NIMBY-PIMBY: IL FATTORE R TRA NOI

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DI NICOLETTA FORCHERI
ComeDonChisciotte

Un
premio Pimby agli enti locali per un inceneritore assegnato proprio
da chi degli inceneritori fa il proprio ricco business.

L’inceneritore
di Poggibonsi, inaugurato il 25 settembre scorso, è valso alla provincia
di Siena il premio Pimby, neo acronimo supplichevole per “Please in
my Backyard!” che detto in italiano suona: “per favore favoriscano
dietro a casa!”, in contrasto con l’inospitale, ma oh quanto più
diffusa, sindrome Nimby: “non nel mio cortile!”.

Nimby
è l’acronimo che i sostenitori del “fare” affibbiano a chiunque
abbia una qualche velleità di criticare i loro piani di espansione
– e deturpazione – territoriali, con una figura retorica che consiste
nel negare un aspetto (il dove – “non qui ma altrove”), per sottintendere
un soggetto (l’opera) come se fosse già fatto reale, ineluttabile
e imminente, invece che una delle tante ipotesi future. Come se il fatto
di cui trattasi – nella fattispecie l’inceneritore – fosse (stato)
l’unico possibile e che non volerlo dietro a casa fosse (stato) miope
e irresponsabile. Come se i cittadini non fossero ansiosi di proporre
alternative valide, praticabili e sostenibili per la collettività.
Come se dette alternative valide non esistessero (www.centroriciclo.com ).

Per
rimarcare il concetto, Pimby è anche un’associazione (www.pimby.eu), dalle sinistre assonanze
veltroniane (“la cultura sostenibile del fare”), che si prefigge
di promuovere “a livello nazionale e internazionale il dialogo tra
le amministrazioni pubbliche locali e la cittadinanza, basato anche
su metodologie innovative di democrazia partecipata, al fine di realizzare
infrastrutture ed impianti indispensabili alla modernizzazione del Paese
nel pieno rispetto dell’ambiente naturale e del territorio”.

A parte
lo sproloquio sulla democrazia partecipata, abbozzo di tentativo di
recupero dell’ultima trovata dei cittadini stufi di uno stato di dittatura
strisciante, che cosa c’entra l’internazionale nel dialogo locale
tra cittadinanza ed enti pubblici?

blank

C’entra
eccome, perché Pimby, associazione dichiaratamente senza scopo di lucro,
ha tutta l’aria di essere il gruppo di pressione di certa finanza
– Chiccho Testa, presidente della Rotschild Italia SpA è uno dei 4
fondatori – il cui scopo apparente sarebbe quello di premiare gli enti
locali che con opere (inceneritori, generatori elettrici, TAV, gasdotti,
parchi eolici) date in concessione alle sue stesse società sostenitrici
e probabilmente finanziatrici (Edison (EDF), Cofathec (Suez Gaz de France),
Enel (Conti/Barclays), Terna SpA) soddisfino il fattore R. “R” come
®, royalty, reali, ryanair, rockfeller, rapace, o R come Rotshchild.
  

Oggetto
delle sue “menzioni speciali” sono anche personalità che si sono
adoperate per decantare al pubblico opere istintivamente osteggiate
dai cittadini, in particolare Mose e TAV, i suoi pallini fissi. Figurano
ad esempio tra gli insigniti del 2007 Enrico Letta, “per il cambio
di rotta nella gestione” della Tav Torino Lione e del Mose di Venezia;
il presidente della Lombardia Roberto Formigoni per la celerità con
cui ha agevolato i pesanti investimenti infrastrutturali per la Nuova
Fiera di Milano e il sistema autostrade regionali; il presidente della
Toscana Claudio Martini, per la farsa della Legge regionale sulla partecipazione;
il giornalista Pirani “per avere contribuito con passione e rigore
intellettuale a fare chiarezza” sul Mose, e il sindaco francese Roland
Merloz “con l’augurio che la TAV Lione Torino possa presto unire
i nostri due Paesi”! Pimby declama il dialogo ma non lo pratica, sa
al posto dei cittadini quel che è meglio per loro e si autopremia pure.  

Per
i cittadini della provincia di Siena, oltre al danno la beffa, quando
Pimby motiva il premio alla provincia con la sua capacità di avere
saputo “coniugare” “la scelta di realizzare grandi opere” con
“il consenso dei cittadini”(sic). Valutazione inficiata da una rapida
lettura del comunicato stampa dei comitati della Valdelsa, del 2 dicembre
scorso: ignorate 5000 firme, non accolto l’esame di progetti alternativi
né le centinaia di studi internazionali; respinto il ricorso al TAR
di cento proprietà contro il piano provinciale dei rifiuti; nessun
invito ad un tavolo negoziale aperto con i cittadini in ben 11 anni. 

La
galassia Unieco

Un
inceneritore gestito con il modello misto pubblico privato che
persegue la privatizzazione dei servizi pubblici, sottoscritta dalla
galassia cooperativa Unieco, che si comporta come una holding con centinaia
di partecipate Spa e Srl presso cui raccoglie risparmio con vari strumenti
finanziari e che partecipa per il 30% in una bancassicurazione francobelga
internazionale, la Dexia, non proprio una cooperativa.
 

L’inceneritore di
Poggibonsi è gestito da Sienambiente SPA, “società creata
ad hoc senza gara pubblica”, gestore unico dell’ATO rifiuti 8 della
provincia di Siena:



   
 

[dal
sito di Sienambiente – grafico 1]  

Da una
parte, Sienambiente annovera un 43,76% ai comuni, ormai anello debole
– o complice – della “democrazia” nazionale,  e dall’altra un’amministrazione
provinciale di Siena, che come ben sanno i cittadini è più una scatola
vuota di partecipazioni societarie che altro (vedi sotto) – più dalla
parte delle società che da quella dei cittadini; una banca, MPS Merchant
SpA (14%),  e poi un bel 26% a STA spa.   

Chi
è STA spa? STA è una controllata della Unieco, la società cooperativa
di Reggio Emilia che è diventata una holding con numerosissime partecipate
spa e srl. STA è quindi una spa controllata della HOLDING COOPERATIVA
UNIECO, di cui allego il grafico della sua galassia (vedi sotto).  

PARTECIPATE
UNIECO – (grafico n. 2)

AMBIENTE    COSTRUZIONI
“EMILIA”   COSTRUZIONI “ITALIA”

Refri srl 60%
   Lusetti Studi srl 100%   Cofintur Gardazzurro sas di Uni-Gest 99,90%

Tred Sud srl 100%  Compagnia
Ambientale srl 100%  San Sebastiano spa 50%

Tred Livorno spa
49,49%  Remilia srl 100%   Iniziative Bresciane soc.cons. 50%

Tred Carpi srl
49,18%   Immobiliare S.Savino srl 100%  Aedilitia spa 50%

Rio Sud srl 100%
  Fenice spa 98%    Area Lamaro spa 35%

Unieco Costruzioni
Meccaniche srl 100% Iniziative 2000 spa 40%  Stadio di Albaro spa 57%

Unirecuperi srl
100%   Forum spa 50%    Leonessa srl 50%

U.T.& T. srl
unipersonale 100%  Ulivi spa 50%    Sonclino srl 30%

Pool Ambiente
srl 50%   Immobiliare Porta Nuova spa 50% Uni-Gest Italia srl 100%

Tesmarche srl
in liq. 65,50%  A.P.E. spa 78%    Uni-sport spa 20%

Sereco Piemonte
spa 100%  Mineco soc.cons. a r.l. 50%  Viridia sc 62,69%

Ecolinea spa 100%
  DUC spa 49%    Villa soc.cons.a.r.l. 50%

Barricalla spa
35%   Centaurus spa 40%   Consorzio I.B. 50%

A.S.A. spa 39%
   Mingori-Unieco srl 50%   Consorzio V.T. 50%

Nuova Geovis spa
49%   Unicolle spa 77,50%   La Donella spa 95%

S.T.A. spa
36,44%
  Unieco Iniziative spa 50%   Della Razza soc.cons.p.a. 80%

C.S.A. spa 40,32%
  Podium Parma spa 32%   Piscine Genova soc.cons.p.a. 66%

Produrre Pulito
spa 52,13%  Unica spa 91,50%   Immobiliare Paesa spa 50%

Sienambiente
spa 26%
  Aquatico spa 96%   Silos srl 33,33%

Amiata System
srl 34%   Uni-Acanto spa 50%   Acquaviva spa 50%

T.B. spa 30%    Immobiliare
Mentana spa 50%  Le Robinie spa 80%

Valdisieve soc.cons.a
r.l. 37,93% Aquarius srl 50%    Unieco-Edilvit soc.cons.a r.l. 52%

Scarlino Holding
srl 100%   Dexia spa 33,34%   Immobiliare Adamantea spa 55%

Pisambiente srl
60%   Cofar srl 100%    Meti srl 40%

Uniproject srl
51%   Pratolungo srl 100%  Sarzana Sviluppo spa 90%

AMA spa 100%    Arfer
srl 0,05%    Ares spa 20%

Arcaland spa 68%
  Il Tempio srl 50%   Terraglio 07 spa 30%

Bonifica Alto
Adige scrl 50% Unilpe spa 60%    Nuova Piazza spa 24,50%

Unieco Green spa
50%   Unir sia 55,02%   New Co.Savona spa 84,99%

Uniced srl 51%   

Unieco-C.F.M. srl 50%  Santa Giulia R.E. spa 50%

T.B. spa 35%   Fidenza
Shopping Park srl 100% Triumplina 43 spa 33,34%

Iniziative Ambientali
srl 20%  T. & B. Turismo & Business spa 100% U.P.S. Soc.cons.p.a.
40%

Master Fluid srl
45%   Co.Stra.D.A. srl 50%   Uniengineering srl 100%

Cons. Bonifica
Basse di Stura srl 50% Arcinquanta srl 50%   Reales spa 33,32%

Fidenza Interventi
Ambientali scrl 80% Ca’ Rossa soc.cons.a r.l. 60% Città Sant’Angelo
Outlet Village spa 25%

Unibar soc.cons.a
r.l. 50%      Welfare Italia spa 20%

S.F. Impianti
srl 39,88%   Pescara Outlet soc.cons.p.a. 50% Bareco srl 50%

Unisicilia srl
30%

Manduria Ambiente
spa 40%

Electrometal srl
40%

San Giuliano soc.cons.a
r.l. 50%  

LATERIZI    LINEE
FERROVIARIE   FINANZIARIE

C.L.F. srl 100%
   C.L.F. spa 60%     Quorum spa 55%

Rivesto srl 50%
   Arfer srl 99,95%     Par.Co. spa 5,27%

Evento spa 51%

   Sviluppo 2010 srl 40%    Unifin spa 100%

So.La.Va spa 40,41%
  S.l.L.F. spa 100%    Finmedia srl 100%

Vivaterra srl
33,18%   Certosa Fer 2000 srl 98%

Gral spa 50%    Sviluppo
2010 srl 60%

Sofem srl 100%
   T.E.S. srl 100%

Air Beton spa
50%   S.I.F.EL. Spa 60%

Costruzioni Ferroviarie
sud srl 75%

[dal
bilancio 2007 di Unieco]  

Ma a ben guardarci è
curioso che una cooperativa sia a capo di una galassia di spa e srl.
Curioso che una cooperativa si comporti come una holding ma è purtroppo
quel che succede. Curioso che la cooperativa possa raccogliere risparmio
presso le sue società partecipate, secondo la nuova legislazione societaria
(DL n. 310 del 28 dicembre 2004 ) con titoli del debito e altri strumenti
finanziari, curioso infine che il suo scopo, messo in bella vista sul
sito, sia: partecipare “ai processi di privatizzazione in corso delle
principali Utilities italiane “. Curioso per una cooperativa.  

In breve
vediamo un cartello, formato dalla Unieco, dalla banca MPS e dalla nebulosa
STA,  dove prevale l’obiettivo (politico) della privatizzazione (economica)
delle utilities, naturalmente senza consultarci, e che con la logica
del debito strumentale convince, o costringe, i comuni ad accettare
l’inceneritore. In tutto questo dove sta il bene comune? Dove sta
la rappresentatività degli elettori?  

Dal grafico 2, poi,
si desume che se Unieco partecipa per il 36,44% in STA spa e quest’ultima
partecipa a sua volta per il 26% in Sienambiente SpA, allora Unieco dovrebbe
avere una partecipazione indiretta del 9,4% che sommata alla partecipazione
diretta del 26%, equivale al 35,4%, mentre nel grafico 1, tratto dal
bilancio di Sienambiente, figura unicamene il 26% della STA spa. O è
sbagliato il grafico di Sienambiente SpA o quello del bilancio Unieco,
fatto Sta che i conti non tornano e che dietro alla galassia sembra
esserci una nebulosa.   

Per
il resto, la sorellina coop è talmente brava ad adeguarsi alle grandi
sorelle nelle multiutilities, EDF, Suez Gaz de France, Edison, le stesse
che sponsorizzano Pimby e il suo sinistro premio, da esserne diventata
una brava emule e averne dimenticato la propria natura. Addirittura
partecipando alla cessione, e smembramento, del bene pubblico italiano
a vantaggio di sé e delle sue sorelle maggiori.  

Parentesi Dexia

Una banca in cui
siede l’ex consigliere delegato di Banco Popolare, Innocenzi, pur
non avendo niente di popolare.
 

Ed è
così che stringe alleanza, partecipandovi con una quota di oltre il
30%, con un gruppo finanziario francobelga dalla presenza internazionale,
il gruppo Dexia (filiale italiana Dexia-Crediop), nato nel 1996 dalla
fusione inizialmente paritetica dell’antico istituto finanziario Crédit
Communal de Belgique/Gemeentekrediet van België e dell’omologo francese
Crédit Local de France. Specializzato nei finanziamenti agli enti pubblici,
nel nostro paese è soprattutto noto per la frode della vendita dei
prodotti derivati ai nostri enti locali: non c’è che dire, un bel
lavoro di squadra, Dexia con i derivati e Unieco con la privatizzazione
delle utilities e dei suoi utili…   

Gli
azionisti di riferimento di Dexia sono, oltre a una finanziaria
di difficile interpretazione, una “Holding comunale”, la Cassa Depositi
francese (azionista del fondo equità Galaxy per il contestato progetto
di aeroporto di Sovicille-Siena), un’assicurazione belga Ethias, il
governo francese, il governo belga e le regioni belghe. Non per niente
è una delle banche europee ad avere usufruito di un piano di salvataggio
governativo, cui hanno partecipato a settembre scorso i tre governi
del Benelux con un importo pari a 6,4 miliardi di euro, in seguito al
quale sono stati nominati due nuovi dirigenti ( Articolo ): l’ex primo ministro belga
Jean Luc Dehaene, e un ex dirigente della banca BNP Paribas (socia di
Frère, azionista di riferimento di Suez Gaz de France) e ispettore
delle finanze, Pierre Mariani…

Nel
consiglio di amministrazione di Dexia (cda
Dexia
) –
il cui logo presenta la “doppia croce”, come Axa, azionista apparentemente
minoritario in MPS, e come Exxon, e che in inglese significa “imbrogliare”
(to double-cross) – siede anche Fabio Innocenzi, il consigliere delegato
del Banco Popolare di cui proprio oggi – 13 DICEMBRE 2008 – una notizia
( Articolo
Il Sole

) riferisce di eventuali dimissioni: la banca starebbe affrontando un
“fenomeno speculativo”, che strano.

Il
Banco Popolare funge da cavallo di troia
per i suoi azionisti di riferimento (ABP, fondo pensioni dello stato
olandese e FIL, fondo investimenti statunitense facente capo a R) per
garantirsi il controllo della sua partecipata (30%), la banca concessionaria
Italease, gerente dei fondi nazionali ed europei del paese.
Investimenti che rendono oltre il 7% secondo ABP, e che  garantiscono
certamente una pensione tranquilla e sicura, sì, ma a  pubblici
funzionari olandesi e clienti angloamericani di FIL!

La situazione
di Italease, di cui il Banco Popolare è il maggiore azionista
al 30% in connubio con MPS e Real Mutua Assicurazione, verserebbe in
brutte condizioni. Le eventuali dimissioni seguirebbero alla rottura
delle trattative con la Deutsche Bank che voleva acquistare Italease
( Articolo
La Repubblica
).
Sempre la solita storia: Italease non è una normale banca, essa è
una banca concessionaria “per conto dei Ministeri che hanno decentrato”
le attività amministrative relative alle domande di finanziamento agevolato,
la gestione delle erogazioni dei contributi e altri rapporti con i ministeri
come quello delle Attività Produttive e quello dell’Università e
Ricerca Scientifica Tecnologica per gli interventi nelle aree depresse
del paese (L488/92), per gli investimenti di imprese femminili (L215/92),
per quelli di attività di sviluppo precompetitivo (ART. 14 L. 46/82
– Fondo per l’Innovazione Tecnologica), e per gli investimenti in
ricerca (D. LGS 297/99 – Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca) ( Italease ).

Concessione
vuole dire guadagno assicurato, senza concorrenza, in situazione di
monopolio e finanziato dal pubblico e in questo frangente di “crisi”
bancarie è tutta una rincorsa alle concessioni. Ma è giusto che le
nostre concessioni nazionali siano rilevate da banche estere, soprattutto
in seguito a dubbie speculazioni strumentali al caso, e soprattutto
la gestione di ingenti somme di denaro vitali per il nostro paese?

Il
Banco Popolare
, società cooperativa quotata in Borsa e azionista
di riferimento di Italease, vanta due soli azionisti con poco più della
soglia del 2% (dati Consob) di cui uno è il fondo pensione del governo
olandese Stichting Pensioenfonds ABP (con 2,2 milioni
di euro) destinato ad assicurare contro invalidità, decesso e pensione
“dipendenti e imprenditori al servizio del governo olandese e del
settore dell’istruzione”. “Tutto basato sulla solidarietà e senza
scopo di lucro”, si legge sul sito. Si, con l’obiettivo di assicurare
una rendita del 7%… Il secondo investimento maggiore del fondo ABP
è nei titoli di Stato italiani per un importo di 7 681 000 000 euro,
una cifra enorme (dietro a quello nei titoli del governo francese).
(Il collegamento “ABP
maggiori investimenti

era saltato da quando era stato pubblicato l’articolo nella notte
di lunedì 8 dicembre).

Ma il
fatto è troppo enorme: mentre 2,5 miliardi di equity sono “investiti”
nelle nostre imprese di cui 325 milioni in Banco Popolare (saltato il
collegamento ma salvato il contenuto, vedi allegato sotto ABP equity, VEDI SOTTO ), con investimenti di rendita
finanziaria non certo produttivi, i nostri fondi pensione investivano
in titoli tossici che saremo tenuti a rimborsare con le buone o le cattive
e il nostro governo non trovava niente di meglio, per assicurarci il
futuro, che sequestrare il TFR a vantaggio degli stessi fondi pensione
con un dubbio silenzio assenso… Nei fatti sorge chiaro e nitido il
dubbio che sia tutta l’economia di un paese a finanziare le pensioni
nazionali olandesi (ma non solo), e del nord Europa in genere con “strumenti”
o trucchi finanziari vari.

blank L’altro
azionista è uno tra i più potenti fondi al mondo FIL limited
(la parte internazionale del fondo americano FMR) che ha nel
logo il potente simbolo esoterico della piramide, l’occhio e i raggi
del sole. E infatti le informazioni sono criptiche e per venirne a capo
non basterebbe un capitolo di libro.

Che
dire? Desta perplessità che una cooperativa, Unieco, partecipi in una
banca (Dexia) che non ha avuto alcuna remora a propinare, illegalmente,
prodotti finanziari esplosivi per il seguito della sostenibilità del
nostro paese intero. In quanto a Innocenzi, amministratore cooptato
in Dexia ed ex ad di Banco Popolare chi gli ha detto di dimettersi?
Egli non ha fatto il suo dovere non cedendo Italease? Forse che il suo
dovere sarebbe diverso, ossia quello di (s)vendere, non per niente lo
avrebbero promosso al cda della Dexia? Non avendo compiuto la missione,
merita le dimissioni? E ABP, fondo pensione nazionale olandese, che
cosa ci fa nel Banco popolare? La Zecca o la zecca?

Non
stupitevi se nei prossimi mesi assisterete a un attacco giuridico al
modello di banche popolare e casse di credito cooperativo di cui esiste
già un piano a livello FMI per smantellarle e renderle più
“piramidali” per la presunta concorrenza
“sleale” che eserciterebbero. In realtà
è lo stesso piano per arrivare a un nuovo ordine mondiale in cui solo
alcune banche centrali governeranno.

La nebulosa STA spa

Se Unieco partecipa
per il 36,44% in STA spa, chi sono gli altri felici soci?

E chi
è STA spa? Si legge che a sua volta è una ”holding di imprese cooperative
toscane ed emiliane (Unieco, La Castelnovese, Cooplat) e della Banca
Monte dei Paschi di Siena” ( Unieco
Ambiente

)… mentre le sue imprese partecipate non sono proprio cooperative:
Produrre SpA, TB SpA, Centro Servizi Ambiente SpA, Centro Raccolta Cento
Materie o CRCM srl, Sienambiente SpA, ICQ Toscana Esco srl, Se.Ver.A
SpA, Valdieve Soc Cop. A.r.l, AER SpA, Scarlino Holding Srlu, Scarlino
Energia srl, Pisambiente srl, Geofor SpA, alcune delle quali ben note
ai comitati di cittadini!  

L’argomento
Napoli

L’argomento
“Napoli” per imporre gli inceneritori sembrerebbe essere l’argomento
prescritto da certa scuola per fare passare la Soluzione finale Inceneritori,
mentre è risaputo che la popolazione di Napoli richiede da anni con
insistenza la differenziata, che sembra che una classe politica compatta
abbia il divieto di attuare. Ordini che provengono da circoli dell’elite
finanziaria incarnati dalla vergognosa fusione, ai sensi della concorrenza
europea, tra Suez e Gaz de France.   

Gaz
de France
è stata detentrice – e lo è tuttora? – di una delle
due concessioni rifiuti della Regione Campania (per la bonifica e la
raccolta nel litorale Domizio Flegreo Agro Aversano) dopo avere acquisito
il controllo della Jacorossi Imprese SpA tramite la sua controllata
Cofathec (nel 2001). Con la concessione, la Francia, oops! scusate Gaz
de France, oops! scusate Cofathec, oops! scusate la Jacorossi Imprese
SpA incassava centinaia di milioni di euro dalla Regione Campania per
assumere 180 lavoratori socialmente utili, che costringeva a incrociarsi
le braccia, mentre subappaltava a ditte mafiose locali lo sversamento
selvaggio di tonnellate di rifiuti tossici. Jacorossi Imprese SpA, con
sede anche in Israele, appare essere una società schermo per nascondere
fatti, persone, piani e affari.  

In Toscana,
Suez Gaz de France è alleata con MPS, Caltagirone e Acea nello
sfruttamento delle risorse idriche, per formare un monopolio privato
(o, a livello nazionale, duopolio, con Veolia, che ha appena
acquisito TMT) nelle utilities di tutta la penisola.   

Intanto
il governo annuncia, causa la deflazione, di bloccare tutte le tariffe
per il 2009, ma non quelle dell’acqua, con grande soddisfazione dei
circoli dell’elite finanziaria europea – quella che ha suggellato
un patto con il diavolo, oops! il fattore R, oops! volevo dire, la finanza
“internazionale” – che si sta fregando le mani perché in Italia
ci sarebbero, stando alle loro stesse analisi, grossi margini di aumenti
delle bollette dell’acqua…  

La
Provincia di Siena

Il giudizio
della provincia di Siena come “scatola vuota di partecipazioni societarie”
è basata sui fatti. Ad esempio, sul fatto che la provincia di Siena
sia socia in affari, nella fattispecie, con una finta cooperativa, la
Unieco – in realtà una holding nazionale – e una banca, la MPS Merchant
SpA, che hanno in comune la missione principale di privatizzare le
utilities
– messa in bella evidenza su una pagina principale della
Unieco Ambiente –  e questo senza che i cittadini siano stati interpellati
o siano benché minimamente rappresentati – come è logico che sia –
dagli azionisti e/o soci e dagli amministratori di Unieco e di MPS.   

Una
privatizzazione prima strisciante, con l’onusiano strumento Misto
Pubblico Privato (PPP), che via via diventa predominante, uscendo allo
scoperto, mettendo tutti davanti al fatto compiuto. Sta succedendo mentre
scriviamo, sotto i nostri occhi, davanti a un paese bloccato dal panico,
stressato dalla balla del debito e ipnotizzato da tanti calcoli attuariali.
Basterebbe un uomo politico che dicesse la verità per risvegliarci
dall’incubo. Impossibile, i politici sono emanazioni delle stesse
banche. Guardati a vista.   

Ma intanto
l’appiattimento, nei fatti, degli enti pubblici allo statuto di Società
e Banche rende il partner pubblico partecipe, complice e confacente più
all’attuazione della “mission” e degli obiettivi dei loro partner
privati che non alle prerogative del popolo della Provincia.  Soddisfazione
di imprese e di cittadini, non sempre coincidono. Si, il fattore “R”
è decisamente tra noi.  

Nicoletta
Forcheri 8 dicembre 2008

www.stampalibera.com www.mercatoliberotestimonianze.blogspot.com

Si ringraziano
Gravix per la foto del “cancrovalorizzatore” e Nuovo Ecosistema
per una preziosa informazione sulla normativa in materia di cooperative
(www.nuovoecosistema.it

Allegati:

Struttura societaria
della Provincia di Siena: [dal sito della Provincia]
– grafico n.3

  •  
    Agenzia Provinciale per l’energia e l’ambiente S.R.L.
  • Terme Salute
    e Ambiente S.P.A
  • Qualita’
    e Sviluppo Rurale S.R.L.
  • Finanziaria
    Senese di Sviluppo S.P.A.
  • Consorzio
    Terrecablate
  • Eurobic Toscana
    Sud S.P.A.
  • Siena Ambiente
    S.P.A.
  • Promosiena
    S.P.A.
  • Microcredito
    di Solidarieta’s.P.A.
  • Val D’orcia
    S.R.L.
  • Etruria Innovazione
    Soc. Cons. Per Azioni
  • La Ferroviaria
    Italiana S.P.A.
  • Patto 2000
    Soc. Cons. A R.L.
  • S.T.B. Societa’
    delle Terme e del Benessere S.P.A.
  • Arezzo Telematica
    S.P.A
  • Centro Sperimentale
    Del Mobile E Dell’arredamento S.R.L.
  • Aeroporto
    di Siena S.P.A.
  • Societa’
    Consortile Energia Toscana (C.E.T. Scrl)
  • Aereoporto
    Toscano G. Galilei S.P.A.
  • Co.Svi.G.
    S.R.L.
  • Fidi Toscana
    S.P.A
  • Terrecablate
    Reti E Servizi Srl

Per approfondire:
[http://www.provincia.siena.it/upload/tbl_centrale/elenco_consorzi_societa_20_agosto_2008.pdf
– grafico 3] 

ABP:

[dal sito di ABP, documento
scomparso:investimenti equity nelle imprese italiane, in milioni di
euro]

Italy

  • A2A SpA 2,2
  • AcegasAps
    SpA 1,0
  • Aedes SpA
    0,4
  • Alleanza Assicurazioni
    SpA 3,7
  • Arnoldo Mondadori
    Editore SpA 0,5
  • Assicurazioni
    Generali SpA 40,7
  • Atlantia SpA
    5,7
  • Autogrill
    SpA 12,2
  • Autostrade
    Meridionali SpA 0,0
  • Banca Carige
    SpA 1,0
  • Banca Monte
    dei Paschi di Sien 3,9
  • Banca Popolare
    di Milano Scarl 2,2
  • Banco di Sardegna
    SpA 0,2
  • Banco Popolare
    SC 320,5
  • Benetton Group
    SpA 1,0
  • Beni Stabili
    SpA 21,7
  • Biesse SpA
    0,8
  • Bulgari SpA
    3,1
  • Buzzi Unicem
    SpA 2,5
  • Cementir Holding
    SpA 0,2
  • CIR-Compagnie
    Industriali Riun 2,5
  • Cofide SpA
    6,3
  • Cremonini
    SpA 0,7
  • Danieli &
    Co SpA 3,5
  • Ducati Motor
    Holding SpA 2,2
  • Enel SpA 219,4
  • Engineering
    Ingegneria Informatica SpA 1,5
  • ENI SpA 567,0
  • ERGO Previdenza
    SpA 1,4
  • Eutelia 0,0
  • Fiat SpA 136,4
  • Fiera Milano
    SpA 0,2
  • Finmeccanica
    SpA 25,1
  • Fondiaria-Sai
    SpA 1,3
  • Immobiliare
    Grande Distribuzione 0,0
  • IMMSI SpA
    0,9
  • Impregilo
    SpA 0,6
  • Intek SpA
    0,6
  • Intesa Sanpaolo
    SpA 352,0
  • Iride SpA
    5,1
  • Italcementi
    SpA 2,6
  • Italmobiliare
    SpA 0,3
  • KME Group
    SpA 1,3
  • Luxottica
    Group SpA 82,4
  • Mediaset SpA
    43,6
  • Mediobanca
    SpA 6,2
  • Mediolanum
    SpA 1,1
  • Mirato SpA
    0,3
  • Mittel SpA
    0,4
  • Natuzzi SpA
    0,2
  • Newron Pharmaceuticals
    SpA 0,1
  • Parmalat SpA
    0,6
  • Pirelli &
    C Real Estate SpA 0,2
  • Pirelli &
    C SpA 11,2
  • Premafin Finanziaria
    SpA 0,1
  • Premuda SpA
    0,6
  • Reply SpA
    0,3
  • Risanamento
    SpA 7,2
  • Safilo Group
    SpA 0,0
  • Saipem SpA
    13,8
  • Seat Pagine
    Gialle SpA 3,4
  • Snam Rete
    Gas SpA 9,3
  • Telecom Italia
    SpA 97,5
  • Terna Rete
    Elettrica Nazionale SpA 32,2
  • UniCredit
    SpA 300,5
  • Unione di
    Banche Italiane SCPA 14,5
  • Unipol Gruppo
    Finanziario SpA 5,3
  • Vianini Lavori
    SpA 0,2ity
  • Vittoria Assicurazioni
    SpA 0,1
  • Piccolo Credito
    Valtellinese SpA 17,4

Italy Total
2.403,1 [cioè 2 403 100
000]   

Nicoletta Forcheri
www.comedonchisciotte.org
21.12.2008

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