FALLIMENTO DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE ?

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DI EUGENIO ORSO E ANATOLIO ANATOLI
pauperclass.myblog.it

Starnazzano i media che in Italia i senza lavoro, gli “scoraggiati”, i coscritti della precarietà e del lavoro a termine indesiderati sono ormai nove milioni. Con il prossimo aumento dell’IVA, dal 21 al 22 per cento, potrebbero chiudere altre ventimila piccole aziende che non reggerebbero l’impatto dei rincari. La rata dell’imu sulla prima casa, esempio disgustoso di patrimoniale sui poveri, è stata soltanto rinviata di tre mesi. Permane il pareggio di bilancio euronazi, castrando qualsiasi possibilità concreta di alleviare le sofferenze delle masse-pauper italiane. L’esecutivo Letta è un governo – pur transitorio, a tempo, vincolato alla realizzazione di specifiche “riforme” (ma quali?) – espressione degli interessi eurofinanziari e oligarchici, non del popolo italiano nonostante le recenti elezioni politiche. Un governo benedetto da Napolitano, garante degli interessi esterni, e investito dell’impossibile missione di coniugare il rigore nei conti pubblici con il mito propagandistico della crescita capitalistica, ma nella realtà dedito come il precedente a smantellare lo stato sociale, a ridurre al lumicino la spesa pubblica e a contrastare il “socialismo dei comuni”. L’ha detto chiaramente Letta, oggi, che serve molta più “europa”, e che, di conseguenza, il massacro sociale e produttivo finora perpetrato non basta. Ci sarà ancora rigore, ma la crescita resterà un mito e uno specchietto per le allodole. La germania è l’alfiere del rigore, cerca di imporlo ai dannati dell’euro, ma continua a “galleggiare” sulla crisi europea distruggendo le nostre produzioni e promuovendo le sue, e si conferma, nei confronti di una parte importante d’Europa, il grande parassita continentale e il peggior nemico degli altri europei. 

Eppure nel nuovo parlamento ha fatto irruzione il movimento delle cinque stelle, con oltre centosessanta fra deputati e senatori. Ma quali cambiamenti nella situazione concreta del paese ha determinato la presenza del movimento all’interno del sistema, sui banchi parlamentari e nelle commissioni? Per la verità quasi nessuno, a parte l’entrata in crisi del pd – massimo cartello elettorale sistemico e più devoto servo delle oligarchie eurofinanziarie – e il conseguente “affondamento” della segreteria Bersani. Ben poco, in verità. Ben poco perché il cosiddetto sistema dei partiti, oltre a impedire l’improvviso collasso di un suo importante cartello elettorale, si sta riorganizzando, e nel prossimo futuro potrà scomporsi per ricomporsi in altra forma, senza lasciare alcuno spazio a forze politiche veramente alternative.

Per quanto riguarda la questione fondamentale dell’euro, dalla quale molto discende, Grillo se n’è lavato le mani invocando, a suo tempo, un referendum. Ma ciò che veramente ha impegnato finora i parlamentari cinque stelle sono i vertici delle commissioni parlamentari e la sorte dei loro compensi e dei rimborsi. Un po’ poco per i rappresentanti di un movimento che dichiarava di voler “rivoluzionare” il paese.

Se noi due, che scriviamo queste righe, abbiamo concesso una piccola apertura di credito al movimento di Grillo, pur specificando che non sarà la soluzione miracolosa di tutti i problemi, oggi ritorniamo sui nostri passi. Constatiamo che l’unica funzione che concretamente ha avuto m5s è stata quella di “trattenere” la protesta sociale e politica dentro gli steccati liberaldemocratici e del politicamente corretto, a tutto vantaggio del sistema, che può così “ristrutturarsi”, in termini di cartelli elettorali e di maggioranze, senza dover temere la piazza e senza correggere nella sostanza le politiche rigoriste-europoidi. Del resto, è andata così anche in Grecia, con la sinistroide ma “europeista” syriza, e della stessa sostanza (pur con qualche differenza che qui trascuriamo) sono fatti i piraten ed altri simili, inani, movimentini. Dall’altra parte ci sono autentiche patologie, che rappresentano il male e non la cura, come alba dorata o lo jobbik ungherese.

Proclamiamo, qui, oggi, il fallimento del movimento cinque stelle e della spinta protorivoluzionaria, che rischia di essere assorbita nel sistema, o di restare invischiata nella tela di ragno del parlamentarismo liberaldemocratico, in uno stato che ha perduto la sua sovranità.

I prossimi mesi ci diranno se abbiamo ragione, o se vi è ancora qualche speranza che questo movimento possa scuotersi dal torpore, mutare repentinamente rotta e guidare una vera lotta di popolo, fuori e contro, politicamente scorretta e socialmente intransigente. Ma la speranza che ciò accada è già ridotta al lumicino e ben altre saranno le bandiere che in futuro guideranno la riscossa.

Avanti popolo! Forse non tutto è perduto, con o senza m5s!

In fede antisistemica
Eugenio Orso & Anatolio Anatoli

Fonte: http://pauperclass.myblog.it
Link: http://pauperclass.myblog.it/archive/2013/05/21/fallimento-del-movimento-cinque-stelle-eugenio-orso-anatolio.html
21.05.2013

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