CONTAMINAZIONI PARASSITARIE, VIRALI, BATTERIOLOGICO-FECALI
DI CARLO MARTINI
ComeDonChisciotte
AGGIORNAMENTO: AGGIUNTA NOTA FINALE E AMPLIATA SEZIONE SUI BATTERI
Mentre i Center for Disease Control and Prevention annunciano l’identificazione di un nuovo ceppo di virus dell’influenza suina in due bambini statunitensi, continuiamo la serie di articoli sulle forme di contaminazione del corpo causate/favorite dall’onnivorismo e dagli allevamenti intensivi, con gli inevitabilli costi sociali in termini di morbilità della popolazione che ne derivano. Ci occupiamo in questo caso di parassiti, virus e contaminazioni batteriologico-fecali.
Ringraziamo in particolare il dottor Michael Greger per lo straordinario lavoro di divulgazione scientifica che sta portando avanti su Nutrition Facts, che è stata la principale fonte di ispirazione per questo articolo, e consigliamo il suo eccellente libro (disponibile on-line) Bird Flu – A virus of our own hatching.PARASSITOSI
Anisakis Simplex e Diphyllobothrium Nihonkaiense
L’Anisakis Simplex (foto) è un verme parassitario le cui larve sono presenti soprattutto nel pesce e che in una recente pubblicazione dalla Spagna è stato riscontrato in ben 2/3 dei campioni commerciali analizzati (Lopez, 2010). Soggetti ad elevata sensibilità possono riportare i tipici sintomi allergenici indipendentemente dalla cottura, e anzi ci sono casi registrati di sintomatologie persino dopo l’ingestione di pollame che era stato nutrito a pesce (Armentia, 2006).
Per completezza, tra i vermi del pesce dal potenziale infettivo ricordiamo anche il Diphyllobothrium Nihonkaiense, un cui caso di contaminazione è stato recentemente riportato in Canada (Wicht, 2008).
A. Armentia, F. J. Martin-Gil, C. Pascual, M. Mart n-Esteban, A. Callejo, and C. Mart nez. Anisakis simplex allergy after eating chicken meat. Journal of Investigational Allergology and Clinical Immunology, 16(4):258, 2006.
B. Wicht, T. Scholz, R. Peduzzi, & R. Kuchta. First record of human infection with the tapeworm Diphyllobothrium nihonkaiense in North America. Am J Trop Med Hyg, 78(2):235-238, 2008.
I. Lopez and M. A. Pardo. Evaluation of a real-time polymerase chain reaction (pcr) assay for detection of anisakis simplex parasite as a food-borne allergen source in seafood products. J. Agric Food. Chem., 58(3):1469 -1477, 2010.
La neurocisticercosi è una condizione causata dai parassiti Taenia Solium (tenie del maiale), che infettano e “scavano” il tessuto cerebro-spinale causando emicranee, deficit neurologici e costituendo la prima causa di epilessia a livello mondiale, con un decorso potenzialmente fatale (Davidson 2010, Moskowitz 2010). Dopo l’infezione, le larve possono svilupparsi in tenie di 2-7 metri di lunghezza, e vivere fino ai 25 anni. La carne cruda di maiale e l’esposizione a materiale fecale contaminato sono i veicoli primari di trasmissione: il problema riguarda prevalentemente i paesi a basso sviluppo socio-economico, ma i flussi migratori stanno facendo crescere i casi anche nei paesi occidentali (Schantz 1992, Moore 1995, Coyle 2009)
Coyle CM, Tanowitz HB. Diagnosis and treatment of neurocysticercosis. Interdiscip Perspect Infect Dis. 2009;2009:180742. Epub 2009 Aug 27.
Davidson PN. Neurocysticercosis: fireflies in the central nervous system. Am J Electroneurodiagnostic Technol. 2010 Mar;50(1):26-36.
Moore AC, Lutwick LI, Schantz PM, Pilcher JB, Wilson M, Hightower AW, Chapnick EK, Abter EI, Grossman JR, Fried JA, et al. Seroprevalence of cysticercosis in an Orthodox Jewish community. Am J Trop Med Hyg. 1995 Nov;53(5):439-42.
Moskowitz J, Mendelsohn G. Neurocysticercosis. Arch Pathol Lab Med. 2010 Oct;134(10):1560-3.
Schantz PM, Moore AC, Muñoz JL, Hartman BJ, Schaefer JA, Aron AM, Persaud D, Sarti E, Wilson M, Flisser A. Neurocysticercosis in an Orthodox Jewish community in New York City. N Engl J Med. 1992 Sep 3;327(10):692-5.
Toxoplasma Gondii
Il toxoplasma gondii è un parassita cerebrale per cui la carne di agnello costituisce uno dei mezzi di trasmissione privilegiati (Dubey, 2008). Attualmente si stima che il tasso di contagio potrebbe arrivare fino ad un 10 % della popolazione statunitense, e le possibili implicazioni comprendono schizofrenia, disordini bipolari, malattia di Parkinson e disturbi oculari (Yolken, 2009).
J. P. Dubey, N. Sundar, D. Hill, G. V. Velmurugan, L. A. Bandini, O. C. H. Kwok, D. Majumdar, and C. Su. High prevalence and abundant atypical genotypes of toxoplasma gondii isolated from lambs destined for human consumption in the usa. Int. J. Parasitol., 38(8 – 9):999-1006, 2008.
Yolken RH, Dickerson FB, Fuller Torrey E. Toxoplasma and schizophrenia. Parasite Immunol. 2009 Nov;31(11):706-15.
VIRUS
Human Papilloma Virus
Una pubblicazione dalla Germania (Schneider, 1990) raccontava il caso di un diciannovenne con un condiloma uretrale (tumore sulla punta del pene) che continuava a ripresentarsi nonostante le operazioni chirurgiche: dopo lo sospensione del consumo di carne di maiale, fu finalmente possibile una regressione della malattia, nella cui genesi è implicato lo human papilloma-virus (HPV). I risultati portarono i ricercatori a sospettare che lo HPV fosse alla base delle forti correlazioni statistiche – a livello dei vari paesi – tra consumo di tale carne e l’incidenza di tumore cervicale, che è particolarmente bassa in Israele.
Schneider A, Morabia A, Papendick U, Kirchmayr R. Pork intake and human papillomavirus-related disease. Nutr Cancer. 1990;13(4):209-11. Department of Obstetrics and Gynecology, University of Ulm, West Germany.
Virus della leucemia bovina
Con l’eccezione dei vegetariani, che hanno un’incidenza straordinariamente bassa (Key, 2009), gli ultimi decenni hanno visto un generale aumento dei casi di linfoma non-Hodgkin, a cui potrebbe contribuire il (retro)virus della leucemia bovina: in una pubblicazione dagli Stati Uniti, gli anticorpi reattivi sono stati riscontrati nel 72 % delle persone analizzate, possibilmente come risultato dell’ingestione dei cibi commerciali che presentano cellule infette: carne di mucca e latticini (Buehring, 2003).
Buehring GC, Philpott SM, Choi KY. Humans have antibodies reactive with Bovine leukemia virus. AIDS Res Hum Retroviruses. 2003 Dec;19(12):1105-13.
Key TJ, Appleby PN, Spencer EA, Travis RC, Allen NE, Thorogood M, Mann JI. Cancer incidence in British vegetarians. Br J Cancer. 2009 Jul 7;101(1):192-7. Epub 2009 Jun 16.
Virus dell’epatite E
L’epatite E è una malattia infiammatoria del fegato causata da uno specifico virus a trasmissione zoonotica: i maiali domestici (ma anche cinghiali, cervi e crostacei) ne sono portatori, e le loro carni o interiora possono fungere da mezzo di trasmissione (Teo, 2010). Contaminazioni infettive sono state comunemente riscontrate in prodotti commerciali dal Giappone fino al Nord America: non solo nel fegato di maiale (Yazaki, 2003 & Feagins, 2007), ma anche negli altri organi e tessuti provenienti da questo animale (Leblanc, 2010). Tale virus potrebbe avere un ruolo – oltre che negli alti livelli di anticorpi HVE riscontrati nei donatori di sangue statunitensi – anche nell’associazione fortemente positiva (maggiore di quella per l’alcool!) tra consumo pro-capite di carne di maiale e mortalità per malattia epatica cronica nelle varie nazioni (Dalton, 2010). Da notare che la relativa stabilità termale del virus faccia sì che la cottura breve non sia una garanzia di disattivazione (Emerson, 2005).
Dalton HR, Bendall RP, Pritchard C, Henley W, Melzer D. National mortality rates from chronic liver disease and consumption of alcohol and pig meat. Epidemiol Infect. 2010 Feb;138(2):174-82.
Emerson SU, Arankalle VA, Purcell RH. Thermal stability of hepatitis E virus. J Infect Dis. 2005 Sep 1;192(5):930-3.
Feagins AR, Opriessnig T, Guenette DK, Halbur PG, Meng XJ. Detection and characterization of infectious Hepatitis E virus from commercial pig livers sold in local grocery stores in the USA. J Gen Virol. 2007 Mar;88(Pt 3):912-7.
Leblanc D, Poitras E, Gagné MJ, Ward P, Houde A. Hepatitis E virus load in swine organs and tissues at slaughterhouse determined by real-time RT-PCR. Int J Food Microbiol. 2010 May 15;139(3):206-9.
Teo CG. Much meat, much malady: changing perceptions of the epidemiology of hepatitis E. Clin Microbiol Infect. 2010 Jan;16(1):24-32
Yazaki Y, Mizuo H, Takahashi M, Nishizawa T, Sasaki N, Gotanda Y, Okamoto H. Sporadic acute or fulminant hepatitis E in Hokkaido, Japan, may be food-borne, as suggested by the presence of hepatitis E virus in pig liver as food. J Gen Virol. 2003 Sep;84(Pt 9):2351-7.
Virus oncogenici del pollame
I virus oncogenici presenti nel pollame (leucosi-sarcoma aviare, reticoloendoteliosi, malattia di Marek) potrebbero essere alla base di una sconcertante pubblicazione epidemiologica proveniente da Baltimore (Johnson, 2010), dove è stato constatato che, rispetto alla popolazione generale, i lavoratori nella macellazione del pollame hanno una maggiore incidenza dei tumori di cavità oro-nasali, faringe, esofago, recto-sigmoide-ano, fegato, myelofibrosi, leucemia linfatica e mieloma multiplo. Gli stessi ricercatori hanno espresso la preoccupazione che tali virus potrebbero contaminare anche il consumatore finale (contatto con le mani o le superfici della casa) prima della cottura.
Johnson ES, Zhou Y, Lillian Yau C, Prabhakar D, Ndetan H, Singh K, Preacely N. Mortality from malignant diseases-update of the Baltimore unions poultry cohort. Cancer Causes Control. 2010 Feb;21(2):215-21.
CONTAMINAZIONI BATTERIOLOGICO-FECALI
Clostridium difficile ed MRSA
Il Clostridium difficile, che dopo l’infezione negli umani può per degenerare fino a terribili complicanze come il megacolon tossico, infetta maiali e cinghiali d’allevvamento (Norman, 2009) ed è frequentemente presente nelle carni in commercio negli Stati Uniti (Songer, 2009) ivi compreso il pollame (Weese, 2010).
Il Methicillin-resistant Staphylococcus aureus, che attualmente negli Usa causa più morti di quanti ne faccia l’AIDS, è stata rilevato in suini, pollame, mucche e vitelli (Vanderhaeghen, 2010), con frequenti casi di contaminazione tra quanti lavorano nell’allevamento e macellazione di maiali (Smith, 2009) e in una certa pecentuale delle carni di maiale e manzo distribuite commercialmente (Pu, 2009). La contaminazione delle carni potrebbe spiegare quei casi di contagio sia di C.diff. che di MRSA a livello endogeno delle communità (Witte 2009 & Baker 2010), ossia al di fuori dai contagi ospedalieri.
S.S. Baker, H. Faden, W. Sayej, R. Patel, & R.D. Baker. Increasing incidence of community-associated atypical Clostridium difficile disease in children. Clin Pediatr (Phila), 49(7):644-647, 2010.
Smith, M.J. Male, A.L. Harper, J.S. Kroeger, G.P. Tinkler, E.D. Moritz, A.W. Capuano, L.A. Herwaldt, & D.J. Diekema. Methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) strain ST398 is present in Midwestern U.S. swine and swine workers. PLoS, 4(1):e4258, 2009.
K.N. Norman, R.B. Harvey, H.M. Scott, M.E. Hume, K. Andrews, & A.D. Brawley. Varied prevalence of Clostridium difficile in an integrated swine operation. Anaerobe, 15(6):256-260, 2009.
S. Pu, F. Han, & B. Ge. Isolation and characterization of methicillin-resistant Staphylococcus aureus strains from Louisiana retail meats. Appl Environ Microbiol, 75(1):265-267, 2009.
J.G. Songer, H.T. Trinh, G.E. Killgore, A.D. Thompson, L.C. McDonald, & B.M. Limbago. Clostridium difficile in retail meat products, USA, 2007. Emerg Infect Dis, 15(5):819-821, 2009. J.S.
W. Vanderhaeghen, K. Hermans, F. Haesebrouck, & P. Butaye. Methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) in food production animals. Epidemiol Infect, 138(5):606-625, 2010. T.C.
Weese, R.J. Reid-Smith, B.P. Avery, & J. Rousseau. Detection and characterization of Clostridium difficile in retail chicken. Lett Appl Microbiol, 50(4):362-365, 2010.
W. Wittie. Community-acquired methicillin-resistant Staphylococcus aureus: what do we need to know? Clin Microbiol Infect 7:17-25, 2009.
Salmonella, Campylobacter, Escherichia Coli
Secondo uno dei più recenti rapporti pubblicati dal National Antimicrobial Resistance Monitoring System (CDC NARMS, 2009), le carni statunitensi (pollame, bovini, suini) sono frequentemente contaminate da: salmonella (che negli Usa si distingue anche per i 142.000 casi annui di intossicazione dovuti al consumo di uova), campylobacter (ossia una delle più comuni cause di paralisi neuro-muscolare) ed Escherichia Coli, che oltre a costituire un indicatore della quantità di residui fecali, a seconda dei ceppi può avere effetti non solo diarreagenici (Xia, 2010) ma anche causare infezioni extra-intestinali come quelle del tratto urinaio, che possono diventare mortali qualora coinvolgano anche il flusso ematico (Russo 2003, Johnson 2005, Vincent 2010). Nel pollame, i livelli particolarmente elevati di contagio sono da attribuire anche alle condizioni di vita prive di spazio alcuno negli allevamenti intensivi (Vandekerchove, 2004)
Centers for Disease Control and Prevention. National Antimicrobial Resistance Monitoring System (NARMS): Enteric Bacteria Annual Report. 2009.
D. Vandekerchove, P. De Herdt, H. Laevens, F. Pasmans. Risk factors associated with colibacillosis outbreaks in caged layer flocks. Avian Pathol, 33(3):337-342, 2004.
J.R. Johnson, M.A. Kuskowski, K. Smith, T.T. O’Bryan, S. Tatini. Antimicrobial-resistant and extraintestinal pathogenic Escherichia coli in retail foods. J Infect Dis, 191(7):1040-1049, 2005.
T.A. Russo & J.R. Johnson. Medical and economic impact of extraintestinal infections due to Escherichia coli: focus on an increasingly important endemic problem. Microbes Infect, 5(5):449-456, 2003. C.
Vincent, P. Boerlin, D. Daignault, C.M. Dozois, L. Dutil, C. Galanakis, R.J. Reid-Smith, P.P. Tellier, P.A. Tellis, K. Ziebell, A.R. Manges. Food reservoir for Escherichia coli causing urinary tract infections. Emerg Infect Dis, 16(1):88-95, 2010.
X. Xia, J. Meng, P.F. McDermott, S. Ayers, K. Blickenstaff, T.T. Tran, J. Abbott, J. Zheng, & S. Zhao. Presence and characterization of shiga toxin-producing Escherichia coli and other potentially diarrheagenic E. coli strains in retail meats. Appl Environ Microbiol, 76(6):1709-1717, 2010.
Contaminanti del pesce
La situazione non è più incoraggiante se guardiamo ai livelli di contaminazione fecale del pesce, causati dalle pratiche di eviscerazione e la conseguenze esposizione agli scarti viscerali (Pao, 2008): non è un caso se, come osservato da una ricerca dell’Università dell’Arizona, nelle case dei cittadini le superfici della cucina tendono ad essere più fecalmente contaminate di quanto non lo siano quelle del bagno (Rusin, 1998)
Sebbene molte delle spaventose patologie acute (tra cui il colera) associate alle contaminazioni batteriche in questione siano attribuibili al consumo di cibi marini crudi (Morris 2003, Nawa 2005, Tobin-D’Angelo 2008, Tsai 2009), altri contaminanti di alcuni pesci esotici (ciguatossine) possono sopravvivere alla cottura, e costituiscono infatti la base per i 50.000 casi annui di Ciguatera a livello mondiale, che si manifestano con sintomatologie tanto gastro-intestinali quanto neurologiche (CDC, 2009).
Come nota ironica conclusiva, ricordiamo che in realtà – come constatato in una pubblicazione dell’University of Veterinary Medicine di Hannover (Atannasova, 2008) – esiste la possibilità di mangiare dell’ottimo sushi completamente esente da contaminazioni fecali di qualsiasi tipo: quello vegan, coi cetrioli o l’avocado.
Atanassova V, Reich F, Klein G. Microbiological quality of sushi from sushi bars and retailers. J Food Prot. 2008 Apr;71(4):860-4.
Centers for Disease Control and Prevention. Cluster of ciguatera fish poisoning–North Carolina, 2007. MMWR Morb Mortal Wkly Rep. 2009 Mar 27;58(11):283-5.
J. G. Morris Jr. Cholera and other types of vibriosis: A story of human pandemics and oysters on the half shell. Clinical Infectious Diseases, 37(2):272-280, 2003.
M. Tobin-D’Angelo, A. R. Smith, S. N. Bulens, S. Thomas, M. Hodel, H. Izumiya, E. Arakawa, M. Morita, H. Watanabe, C. Marin, M. B. Parsons, K. Greene, K. Cooper, D. Haydel, C. Bopp, P. Yu, and E. Mintz. Severe diarrhea caused by cholera toxin-producing vibrio cholerae serogroup o75 infections acquired in the southeastern united states. Clin. Infect. Dis., 47(8):1035-1040, 2008.
Rusin P, Orosz-Coughlin P, Gerba C. Reduction of faecal coliform, coliform and heterotrophic plate count bacteria in the household kitchen and bathroom by disinfection with hypochlorite cleaners. J Appl Microbiol. 1998 Nov;85(5):819-28.
S. Pao, M. R. Ettinger, M. F. Khalid, A. O. Reid, and B. L. Nerrie. Microbial quality of raw aquacultured fish fillets procured from internet and local retail markets. J. Food Prot., 71(8):1544-1549, 2008.
Y. H. Tsai, T. J. Huang, R. W. W. Hsu, Y. J. Weng, W. H. Hsu, K. C. Huang, and K. T. Peng. Necrotizing soft-tissue infections and primary sepsis caused by vibrio vulnicus and vibrio cholerae non-o1. J Trauma, 66(3):899-905, 2009.
Carlo Martini
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04.11.2011
NOTA
Abbiamo escluso da questa breve rassegna i sarcocisti del manzo, la cui presenza è quasi universale (Pritt, 2008), perchè non sembrano essere contagiosi per l’uomo.
Inoltre, abbiamo evitato anche la questione dell’adenovirus del pollame e il suo possibile effetto adipogenico, in quanto i dati ci sembrano ancora piuttosto dubbi (Dhundar 1992 & 1997, Pasarica 2007, Halkjaer 2009, Mitra 2009)
B. Pritt, T. Trainer, L. Simmons-Arnold, M. Evans, D. Dunams, and B. M. Rosenthal. Detection of sarcocystis parasites in retail beef: A regional survey combining histological and genetic detection methods. J. Food Prot., 71(10):2144-2147, 2008.
Dhurandhar NV, Kulkarni P, Ajinkya SM, Sherikar A. Effect of adenovirus infection on adiposity in chicken. Vet Microbiol. 1992 Jun 1;31(2-3):101-7.
Dhurandhar NV, Kulkarni PR, Ajinkya SM, Sherikar AA, Atkinson RL. Association of adenovirus infection with human obesity. Obes Res. 1997 Sep;5(5):464-9.
Pasarica M, Dhurandhar NV. Infectobesity: obesity of infectious origin. Adv Food Nutr Res. 2007;52:61-102.
Halkjaer J, Tjønneland A, Overvad K, Sørensen TI. Dietary predictors of 5-year changes in waist circumference. J Am Diet Assoc. 2009 Aug;109(8):1356-66.
Mitra AK, Clarke K. Viral obesity: fact or fiction? Obes Rev. 2010 Apr;11(4):289-96. Epub 2009 Oct 27.