Milano, Cottarelli candidato PD al Senato: chì è davvero costui?

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Ufficiale: candidati per il PD a Milano sia il segretario Enrico Letta (Camera dei Deputati) che Carlo Cottarelli (Senato – oltrechè nel collegio uninominale di Cremona) (1).

Ma chi è davvero Carlo Cottarelli?

Vi proponiamo il commento ed il susseguente articolo di Michele Rallo,  storico e saggista, ex parlamentare della Repubblica Italiana.

Buona lettura.

***

Dopo la “agenda Draghi”, la cosiddetta sinistra ha un’altra bandiera: la “agenda Cottarelli”.

Lo scenario – nella ipotesi di una per fortuna improbabile vittoria della cosiddetta sinistra – si potrebbe sintetizzare cosí:  LA GRECIA É VICINA. CE LO CHIEDE L’EUROPA (E CE LO CHIEDONO LE BANCHE AMERICANE).

Sul profilo “progressista” di Carlo Cottarelli, ecco un mio articolo. É chiaramente “datato” (marzo 2014), ma credo che la sostanza del pezzo sia ancora di stretta attualitá.

COTTARELLI E LE RICETTE “GRECHE” DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

Di Michele Rallo

In pochissimi, fino alla settimana scorsa, conoscevano il nome di Carlo Cottarelli, l’uomo designato da Letta (ed ereditato da Renzi) per compilare la famosa spending review, cioè l’elenco dei risparmi da realizzare per mantenere gli “impegni con l’Europa”; risparmi – aggiungo – sui quali il nuovo inquilino di Palazzo Chigi diceva di fare affidamento anche per recuperare “risorse” da utilizzare per lo “sviluppo”. Parole in libertà, come dicevano i futuristi.

Ed in pochissimi – ne sono convinto – si sono scomodati a gettare uno sguardo sulle famose “Proposte per una revisione della spesa pubblica (2014-2016)” che il Commissario Straordinario per la Revisione della Spesa ha scodellato sulla scrivania del Premier.

Chi scrive si è invece preso questa briga, convinto di dover sobbarcarsi ad una immane fatica. Immaginavo di dover consultare volumoni zeppi di analisi, dati, cifre e dotte disquisizioni macroeconomiche… Se non altro per giustificare il mare di soldi che le suddette “Proposte” sono costate al contribuente italiano. «La retribuzione lorda annua concordata per il lavoro del Commissario – leggo su “Il Sole 24 Ore” – è pari a 258.000 euro.»

Dividendo questa spesa per i 365 giorni dell’anno si ha una cifra di “soli” 707 euro al dì, inclusi sabati, domeniche e feste comandate: più o meno il netto di un mese al centralino di un call center. Mi aspettavo di dover restare sommerso dalle carte – dicevo – e, invece, quale non è stata la mia sorpresa nel trovarmi di fronte ad un fascicoletto di 72 pagine in formato orizzontale (diconsi settantadue pagine, copertina compresa), tutti riempiti con grafici, tabelle riassuntive o con poche righe redatte in forma didascalica ed a caratteri di ragguardevoli dimensioni, come fanno gli studenti per riempire i fogli delle tesine alle scuole medie.

Ma – si sa – la scienza non si misura a metri e non si pesa a chili. E, allora, mi sono fatto coraggio e mi sono immerso nella edificante lettura di quelle 72 carissime paginette, cercando di coglierne il senso, il significato intrinseco e – diciamola tutta – il messaggio che, tra le righe, è diretto ai governanti italiani. Già, il messaggio. Perché uso questo termine? Perché Cottarelli non è un normale manager della burocrazia italiana, ma un alto papavero del Fondo Monetario Internazionale; e l’incarico – proprio a lui – di formulare le famigerate Proposte assomiglia tanto ad un “ditemi voi cosa dobbiamo fare”.

Il FMI – si tenga presente – è l’organismo finanziario mondiale (ma di precisa matrice americana) che è il massimo ispiratore delle politiche globalizzatrici e neoliberiste che hanno distrutto le economie nazionali di numerosi Paesi, compreso il nostro. Inoltre il Fondo è – insieme alla BCE ed alla Commissione Europea – uno dei tre membri (e il più arcigno) di quella famigerata “troika” che è stata incaricata – dall’alto – di “sorvegliare” i Paesi europei in difficoltà, imponendo misure draconiane per “risanare” le rispettive economie. Esempio tipico di questo “risanamento” è la macelleria sociale imposta alla Grecia, con milioni di cittadini ellenici ridotti letteralmente alla fame.

Ora, tra i piatti forti delle ricette greche, particolarmente indigesti sono stati i crudeli salassi imposti ai pensionati “normali” (non solamente a quelli d’oro o d’argento) ed il licenziamento di diverse migliaia di impiegati statali. Guarda caso – e non vorrei che questo fosse il “messaggio” – misure che fanno prudentemente capolino anche dalle proposte del Cottarelli, ancorché non dettagliate e subordinate “agli obiettivi di bilancio e (sic) riduzione della tassazione”.

Naturalmente, il Mattacchione nazionale si è subito precipitato a dichiarare che le proposte cottarelliane su pensioni e statali non verranno prese in considerazione. Ma – si sa – Renzi deve rastrellare voti per le prossime elezioni europee, e certo non può controfirmare le prescrizioni venefiche del Fondo Monetario Internazionale. La cosa, però, non mi tranquillizza affatto.

La mia preoccupazione è per il dopo, quando “passata la festa, gabbato lo santo”. Soprattutto se “lo santo” (cioè il popolo italiano) si sarà lasciato convincere a votare per i partiti europeisti.

Di Michele Rallo (marzo 2014)

Michele Rallo è storico e saggista, ex parlamentare della Repubblica Italiana

 

 

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