Volete la prova che un Tax-credit non è debito? …. eccola!

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Dopo aver letto questo articolo sarete perfettamente in grado di rispondere ai Marattin di turno, ai post della de Romanis, ai politici traditori del popolo alla De Bertoldi, ad ogni ‘fenomeno da tastiera’ ed a tutti coloro che vi ripetono all’infinito, che i tax-credit sono debito sulle spalle dei nostri figli.

Sul tema della trasferibilità dei crediti fiscali, si è consumato in queste settimane l’ennesimo tradimento che la classe politica intera, da anni mette in atto nei confronti del popolo sovrano. Anzi, me lo dovete consentire, credo fermamente che questo sia ‘il tradimento dei tradimenti’, stante la fondamentale importanza del tema in questione, ossia la sovranità monetaria.

Nonostante il rammarico sul fatto che, il presente tradimento, costringa ancora famiglie ed imprese, ad affrontare le stesse enormi sofferenze che da tempo immemore affrontano – chi vi scrive, è felice – tra le virgole – perché attraverso il loro utilizzo prima e la scelta dell’attuale governo di bloccarne la trasferibilità poi, è possibile dimostrare sul campo agli italiani, cosa è realmente un tax-credit e soprattutto dimostrare loro, con certezza, che la sua natura non ha assolutamente origini debitorie.

Cosa fa lo Stato materialmente quando ti concede un credito fiscale?

Semplicemente a fronte di una qualsiasi forma di spesa (in questo caso il Superbonus), ti concede un credito sul versamento di imposte future. In senso materiale, lo Stato italiano non fa altro che registrare nei suoi conti un numero elettronico creato dal “nulla” che evidenzia questo tuo credito nei suoi confronti.

Quindi niente ricorso ai mercati ne alla Banca centrale Europea (BCE), ne tantomeno al MES o a prestiti di qualsiasi genere e natura.

L’operazione sarebbe finita qua, se non che ci fosse, da parte dell’élite di comando, l’imposizione del pensiero unico, rappresentato dai “dogmi” delle regole di contabilità europee, dello Stato che non può emettere moneta, dei mercati che non ci finanziano ed i Marattin e le de Romanis di turno che ogni giorno ci ripetono la lezione con spirito religioso,  attraverso i loro tweet (sto parlando dei “dogmi” naturalmente!).

Se l’operazione finisse qua, come dottrina economica comanda, i più svegli sono già in grado di comprendere, che un tax-credit è l’equivalente della moneta. Ed infatti la dottrina, quella seria, non per niente definisce la moneta moderna fiat: un tax-credit.

Nei sistemi economici moderni, dotati di moneta fiat, gli stati acquistano forza lavoro, beni e servizi, mettendoti in tasca un qualcosa che un giorno più o meno lontano, ti richiederanno (in tutto o in parte), indietro con le tasse.

Nel ciclo che il denaro percorre all’interno del sistema economico, ogni centesimo speso da qualsiasi governo, può avere solo due destinazioni: rimanere come risparmio e circolare all’interno del settore privato oppure tornare indietro al governo stesso in pagamento delle tasse per essere distrutto e poi ricreato.

Del resto cosa è la banconota da 50 euro che avete in tasca oppure i 1.000 euro elettronici sul vostro conto corrente, se non che risparmio in attesa un giorno di essere utilizzato per pagare le tasse?!

E come vi è arrivato questo risparmio? semplice, attraverso una misura di spesa da parte dello Stato…. esattamente come avvenuto con il Superbonus cd 110%, il quale ha fornito crediti fiscali, oggi depositati presso aziende, banche e privati, in attesa di essere utilizzati per il pagamento delle tasse. Esattamente come se il governo stesso, avesse fornito la moneta per pagare chi vi ha effettuato i lavori.

A questo punto è estremamente chiaro che tali crediti fiscali detenuti dal settore privato, diventano moneta a tutti gli effetti, qualora venga consentita la loro circolazione. Ovvero si permetta ad ognuno di cederli liberamente a fronte di transazioni commerciali, esattamente come avviene per la moneta cartacea ed i numeri elettronici presso le nostre banche.

Immaginatevi cosa succederebbe, se nel prossimo Consiglio dei Ministri il governo presieduto da Giorgia Meloni, come ha fatto per i tax-credit relativi ai bonus, imponesse lo stesso stop alla circolazione delle banconote e dei numeri elettronici corrispondenti ai vostri depositi, imponendone il loro utilizzo esclusivamente per pagare le tasse?

La risposta è alquanto semplice ed immediata: si fermerebbe tutto il sistema economico e la maggior parte dei depositi diverrebbe inutilizzabile e quindi persa.

Ed infatti, cosa è avvenuto con il provvedimento, di stop alla trasferibilità dei crediti fiscali, messo in atto pochi giorni fa dal governo? tra le forti proteste di tutti gli operatori economici, si è fermato tutto il sistema che operava intorno al Superbonus.

Sull’argomento in queste settimane abbiamo ascoltato di tutto e di più, soprattutto da parte di coloro, che appositamente proposti per logiche di appartenenza, hanno il preciso compito di inquinare il pozzo della verità dottrinale in merito ai tax-credit.

“Con i tax-credit stiamo utilizzando soldi che dovranno pervenire da tasse future” – è stata la frase più ricorrente che i fanatici della scarsità della moneta, ci hanno ripetuto per farci intendere, che stessimo ristrutturando le case di qualcuno facendo pagare il conto a qualcun altro.

In pratica cosa dicono: lo Stato ti concede un credito sul pagamento delle tasse e quindi il giorno che tu lo utilizzerai, il Tesoro conseguirà una minor entrata, che (secondo loro) dovrà inevitabilmente essere coperta con altre tasse provenienti dalle tasche degli italiani. Siamo dentro la folle ed inutile logica del dover trovare le “coperture” per ogni capitolo di spesa inserito nel bilancio del governo; quante volte, questo concetto, ve lo siete sentito ripetere dal governante di turno!

Certo nel fantastico mondo dei lor Signori, dove la moneta è scarsa e ce la presta sempre qualcuno, il ragionamento non fa una piega.

Ma la moneta non è assolutamente materia scarsa e tanto meno lo sono i tax-credit, che sappiamo essere la medesima cosa!

Come fa ad essere scarso un qualcosa che si crea dal nulla?! e chi sarebbe il soggetto prestatore di un qualcosa che noi stessi creiamo dal nulla?!

E’ chiaro che vogliono farci andare contro ogni logica possibile e sta a noi comprendere che non è cosi!

Se riusciamo a comprendere la logica del presente assunto, abbiamo anche la risposta per chi ci contesta che i tax-credit sarebbero debito per lo Stato, in virtù di una mancata entrata futura e conseguentemente essere coperti attraverso un maggior prelievo fiscale, di cui dovrebbero farsi carico i cittadini.

In realtà non è così! anche volendo non considerare l’effetto moltiplicatore che la spesa pubblica produce (argomento già trattato in un articolo precedente), non esiste nessuna necessità per lo Stato di dover procedere ad aumentare la pressione fiscale per coprire l’eventuale mancanza di tali entrate – semplicemente, le può coprire attraverso l’emissione dal “nulla” di nuovi tax credit.

Questo naturalmente all’interno dell’uso del condizionale, proprio perché un credito fiscale utilizzabile fra un numero “x” di anni, in questo arco di tempo avrà certamente un effetto moltiplicatore, derivante dalla sua circolazione e con un impatto, in termine di ritorno fiscale, tutto da valutare.

E questo conferma anche uno dei postulati fondamentali della Modern Monetary Theory, ovvero che le tasse non servono nella maniera più assoluta a finanziare la spesa pubblica del governo. Del resto, che bisogno ha il monopolista dei tax-credit (la moneta), di chiederveli indietro per spendere, dal momento che lui stesso ve li ha dati per primo?!

Un altro argomento, usato in modo del tutto fazioso dai ‘paggi del Potere’, per screditare i tax credit, è stato quello delle truffe verificatesi tra i vari bonus. Ed anche qui il responsabile economico di Italia Viva Luigi Marattin, la cui ignoranza funzionale in materia è direttamente proporzionale al suo asservimento, l’ha fatta da padrone:

Il tema “truffe” tirato in ballo sul Superbonus, è veramente il modo più semplice per acchiappare i fessi, facendo credere al ‘popolino’ che qualcuno sta rubando i loro soldi.

Da quando il mondo è mondo, ditemi voi se esiste una misura di spesa dello Stato sulla quale qualcuno non abbia pensato e studiato una truffa!

Forse non ci sono state truffe sulle forniture di camici e mascherine? oppure non ci saranno truffe sulle ingenti commesse di armi che stiamo inviando in Ucraina? ed infine non mi vorrete far credere che il “sistema” masso-mafioso del nostro paese non getterà i suoi artigli sui fondi del PNRR, per accaparrarsene la proprietà anche attraverso la truffa?

Certo che ci sono! soltanto non ve lo dicono, per il semplice fatto che non fa comodo loro dirvelo!

Vogliamo forse parlare della “truffa delle truffe” – che da decadi è in atto nei confronti del popolo italiano?

Se l’ammontare delle truffe sul Superbonus, come ci dice Marattin, conta 3,5 miliardi; gli interessi che lo Stato italiano paga al 5% dei rentier di casa nostra ed al mondo finanziario da tre decadi, contano 80 miliardi all’anno.

Ed in questo caso la truffa non è messa in atto da cittadini infedeli, ma direttamente dalla classe politica stessa, che si presta a finanziare la spesa pubblica attraverso l’emissione di titoli del debito pubblico – quando, in considerazione di quanto trattato in questo articolo – lo potrebbero fare tranquillamente a costo zero attraverso i tax-credit. Per non parlare dell’emissione monetaria diretta, qualora ci fosse la semplice volontà politica di tornare ad essere emettitori di una nostra valuta.

Ora, forse vi è più chiaro uno dei principali motivi, per cui si sono affrettati a stoppare la trasferibilità dei tax-credit. Uno Stato che si finanzia da solo senza ricorrere alla truffa dei titoli del debito pubblico, porrebbe immediatamente fine al flusso di denaro continuo che dal popolo scorre verso l’élite, attraverso la decisione politica di pagare interessi su un debito ‘fake’ a tutti gli effetti.

Insomma, è bene comprendiate, che la causa della maggior parte dei problemi e delle sofferenze che quotidianamente siete costretti ad affrontare nella normale gestione economica delle vostre vite, è dovuta alla deliberata volontà da parte di chi ci comanda di far mancare dei numeri elettronici e di definirli debito sulla base di come enti quali ISTAT o Eurostat decidono di contabilizzarli.

Ma ci rendiamo conto: dalla Sanità all’istruzione, dai trasporti al lavoro, ogni settore vitale per cittadini e famiglie, viene privato del necessario per una supposta mancanza di denaro che non trova nessuna corrispondenza nella realtà. Denaro, che addirittura assumerebbe la qualifica di debito o meno a seconda di come lo contabilizziamo.

Siamo alla follia più assoluta!

Secondo voi, io posso definirmi creditore di qualcuno in base a come registro in contabilità una operazione oppure il credito deve derivare da una precisa operazione identificata tale per sua stessa natura?

Beh, anche il solo rispondere a questa domanda equivarrebbe a farsi gioco dell’onestà intellettuale di chi ci legge!

Eppure, nonostante che le cose siano così evidenti e sostenute da scienze esatte come la matematica e dalla logica pura e semplice, sono molti quelli che ancora credono a certe favole. Appiattendo le loro menti su posizioni talmente insostenibili, le quali non trovando  giustificazione nella realtà e nella dottrina, vengono accettate per mero culto religioso.

Viviamo ormai da anni nel culto della moneta a debito, una religione vera e propria introdotta nel mondo dai “potenti”, che attraverso mezzi e disponibilità enormi, oltre naturalmente al controllo delle istituzioni, hanno reso realtà nella mente della maggioranza tale frode intellettuale.

Purtroppo ci vorranno generazioni ed un lavoro certosino dal basso, che parta dall’insegnare ognuno di noi ai nostri figli cosa è realmente la moneta moderna, per avere una speranza di poter ribaltare l’ennesima partita che si gioca sul campo della lotta di classe fra popolo ed élite.

E’ estremamente urgente che chi ha compreso si attivi in questa direzione e chi ancora deve comprendere, abbandoni la paura di ferire il proprio orgoglio per non aver compreso prima una cosa così semplice, e si metta sulla strada giusta al più presto.

Insieme ce la possiamo fare!

di Megas Alexandros

Fonte: Volete la prova che un Tax-credit non è debito? …. eccola! – Megas Alexandros

 

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