TRAVAGLIO, SANTORO, L'OCCIDENTE E GLI ARABI

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Dopo che sono emersi il filo-sionismo e il razzismo anti-arabo di Marco Travaglio (“io sono filoisraeliano per convinzione, perchè adoro israele e gli ebrei, perchè ci sono stato e ho visto di che cosa sono capaci gli arabi“) riproponiamo un commento di Miguel Martinez e un articolo di Sherif El Sebaie su una gravissima vicenda che ha fatto seguito ad una puntata di “Anno Zero”.

L’ABOLIZIONE DELL’OCCIDENTE

DI MIGUEL MARTINEZ
Kelebek

L’Italia è un paese in cui una persona che vi lavora da 21 anni e che non ha commesso alcun reato, può venire svegliato dalla polizia, caricato su un aereo e deportato per aver avuto “comportamenti antioccidentali” e “atteggiamenti insidiosi” sgraditi al Ministero degli Interni; trovandosi costretto a lasciare alle spalle una piccola impresa, la moglie e tre figli minorenni. E’ successo a Muhammad Kuhayla (Kohaila), imam di una moschea di Torino, bersaglio di una truffaldina trasmissione del laido demagogo Michele Santoro, come ha documentato con grande coraggio e chiarezza Sherif el-Sebaie.

Per noi, che siamo cittadini di questo paese, è importante capire come un ministro possa distruggere, con una semplice e arbitraria firma, la vita di un essere umano contro cui non è mai emersa alcuna “prova di rilevanza penale” (Repubblica di stamattina). E lo possa fare esclusivamente in base a opinioni espresse in privato da quell’essere umano, opinioni il cui contenuto rimane segreto anche all’avvocato difensore.

“Abbiamo documentato azioni e parole coerenti con il contenuto antioccidentale dei suoi sermoni”, dice misteriosamente il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi.

Occidentale” può significare qualunque cosa, dalla Madonna delle Lacrime di Siracusa a Nietzsche, da Marx a Leopoldo II (il dimenticato sovrano-imprenditore che fece circa dieci milioni di morti saccheggiando il Congo alla fine dell’Ottocento), dalle Winx a Torquemada e Voltaire…

Nella pratica, sappiamo tutti però cosa può intendere il Ministro degli Interni per  “occidentale”: un sistema economico basato sull’accumulazione e reinvestimento incessante di capitali, un’alleanza militare tra i paesi benestanti e un ordine culturale basato sul consumo individuale limitato unicamente dai mezzi economici a disposizione.

Con la deportazione di Muhammad Kuhayla, si stabilisce che lo stato può usare tutta la sua violenza contro chi critica anche privatamente tale realtà.

Ma questo vuol dire che il sistema economico, militare e culturale viene posto al di sopra di ogni critica e quindi di ogni possibilità di modifica. E’ questo che intendiamo, quando parliamo della fine dello stato di diritto e della democrazia: paradossalmente, proprio quanto di meglio l’Occidente stesso abbia prodotto.

Per ora, lo stato distingue nettamente in base al caso della nascita: il terrore che in ogni momento può colpire il meteco, risparmia il cittadino, che quindi si sente al sicuro, e anzi gode della privazione del diritto altrui.

Io, grazie a Dio, ho un passaporto italiano. E per questo, rivendico pubblicamente il diritto di provare tutti i “sentimenti antioccidentali” che voglio.

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
Link: http://kelebek.splinder.com/post/15451885/L%27abolizione+dell%27Occidente#15451885
10.01.2008

ESTREMA ANTI-OCCIDENTALITA’

Ieri è stato espulso il tristemente famoso “Imam di Anno Zero”. Ricapitoliamo i fatti che la faccenda ha qualcosa di squisitamente grottesco pur nella sua tragicità. Il 29 marzo scorso, la trasmissione Anno Zero condotta da Michele Santoro affronta il tema della “violenza sulle donne” ma poi finisce per parlare quasi esclusivamente della condizione della donna “nella cultura islamica” con ospiti alquanto discutibili e un taglio talmente parziale da suscitare conati di vomito in qualsiasi telespettatore di buon senso. Poi Santoro conclude con lo scoop, il grande botto: le telecamere nascoste della sua troupe riprendono un Imam mentre predica “la violenza ed esorta gli immigrati musulmani a non integrarsi con cristiani ed ebrei”, nel cuore della Città di Torino. La puntata viene vista da 3 milioni e passa di telespettatori. Per giorni e giorni i professionisti dell’allarmismo ne parlano sui media. Poi, di colpo, silenzio. Perché il sottoscritto, dalle pagine del Manifesto aveva reso pubblici gli aspetti tragicamente esilaranti di quella trasmissione, invitando la Magistratura ad acquisire una copia della registrazione mandata in onda senza l’audio originale per appurare la veridicità delle accuse. La Magistratura aveva comunque già provveduto e appena due mesi dopo una perizia della Procura di Torino ci informa che il sermone non conteneva “nessun appello alla guerra santa, nessuna apologia di terrorismo e nemmeno istigazione a delinquere”. Anzi, secondo il Perito incaricato vi erano addirittura “inviti a non esacerbare gli aspetti religiosi”. Tutto sto popo’ di roba viene pubblicato in un trafiletto striminzito apparso su pagina 65 della cronaca locale della Stampa. E poi di nuovo silenzio, nonostante decine di email di protesta inviate alla redazione di Anno Zero su invito del sottoscritto.

Ieri mattina, invece – e cioè dieci mesi dopo il fatto – mi chiamano per informarmi che era in corso la procedura di espulsione per l’Imam che, una volta scagionato dalla Procura, ebbe persino il coraggio di denunciare Santoro per “diffamazione aggravata da motivi razziali”. Una veloce occhiata ai lanci di agenzie e ai primi articoli apparsi lo menzionavano come l’Imam “finito nel ciclone della cronaca a causa della trasmissione Anno Zero” che avrebbe reso pubblici i suoi sermoni infuocati. E cosi una bufala con il marchio di garanzia della Procura è diventata una verità indiscutibile. Ora leggo che la Digos di Torino avrebbe fatto tradurre nuovamente il testo del video trasmesso riscontrando elementi che certificherebbero “un’interpretazione estrema di anti-occidentalità”, anche se l’imam della moschea in via Cottolengo “sostiene il contrario”. Interessante il particolare: “Non si tratta, tuttavia, di elementi tali da potere avviare un procedimento giudiziario”. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo: abbiamo una perizia della Procura che dice che l’Imam faceva una predica moderata spacciata da Anno Zero come integralista, una nuova traduzione che invece afferma che la predica era “anti-occidentale” anche se non rappresenta reato e un provvedimento di espulsione che di fatti sopperisce alla mancanza degli elementi necessari per avviare un procedimento giudiziario. Un profano direbbe che l’hanno inviato in Marocco senza prove a suo carico. O magari perché era contrario alla guerra all’Iraq. O forse perché denunciava la discriminazione che i suoi connnazionali affrontano quando cercano appartamenti in affitto. Di questi tempi tutto può essere “propaganda anti-occidentale”. Più fonti attendibili mi riferiscono che io stesso sono stato pubblicamente definito da un Pirla come un “noto propagandista antitaliano su quel fogliaccio d’odio veterocomunista che è “il Manifesto” per aver definito la trasmissione di Santoro una “bufala televisiva”. Un’accusa che mi viene rivolta nel seno di una delirante mail che invita all’espulsione degli “altri propagatori d’odio, sia dalla Consulta islamica che dal territorio della Repubblica”.

Si dà il caso però che io sappia che l’ufficio della Digos di Torino è uno degli uffici più competenti in materia di anti-terrorismo e quindi mi rifiuto di credere che sia bastata la traduzione manifestamente controversa di un sermone per convincere il Ministro Amato a controfirmare un decreto che lui stesso era restìo a firmare all’epoca dei fatti nonostante la pressione mediatica, quella dell’opposizione e l’onda emotiva seguite alla trasmissione. Quindi immagino che ci siano altri elementi a sostegno dell’accusa, e proprio per questo mi piacerebbe che vengano resi noti: l’opinione pubblica ha diritto di sapere cosa diceva esattamente l’Imam Kohaila nella sua moschea. Altrimenti fioriscono solo dubbi ed illazioni, soprattutto in seno alla comunità islamica, sulla vera natura del reato di “anti-occidentalità”. Ormai non ci possiamo più fidare delle inchieste della televisione: alcuni mesi fa il Garante della Privacy ha condannato Sky Italia e Magdi Allam, Vicedirettore del Corriere, ad eliminare dai propri siti – rispettivamente – un servizio andato in onda a Febbraio e un articolo che lo annunciava, aventi per tema gli Imam e le loro posizioni sul velo e la società italiana. In quell’occasione il Garante rese noto che un giornalista “non può usare “artifici” per svolgere la sua attività, e deve rendere nota la sua professione a meno che vi siano rischi per la propria incolumità o non possa, altrimenti, adempiere alla funzione informativa”. Ma la cosa più interessante era l’impossibilità di verificare l’attendibilità delle gravissime accuse rivolte agli Imam, i quali avevano sollevato obiezioni sulle traduzioni mandate in onda sovrapposte alle loro voci. A seguito di una specifica richiesta del Garante, Sky ha infatti dichiarato di non poter “fornire copia della registrazione originale a partire dalla quale è stato montato il servizio televisivo trasmesso, poiché il girato originale, contenente ore di registrazione in arabo in larga parte non utilizzate, è stato cancellato, mantenendo in archivio” esclusivamente la versione finale andata in onda nel corso della trasmissione. E pensate che questi poveri Cristi avrebbero potuto essere espulsi con un semplice decreto ministeriale…

Sherif El Sebaie
Fonte: http://salamelik.blogspot.com/
Link: http://salamelik.blogspot.com/2008/01/estrema-anti-occidentalit.html
10.01.2008

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