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La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 7 giorni

PERCH SAREMO TUTTI PI POVERI

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A cura di supervice
Il 26 Luglio 2011
74 Views

DI SPENGLER
Asia Times

Nessun uomo è un’isola, specialmente sui mercati. Il nostro paniere di consumo racchiude gli sforzi di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, e il nostro diritto di consumare dipende dalla nostra capacità di vendere a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Nel corso del secolo attuale il numero degli adulti che abiteranno i paesi più ricchi e produttivi si ridurrà di un terzo. Tutti noi saremmo più poveri.Ci sarà un terzo in meno delle persone che guadagneranno profitti dalle imprese, che pagheranno tasse ai governi, compreranno case o auto, o andranno in vacanza. Partendo dal 2015 la popolazione adulta comincerà a declinare di circa il 2% all’anno. La produttività nelle nazioni industriali (prodotto per lavoratore)
è cresciuta poco più del 2% dal 2000, secondo la Conference Board [1], quindi un declino del 2% nella popolazione in età lavorativa suggerisce che la produzione rimarrà più o meno la stessa nei paesi sviluppati.

Popolazione con un’età tra i 15 e i 59 anni, nelle regione più sviluppate

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Fonte: Prospettive delle Popolazioni delle Nazioni Unite (data una fertilità
costante)

La crescita nel mondo industriale subirà un arresto, e le entrate dei

governi stagneranno, proprio quando questi ne avranno più bisogno.

Nel 2010 il 24% delle persone nei paesi sviluppati erano anziani dipendenti.

Nel 2030 questo dato salirà al 30%, e nel 2040 giungerà al 42%. La

domanda per le pensioni pubbliche e per il sistema sanitario sarà enorme,

specialmente in Europa e in Giappone. Le tasse si alzeranno drasticamente

per sostenere i pensionati, e ciò significa che il profitti precipiteranno.
L’America è la grande eccezione al trend globale.

Popolazione adulta per regione (2010=100)

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Fonte: Prospettive delle Popolazioni delle Nazioni Unite (data una fertilità costante)

Il più alto tasso degli USA, comunque, potrebbe avere vantaggi e svantaggi,

e potrebbe non persistere, visto che dipende dall’alto tasso di fertilità

degli immigrati ispanici. Nel 2050 gli statunitensi di origine europea

saranno ridotti alla metà della popolazione. Gli immigrati ispanici

provengono sproporzionatamente dagli strati più poveri e meno istruiti

delle società messicane e dell’America Centrale e potrebbero non

integrarsi negli USA come hanno fatto gli immigrati precedenti. Ma ci

sono altri punti di forza della crescita demografica degli Stati Uniti.

I cristiani evangelici, che racchiudono più di un quarto degli statunitensi,

hanno un tasso di fertilità del 2,6, molto al di sopra del tasso di

sostituzione.

Stati Uniti, Canada e Australia sono quelle che hanno più frecce nel

loro arco. Sono le uniche nazioni industriali in cui vale la pena investire

nel lungo termine, ma il declino demografico nel resto del mondo sviluppato

riguarderà anche loro. Ci saranno meno persone che compreranno le esportazioni

statunitensi, e meno produttori di nuovi beni da oltre oceano.

il mondo in via di sviluppo? La popolazione adulta cinese cadrà da

915 milioni nel 2010 a solo 682 milioni nel 2050, un calo di più di

un terzo. La popolazione adulta indiana crescerà di un terzo, ma andrà

visto quanti di loro riusciranno a integrarsi nella fascia della modernità

e quanti rimarranno intrappolati nella povertà. L’Africa, l’America

Latina e il mondo arabo non hanno mai contribuito molto a parte le materie

prime all’economia mondiale, e la produttività dei loro popoli non

è da prendere in considerazione.

La bolla che è esplosa nel 2008 (vedi Waking from Lever-Lever

Land, 25 dicembre 2008)

è stata una delusione collettiva delle nazioni industrializzate del

fatto che potessero generare notevoli profitti dagli investimenti malgrado

il declino del numero di persone necessarie per produrre questi ritorni.

Ora che la delusione è sopita,

i cittadini delle nazioni industrializzate non hanno altra scelta che

accettare profitti più bassi dai propri investimenti, ridurre

gli interventi del settore pubblico e un’esistenza più povera in

generale. Dalla Wisconsin State House al Palazzo di Monte Citorio

a Roma, la sola domanda da porsi e come i governi taglieranno la spesa

e quanto.

La crisi è arrivata nel 2008, quando

il leverage è collassato. Il dramma del debito dell’eurozona

non è un dramma, è una negoziazione. C’è un paragone illuminante

tra la crisi del debito municipale negli USA e quella del debito sovrano

in Europa. La più corrotta città negli Stati Uniti è un rifugio di

angeli paragonata a qualsiasi luogo dell’Europa meridionale.

Gli elettori che sono anche contribuenti

hanno dato mandato ai politici di tagliare pesantemente le spese. In

Wisconsin e in Minnesota, dove i governatori Repubblicani si sono scontrati

con i sindacati del settore pubblico, si è arrivati a un confronto

aperto. In soldoni, il sistema funziona perché gli stati e le città

devono reperire i soldi dai propri residenti, e i contribuenti votano

per eleggere le persone responsabili delle tasse e della spesa.

Gli impieghi statali e locali stanno

cadendo rapidamente, con 21.000 licenziamenti solamente in giugno. Nel

corso dell’anno passato, le città degli USA si sono liberate di 124.000

posti nell’educazione. I prestiti degli stati e delle città statunitensi

sono caduti della metà nel corso di quest’anno, e il debito municipale

ha migliori performance rispetto a qualsiasi altro titolo a reddito

fisso.

In Europa, dove i governi nazionali

e i burocrati di Bruxelles controllano la spesa per tutti, e gli elettori

possono fare poco per i budget degli enti locali, non c’è

una tale reattività. Il risultato è una battaglia tra i beneficiari

delle larghezze del governo greco e i contribuenti tedeschi. Non ci

sono incentivi per gli enti locali per smuovere il culo, perché non

sono i soldi degli ateniesi che pagano gli stipendi pubblici di Atene.

Gli indolenti europei dovrebbero guardare in fondo all’abisso prima

di fare quello che gli stati e le città degli Stati Uniti hanno fatto

spontaneamente.

Questo è il punto in cui le somiglianze

si fermano. L’America ha abbastanza contribuenti per pagare i suoi

obblighi a tutti i livelli del governo. L’eurozona perderà dal 30%

al 40% dei suoi contribuenti potenziali alla metà del secolo. E a un

certo punto, le obbligazioni emesse oggi dai governi italiano e spagnolo

avranno lo stesso valore di quelle firmate dall’imperatore Romolo

Augusto nel 475 d.C.

***************************************

Note:

1. 2011

Productivity Brief – Key Findings,

The Conference Board, 2011.

***************************************

Fonte: http://www.atimes.com/atimes/Global_Economy/MG15Dj01.html

15.07.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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