Al Forum economico orientale di Vladivostok, il 12 settembre, nella sessione con i moderatori, Vladimir Putin ha parlato di armi basate sui “nuovi principi della fisica” che la Russia sta sviluppando.
“Se guardiamo alla sfera della sicurezza, armi [basate sui] nuovi principi della fisica garantiranno la sicurezza di ogni paese in una breve prospettiva storica. Comprendiamo molto bene ciò e ci stiamo lavorando”, ha detto il Presidente russo.
Riportando queste dichiarazioni, l’agenzia TASS ha aggiunto che “lo sviluppo di armi basate su nuovi principi della fisica includono l’uso di nuove tecnologie e principi di azione. Tali armi comprendono laser, raggi ultrasonici, radiofrequenze e altro”.
L’annuncio di Putin è stato accolto da un silenzio inquietante da parte dei soliti arroganti chiacchieroni occidentali che credono di capire il leader russo. Qualcuno ha spettegolato che egli starebbe accennando allo sviluppo di “superarmi”. Una fonte anonima ha detto con disprezzo che c’è un “velo di mistero” sulle sue affermazioni.
Ma non c’è nulla di misterioso in ciò che ha detto Putin. Il silenzio generale e l’atteggiamento ignorante spiegano perché le nazioni transatlantiche non possono vincere in Ucraina e perché le loro economie stanno crollando: non conoscono, forse volontariamente, il rapporto tra un’economia fisica sana e in crescita e la sicurezza di una nazione.
Le osservazioni di Putin sono state relativamente dirette. Alla domanda “Qual è il futuro della Russia?”, ha risposto: “Noi siamo gli artefici del nostro futuro… Gli scienziati si occupano di ricerca e sviluppo. Gli industriali lavorano nella sfera della produzione materiale, dell’agricoltura, del settore industriale, ecc. I protagonisti della cultura creano immagini per preservare i nostri valori, valori che plasmano la vita interiore di ogni persona e di ogni cittadino della Russia. Tutto ciò insieme darà sicuramente un risultato. (…)
Ha proseguito: “Tutto questo dovrebbe concretizzarsi nell’autosufficienza del nostro Paese, anche nei settori della sicurezza e della difesa. Ma questo non significa che il Paese si autoisolerà. Significa che svilupperemo il nostro Paese e lo renderemo ancora più forte, in collaborazione con i nostri partner e amici e in integrazione con la stragrande maggioranza dei paesi che rappresentano la maggior parte della popolazione mondiale”.
Ha concluso come segue: “Ho già parlato di industria, scienza e così via. Ma nel farlo, dobbiamo in ogni caso preservare l’anima della Russia, l’anima della nostra nazione multietnica e multiconfessionale. Questa componente umanitaria, insieme alla scienza, all’istruzione e alla produzione reale, sarà la base su cui questo Paese avanzerà, sentendosi e considerandosi uno Stato sovrano e pienamente indipendente con buone prospettive di sviluppo”.
La discussione di Putin richiama alla mente le numerose presentazioni e gli articoli programmatici di Lyndon LaRouche, quando alla fine degli anni ’70 e negli anni ’80 si batteva per l’adozione di quella che divenne l’Iniziativa di Difesa Strategica. LaRouche non si stancava di ripetere che il progresso scientifico crea le basi per una nuova piattaforma tecnologica in grado di proteggere la sicurezza di una nazione, offrendo al contempo il passaggio a una nuova era di relazioni strategiche basate sulla condivisione dei benefici di quella nuova piattaforma.
Sebbene ciò possa risultare “misterioso” per coloro che sono stati indottrinati dalla scuola geopolitica britannica di Kissinger e Brzezinski, che gestiscono i governi della NATO, LaRouche discusse le sue idee dialogando, per iscritto e di persona, con scienziati russi e i più competenti rappresentanti dell’establishment di sicurezza in Occidente. Il fatto che finora ci siano state così poche analisi e commenti seri sulle dichiarazioni di Putin a Vladivostok è una prova del disastroso declino generale del pensiero strategico in Occidente.
Di Movisol.org
Movisol, “Movimento Internazionale per i Diritti Civili – Solidarietà”, è stato fondato a Milano nel 1993.