DI PATRICK YOUNG
rt.com
Il mondo analogico ha favorito le grandi multinazionali, sia stati nel senso classico che corporazioni. L’era digitale d’altra parte, premia la flessibilità decentrata, incentivando una serie di eventi che porteranno a microstati all’interno della UE.
Con notevole arroganza e scarsa lungimiranza, il primo ministro inglese David Cameron (il quale visibilmente rinegozierà la presenza Britannica all’interno dell’Unione) soltanto l’anno scorso incarnava l’ideale dell’Unione Sovranazionale, quando, ad Astana, nel Kazakistan, sosteneva platealmente l’antica idea di una UE estesa all’Atlantico agli Urali, nello stesso giorno in cui la Croazia ne diventava il 28° membro.
Poco più di un anno dopo, come volevasi dimostrare, si raggiungeva un altro punto, diametralmente opposto. Come era pur vero che il vecchio mondo analogico promuoveva i colossi sovranazionali (vedasi la, appunto, UE e la vecchia URSS) il nostro futuro digitale favorisce le realtà microscopiche, in parole povere, mentre prima si aspirava ad un “impero fisico” oggi le nazioni leader sono fisicamente “piccole”: Estonia, Islanda e Dubai sono degli ottimi esempi.
L’era digitale favorisce decisamente le piccole nazioni, generando la crescita grazie alle imprese imprenditoriali in opposizione alla vecchia e screditata idea degli stati nazione incentrati sull’ossimoro di un’ innovazione centralizzata. Mentre le multinazionali (siano esse aziendali o politiche) mettono le mani avanti per controllare il futuro, i comuni cittadini dormono beatamente ignorando la nuova realtà delle cose.
Un governo, di fondo, serve ad un compito limitato, compito che il mondo occidentale ha da tempo superato. Gli antichi romani avevano una massima politica di intervento minimo: ‘panem et circenses’ . I cittadini cercano naturalmente una semplice base giuridica che consenta i diritti di proprietà e l’opportunità di stimolare diligenza e risparmio attraverso un sistema progressivo. Purtroppo, nella fretta di abbracciare un mandato di correttezza politica sempre più ampio, il governo è diventato una parodia del buon senso.
I cittadini sono disillusi
Gli eurocrati disdegnano l’ “idea di stato nazione” ancorati in modo nevrotico alla loro visione di una singola grande Europa omogenea – cosa che, personalmente, mi ha sempre ricordato l’idea della creazione di una razza ariana, ma certamente non è questo che ha in mente Bruxelles … Comunque sempre più europei vedono i loro governi nazionali come impotenti e i fanatici del controllo di Bruxelles indifferenti alla disoccupazione di massa creata dal loro delirio plutocratico per l’euro (moneta).
Forse i disoccupati spagnoli dovrebbero proporre la loro dottrina “d’intervento umanitario” visto che la grande Europa dei popoli è decisamente più preoccupata per il destino ucraino che per i disastri creati dalla propria moneta unica. Una soluzione potrebbe essere la creazione di numerosi stati più piccoli mossi dalla volontà popolare in opposizione alle bizzarre politiche europee che hanno portato, fra le altre cose ancora più strane, alla creazione in Europa di un Kossovo indipendente centro del contrabbando per il tabacco a livello continentale.
Regioni con una inclinazione mercantile aspirano a liberarsi dal carico di tasse onerose che rendono il “progressivo” come “regressivo”. La Catalogna è un esempio di potenza regionale schiacciata da regole burocratiche centrali, i catalani esasperati da Madrid hanno indetto per il 9 Novembre un referendum per l’autodeterminazione. In Italia il Veneto, uno dei centri dell’economia italiana, ha espresso con l’89% delle preferenze, in un referendum on-line senza alcun valore legale, la volontà di staccarsi da questa specie di Repubblica Romana che l’Italia oramai sembra diventata.
Quindi, in un mondo dove c’è una spinta a tasse sempre più alte su quelli che aspirano a costruire il proprio futuro, la spinta socialista della UE viene compromessa dal suo interno dalle numerose correnti scissioniste, interessate all’abbandono di un sistema di tassazione altissimo a livello centrale. C’è anche chi desidera far suo il fallimentare sistema socialista venezuelano con una repubblica Bolivariana di Scozia, un’opzione per il prossimo settembre. Buona fortuna a loro! In un’era dove lo stato nazionale (tralasciando la UE) sta progressivamente abbandonando le piccole realtà la chiave consiste nell’autodeterminazione di quest’ultime delle piccole realtà.
Dove prima gli stati venivano colpiti da violenti collassi come quello Jugoslavo, la nuova ondata di cambiamento si sta propagando pacificamente a causa dell’allontanamento dal concetto di un grande governo centrale remoto.
I limiti alla distruzione di ricchezza tramite alte tasse e un eccesso di regolamentazione stanno promuovendo un movimento di indipendenza che si può allungare su tutti i punti della bussola dell’UE.
Gli stati nell’era digitale sono più efficienti proporzionalmente alla loro “minore” estensione territoriale, difatti, se si sfoglia il mappamondo, le nazioni più piccole sono quelle con maggior livello di benessere. Singapore è divenuta, nel corso di brevissimo tempo, da microstato tendenzialmente paludoso, un vivace microstato tecnologico incentivando la mobilità, la proprietà privata, e promuovendo l’imprenditorialità, Monaco mantiene un altissimo sistema di Welfare con praticamente Zero tasse.
In definitiva, il concetto di Grande, sia esso aziendale o governativo, è minato alla base dal potere acquisito dai microstati grazie alla loro abilità di essere digitalizzati, flessibili e prosperi. Questo è buono per i cittadini e persino grandioso per il potenziamento sia dell’individuo come singolo, sia dell’intera comunità per modellare il proprio destino prospero.
Patrick L Young
Fonte: http://rt.com/
Link: http://rt.com/op-edge/separatists-eu-microstates-future-077/
25.03.2014
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MEMNONE