DI ERIC DRAITSER
Come le tensioni fra Stati Uniti e Russia sono aumentate nell’ultimo anno, così è stato per la polarizzazione dell’opinione pubblica. Mentre i media occidentali sono ritornati al loro vecchio antagonista, come ai tempi della guerra fredda verso la Russia – radicalizzando in modo prevedibile la maggior parte dell’opinione pubblica occidentale, offuscando il tutto con una propensione decisamente Russo-fobica – sono sempre più stati lasciati ai margini della politica coloro che nel tentativo di demolire i falsi racconti, cercano di portare alla luce l’Agenda dell’Impero e di vedere venduti i diritti delle nazioni sovrane ad agire indipendentemente dai diktat dell’occidente.
Ed è qui, ai margini della politica, dove molti sono desiderosi di dire la loro contro i piani americani in Ucraina e altro, dove la vera battaglia per i cuori e le menti sta incalzando. La politica mainstream semplicemente andrà di pari passo alle storie raccontate dagli accondiscendenti media dell’Impero, assicurando continua impotenza e irrilevanza alla politica. Comunque, un forte coro di voci di critici, dissidenti e anti-imperialisti sta diventando sempre più impossibile da ignorare.
E mentre i libertarian di estrema destra ed i paleoconservatori sono impegnati nel loro conflitto interno a supporto della Russia e del presidente Putin un confronto quasi-ideologico sta divampando a sinistra.
Molti che si autoproclamano “di sinistra” hanno semplicemente invertito la loro politica anti-sovietica in una ideologia anti-Russia, la quale vede la Russia abbracciare capitalismo e desiderio di revanscismo (politica di uno stato che, nei rapporti con un altro stato,dal quale crede di aver subito un’ingiustizia, tende a rifarsi della violazione di presunti o effettivi diritti più con azioni belliche che con pazienti trattative condotte alla luce del diritto internazionale e sotto la protezione delle Nazioni Unite, Wikipedia ndr ) imperiale. In questo modo, tali gruppi (numerosi per ciò che viene fatto passare per “sinistra organizzata”) interferiscono per conto della classe politica dirigente, con lo scopo di smorzare la potenza di un messaggio anti-imperialista attraverso il conflitto interno e settarismo. Dichiarano che per coloro di sinistra non c’è niente per cui valga la pena difendere la Russia. Ma è davvero così?
Di seguito ci sono una manciata di motivi per cui quelli di sinistra sostenitori che la Russia “non è migliore degli Stati Uniti” o sono semplicemente ignoranti oppure hanno altri motivi:
1. Opporsi a Stati Uniti-NATO. Chiunque si descriva come “di sinistra” dovrebbe mettere immediatamente in questione la propria posizione quando si trovano dalla stessa parte di Washington e della NATO su questioni di politica estera, guerra e pace. La Russia si è costantemente (e con un comportamento sempre più deciso negli ultimi anni) opposta ai piani dell’Impero nei vari angoli del globo.
In Siria, la Russia (con la Cina al suo seguito) è divenuta punto di riferimento a livello globlale nella resistenza ai piani di Stati Uniti – NATO – Israele – GCC (Gulf Cooperation Council, ndr.) che ha distrutto le vite di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini innocenti. Esercitanto il suo potere di veto al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Russia ha prevenuto una guerra guidata dagli Stati Uniti in Siria per almeno due volte, ogni volta fornendo importanti informazioni di intelligence che gettavano dubbi sulla versione statunitense che convenientemente incolpava Assad per ogni singola atrocità di quella guerra voluta dagli stranieri nel proprio paese.
In Ucraina, la Russia ha effetivamente posto fine all’espansione Nato verso est, marcando una linea rossa e dimostrando al mondo che le economie “non-occidentali” in via di sviluppo, un tempo servili, non saranno tramutate in semplici soggetti soggiogati dai capricci dei brokers di Washington, Londra e Wall Street. Per di più, la reazione russa nei confronti di un colpo di stato in Ucraina, veicolato dagli Stati Uniti, ed il loro successivo supporto ai ribelli di Donetsk e Lugansk, ha dimostrato al mondo che il debole potere occidentale non è una sorta di forza inesorabile, ma piuttosto un’attenta arma politica manipolata che può essere smussata da una sufficiente pianificazione e resistenza popolare.
2. BRICS, SCO and “Multy-Polarity.” La Russia è, assieme alla Cina, la forza che spinge alle spalle della classe dirigente e il continuo sviluppo, di un forum internazionale “non-occidentale” come il gruppo dei BRICS, la Shanghai Cooperation Organization, la Eurasian-Economic-Union ed una manciata di altre istituzioni . Queste piattaforme di cooperazione internazionale hanno un’importante caratteristica in comune: non sono dominate dagli Stati Uniti.
Dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, quasi tutte le maggiori istituzioni internazionali sono state, in un modo o nell’altro, dominate dagli Stati Uniti. Dalla propria politica egemone nelle Nazioni Unite, fino a far leva sul dominio su IMF (international monetary found, ndr), Banca Mondiale ed altre istituzioni finanziarie, compresa la capacità militare a livello globale della NATO e simili, gli Stati Uniti hanno interpretano il ruolo di giudice, giuria e boia. In effetti, questo può essere riassunto come un’egemonia globale americana. Messa in maniera leggermente più tradizionale, anche se non meno accurata, in terminologia sinistroide, questo può essere chiamato Imperialismo Americano.
Ma allora perchè nessuno che creda fermamente nella politica, nella morale e nella bancarotta etica dell’imperialismo statunitense non vuole supportare le forze globali emergenti nel combatterla? Apparentemente sono “senza cervello” coloro che credono che l’egemonia americana ed il suo imperialismo siano una delle piaghe del pianeta e che dovrebbe essere promossa qualsiasi forza che riesca a controbilanciare tali mali. Ed ancora alcuni sinistroidi sono convinti – parzialmente, sosterrei, da una decina d’anni che la decandenza politica ed ideologica ha fatto coppia con gli effetti psicologici accumulatisi da una propaganda multi-generazionale e da una “esca-rossa” – che la Russia oggi non sia migliore o peggiore degli Stati Uniti, ma semplicemente rivale. Certamente, questa sorta di analisi contro-storica è ridicola, se non pericolosa. Considerando che l’impronta militare Americana attorno al globo sia praticamente ovunque, la sua influenza ed il suo potere si sono manifestate in miriadi di modi, le sue guerre senza fine, etc.. soltanto un pazzo potrebbe fare un tale paragone con tono deciso e prentendere di essere preso sul serio.
3. Opposizione alla Terapia dello Shock e Capitalismo Disastroso. Una della preoccupazioni principali di molte persone di sinistra è stata quella di opporsi ai due “mali gemelli” del FMI: la “Shock Therapy” e il “disastro del disastro” dal capitalismo, entrambi parti fondamentali di ciò che conosciamo come “consenso di Washington”. Questi fenomeni includono la privatizzazione e la vendita come rottami delle istituzioni che una volta entrate nel collasso politico/economico mentre, simultaneamente, richiedendo una “liberalizzazione economica”, che altro non è un termine in codce che sta per austerità da un lato e saccheggio dall’altro. Tali politiche possono solamente essere implementate in tempi di profonda crisi o vicine al collasso totale, sia per motivi politici-economici che per disastri naturali. E’ stato fatto innumerevoli volte, dal Cile nel 1973 a New Orleans dopo l’uragano Katrina, fino ad oggi ad Haiti.
Comunque, il più infame, e significante a livello globale, esempio di questa terapia dello shock e capitalismo disastroso è avvenuto in Russia negli anni 90. Là, le istituzioni della vecchia potenza furono svestite dei loro più preziosi componenti e venduti sul mercato mondiale, in primis agli investitori europei ed americani attraverso intermediari di una classe parassita che è nota come “oligarchi russi”. Questa informazione che riguarda una nuova elite di capitalisti che si erge sulle rovine di una nazione ex-socialista (il grado con il quale l’Unione Sovietica è stata veramente socialistà non sarà messo in discussione qua) è il modello tipico per capire come funzioni questo capitalismo disastroso. A quelli di sinistra che in apparenza si opposero alle politiche in Sud America ed altrove convenientemente conviene dimenticare la dura strada che la Russia ha dovuto percorrere per riconquistare la sua rilevanza mondiale.
Il loro raginamento li porta a pensare che una serie di oligarchi siano stati sostituiti da altri guidati dal presidente Putin. Naturalmente, convenientemente trascurano la parte della ri-nazionalizzazione di certe industrie vitali, che hanno rimesso in moto l’economia russa, innalzando il tenore di vita dalla deplorevole condizione dei primi anni 90, migliorato le infrastrutture, i servizi medici e così via. Tutte queste cose, dovete sapere, le condizioni materiali della vita di milioni di persone, in qualche modo sono diventate irrilevanti messe a confronto con un’ortodossia apparentemente moribonda.
4. Seconda Guerra Mondiale e la difesa della memori storica. Sin dalla fine dell’ Unione Sovietica, molte fazioni di destra, reazionarie e spesso fasciste sono emerse attraverso l’ex blocco sovietico. Questi movimenti, lontani dal perseguire “valori conservatori” in qualche modo riconoscibili nell’occidente, hanno piuttosto messo radici nelle politiche in un veemente odio verso l’Unione Sovietica/Russia ed il comunismo in generale. Il loro odio non è comunque l’effetto di una ricerca di motivazioni storiche, ma piuttosto in un viscido tentativo di riscrivere la storia, ritraendo se stessi e gli antecedenti fascisti come “patrioti in lotta contro il Bolscevismo”.
L’occultamento della storia è stao vigorosamente promosso dagli Stati Uniti e da molti suoi leccapiedi europei i quali, per ragioni politiche, vogliono che il racconto della storia venga riscritto in tal modo da equiparare il comunismo sovietico al fascismo/nazismo. Non ci vuole molto per intuire i piani dietro a questo comportamento. Facendo un simile paragone, gli Stati Uniti sono così in grado da presentare se stessi come il pi&ugrav
e; grande eroe del ventesimo secolo, avendo sconfitto i “mali gemelli”, ossia fascismo e comunismo. Certamente, questa montatura storica è quella che viene fatta passare per verità ai nostri giorni in occidente.
Forse questi piani, da molto compresi da molti sinistroidi, seppur sempre più dimenticati dalla sinistra del ventunesimo secolo, vanno ben oltra l’apparente supporto illimitato che l’occidente fornisce all’Ukraina dove, proprio più di 70 anni fa, i fascisti fronteggiarono i Sovietici/Russi. Certamente, dovremo ricordare che all’Ukraina nazista, i seguaci del degenerato collaboratore Bandera, non importa che la Russia non sia comunista, per loro sono i “Moscoviti” (dispregiativo termine per i russi) che devono essere epurati dalla nazione. E’ questo odio cieco per la Russia che gli Stati Uniti apprezzano tanto, che è la principale ragione per cui sono descritti come “nazionalisti” e non come nazisti.
Anche l’olocasto è essenziale per la storia. Il settantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz per opera dell’ armata rossa è stato appena celebrato, ma forse è fondamentale determinare quanto della storia è stato cancellato. Dopotutto sono stati i sovietici a liberare la maggior parte dei campi di sterminio, incluso Auschwitz, e dopo 70 anni la Russia non è stata invitata a commemorare l’evento. Negli stati baltici, come in Ukraina, senti parlare di monumenti che commemorano gli “eroi” che “combatterono contro il comunismo”. Ma chi sono questi eroi? E quando hanno “combattuto il comunismo?” Questa parte è stata convenientemente lasciata fuori dalla storia, affinchè il velo storico di amnesia sia alzato per scoprire che questi monumenti sono ai Nazi ed altri fascisti.
Così, questi monumenti ai perpretatori e partecipanti al peggior genocidio della storia, quello che intendeva epurare ebrei, “gypsie” romani, omosessuali, handicappati mentali ed altri “indesiderati” dalla faccia della terra. In città come Lviv, l’esistenza stessa dell’olocausto viene respinta, la città lasciata sola con il suo atroce ruolo. Non ci fu alcuna retata di ebrei per le strade. Non ci furono saluti ai nazisti invasori. Non ci fu collaborazione. O così vorrebbero farci credere. E Stati Uniti ed Europa permettono che questa versione si inasprisca, come un infezione che si propaga per tutto il corpo dell’Europa politica.
Solo la Russia sta contrastando questa ri-scrittura della storia, ricordando a tutti che nell “grande guerra patriottica” fu la salvezza dell’Europa, la salvezza di milioni di ebrei, la salvezza della libertà. Questi scontri con la Russofobia, creando una sorta di dissonanza cognitiva sta diventando troppo intensa oggigiorno.
5. Supporto politico per le vittime dell’imperialismo americano. C’è un’innegabile tendenza che si sta manifestando, vale a dire che i paesi assaliti dall’impero ora hanno degli amici, anche solo per convenienza politica, in Russia. Dal momento che Mosca è divenuta più risoluta in politica estera, ha sempre più iniziato ad ergersi come paladina delle nazioni sotto attacco. Così, la Russia è stata il solo potere (con la Cina al suo seguito) a bloccare le aggressioni Usa in Siria. La Russia ha teso una mano amica alla DPRK (North Korea). La Russia ha mantenuto rapporti amichevoli con Venezuela, Bolivia, Nicaragua ed Ecuador. La Russia ha continuato ad espandere una cooperazione militare, politica ed economica con l’Iran. Questi non sono sviluppi insignificanti per quanto rappresentano una crescente consapevolezza in Mosca ed in tutto il mondo che la Russia desidera porsi come contrappeso all’egemonia americana ed alle sue ambizioni geopolitiche.
Certamente, la Russia ha ragioni personali per fare ciò, come tutti gli stati prendono le proprie decisioni politiche. Comunque, è ugualmente vero che la Russia vede sempre più il prorpio ruolo come difensore dei paesi vittime di Usa-NATO-UE.
L’importanza di questo comportamento deciso nel difendere tali Stati è probabilmente meglio illustrato dall’esempio negativo: la Libia. Nel 2011 la Russia, sotto il presidente Medvedev, scelse di non porre il veto UNSC Resolution 1973 che autorizzava una “no fly zone” sulla Libia che, senza alcuna sorpresa, fu immediatamnte trasformata in una vera e propria autorizzazione alla guerra. Il rifiuto della Russia al veto – decisione che Medvedev ha ammesso essere stata spiacevole – è una delle principali ragioni per cui gli Usa-NATO furono in grado di muovere guerra contro la Libia, rovesciare Gheddafi, lanciare una nazione nel caos e destabilizzare l’intera regione. Se la Russia avesse posto il veto e non ci fosse stata alcuna risoluzione? Lo stato libico esisterebbe ancora piuttosto che essere il caotico stato che è tuttora? Tutte quelle armi letali sarebbero cadute nelle mani di Al-Quaeda nel Maghreb islamico (AQUIM), Boko Haram ed altri gruppi terroristici? Il Nord Africa sarebbe tutt’oggi pericoloso? Le risposte sono spiacevolmente ovvie.
La Russia è vitale nel mantenere stabilità e una sembianza di resistenza all’impero occidentale. Le decise e forti risposte ad Europa ed America dimostrano che probabilmente, finalmente, l’elite politica russa sta iniziando a realizzarlo. Forse hanno finalmente capito che piuttosto di diventare melensi nei confronti dei “partners occidentali” e cercare in ogni modo di integrarsi in un sistema filo-occidentale, devono colpire per conto proprio, lasciare la propria scia, e mostrare un pò di spina dorsale agli Stati Uniti.
Se è vero che l’elite politica russa ha finalmente compreso la propria importanza globale, il mondo ne beneficierà. Con la speranza che pure qualche sedicente sinistroide se ne renda conto. In caso contrario, dovrebbero smettere di chiamarsi anti-imperialisti, e piuttosto ammettere ciò che veramente sono…. il fianco sinistro dell’impero.
Eric Draitser è un analista geopolitico indipendente di stanza a New York, è il fondatore di Stopimperialism.org ed OP-ed columnist per RT, esclusivamente per la rivista online “New Eastern Outlook”.
Fonte: http://journal-neo.org
Link: http://journal-neo.org/2015/02/20/5-reasons-why-leftists-should-defend-russia/
20.02.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LORD DIEGO