FERROVIE DI BURRO (FUSO)

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DI CARLO BERTANI

carlobertani.blogspot.it

Sette e mezza di sera, stazione di Savona, mia moglie aspetta il treno che proviene da Ventimiglia per Torino. Quanto ha di ritardo? Solo un quarto d’ora, risponde. Ah beh, stasera riusciremo a cenare ad un’ora decente…niente da fare per l’audizione della soprano…o mangiamo, oppure andiamo al concerto…niente, non ce la faremo mai – rispondo – a meno di non cenare… Intanto che aspettavo sono andata al supermercato che c’è proprio qui in stazione: ho comprato del burro, era in offerta…hai fatto bene…aspetta, stanno annunciando il treno, finalmente…vado al binario, ciao. Ciao.

Quello che la poverella non sapeva, salendo sul treno, era che oltre al ritardo – business is usually – c’era anche un guasto all’aria condizionata ed il treno era strapieno. Finestrini sigillati: sono treni progettati per l’aria condizionata! Non vogliamo che qualcuno si prenda il mal di gola per un finestrino aperto! Quando arriva a casa non chiede più niente – concerto o cena? – ma s’abbatte su una poltrona con una bottiglia d’acqua fra le mani: è tutta arrossata, sudata fradicia…ripete solo: io non so come potranno fare quelli che proseguiranno fino a Torino, poveracci…il controllore non è nemmeno passato: o nel suo scompartimento aveva un finestrino “old style”, oppure si vergognava. Mezz’ora di treno (in ritardo) ed ho una moglie distrutta e tre panetti di burro liquido fra le mani: grazie, Ferrovie dello Stato. Ma di quale stato, del Bangladesh? O Trenitalia? E di quale Italia?

Scusate: sembra un articolo banale, desueto, da sempliciotti dell’informazione. Ma vi sembra normale?!? Perché nessuno fiata?!? Un caso isolato?

Ancora ho nelle orecchie la voce di mio figlio – all’epoca quindicenne – che tornava dal Conservatorio di Cuneo: papà, sono a Ceva, ho preso “al volo” un treno in ritardo a Fossano, perché il mio l’avevano soppresso…ma non ci sono più treni fino a domattina…vieni a prendermi? Macchina carica di disperati dei mille treni perduti, cancellati, giustiziati, persi nelle nebbie della Langa, rotti, disabilitati, senza personale…che arranca sulle strade strette, su per la collina, con una luna che è uno splendore ed il magone in gola: ma com’è possibile? La linea delle Langhe – con le sue gallerie – l’ha fatta costruire Cavour! I treni andavano piano, ma andavano!

Stazione di Santhià, stazione di Santhià, il treno intercity Milano-Torino è in arrivo…uff…ce l’abbiamo fatta…appena in tempo, c’è tutto, sì…ma manca il biglietto. Biglietteria chiusa (pieno giorno, giornata feriale): ah, ma c’è la biglietteria automatica. Fuori servizio, rotta, non funziona. Busso con discrezione alla sala di controllo, esce un capostazione, gli spiego. Ah, madona, madona…sbraita in buon piemontese scotendo la testa, sempi parei, sempre così…manca il personale? Si chiude. Ma lo sa che, ai miei tempi – fra un anno andrò in pensione, se Dio vorrà – se cancellavi un treno ti chiamavano alla direzione del compartimento, a Torino? E dovevi portarti dietro fior di documenti, altrimenti erano grane, grosse grane! La cosa si risolve all’italiana: pronto? Ciao…mia moglie sale sul treno, un controllore giovanissimo e dall’aria depressa l’accoglie senza nulla chiedere…ah, è lei, venga signora, s’accomodi, buon viaggio…

Passano gli anni e…arrivano le Frecce! Rosse, Bianche, Blu, Verdi, a pallini gialli e rosa, a strisce… Mio figlio, per questioni di lavoro, deve essere a Napoli alle otto di mattina. E’ un bel problema, oggi. Elucubrazioni al computer, sottrazioni, moltiplicazioni, prodotto per 3,14…il viaggio è pronto: parti da Savona la sera, cambi a Genova, arrivi a Salerno – papà, io devo andare a Napoli…lo so, ma non c’è altro modo… – prendi la Freccia che torna indietro e alle 8 sei a Napoli…uff, che fatica…ma le biglietterie di un tempo?!? Chiedevi e ti facevano il biglietto, preciso, senza fiatare. Tutto Ok, salvo che – a Salerno – la Freccia è in ritardo! Per fortuna avevamo calcolato il “quarto d’ora accademico” anche per i treni, e ce la fa ad arrivare in tempo.

Dove vogliamo andare a finire?

Non cito nomi perché non servirebbe a niente: è, probabilmente, una volontà politica che va avanti da decenni, e decine di governi in carica hanno proseguito su quel sentiero. Non può essere un caso, a meno d’ammettere che siamo governati da deficienti seriali. Una nazione senza un servizio di trasporto ben disposto ed organizzato sul territorio, non va da nessuna parte: sono sì necessarie le reti telematiche ad alta velocità, ma senza un sistema di trasporto (ed il treno, in questo senso, è perfetto) diffuso sul territorio il lavoratore non può lavorare, lo studente non può studiare, l’agricoltore non può spedire, l’azienda non può consegnare…e tutto arranca, fino a fermarsi.

Non pretendiamo la precisione delle BundesBahn, ma almeno il trattamento delle vecchie Ferrovie dello Stato che, al confronto odierno, paiono fantascienza.

Carlo Bertani

Fonte: http://carlobertani.blogspot.it/2

Link: http://carlobertani.blogspot.it/2015/06/ferrovie-di-burro-fuso.html

6.06.2015

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