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La Redazione

 

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SVISTE RIVISTE

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A cura di Davide
Il 17 Aprile 2009
35 Views

DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.com

A dire il vero, appena ho scritto il titolo un dubbio m’ha colto: sarebbe stato meglio “Riviste sviste”?
E’, questo, uno dei molti dubbi che m’han preso quando ho approfondito una notizia passata senza clamore – tra il lusco e il brusco, direbbe qualcuno – mentre tutti erano ipnotizzati, lobotomizzati ed incazzati per le vicende del terremoto, con annessi & connessi editti per il confino nei confronti, per ora, di vignettisti: domani, chissà.
Di certo, nel dopodomani saremo dapprima indirizzati, quindi cartolarizzati, infine sodomizzati per pagare il conto di tanto clamore che, silente, assorda: dalle new town a nuovi pilastri fatti con la plastilina, perché una ricostruzione così veloce – come promette San Silvio dall’Aquila – non la puoi fare nemmeno con il Lego, solo con il Pongo.

Mentre tutti erano attentissimi a sondare anche l’ultima parola, a scandagliare la minima smorfia di San Silvio, un suo confratello – tale Frattini – s’allontanava dal Convento delle Libertà e migrava in Europa, pontificando da tanto pulpito.
Spostandosi di un centinaio di chilometri ad est dalle coste abruzzesi, il buon frat…pardon, Frattini, prendeva, metaforicamente, terra sul litorale dalmata un tempo Illiria, poi Venetia, quindi Slavonia, ancora Titova, infine Hrvatska: insomma, Frattini s’è inventato un bel piano in otto punti per la salvezza (ovviamente, condita in salsa europea) della penisola balcanica. Solo la parte “occidentale”, naturalmente, perché il resto già “lo teniamo”.
Il buon Ministro degli Affari Esteri, probabilmente, ha esordito in questo tono per allietar il suo mentore, dopo che tanto dolor gl’era stato causato in Renania dal turco infedele, traditor d’antiche amicizie per un pugno di lenticchie (americane).
Insomma, non lamentiamoci troppo di questo governo, perché è infarcito di teste pensanti: finiti i tempi nei quali s’appropriavano di testi di legge altrui (Maccanico/Schifani, ecc), oggi partoriscono in proprio. E’ già un bel passo in avanti.

Così, Franco – non le dispiace se la chiamiamo per nome? Avvicina la classe politica alla gente…Grillo lo chiamiamo “Beppe”… – ha varcato il Rubicone ed ha emanato il suo piano in “otto punti” per la salvezza dei poveri Balcani abbandonati, che oramai – a forza di prender solo bombe ed improperi – si sentono vicini alla Somalia. Un giorno o l’altro, dopo secoli, si rimetteranno a fare i pirati come i somali.

Niente paura! Quando ho letto che Franco ci stava pensando, un vortice di calore m’ha traversato il corpo, riaccendendo speranze che ritenevo oramai perdute, da quando gli AMX con la coccarda tricolore sorvolarono il Kosovo. Le mie apprensioni sono nate, più che altro, per il pericolo che rappresentano: si sa che il velivolo italo-brasiliano ha il pessimo vezzo di cadere da solo[1]. Si tratta, in sintesi, del primo velivolo progettato espressamente per le Missioni di Pace: non essendoci il nemico (se è “Pace”…) provvede da solo a farsi la guerra motu proprio, auto-distruggendosi dopo un certo numero di ore/volo. Che abbia il timer, come una lavatrice?

A tutto ciò, Frattini metterà fine! Finalmente: Pace! Fratellanza! Prosperità per tutti! Dobrodošli, Jugoslavia! Grazie, Franco!

La vera e propria Epifania dello spirito che mi stava cullando, ha subito un minuscolo intoppo quando ho letto che era necessaria una road map per i Balcani. No – mi sono detto – sarà caduto in un momento di crisi di fantasia…capita a tutti…ed avrà preso a prestito il “titolo” stranoto per la vicenda israelo/palestinese.
Ho “beccato” pure la Rossi a copiare, che ha nove in tutte le materie, vuoi che non copi Frattini? Tranquilli, balcanici: nessuna pioggia di fosforo bianco v’attende, solo dobloni, soldi, tanti, tantissimi euro nuovi di zecca!

Ed ora, rompiamo gli indugi ed andiamo a leggere il “piano in otto punti”[2]:

1) Una liberalizzazione dei visti soprattutto per i lavoratori stagionali, da introdurre in tempi brevi.

Beh, cari balcanici, l’Europa si presenta con al primo punto una delle vostre priorità: potrete, finalmente, venire a lavorare in Italia! Con il visto! Non prestate attenzione alle notizie di quelli che “remano contro”, ossia che la cassa integrazione, in Italia, sale più velocemente della gonna della Pairetti, che il lavoro manca: sono tutte balle!
In Italia, grazie ad una “rottamazione” sopravvenuta recentemente per cause naturali in Abruzzo, ci sarà un mare di posti di lavoro nella modernissima edilizia italiana! Potrete costruire di tutto…che so…costruirete Spalato 2 sulla costa marchigiana e Milano 8 presso Termoli…ma anche di più, la fantasia non ha limiti…
Ah, purtroppo la voce che il numero degli incidenti sul lavoro, in Italia, è fra i più alti in Europa è vera: ma a voi, che importa? Avete avuto 93.837[3] morti nelle vostre guerre, lo vogliamo fare un piccolo sacrificio per il Paese che v’accoglierà?

2) L’inizio di un tavolo tecnico per l’ingresso del Montenegro, che ha già come propria moneta l’euro, nell’Unione Europea.

Vedi, Franco, se fossimo riusciti ad inviarti una semplice mail prima di stendere questo punto, t’avremmo rassicurato: l’euro non è moneta ufficiale in gran parte della Jugoslavia, ma lo è di fatto. Se paghi con corone, dinari o marchi (in Bosnia) ti ringraziano, ma se paghi in euro lo fanno due volte.
Che sia il Montenegro a fare questo passo “ufficiale” non ci stupisce: perché non affidate la transizione ufficiale all’euro a Frantisek Lipka, lo slovacco che organizzò il referendum per l’indipendenza[4]? Lo avevate suggerito voi: “una faccia una razza” – come dicono i greci – e con lui il risultato sarebbe garantito. Come per il referendum.

3) La rapida conclusione del processo di adesione per la Croazia, in modo che Zagabria diventi entro il 2010 il 28˚ membro dell’Unione.

Nulla da eccepire su questo punto…ma…hai parlato con il sindaco di Roma Alemanno, che organizza gite scolastiche nelle terre “redente” dell’Istria? Che fa distribuire nelle scuole opuscoli esplicativi sulla questione giuliana, e deve poi farli ritirare per il condensato di retorica e falsità che contenevano[5]? Sai se a Zagabria ne sanno qualcosa? Anch’io ho avuto fra le mani uno di quei libretti (non quello di Roma, da noi era un altro e lo distribuivano solo alle ultime classi) ed ho avuto un moto di soprassalto nel leggere così tante fesserie. Per fortuna, uno dei ragazzi mi rassicurò: «E chi le legge, ‘ste robe?». Saggezza adolescenziale.

4) Il rafforzamento dei poteri per l’Alto Commissario ONU in Bosnia, per esercitare una forte azione di supervisione tra le due entità, i serbo-bosniaci e i croato-musulmani, che attualmente compongono la Repubblica di Bosnia ed Erzegovina.

Qui, Franco, mi sa che sei stato mal consigliato. Ci spieghiamo.
In Italia possiamo citare senza problemi degli universali come “serbo-bosniaci” oppure “croato-musulmani”, e nessuno solleva obiezioni. Se saltiamo l’Adriatico, diventano praticamente degli ossimori.
Un “serbo-bosniaco” non è un serbo con la targa della Bosnia, è un serbo tale e quale ad un abitante di Belgrado, solo che vive a Banja Luka. E vede come fumo negli occhi chiunque gli parli d’altre identificazioni. Un “croato-musulmano”, poi…verrebbe quasi da ridere se non fossero cose serie…vai a vedere cos’hanno costruito, a Mostar, i croati per essere “vicini” ai musulmani: un campanile più alto d
i quello di S. Marco (oltretutto, piuttosto bruttino) che ha il compito di svettare sui minareti e di chiarire chi comanda (o vorrebbe comandare). I soldi, chi li ha cacciati? L’Ordine Francescano Croato, una potenza economica.
Oppure, vai a cercare i “croato-musulmani” fra le rovine di Pocitelj o sui monti verso Jablanica. Vai: dimmi se li trovi.
Mi sa che questo punto, se non prevede gli “attributi” della road map israeliana – fosforo bianco compreso – è meglio se lo cancelli proprio. A meno che…
A meno che tutto questo frullar di parole non sia rinverdire la soluzione del 1878, che concesse all’Austria-Ungheria il protettorato sulla Bosnia, sulla piccola “Turchia europea”. Come andò a finire? Beh…leggi le “Cronache di Travnik” di Ivo Andric, e se hai tempo anche “Il ponte sulla Drina” e qualcos’altro del Nobel balcanico, poi ne riparliamo.

5) L’entrata in vigore dell’Association and stabilization agreement (Asa) con la Serbia, per rafforzare la cooperazione tra Bruxelles e Belgrado ed evitare il risveglio di pericolose spinte scioviniste e nazionaliste nel paese.

Beh, qui – se il buongiorno si vede dal mattino – c’è veramente molto “agreement” da fare, ad iniziare dalla protezione vera, non sulla carta, dei serbi che ancora vivono in Kosovo. Oppure li facciamo proteggere dalla polizia di Hashim Tachi? Come affidare le orfanelle a Barbablù: va bene così?

6) Un negoziato tra Grecia e Macedonia per appianare le divergenze sul nome dell’ex Repubblica jugoslava.

Lo sanno tutti che la Macedonia non-greca si dovrà chiamare Fyron, altrimenti la Grecia s’incazza: dai, non farla lunga…

7) Un’azione comune e concordata tra tutte le truppe delle missioni internazionali di pace in Kosovo, in vista di una possibile rimodulazione dei contingenti militari.

Questo è un punto importantissimo! Bravo Franco!
Io manderei un contingente bosniaco musulmano a schierarsi a Pec, ed uno serbo a Mitrovica: chi fornisce loro i lanciarazzi? Gli americani ai bosniaci ed i russi ai serbi? Oppure facciamo l’opposto: inviamo direttamente i serbi dagli albanesi ed i bosniaci dai serbi, così facciamo prima. Che bella idea hai avuto!
Oppure – visto che oramai NATO, USA ed UE sono sinonimi – tutto questo è la necessaria premessa per inviare un po’ di carne da macello in Afghanistan? Li addestriamo tutti a Camp Bondsteel, poi li mandiamo a Kabul e, là, i serbi si metteranno ad abbattere velivoli americani, i croati ad ammazzare i musulmani ed i bosniaci finiranno tutti in Al-Qaeda, che già ben conoscono dai tempi di Itzebegovic. Potreste rinverdire i bei tempi dell’Afghanistan, quello dei russi e del “piano Brezinsky”!
Fantastico, Franco: se il tuo capoccia è un dilettante, tu sei nella categoria “amateur” della politica estera.

8) Un vertice tra l’Unione Europea e gli Stati balcanici, da tenersi entro il giugno 2010, con la partecipazione anche degli Stati Uniti.

Ah, ecco spiegato l’arcano; mister Obama verrà a terminare il lavoro iniziato da Clinton. Sono pur sempre due democratici: diversa pelle, uguale “pelo”. E’ previsto un “ritorno in pista” di D’Alema? Non ci stupiremmo.

Ti comunichiamo che, aggiungendo questi otto punti, hai raggiunto il 328° posto nella classifica per andare all’Isola dei Famosi. Chissà, magari là – con Luxuria e compagnia cantante – potrete organizzare un bel seminario di politica estera. Mi sa che ne hai bisogno.

Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.com
Link: http://carlobertani.blogspot.com/2009/04/sviste-riviste.html
17.04.2009

[1] Se volete saperne di più su questo vero e proprio disastro militar-industriale italiano (12 aerei caduti, altre fonti citano 17, parecchi piloti morti), leggete qui: http://strataereo.interfree.it/AMX.htm e qui http://www.grnet.it/index.php?option=com_content&task=view&id=511&Itemid=39
[3] Fonte: Centro di ricerca e documentazione di Sarajevo, (fino al 2005). Altre fonti citano 108.000.
[4] Per divertirvi un poco su come vengono gestiti questi “appuntamenti di democrazia” nei Balcani, leggete http://carlobertani.blogspot.com/2006/05/burle-di-tutto-il-mondo-unitevi.html
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