A QUALSIASI GUERRA CONTRO L’IRAN”
INTERVISTA DI OMAR MEMARIAN
Réseau Voltaire
Robert Baer, ex agente della CIA e difensore intelligente dell’impero statunitense, moltiplica le critiche sulla gestione statunitense del dossier medio orientale. Durante un incontro concesso all’agenzia IPS, dà la sua visione dello scontro che oppone Washington e Teheran, e del ruolo di Tel Aviv nelle idee distorte sulla percezione di questa regione.
IPS: Alcuni analisti pensano che l’attacco israeliano contro Hamas a Gaza, due anni dopo la terza guerra israelo-libanese (nel 2006, ha visto contrapporsi Israele eD Hezbollah), si iscriva in un piano più vasto che sfocerà in un’offensiva armata contro le installazioni nucleari in Iran: Israele si avvia davvero in questa direzione?
Robert Baer: [1] No. Penso che ci sia un veto delle autorità militari contro qualsiasi attacco contro l’Iran [2]. È semplicemente impossibile che ciò accada.
IPS: Perché è impossibile?
Robert Baer: Bè, sarebbe impossibile anche per il semplice fatto che sappiamo che ci sarebbero delle rappresaglie iraniane nel Golfo (arabo-persico). Se fosse attaccato, l’Iran non si accontenterebbe di rispondere a livello locale come fa Hamas. L’Iran risponderebbe a livello internazionale. Del resto, non ha scelta: è proprio in questo che consiste la sua forza di dissuasione. Camminiamo sulle uova quando si tratta dell’Iran, e abbiamo ancora un sacco di lezioni da imparare.
Se analizzate il sito web dei Guardiani della Rivoluzione Iraniana, scoprirete cosa hanno imparato dalla guerra Iraq-Iran. Fu una guerra d’usura, il tipo di guerra che, per così dire, non termina mai. Non potete vincere questo tipo di guerra, tantomeno se è contro gli Stati Uniti. Allora han messo a punto un altro sistema strategico, alternativo e asimmetrico, terribilmente efficace: la guerriglia.
Non so se lo sappiate, ma quelli che hanno imparato meglio la lezione, in Iran, sono entrati a far parte dei Pasdaran [i Guardiani della Rivoluzione], senza per questo essere dei fanatici. In un certo senso sono semplicemente nazionalisti. Da quanto ho visto, tra i Pasdaran, a livello operazionale, queste persone sono probabilmente gli strateghi politici e i commando di guerriglia più competenti e intelligenti in Medio Oriente, Israele e Giordania compresi. Sapevano e sanno esattamente cosa facevano e fanno. Inoltre, è evidente che non rientrano in nessuna casella della vita politica iraniana.
IPS: Anche l’eventualità di un attacco israeliano limitato alle installazioni nucleari iraniane è escluso? Soprattutto quando si sa, grazie a un articolo del New York Times, che nel 2008 i dirigenti israeliani han chiesto al presidente Bush di procedere a un tale attacco, cosa che comunque il presidente americano ha rifiutato?
Robert Baer: è totalmente fuori discussione. Persino Bush l’aveva capito! Il New York Times ci vede giusto quando scrive che se Bush ha messo il veto a qualunque attacco israeliano, è per la semplice e buona ragione che in Medio Oriente esiste un equilibrio di forze tra gli Stati Uniti e l’Iran, e che questo equilibrio è davvero… come dire? Equilibrato! Mi spiego meglio: certo non per il numero di carri armati o aerei, o per quello di sottomarini, ma in termini di monopolio della violenza. Su questo frangente sono in parità.
Non ci sono dubbi che ci sia uguaglianza. Certo, potremmo bombardare Teheran. E poi? Poi niente. Sarebbe come il bombardamento di un edificio dell’Onu a Gaza da parte di Israele. Che cosa ci guadagnano gli Israeliani? Va bene, hanno potuto distruggerlo, l’edificio dell’Onu, ma cosa ha portato loro? Hamas è sempre là.
Potete bombardare tutte le basi militari iraniane per due settimane, ma l’Iran sarà sempre là; e avrà sempre la capacità di proiettare la sua potenza, la sua volontà e senza dubbio ne uscirà ancora più forte di prima. E poi, per l’Iran, la potenza militare è così a buon mercato che gli importa poco del prezzo del petrolio, per la semplice e buona ragione che armare Hezbollah o sostenere Hamas a Damasco non gli costa praticamente nulla. Se anche il prezzo del petrolio cadesse a 10 dollari al barile, l’Iran potrebbe pagarsi questo tipo di difesa senza alcun problema.
IPS: Obama non smette di ricordare la sua volontà di parlare con i dirigenti iraniani e la sua voglia di apportare un cambiamento alla politica estera degli Stati Uniti. Fino a che punto la nomina di Dennis Ross a principale consigliere sulla politica iraniana, può contribuire alla realizzazione delle sue promesse? [3]
Robert Baer: Per quanto riguarda Dennis Ross, la cosa importante è che gli Israeliani sono a loro agio con lui. Sanno che se si instaura un dialogo con l’Iran, non li tradirà affatto. Hanno avuto anni e anni per mettere alla prova questo tipo. È ebreo, è sempre stato franco con gli Israeliani, ha sostenuto i loro progetti, compresi quelli più folli. Se si apre un dialogo tra Stati Uniti e Iran, gli Israeliani sanno che non avranno brutte sorprese. Se Obama avesse assunto un uomo completamente nuovo, un qualche professore di Harvard che gli Israeliani non conoscono, l’avrebbero subito ostracizzato, e ci sarebbero stati degli enormi contraccolpi di ordine politico.
IPS: Conoscendo le posizioni di Ross dell’ultimo decennio su alcune questione del Medio Oriente, e in particolare riguardo all’Iran, come potrebbe Obama adottare una politica nuova in questa regione del mondo?
Robert Baer: Beh, Obama ha bisogno del sostegno del partito democratico per far passare queste cose sul piano politico, per questo ha chiamato persone come Dennis Ross e Dennis Blair [4], il Direttore dell’Intelligence Nazionale: perché ha bisogno di questo sostegno politico. Non può assumere persone che non abbiano dato buona prova di sè e lasciare che affrontino i democratici. Infatti, se ci fosse un’apertura americana verso l’Iran, sarebbe fatta con la connivenza d’Israele, perché gli Israeliani non potrebbero fare altro che accettarla.
Nella vita politica americana, non potete fare niente in Medio Oriente senza il via libera di Tel Aviv, o almeno, a un certo livello. È totalmente impossibile. Voglio dire che non ho mai visto nella storia altri casi, in cui un paese (per di più, una superpotenza) fosse così legato mani e piedi rispetto a un paese minuscolo come Israele! No, non ne vedo nessuno.
[Robert Baer]
IPS: E perché la situazione è così?
Robert Baer: Guardate New York City. Prenda tutti i più grandi giornali. Hanno un’agenda sionista. È un’evidenza. Non sono ebreo. Io non sono niente (dal punto di vista religioso). Non mi interessano gli Israeliani. Ma non sono neanche antisemita. È solo un dato di fatto. Ho proposto al mio editore di scrivere una nuova opera, su Israele. Mi ha risposto: “Farebbe meglio a lasciar perdere”. Nessuno può dire la verità su Israele. Nessuno. Il solo posto al mondo dove potete dire la verità su Israele è a Israele. Là, le persone vi racconteranno cose che non sentirete mai negli Stati Uniti.
IPS: Che tipo di cose?
Robert Baer: Per esempio, perché le persone che vivono a Gaza sono così infelici? Beh, se doveste vivere tutta la vita in prigione, sareste felici? Ecco il tipo di cose che non leggerete mai sul New York Times. Apritelo: è quasi un prolungamento di Israele.
IPS: Qual è l’impatto del conflitto di Gaza sull’avvenire delle relazioni irano-israeliane e di quelle irano-americane? Gli ultimi attacchi israeliani, hanno distrutto totalmente Hamas?
Robert Baer: Certo che no; è praticamente impossibile. Hamas è un concetto, un’ideologia. Hamas non è un’organizzazione. Proprio così: Hamas è un’idea e a meno che gli Israeliani entrino a Gaza e costringano un milione e mezzo di persone a fuggire in Egitto, non controlleranno mai la striscia di Gaza. Possono fare un’operazione terrestre, massacrare tutti i dirigenti e buttare diecimila persone in prigione: Hamas ne uscirà ancora più potente. I grandi perdenti, nella storia, saranno le persone di Fatah.
IPS: Quali sono le principali caratteristiche del comportamento militare e politico di Hamas e di Hezbollah?
Robert Baer: Entrambi hanno ridefinito il concetto dell’iscrizione della guerra all’interno di una guerra prestabilita. Il fatto che Hezbollah si sia installato in cunicoli e che utilizzi fibre ottiche per la comunicazione mostra la combinazione tra un’enorme sofisticatezza e una strategia bellica quasi primitiva. Diciamocelo: quale esercito al mondo usa fibre ottiche, a parte Hezbollah? È praticamente impossibile intercettare le comunicazione via fibra ottica.
Prendete [il leader dell’Hezbollah Hassan] Nasrallah: ha ridefinito completamente la politica islamica, semplicemente concludendo un’alleanza con i cristiani. Bin Laden, i cristiani, vuole ucciderli. Se volessi simbolizzare la completa opposizione tra i due, prenderei in considerazione solo questo: Nasrallah, lui, considera i cristiani suoi alleati.
NOTE
[1] Ex agente della CIA, Robert Baer fu considerato come uno dei migliori agenti sul campo in Medio Oriente. Dopo avere lasciato l’Agenzia, ha pubblicato numerosi libri di successo, tra cui La Disfatta della CIA, Piemme 2005; e Dormire con il diavolo. Come gli Stati Uniti hanno venduto l’anima per il petrolio, Piemme 2006, opere che hanno ispirato il film Syriana. Robert Baer è uno dei tanti esperti statunitensi che contestano la versione di Bush sugli attacchi dell’11 settembre.
[2] Réseau Voltaire è stato il primo media a analizzare il mutamento repentino dell’atteggiamento di Washington rispetto all’Iran. Vedere “Washington décrète un an de trêve globale”, di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 3 dicembre 2007. « Pourquoi McConnell a-t-il publié le rapport sur l’Iran ? », Horizons et débats, 17 dicembre 2007.
[3] Dennis Ross è stato a lungo l’alter ego di Paul Wolfowitz. Ha condotto una brillante carriera al Pentagono e in seguito al Dipartimento di Stato. È stato co-fondatore del Washington Institute for Near East Policy (WINEP), il think tank della lobby proisraeliana negli Stati Uniti (AIPAC). Al momento è consigliere speciale del Segretario di Stato Hillary Clinton per le questioni medio-orientali, ma presto dovrebbe raggiungere il Consiglio di Sicurezza Nazionale alla Casa Bianca come consigliere del presidente per l’Iran.
[4] L’ammiraglio Dennis Blair è stato in particolare direttore associato della CIA per il sostegno militare alle operazioni, e in seguito capo del Pacific Command. Considerato come un possibile capo di stato maggiore interarme, fu scartato da Donald Rumsfeld, soprattutto per la sua amicizia personale con i Clinton. Obama ne ha fatto il Direttore dell’Intelligence Nazionale nonostante la disapprovazione mostrata da McCain a nome dei repubblicani.
Titolo originale: “Robert Baer : « Les autorités militaires US opposent un veto à toute guerre contre l’Iran »”
Fonte: http://www.voltairenet.org
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02.07.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARINA GERENZANI