OPERAZIONE SCIAME – PARTE II (18-19 MARZO 2006)

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blankContinua l’operazione “Sciame”, ossia la campagna terroristica dell’esercito statunitense nella zona di Samarra, che si sta rivelando un disastro umanitario, come facilmente prevedibile. Centinaia di persone che abbandonano le proprie case, altrettanti uomini arrestati arbitrariamente, intere famiglie massacrate dalle bombe Usa. Nel frattempo, la “sicurezza” delle aree “conquistate” viene lasciata in mano alle milizie sciite come la Brigata Badr, cioè a gruppi terroristici filo-statunitensi noti per le loro feroci torture (Comedonchisciotte).
18 MARZO

Una casa dotata di congegno esplosivo detona nel villaggio di al-Jallab e, in base a quanto è stato riferito, uccide 4 soldati Usa

In un bollettino inviato alle 11:35 am (tempo della Mecca) sabato mattina, Mafkarat al-Islam ha riferito che poco prima una vecchia casa d’argilla manomessa dalla la Resistenza Irachena con degli esplosivi è scoppiata su diversi soldati statunitensi nella periferia nord del villaggio di al-Jallab, circa 15 km a nord di Samarra’.

Il corrispondente per Mafkarat al-Islam nella città ha citato dei testimoni locali dire che la casa era scoppiata dopo che quattro soldati Usa vi erano entrati. Sono stati tutti uccisi nell’esplosione, hanno detto i testimoni.

Gli abitanti del villaggio hanno detto al corrispondente che le truppe Usa avevano rimosso le macerie della case di argilla per recuperare i corpi dei quattro soldati, portandoli nei loro veicoli militari fino al luogo molto a nord di Samarra’ in cui sono concentrate le truppe di occupazione.

Le famiglie nei villaggi vicino a Samarra’ evacuano con solo i vestiti sulle spalle in un tentativo di fuggire dal selvaggio assalto statunitense

In un dispaccio inviato alle 1:30 pm (tempo della Mecca) sabato pomeriggio, Mafkarat al-Islam ha riferito che dozzine di famiglie dei villaggi di al-Jallab, al-Milh, Wadi Hamrayn, e al-Bu Khaddu, nell’area di Samarra’, dove le forze Usa hanno concentrato la loro offensiva, stanno scappando verso al-Fallujah a sud-ovest in un tentativo di fuggire dal selvaggio bombardamento statunitense nella loro area.

Il corrispondente da Samarra’ per Mafkarat al-Islam ha riferito che gruppi di famiglie stanno evacuando alcune in auto ed altre a piedi. Alcuni degli anziani e delle donne incinta sono state montate su dei muli, ma si trovano tutti sulla strada nel tentativo di fuggire dalla campagna di distruzione di massa statunitense. Il corrispondente ha fatto notare che nella fretta di fuggire dall’assalto Usa, le famiglie se ne stanno andando solo con i vestisti sulle spalle, senza neppure prendere i propri beni dalle case, ora bersaglio degli attacchi statunitensi.

In un dispaccio inviato alle 2:25 pm (tempo della Mecca), il corrispondente da al-Fallujah per Mafkarat al-Islam riferiva che nel momento in cui compilava il suo resoconto almeno 73 famiglie in fuga dall’offensiva statunitense nell’area attorno a Samarra’ erano arrivate nell’area di as-Saqlawiyah e al-Azrakiyah, proprio a nord di al-Fallujah.

Il corrispondente per Mafkarat al-Islam ha riferito che la gente del luogo ha tenuto un incontro straordinario mentre le famiglie iniziavano ad arrivare. Shaykh Yunus ad-Dulaymi ha detto a Mafkarat al-Islam che le famiglie sarebbero state trattate secondo il modo in cui il Profeta Maometto trattò la gente di al-Madinah migrata dalla Mecca al tempo della hijrah, all’inizio della storia islamica. Chiunque nei distretti settentrionali e occidentali di al-Fallujah si prenderebbe cura di una famiglia da Samarra’ dando loro un luogo dove vivere e dei vestiti.

Il corrispondente ha riferito che la gente del luogo ha sventrato degli agnelli per tenere delle cene di benvenuto alle famiglie di rifugiati, offrendo loro un riparo nelle case delle persone di al-Fallujah.

Shaykh ad-Dulaymi ha detto a Mafkarat al-Islam che la gente del luogo stava uscendo con le proprie auto per andare incontro ad altre famiglie fuggite dalla selvaggia offensiva statunitense. Ci sono ancora rifugiati nella strada del deserto vicino ad una diramazione del Fiume Tigri, ha detto Shaykh.

Le forze Usa hanno esteso l’area delle operazioni a sud verso ad-Dulu‘iyah e ad ovest verso ath-Tharthar, dopo aver arrestato centinaia di abitanti locali nelle vicinanze di Samarra’. Gli Statunitensi hanno lasciato delle truppe-fantoccio e delle milizie settarie sciite in carica nei villaggi occupati, le cui popolazioni sono state in seguito terrorizzate e derubate.

In un dispaccio inviato alle 2:55 pm (tempo della Mecca) sabato pomeriggio, Mafkarat al-Islam ha riferito che delle fonti nell’esercito campeggiate agli sbocchi nord e sud di Samarra’ hanno confermato che circa 350 sciiti filo-statunitensi della settaria Brigata Badr e di altre milizie si sono uniti agli Statunitensi nella loro offensiva sulla gente dell’area di Samarra’.

Il corrispondente per Mafkarat al-Islam ha riferito che le milizie settarie stanno indossando uniformi delle “Truppe d’assalto [fantoccio] del Ministero degli Interni (le Maghawir)”, dando una parvenza di “legalità” ai lori attacchi sulle città nell’area.

Delle fonti nella Mezzaluna Rossa e nell’organizzazione umanitaria degli Emirati Arabi Uniti, arrivata oggi (sabato) nell’area a nord di Baghdad, hanno detto a Mafkarat al-Islam che degli uomini con la barba, le uniformi delle “Truppe d’assalto” fantoccio e delle bandane sulla testa con lo slogan sciita “Ya Husayn” sono entrati nei villaggi vicino a Samarra’.

Si crede che le forze settarie sciite abbiano intenzione di “fare vendetta” per l’attacco del 22 febbraio al santuario sciita dell’imam ‘Abd al-Hadi. I leader religiosi sunniti hanno condannato l’attacco in modo unanime, che è stato visto dalla maggior parte come un lavoro delle forze di occupazione inteso a far scoppiare una guerra civile settaria nel paese. Sulla stessa lunghezza d’onda, delle dimostrazioni di massa a Teheran nell’Iran prevalentemente sciita hanno denunciato l’Inghilterra come responsabile dell’attentato alla moschea sciita. Le filo-statunitensi Brigate Badr in Iraq. comunque, allo stesso modo delle forze Usa con cui sono schierate, prendono i loro ordini dall’occupazione anglo-statunitense.

In un dispaccio postato alle 8 pm (tempo della Mecca) sabato sera, Mafkarat al-Islam ha riferito che le forze Usa avevano esteso l’area delle loro operazioni attorno a Samarra a sud verso ad-Dulu‘iyah, ad ovest verso ath-Tharthar in direzione di al-Fallujah. Enormi colonne statunitense sono state osservate dirigersi verso l’ovest e il sud di Samarra’.

Il corrispondente da Samarra’ per Mafkarat al-Islam ha riferito che villaggi, centri e aree rurali tutto attorno alla città erano stati conquistati dalle truppe di occupazione Usa, che avevano arrestato centinaia di residenti locali.

Il corrispondente ha riferito che dopo essere impossessati della aree ed aver compiuto arresti di massa, gli Statunitensi li hanno poi lasciati nelle mani dell’esercito fantoccio e delle truppe d’assalto fantoccio del ministero degli interni (le Mawhawir), molti membri delle quali appartengono alle filo-statunitensi Brigate Badr. Il corrispondente ha riferito che le forze fantoccio fanno “quello che vogliono” con la popolazione locale, tra cui abusi, umiliazioni e furti.

Centinaia di banditi della settaria e filo-statunitense Brigata Badr schierati insieme alle forze Usa su Samarra’ intendono eseguire delle “retribuzioni” contro la popolazione sunnita locale, in accordo con la volontà statunitense di generare una guerra civile in Iraq.

http://www.freearabvoice.org/Iraq/Report/report462.htm

19 MARZO 2006

Le truppe Usa, sostenute dalle forze settarie sciite filo-statunitensi, hanno effettuato centinaia di arresti nella loro offensiva contro la gente dell’area di Samarra’, tra cui le mogli e i figli di uomini “ricercati”.

In un dispaccio inviato alle 2:55 pm (tempo della Mecca) domenica pomeriggio, Mafkarat al-Islam ha riferito che le forze di occupazione Usa insieme alle loro truppe d’assalto fantoccio del ministero degli interni (le Maghawir) hanno continuato la loro offensiva contro i residenti dell’area attorno a Samarrà nel corso di domenica, completando arresti di massa a Samarra’ e nei villaggi attorno oltre
che nelle città di ad-Dulu‘iyah e Wadi Hamrayn.

Il corrispondente per Mafkarat al-Islam ha riportato che le forze Usa hanno arrestato 33 donne in aggiunta a 144 maschi – tra cui ragazzi e uomini anziani – proprio nelle ore di domenica mattina. I prigionieri sono stati rinchiusi nei quartieri generali della 1a Brigata dell’esercito fantoccio iracheno, stabiliti in quello che era il complesso di Salah ad-Din per la Produzione Militare prima dell’invasione statunitense tre anni fa.

Lo sceicco Muhammad adh-Dhiyab, il capo delle tribù al-Budayri che ha lasciato Samarra’ per evitare di essere arrestato lui stesso, ha confermato che le forze di occupazione Usa avevano arrestato molte donne della sua tribù, tra cui sua nuora. Lo sceicco ha detto a Mafkarat al-Islam: >”.

Lo sceicco ha indicato che le donne erano tutti imparentate a uomini che erano stati accusati di coinvolgimento nella Resistenza e sono stati indicati agli Statunitensi dai miliziani settari sciiti filo-usa, che accompagnano le forze americane nella loro offensiva.

Il corrispondente ha ricevuto le stesse informazioni da altre fonti locali a Samarra’, le quali hanno aggiunto che i membri delle “Truppe d’assalto” fantoccio stavano arrestando anche bambini insieme alle donne.

Domenica, per il secondo giorno di seguito, le forze Usa impediscono alla Mezzaluna Rossa e all’Organizzazione Umanitaria degli Emirati Arabi uniti di raggiungere le vittime dell’offensiva statunitense a Samarra’

In un dispaccio inviato alle 4:30 pm (tempo della Mecca) domenica pomeriggio, Mafkarat al-Islam ha riferito che Domenica, per il secondo giorno di seguito, le truppe Usa si sono rifiutate di permettere aiuti umanitari dalla Società Irachena della Mezzaluna Rossa dall’Organizzazione Umanitaria degli Emirati Arabi Uniti per entrare nelle aree afflitte di Samarra’ e delle regioni adiacenti a sud ed ovest per offrire assistenza agli abitanti del luogo. La regione è l’obbiettivo di una massiccia offensiva statunitense contro la popolazione locale, tra cui è attiva la Resistenza Irachena.

Il corrispondente per Mafkarat al-Islam ha citato la dottoressa Firdaws al-‘Ibadi, una funzionaria della Mezzaluna Rossa Irachena, che sta seguendo la missione, mentre diceva, “le forze di occupazione ci hanno impedito di entrare nelle aree afflitte e non ci hanno fornito alcuna ragione. Il fatto è”, ha detto, “che sono preoccupati di farci vedere il modo in cui la città è stata rovinata”.

La dottoressa Firdaws ha detto che lei e il team di soccorso della Mezzaluna Rossa rimarranno appena fuori i confini di Samarra’ per domenica notte, nella speranza che gli Statunitensi facciano entrare il suo team lunedì.

Gli abitanti picchiano a sangue un “disgustoso” reporter della stazione TV del governo fantoccio che “non diceva la verità”

In un dispaccio inviato alle 4:30 pm (tempo della Mecca) domenica pomeriggio, Mafkarat al-Islam ha riferito che i residenti del villaggio di Banat al-Hasan, situato vicino a Samarra’, hanno pestato a sangue il corrispondente per il network TV via satellite ufficiale del governo fantoccio, “al-Iraqqiyah”. Il corrispondente per Mafkarat al-Islam, che è stato testimone dell’attacco al reporter di regime, ha detto che gli abitanti del villaggio, uomini e donne, hanno fatto piovere colpi sul portavoce ufficiale ‘Ali Muhsin, colpendolo alla testa con delle scarpe finché non ha iniziato a sanguinare. Hanno rotto la sua camera costringendolo a lasciare l’area, prendendo rifugio ad un checkpoint dell’esercito statunitense.

Il corrispondente per Mafkarat al-Islam ha parlato con gli abitanti del villaggio che avevano attaccato il reporter del regime fantoccio riguardo l’incidente. “Nei suoi servizi precedenti, quel disgustoso giornalista ci filmava come un branco di pecore e ci ha chiamati ‘terroristi’. Non ha detto la verità, dunque meritava di essere punito”, hanno detto gli abitanti. Hanno aggiunto, “Dio lo ha protetto da noi perché stavamo per consegnarlo ai combattenti della Resistenza in modo che potessero dargli quello che si meritava”.

http://www.freearabvoice.org/Iraq/Report/report463.htm

Muhammad Abu Nasr (Free Arab Voice)
16.03.2006
Fonte: http://www.freearabvoice.org

Traduzione dall’inglese a cura di CARLO MARTINI per www.comedonchisciotte.org

VEDI ANCHE: OPERAZIONE “SCIAME” – PARTE I

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