risposta». Il professore dell’Orientale ci ha ricordato che siamo in guerra, una guerra che punta a cambiare il modo in cui ognuno di noi ha a che fare con gli altri – «Ci stanno chiedendo la disponibilità del corpo dei nostri figli. Vi dico una cosa. Fui massacrato quando feci un paragone complesso fra le richieste di un comitato cosiddetto di bioetica, che chiedeva che i figli si vaccinassero senza il permesso dei genitori, e l’obbligo, la richiesta, di delazione tipico dei totalitarismi nazisti. Dopo due settimane ci ho riflettuto e ho visto come c’è un’escalation nell’aggressività del potere in questa guerra contro di noi. Vi dico una cosa, il Green Pass effettivamente è uno strumento nazista, totalitario, è violenza. È per definizione sottoporre a un’autorizzazione elettronica, e dietro ci sono sempre i gerarchi, i tuoi diritti normali, la tua vita quotidiana. Quindi è chiaramente un atto di umiliazione. Lo sapete cosa vogliono fare con noi? Ci vogliono infantilizzare».
Dopo gli interventi del biologo Giovanni Moscarella e dell’avvocato Arturo Castaldi, e dopo una veloce performance dell’artista Luca di Tommaso, che ha intonato una serie di filastrocche contro questa “nuova normalità”, il corteo ha abbandonato piazza Dante e, scortato dalle immancabili camionette delle forze dell’ordine, si è diretto verso via Toledo al grido di “Libertà Libertà”, ed altri cori contro Draghi e il governatore Vincenzo De Luca. Il corteo ha poi deviato verso la Questura e, oltrepassata piazza Municipio, sede del Palazzo del nuovo sindaco, verso il quale non sono mancate “dolci parole d’affetto”, è arrivato a piazza del Plebiscito.
Lì, come anticipato prima, altri affascinati interventi. In particolare, gli studenti contro il Green Pass hanno citato un discorso tratto da “L’attimo Fuggente”, pellicola cult in cui il docente, il Professor Keating interpretato magistralmente da Robin Williams, incitava i suoi studenti a cambiare prospettiva, a osservare la realtà da altri punti di vista. Poi è stato il turno di un ispirato Roberto Siconolfi, professore di sociologia dell’ università Unitre, che di fronte al Palazzo della Prefettura, dopo un’ ottima disamina della politica italiana, ha terminato il suo discorso con questa frase:

«A coloro che sono indifferenti di fronte a quello che sta succedendo, venite a vedere: in queste piazze c’è della gente che ha uno scopo nella vita. Trasformeremo il vostro Grande Reset, nel nostro Grande Risveglio».
Alla fine, una volta terminata la manifestazione, un po’ di musica. Sotto una leggera pioggerellina, le persone hanno abbandonato le emozioni del corteo e si sono fatte trasportare dai suoni provenienti dalle casse, ballando e cantando tutti insieme. Perchè le manifestazioni sono anche questo: momenti in cui cerchiamo con tutte le nostre forze di riappropriarci di quella spensieratezza che ci voglio sempre più forzosamente togliere…ma Napoli non molla, Napoli resiste!

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