DI SHERIF EL SEBAIE
Il 13 giugno il Corriere della Sera pubblica sulla prima pagina un articolo a firma del suo vicedirettore ad personam, Magdi Allam (nella foto).
Il titolo è: «Ebrei assassini. Sito islamico educa i bimbi all’odio». Con uno dei suoi soliti giochi di prestigio Allam collega quiz e video giochi antiebraici, presenti nelle pagine di un sito web arabo dedicato ai bambini, al movimento dei Fratelli Musulmani, quindi all’Unione delle Comunità ed Organizzazioni islamiche in Italia. In realtà, è assai difficile stabilire se il sito faccia veramente capo al movimento e lo è ancora di più alla luce della complessità dello stesso: a quale corrente della Fratellanza questo sito farebbe capo? La fonte, risalente al 18 aprile scorso, di quella che si potrebbe definire una «non notizia» è un ente discutibilissimo denominato Memri. Ma non è la prima volta che Allam attinge da fonti discutibili: già il 4 maggio del 2004 spacciò come «giornalista yemenita di Aljazira» un cittadino americano di origini arabe che all’epoca lavorava presso la «Voice of America», senza specificarlo.
Il Memri è già conosciuto per via della violenta campagna condotta contro la visita dello sceicco Al-Qardawi a Londra. Era il giugno 2004 e per scrupolo di coscienza, il sindaco di Londra, Ken Livingstone, commissionò uno studio al termine del quale ha concluso che l’offensiva si inseriva, «con ogni evidenza, in un’ondata di islamofobia che mirava a impedire un dialogo tra musulmani progressisti e l’Occidente». I servizi del comune di Londra scoprirono che le proteste erano state originate da informazioni provenienti da «un’organizzazione di nome Memri», un istituto diretto da un ex funzionario del Mossad, l’intelligence israeliana. Fondato nel 1998 dal colonnello Yigal Carmon, ex membro dei servizi israeliani di intelligence, già consigliere per l’antiterrorismo di due primi ministri, Itzhak Shamir e Itzhak Rabin, il Memri dichiara di essere un semplice «centro di ricerca», «un’organizzazione indipendente, al di fuori delle parti, senza fini di lucro» creata per fungere da «ponte tra Occidente e Medio Oriente, attraverso le traduzioni». La tendenza però è quella di presentare come maggioritarie alcune correnti di idee fortemente minoritarie nella stampa e nei media arabi. Lo studio commissionato dal Comune di Londra sulle «140 opere scritte dal dottor Al Qardawi» produceva infatti risultati scioccanti. Gli analisti concludevano che si trattava «di una evidente manipolazione degli scritti» dello studioso musulmano, di «scoperte menzogne» e che «travisa sistematicamente i fatti, non soltanto quello che dice il dottor Al Qardawi, ma anche quello che dicono molti altri esperti musulmani. Nella maggior parte dei casi, si tratta di una deformazione totale».
La ricerca segnala anche alcuni «casi»: secondo gli «esperti» del Memri, Abdel Karim Abu Al-Nasr – un giornalista libanese ben noto – è saudita, per il semplice fatto che scrive su un giornale saudita.Il prof. Halim Barakat, della Georgetown University, denunciò invece la sostituzione della parola «sionismo» nella traduzione dei suoi articoli apparsi su Al-Hayat con «ebraismo» per dare l’impressione che fosse antisemita. Una ricerca pubblicata su Le Monde Diplomatique afferma che «l’efficacia del Memri consiste nel coordinamento molto stretto delle sue attività con i responsabili delle campagne di propaganda sul campo. Le liste dei giornalisti arabi che loda o denigra costituiscono un sistema di sanzioni e di ricompense».Interessante notare come Allam abbia ritirato il 21 maggio scorso un premio di 250.000 dollari circa dalla Fondazione Dan David di Tel Aviv.

[A sinistra, il Colonnello Yigal Carmon, ex funzionario del Mossad – i servizi segreti israeliani – e attuale presidente dell’ente denominato Memri (Middle East Media Research Institute)]
C’è anche un’ inchiesta di Brian Whitaker sul The Guardian su questo ente discutibile.
Se scambiare, nelle traduzioni effettuate dal Memri, la parola “sionismo” – che è una precisa ideologia politica – con “ebraismo” che invece è una fede (per non parlare dei tagli e delle manipolazioni) sono “errori minori”, stiamo freschi.
Se Allam fosse credibile scriverebbe saggi seri e documentati e non romanzi-rotocalchi, non si sbaglierebbe sui “terroristi”, avrebbe ottenuto lo scioglimento delle organizzazioni da lui indicate. E invece sono tre-quattro anni che si sgola e la destra non ha nemmeno voluto candidarlo. Possiamo ancora parlare di credibilità?
Sherif El Sebaie
Fonte: http://salamelik.blogspot.com/
Link: http://salamelik.blogspot.com/2006/06/un-ponte-manipolato-fra-oriente-e.html
22.06.06