Di Alessandra Turra per Comedonchisciotte.org
Michael Kirk Douglas, ai tempi Michael Kirk Demsky, nacque il 25 settembre 1944 a New Brunswick, cittadina nel New Jersey.
Figlio dell’attrice britannica Diana Dill e del famoso attore Kirk Douglas, dopo essersi diplomato nel 1963 alla Choate School a Wallingford, decide di intraprendere la carriera di attore, nonostante la riluttanza del padre. Si trasferisce a Santa Barbara in California e si iscrive all’università, dove divide la stanza con Danny DeVito. Nel 1966 ottiene la laurea in arte drammatica.
Sempre osteggiato dal padre, si trasferisce a New York per dedicarsi alla carriera di attore, pagandosi personalmente le lezioni di recitazione.
Il regista Melville Shavelson lo nota e lo fa recitare come comparsa in una pellicola drammatica, nella quale è presente anche il padre Kirk (“Combattenti della notte”).
Dopo anni di comparsate e di gavetta (e questo gli fa onore), nel 1969, la critica lo menziona ai Golden Globe nella categoria nuove promesse, grazie alla sua interpretazione nel film “Hail, Hero!” (Regia David Miller, titolo italiano “La caduta degli dei”).
Il successo arriva indubbiamente nel 1972, grazie al suo ruolo di protagonista nella memorabile serie tv “Le strade di San Francisco”, dove interpreta il giovane ispettore Steve Keller. La serie ottiene un incredibile successo, procede per quattro anni, per un totale di centoventuno episodi.
Con gli introiti ottenuti dalla serie televisiva, diventa anche produttore cinematografico, fondando la “Big Stick Productions”, con la quale vinse l’Oscar nel 1975 come miglior film per “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (tra gli altri interpreti, Danny DeVito e uno strepitoso Jack Nicholson).
Recita in altri film, come “Coma profondo”, “Sindrome cinese”.
A causa di un grave incidente sugli sci, è costretto a fermarsi dal 1980 al 1983.
Nel 1984 torna in gran forma per interpretare, insieme al suo vecchio amico Danny DeVito, “All’inseguimento della pietra verde” e, l’anno successivo, “Il gioiello del Nilo”, pellicole che ho amato e mi ricordano la mia gioventù.
Con “Attrazione fatale” assume il ruolo di “sex symbol”.
La sua interpretazione di cinico uomo d’affari (Gekko) in “Wall street” gli fa ottenere l’Oscar come miglior attore, un Golden Globe, un David di Donatello e altri riconoscimenti.
La lista delle pellicole da lui interpretate è lunghissima e potrebbe rivelarsi uno sterile e inutile elenco, mi limiterò a citare quelle che si sono impresse nella mia memoria in modo indelebile.
Prima fra tutte, vi è indubbiamente “Un giorno di ordinaria follia” di Joel Schumacher, nella quale Douglas interpreta William Foster, un uomo perbene che, a causa di una serie di sfortunati eventi, libera la sua rabbia repressa.
Quante volte ho desiderato ardentemente di reagire come lui dinnanzi alle ingiustizie che si sono presentate nella mia vita! Quando dico che un film si insinua prepotentemente nella mente dello spettatore, intendo esattamente questo. Il personaggio ci entra dentro l’anima e difficilmente se ne va via e ciò significa che il film è riuscito nel suo ruolo empatico.
Altra pellicola da citare è indubbiamente “La guerra dei Roses” (Regia Danny DeVito), classica commedia americana che si muove magistralmente tra ironia e bassezze umane. Mette in evidenza l’escalation della crisi di coppia che passa dall’amore all’odio, alla mancanza di stima e di rispetto. Il climax di esasperazione si sente tutto e il messaggio arriva forte e chiaro.
Michael Douglas credo abbia passato l’intera vita nel tentativo di smarcarsi dall’ingombrante figura professionale del padre, per evitare di diventare la sua “brutta copia”.
E, a parer mio, ci è riuscito. Sicuramente hanno contribuito la gavetta, gli anni da comparsa e l’autofinanziamento per i suoi studi.
Il successo se l’è sudato e guadagnato!
Tanti auguri Michael!
Di Alessandra Turra per Comedonchisciotte.org