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La Redazione

 

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NUOVE “FALSE FLAG OPERATIONS” IN FRANCIA, BELGIO E GERMANIA

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A cura di Davide
Il 17 Novembre 2005
55 Views

CON I CARAIBI COME PROSSIMO OBIETTIVO ?

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DI WAYNE MADSEN

La Francia ha imposto lo stato di emergenza ad inizio della scorsa settimana mentre la rivolta delle periferie parigine si è allargata ad altre città, tra cui Calais (il capolinea francese del tunnel ferroviario che attraversa la Manica), St. Raphael, Amiens, Grasses, Bassens, Savigny-sur-Orge e Arras. Si sono registrati incendi dolosi anche in Belgio (a Ghent, Anversa e Lokeren) e in Germania, dove Colonia è stata oggetto, per la prima volta, di numerosi roghi di automobili.
L’entità della rivolta a Parigi si è placata mercoledì notte, ma non prima di diffondersi anche nella regione basca della Francia dove delle molotov sono state lanciate a Bayonne contro 4 autobus parcheggiati e un commissariato di polizia.
Ulteriori prove che i disordini avvenuti in Francia sono ben organizzati e coordinati, con lo scopo di arrivare a toccare ogni regione transalpina, sono date dal fatto che incendi dolosi e assalti a diversi edifici sono stati segnalati non solo nella regione basca, ma anche a Le Havre (in Normandia), Belfort e Saint-Quentin, Grenoble (nella regione delle Alpi) e a Brest (in Bretagna).

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Nel frattempo il neoconservatore ministro degli interni francese Nicolas Sarkozy sta affrontando forti pressioni affinché dia le dimissioni: i partiti progressisti e le organizzazioni per i diritti umani considerano l’infuocata retorica di Sarkozy una concausa dell’escalation di violenza. L’imposizione del coprifuoco a livello nazionale sembra essere stata decisiva nel contenere i disordini e gli incendi dolosi, ciononostante rimane aperta un’importante questione: Sarkozy avrebbe potuto prendere questa decisione molto prima. Invece si è limitato a etichettare i giovani maghrebini e africani come “plebaglia e rifiuti umani”, sostenendo che dovrebbero essere “Karcherizzati” [Nota: Karcher è un’azienda tedesca il cui fondatore, Alfred Karcher nato a Wurttemberg, vendette, fino al 1945, 1200 forni da tempra per fondere metalli. Ora produce per il Pentagono sistemi multifunzione per la decontaminazione nucleare, biologica e chimica].

WMR ha sottolineato come questi attacchi siano stati pianificati e coordinati con incredibile precisione ed abbiano colpito solo le 3 principali nazioni della NATO che si sono opposte alla guerra in Iraq. Per questa ragione, le forze dell’ordine e le agenzie di intelligence europee dovrebbero sorvegliare 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana, i diplomatici e gli agenti segreti Israeliani, i quali potrebbero essere impegnati in “false flag operations” sull’esempio di ciò che è accaduto nel “Lavon Affair” (1) o l’11 settembre. Un’operazione di questo tipo, diretta contro il presidente venezuelano Hugo Chavez, potrebbe essere stata scoperta proprio in questi giorni a Trinidad&Tobago.

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Un Israeliano con passaporto russo è stato recentemente arrestato a Port of Spain, Trinidad; potrebbe essere implicato in ciò che sembra un tentativo di compiere una serie di attentati terroristici nella regione petrolifera caraibica per poi addossarne la responsabilità alla significativa comunità araba e musulmana in Venezuela.

Il 26enne Vatang Agrunov (conosciuto anche come Bhatang Agranouve e Dahtang Mik Agarunov) è sotto inchiesta da parte delle autorità di Trinidad per i suoi presunti legami con i quattro attentati avvenuti a Port of Spain quest’anno: l’11 luglio nella trafficata Frederick Street (dove sono rimaste ferite 14 persone di cui 2 gravi e una donna che ha perso una gamba), il 10 agosto in George Street, il 10 settembre e il 3 novembre. Come nel caso degli “studenti d’arte” e “promotori” israeliani trattenuti in Canada e Stati Uniti, anche Agrunov ha fatto il finto tonto, sostenendo di non aver falsificato nessun visto governativo che avrebbe potuto garantirgli un prolungamento della sua permanenza in Trinidad. Secondo il Trinidad And Tobago Express, Agrunov ha raccontato alla polizia in un tipico inglese incerto e singhiozzante la sua triste storia: “Voglio solo dire che prendo il mio visto e finisco questa storia. Non voglio più stare in questo paese. Voglio andare a casa. Voglio solo finire tutto questo e tornare nel mio paese perché la mia famiglia non sa cosa mi è successo.”

Agrunov ha usato un visto per l’immigrazione per prolungare il proprio soggiorno a Trinidad e Tobago; le autorità caraibiche sono in possesso di informazioni secondo le quali sarebbe un sospetto terrorista.

Terroristi israeliani nei Carabi per preparare il terreno ad un’offensiva contro il Venezuela?

Le autorità di Trinidad e Tobago, incluse la Trinidad Anti-Crime Unit, Criminal Investigation Division, e i rappresentanti locali dell’Interpol, stanno aspettando una relazione da parte dell’Interpol stessa riguardo Agrunov. Il magistrato di Port of Spain, Baboolal-Gafoor non ha concesso ad Agrunov la libertà provvisoria in quanto considerato un individuo pericoloso.

Altri agenti segreti israeliani sono stati arrestati recentemente in Nuova Zelanda e in Australia con l’accusa di furto di passaporti neozelandesi. Come sempre in questi casi, il governo Israeliano ha negato qualsiasi coinvolgimento nei fatti di Trinidad. L’ambasciata israeliana di Caracas, che ha responsabilità dirette in questa vicenda, ha dichiarato di non aver avuto nessuna informazione circa l’arresto di Agrunov.

L’uso indiscriminato di un visto d’ingresso per Trinidad da parte di una cellula “false flag” israeliana avrebbe permesso agli agenti segreti di Israele di entrare ed uscire liberamente dal Venezuela passando appunto per Trinidad che si trova solo a 7 miglia di distanza; un’eccellente copertura per commettere attacchi terroristici verso centri turistici o infrastrutture petrolifere sia in Venezuela che in Trinidad per poi farne ricadere la colpa su “Al Qaeda” o su Arabi e Musulmani residenti nella zona. Per i precedenti attentati in Trinidad, infatti, erano stati accusati gli attivisti Musulmani locali. Il Ministro degli Esteri di Israele ha etichettato come “strana” la reazione delle autorità di Trinidad alla presenza di un sospetto terrorista israeliano nel loro paese.

Ci sono inoltre prove che l’FBI sia arrivata a Trinidad dopo l’esplosione di luglio con lo scopo di coprire gli agenti israeliani. La polizia locale ha fatto sapere che la presenza dell’FBI non era stata richiesta e che il primo ministro Patrick Manning era del tutto all’oscuro della possibilità che qualcuno avesse chiesto l’aiuto dell’agenzia investigativa statunitense. Nei casi in cui la polizia federale americana ha trattenuto per accertamenti degli agenti segreti israeliani colti in attività di spionaggio verso obiettivi militari o industriali sensibili negli USA, l’FBI si è sempre fatta carico molto rapidamente di trasferirli sotto il proprio controllo per poi esiliarli. In alcuni casi, gli agenti israeliani esiliati hanno poi fatto facilmente ritorno negli Stati Uniti.

Wayne Madsen
è un giornalista investigativo di Washington DC che tiene rubriche su diversi quotidiani a livello nazionale. E’ l’autore del libro di prossima uscita “Jaded Tasks: Big Oil, Black Ops & Brass Plates”. E’ il caporedattore ed editore del Wayne Madsen Report

Fonte: : http://www.onlinejournal.com
e
http://www.waynemadsenreport.com/
Link: http://www.onlinejournal.com/artman/publish/article_168.shtml
11.11.05

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANDREA GUSMEROLI

Note:
1- L`Affare Lavon Affair coinvolse una serie di attentati dinamitardi di istituzioni americane e britanniche in Egitto nel 1954. Questi attacchi sono stati ordinati dal capo dell`intelligence israeliana con l`obiettivo di farli apparire come se fossero stati compiuti da nazionalisti egiziani. L`idea era di danneggiare le relazioni tra l`Egitto e gli Stati Uniti e Regno Unito [Vedere ad Esempio, “Israel’s Sacred Terrorism”, Livia Rokach, Capitolo 7: http://www.chss.montclair.edu/english/furr/essays/rokach.html]
(tratto da: http://www.physics911.ca/Howells:_Jihad_Islamica).

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