Prima settimana di scuola tra paura, quaranetene e chiusure. “Falsa partenza”

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È finita la prima settimana di scuola. 

Ma per molti studenti non continuerà la prossima settimana, almeno non fisicamente. Dovranno invece continuare tramite il proprio schermo del computer, visto l’elevato numero di quarantene imposte in questa prima settimana.

La situazione più difficile si registra in Toscana. Sono 42 i bambini in età scolare risultati positivi al coronavirus a seguito di tamponi richiesti a partire dal 14 settembre scorso, data di inizio dell’anno scolastico per molti istituti. Nella regione richieste di tamponi sono state 1640. Tamponi effettuati 640, positivi 42, di cui 13 a bassa carica virale

In una scuola di Massa è capitato il copione che si è ripetuto in moltre altre aule d’Italia: quarantena per 24 ragazzi, 4 amici e 6 insegnanti.

A Ferrara, un insegnante di una scuola d’infanzia è risultato positivo. Applicato il protocollo previsto in questi casi: per 14 bambini e altri due componenti del personale educatore è scattato l’isolamento domiciliare in attesa di essere sottoposti a tampone.

Potremmo descrivere i dettagli uno per uno, ma le storie si assomigliano, basta scrivere “classe quarantena su google news” e appariranno pagine di risultati. Noi ci siamo fermati a controllare i primi trenta. Suppergiù stessa storia, una o due per provincia: Novara, Bologna, Milano, Brescia, Monza, Novi Ligure, Rapallo, Trieste, Gorizia, Udine, Roma, Oristano, Palermo.

Alcune scuole hanno dovuto chiudere, come, come a Corleone, o in provincia di Torino e di Trapani. A Siena una scuola primaria ha dovuto chiudere non per il terrore covid di per sè, ma perchè a causa di una insegnante positiva, la scuola non ha avuto alternative che mandare tutti a casa per mancanza di docenti. Questo per ricordarci che la situazione scuola era un problema già prima della pandemia.

Sarà difficile senz’altro arrivare a giugno. Difficile stare ottimisti. E invece sembra ottimista Franco Locatelli, membro del comitato tecnico scientifico che ha elaborato le direttive utilizzate dal ministero: “Le lezioni in presenza devono ricominciare tutto il Paese e lo Stato ha profuso il massimo dello sforzo per garantire la sicurezza. Senza contare l’attenzione massima per i trasporti che dovranno sostenere un numero elevatissimo di passeggeri tra studenti e operatori.” 

Manifestazioni e scioperi in arrivo

Sabato prossimo a Roma è prevista una manifestazione il 26 settembre per denunciare la falsa partenza della scuola e spingere per un profondo ripensamento dell’intera questione. I sindacati di base hanno anche indetto uno sciopero nei due giorni precedenti alla manifestazione, e per il 25 sono previsti cortei in tutta italia.

I sindacati protestano per la tarda organizzazione, la mancanza e di personale e il sistema di reclutamento.  i sindacati chiedono al governo di stanziare 41 miliardi di euro sui 209 previsti dal piano europeo (il 20%) e poi investimenti strutturali e una rivoluzione che cancelli la precarietà dei docenti dalla scuola dell’infanzia alla ricerca universitaria.

Per un profondo ripensamento ci vorrà più di una manifestazione, ma può essere un occasione per riaffrontare il discorso, vista la grave crisi che l’istituzione scolastica sta vivendo.

 

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