NOTIZIE DI MACCHINAZIONI SEGRETE PER IL RIPRISTINO DELLA DRACMA METTONO NUOVAMENTE IN CRISI TSIPRAS

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FONTE: ZEROHEDGE

Lo scorso venerdi’ abbiamo diffuso la storia scioccante della rivolta sfiorata in Grecia.

Secondo il Financial Times il ministro Greco dell’energia e dissidente tra i dissidenti Panayotis Lafazanis avrebbe convocato un incontro a porte chiuse il 14 Luglio presso l’Hotel Oscar di Atene durante il quale tentò di convincere coloro del partito fedeli alla linea dura (nel linguaggio del Financial Times: “dei sostenitori dell’ex Presidente Venezuelano Hugo Chavez e qualche comunista vecchio stampo”) a invadere la zecca di Stato Greca, sequestrare le riserve valutarie nazionali, e se necessario, procedere all’arresto del governatore della banca centrale Yannis Stournaras.

Chiaramente il piano non è mai passato alla fase esecutiva, ma anche se la storia fosse anche soltanto in parte vera tradisce già quanto la Grecia sia arrivata a sfiorare seri sconvolgimenti sociali, se non guerra civile nei giorni immediatamente successivi alla decisione del primo ministro Alexis Tsipras di piegarsi alle domande dei creditori, abbandonando non solo il mandato elettorale di Syriza ma il risultato del referundum per cui aveva lui stesso fatto campagna elettorale fino a pochi giorni prima.

Adesso che Tsipras ha avuto successo nel persuadere i legislatori Greci a cedere la sovranità a Bruxelles in cambio del diritto a utilizzare l’euro, favole su piani clandestini di ridenominazione sono saltati fuori in abbondanza, ed adesso, in aggiunta alla storia a cui abbiamo accennato sopra, e dicerie che un ritorno alla Dracma sia quasi per essere stato finanziato da un prestito del Cremlino, possiamo dare uno sguardo ad un ennesimo piano dietro le scene, stavolta cortesia della diffusione di una chiamata in videoconferenza registrata tra Yannis Varoufakis e i membri di “Hedge funds internazionali”. Ecco la storia, come pubblicata dal quotidano nazionale Kathimerini:

L’ex ministro delle finanze Yannis Varoufakis ha sostenuto di esser stato autorizzato da Alexis Tsipras lo scorso Dicembre a ricercare il modo di mettere in piedi un sistema di pagamento alternativo che avrebbe funzionato usando i codici fiscali (in Grecia AFM) e avrebbe potuto funzionare da sistema bancario parallelo, Kathimerini sostiene di aver appreso.

In una teleconferenza con membri degli Hedge funds internazionali che si sostiene sia stata presieduta dall’ex Chancellor of the exchequer (cancelliere dello scacchiere) Britannico Norman Lamont, Varoufakis ha sostenuto di avere ricevuto l’OK da Tsipras lo scorso Dicembre, un mese prima delle elezioni generali che hanno portato Syriza al potere, di pianificare un sistema di pagamenti capace di operare in euro ma convertibile rapidamente in Dracme se necessario, riferisce Kathimerini.

Varoufakis allora avrebbe lavorato insieme a un piccolo gruppo alla formulazione del piano, che avrebbe realisticamente richiesto un staff di 1000 persone per essere implementato, ma a un certo punto è mancata la conferma di Tsipras a procedere, ha sostenuto lo stesso Varoufakis.

La conversazione telefonica è del 16 Luglio, oltre una settimana dopo che Varoufakis si dimise da ministro delle finanze.

Il piano avrebbe incluso ottenere i dati fiscali di contrubenti e imprese hackerando il sito del Segretariato generale per il prelievo fiscale (agenzia delle entrate).

Questo avrebbe permesso la creazione di un sistema parallelo pronto a entrare in funzione in caso di chiusura delle banche e che avrebbe consentito pagamenti tra lo Stato e terzi ed eventualmente condurre alla effettiva creazione di un sistema bancario parallelo, ha sostenuto Varoufakis.

Dal momento che il segretariato generale del prelievo fiscale è un sistema monitorato dai creditori, e di conseguenza difficile da accedere per lo stesso Governo, Varoufakis disse di aver assegnato a un amico d’infanzia, un esperto di tecnologia informatica attualmente docente alla Columbia university di provvedere a bucare i sistemi informatici. Una settimana dopo l’insediamento di Varoufakis al ministero, egli disse che gli amico gli aveva telefonato dicendo di avere il “controllo” dell’hardware ma non del software, che “appartiene alla Troika”.

Pare che Varoufakis progettava di impossessarsi dei computers, in secondo luogo hackerare il software ministeriale, rubarne il codice e su esso ricalcare il sistema di pagamenti parallelo. Ecco estratti dalla conversazione, sempre citati dalla fonte Kathimerini, in dui parla Varoufakis:

“Prima che il primo ministro diventasse primo ministro, prima della vittoria alle elezioni in Gennaio, mi aveva autorizzato a formulare un piano B. Allora misi in piedi una squadra molto competente, una piccola squadra, dal momento che tutto andava tenuto sotto stretta copertura, per ovvie ragioni. E abbiamo lavorato sin dalla fine di Dicembre/inizio Gennaio a creare questo piano B”.“Pensavamo di agire nella maniera seguente: abbiamo un sito web dell’ufficio delle imposte, come esiste in Gran Bretagna e in qualunque altro posto, dove i cittadini, i contribuenti, accedono con il loro codice fiscale e possono effettuare pagamenti tramite bonifici bancari elettronici, per pagare ad esempio l’IVA o la tassa sul reddito e via dicendo”“Pensavamo di creare, furtivamente, dei conti di riserva collegati a ciascun codice fiscale, senza che se ne diffondesse notizia, cosi’ da avere questo sistema già pronto a funzionare, così che , semplicemente pigiando tasti, potevamo fornire dei numeri PIN a tutti i titolari di codice fiscale, ai contribuenti.”

“Questo avrebbe messo in funzione un sistema di pagamenti parallelo che sarebbe entrato in funzione una volta che le banche fossero state chiuse come risultato delle azioni aggressive della BCE per privarci dello spazio per respirare”.“Era tutto ben studiato e credo che avrebbe fatto una bella differenza perchè in tempi brevi saremmo stati in grado di estenderlo, potendo usare anche una app sugli smartphones, così da renderlo un sistema parallelo perfettamente funzionante. Chiaramente all’inizio sarebbe restato tutto denominato in euro, ma pronto ad essere convertito alla nuova Dracma in men che non si dica”.“Ma lasciatemi dire, è una storia piuttosto affascinante, tutte le difficoltà che ho incontrato. Il segretariato generale delle imposte, una sottodivisione del mio ministero, è sotto il controllo pieno e diretto della Troika. Non l’ho trovato sotto il controllo del mio ministero, tantomeno di me stesso in qualità di ministro, era controllato da Bruxelles”.

“Dunque, problema numero uno: il segretariato generale per i sistemi informatici, invece, era sotto il mio controllo. Nominai un mio ottimo amico, amico d’infanzia che era divenuto professore presso la Columbia university negli Stati Uniti e così via. L’ho nominato perchè sapevo di potermi fidare, che sarebbe stato in grado di portare tutto a termine”.“A un certo punto, dopo una settimana circa dopo esserci insediati al ministero, mi chiama e mi riferisce che: “Il problema è che adesso ho il controllo dei computers, controllo l’hardware ma non il software. Il software è di proprietà del segretariato generale delle imposte, e lo controlla la Troika. Che posso fare?”.“Così decidemmo di hackerare il software del mio stesso ministero in maniera da recuperare i codici necessari dentro un potente computer nel suo ufficio in modo da poter iniziare a lavorare alla costruzione del sistema alternativo dei pagamenti”.“A questo punto eravamo pronti a ricevere il segnale di via dal primo ministro, quando le banche furono chiuse e migrate dentro il sistema del segretariato generale delle imposte, che non controlliamo noi, ma Bruxelles”.

In breve, Varoufakis sostiene che Tsipras avrebbe pre-acconsentito alla creazione di conti bancari segreti per ogni cittadino registrato nel sistema fiscale (conoscendo la Grecia, qualcuno magari sarebbe rimasto senza conto). I Greci avrebbero scoperto dell’esistenza di questi conti nel caso in cui l’intero sistema bancario ordinario fosse stato chiuso, e Atene avrebbe garantito le transizioni in barba alle regole dell’unione economica e monetaria Europea. Ovviamente una cosa del genere non sarebbe stata per niente gradita a Bruxelles, specie l’attacco informatico ai loro software, ma in ultima istanza avrebbe consentito al nuovo sistema di essere sotto il saldo controllo del ministero di Varoufakis, e di poter essere immediatamente convertito alla Dracma.

Kathimerini continua citando Varoufakis che sostiene che il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble aveva intenzione di usare l’uscita Greca come argomento forte per forzare la Francia ad appoggiare un sistema di cessione di tutte le decisioni in materia fiscale a Bruxelles (che chiaramente avrebbe dato a Berlino un peso molto maggiore sulle finanze delle nazioni dell’eurozona): “Schaeuble ha un piano. Me l’ha descritto in maniera molto semplice. Non crede che l’eurozona sia sostenibile nella forma attuale. Ritiene che devono esserci trasferimenti fiscali, e qualche grado di unità politica. Crede che affinchè un’unione politica funzioni senza una federazione, senza la legittimità che un parlamento federale propriamente eletto può garantire all’esecutivo, allora occorre un alto grado di disciplina. E mi disse esplicitamente che l’uscita Greca poteva fornirgli il potere contrattuale necessario, un potere sufficiente di terrorizzare, per imporre ai Francesi quello che hanno sempre resistito. E di cosa stiamo parlando? Una certa misura di trasferimento di potere in materia di bilancio da Parigi a Bruxelles”.

Le nuove rivelazioni rappresentano serie preoccupazioni per Alexis Tsipras. Le larghe spaccature interne a Syriza sono ampiamente pubblicizzate, ma storie che riferiscono di piani segreti per creare un sistema bancario parallelo a partire dal database fiscale, nonchè l’idea che elementi di spicco al partito meditavano di requisire miliardi in riserve valutarie e assumere il controllo della banca centrale, hanno scatenato pareccchie richieste di chiaramenti da parte di membri del parlamento.

Secondo la Reuters: Il partito di centro destra Nea Demokratia e il partito di centro To Potami, ed il partito socialista PASOK, tutti partiti che hanno appoggiato Tsipras nella votazione rispetto all’accettazione dell’offerta di bailout, chiedono risposte. “Le rivelazioni che arrivano materializzano un enorme problema politico, economico e morale per il Governo, il quale ha disperatamente bisogno di fare dell’auto-analisi”. “E’vero che è stato creato un team su iniziativa del ministero delle finanze per lavorare a un piano di ripristino? E’ la verità che si è discusso di occupare la Zecca e che ci siano state preparazioni per una valuta parallela ottenendo informazioni fiscali tramite hacking?” Tsipras si trova veramente in una posizione complicata. Passare due scaglioni di misure imposte dal bailout gli è costato caro sul piano politico dal momento che ciò ha già provocato la defezione di oltre 30 parlamentari di Syriza su entrambe le votazioni. Ciò significa che per continuare a governare sarà costretto a contare sul supporto dei parlamentari d’opposizione, quantomeno finchè sarà nella posizione di convocare nuove elezioni e sperare in un “nuovo inizio”, dopo che il terzo programma della Troika sarà già effettivo.

Se gli oppositori politici di Tsipras pensano che i loro sforzi per appoggiare Tsipras allo scopo di mantenere la Grecia nell’euro sono stati sovvertiti in segreto da membri di Syriza, essi potrebbero ritirare il loro supporto, lasciando Tsipras privo di supporto da un lato come dall’altro.

Dato tutto questo è semplice vedere come numerosi analisti e commentatori sono ancora convinti che l’uscita della Grecia, con tutto ciò che comporta sia per la Grecia che per l’unione monetaria europea, sia ancora l’epilogo più probabile di questa storia.

Fonte: www.zerohedge.com

Link: http://www.zerohedge.com/news/2015-07-26/reports-secret-drachma-plots-leave-tsipras-facing-fresh-crisis

26.07.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CONZI

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