In Olanda cade il governo “dopo aver fallito nel raggiungere un accordo sulla limitazione dell’immigrazione, che porterà a nuove elezioni in autunno”.
Il primo ministro Mark Rutte, da sempre un falco dell’austerita’ imposta ai paesi del sud europa, in patria fa il sovranista. Il Premier e l’Appello cristiano democratico (Cda) “spingevano per una limitazione netta del ricongiungimento familiare per i migranti. L’altra metà dell’alleanza, i liberali del partito D66 e i calvinisti dell’Unione Cristiana, si sono opposti.”
La crisi è stata innescata dal partito conservatore VVD di Rutte: “Non è un segreto che i partner della coalizione abbiano opinioni diverse sulla politica di immigrazione. Oggi purtroppo dobbiamo concludere che queste differenze sono diventate insormontabili. Pertanto presenterò le dimissioni dell’intero gabinetto al re”, ha dichiarato.
Una societa’, quella olandese, gia’ scossa dalle proteste dei piccoli agricoltori contro le politiche liberticide del governo che punta all’estinzione green delle loro attivita’; e’ nata cosi’ la grande sorpresa elettorale della scorsa primavera, quando il neonato partito degli agricoltori (Bbb), ha stravinto le elezioni locali.
E ora la caduta sui migranti.
Secondo l’Ansa: “In Europa la fine dell’esecutivo Rutte è destinata a sferrare un altro colpo all’asse centrista che finora ha fatto da architrave alle scelte di Bruxelles.”
Dalle periferie francesi alle coste mediterranee, fino alle cancellerie del continente: l’immigrazione e’ la bomba ad orologeria piazzata sul presente e sul futuro della nostra societa’.
Fonti:
https://www.reuters.com/world/europe/dutch-government-resign-over-asylum-policy-anp-2023-07-07/
07.07.2023