A CURA DI AGORA’ DI CLORO
(da Santoro)
E’ un terreno minato per me: l’economia, dico. Ma a volte penso che gli schemi possono saltare in seguito a una qualche parola messa insieme da chi meno te l’aspetti. Per esempio Tremonti, che, davvero, penso che sia un peccato che stia con Forza Italia e che, tra poco, Berlusconi costringerà a sputtanarsi con bilanci statali falsi e minkiate che lo renderanno ridicolo di fronte a chi invece potrebbe apprezzarlo come intellettuale e, magari, se avesse mano libera e non fosse un burattino come tutti i politici di oggi, potrebbe provare a mettere insieme un tentativo di cooperazione mondiale fondato su una serie di compromessi, cui il mercato e anche le parti piu’ forti dovrebbero adeguarsi.
Tremonti sostiene che la paura è un sentimento che prende l’individuo occidentale che avverte la crisi e la esprime con il nulla spirituale. La ragione è che qui, in occidente, le cose economiche stanno alla rovescia: per il cittadino medio che si sta impoverendo, 30 euri bastano per comprare un cellulare, ma non bastano per il supermercato.
Questo è dovuto al fatto che, in oriente, in 5 anni, un miliardo di persone sono passate da un tenore di vita frugale, già però vendendo la loro manodopera a basso costo alle imprese, ad un tenore di vita da consumatori degli stessi prodotti che producono ad un livello che se non è pari, è di poco inferiore al nostro.
Questo evento, direi, di demomacroeconomia, ha spinto i potenti della terra (lui li chiama “un gruppo di pazzi illuminati”) a correre ai ripari, accellerando le cose: di fronte a questo aumento improvvido del mercato planetario, il sistema con cui le banche, vendendo crediti, hanno fatto le flebo alle falle nei profitti, non è piu’ funzionato. L’oligarchia scricchiola perchè non vuole rinunciare al rapporto di forza favorevole
Pertanto, il sistema capitalistico-aziendale ha creato in occidente una “cultura aziendale” che, spremendo il lavoratore fino al midollo, ne ha reso piu ricattabile e debole la posizione. Questo, dopo aver spacciato per anni il mito della globalizzazione, cioè di quel sistema che ha stravolto la distribuzione capitalistica e monetaria della ricchezza, proprio trasformando l’estremo oriente (india e cina) da economie chiuse ad attore imprescindibile dell’agorafobica globalizzazione del mercato.
Ora: i pazzi illuminati, oligarchi, che prendono le decisioni decisive per il pianeta hanno il torto di aver accellerato il processo che oggi porta gli individui ad assistere impotenti alla crisi esponenziale dell’approvvigionamento di cio’ che è essenziale all’esistenza (casa, cibo ecc) in rapporto a cio’ in cui la ricchezza di ciascuno (il proprio lavoro) perde progressivamente di potere sul mercato dell’essenziale.
Poi all’atto di offrire soluzioni, Tremonti parla di un’iniziativa tra il diplomatico e il commerciale (che includa, I suppose, tutte le problematiche relative all’ambiente e allo smaltimento dei rifiuti anche tossici) tipo Bretton Woods del 1944.
E lì mi cade un po’ sull’uccello, perchè non si capisce perche’ se gli italiani hanno fatto i servi prima (Tremonti cita Prodi, Veltroni, Padoa Schioppa, Ciampi come asserviti a quel bel gruppo di “illuminati”) debbano smettere di farlo “dopo”.
Lui dice che la globalizzazione trova il suo centro ( e le sue teste decidenti) nella politica del WTO e che però si potevano prendere altre strade e ce n’erano, come l’opzione “clinton”.
Mi sono riproposta di comprare il suo libro, ad ogni modo. E spero che decida di passare con Beppe Grillo e di non sputtanare la sua testa a fare la marionetta obbligatoriamente disonesta per Berlusconi.
Per il resto, sul Partito Democratico, sulle sanzioni per la sicurezza sul lavoro, da Santoro, basta che cito la dichiarazione di Colannino, capolista PD per il nord (sintetizzo, le parole esatte non me le ricordo). Il concetto è questo: “certo gli incidenti sul lavoro sono gravissimi, dolorosissimi, critici, forieri di sofferenza, ingiusti ecc… ma di questo non è che deve farne le spese tutto il sistema produttivo !!!”
ps: giuro: Tremonti sembra uno che scrive su donchisciotte. E Colannino un carnefice dell’alienazione dell’uomo a forza-lavoro. E il party-giano Bertinotti? un annoiato radical chic, reduce da una festa di vip, con il bagaglio culturale di tante belle conversazioni da salotto
Fonte: http://www.cloroalclero.com
Link: http://www.cloroalclero.com/?p=389
7.03.08