L'IRAN STA COSTRUENDO ARMI NUCLEARI ? UN'ANALISI

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La prova materiale che il programma di costruzione di armi nucleari in Iran semplicemente non esiste

DI WILLIAM O BEEMAN e THOMAS STAUFFER

Il presidente Bush ha dichiarato il 25 giugno che “non tollereremo” un Iran munito di bomba atomica. Le sue parole sono vane. La prova materiale che il programma di costruzione di armi nucleari in Iran semplicemente non esiste.
L’Iran sta costruendo una centrale atomica della potenza di 1.000 megawatt nel Bushehr con l’aiuto russo. L’esistenza del sito è di pubblico dominio. L’impianto è in costruzione da più di tre decadi, da prima che venisse instaurata la repubblica islamica nel 1979.
Altre due installazioni per la ricerca nucleare, ora sotto inchiesta, sono venute alla luce: un impianto di arricchimento dell’uranio nella città di Natanz e uno di deuterio (“acqua pesante”) nella città di Arak. Nemmeno in funzione. La sola questione, che potrebbe suscitare interesse, è se sia plausibile che queste costruzioni possano essere usate per confezionare bombe nucleari, a base di plutonio; la risposta secca è: non lo sono. L’impianto di Bushehr è solo una delle argomentazioni, per mezzo delle quali si vorrebbe persuadere l’opinione pubblica che l’Iran sta portando avanti un programma di costruzioni di armi nucleari, ma essa è quella che può essere più facilmente vagliata criticamente.
Le accuse del Dipartimento di Stato sulle intenzioni pericolose dell’Iran per gli impianti di Natanz e Arak sono basate su un collage di asserzioni fumose non verificabili, provenienti da fonti poco attendibili, tra cui il Mujahedeen del popolo (Mujahedeen-e Khalq, MEK o MKO), che gli Stati Uniti definiscono una organizzazione terrorista.

Queste fonti asseriscono che ci sono centrali, per l’arricchimento dell’uranio (una alternativa al plutonio fissile per le bombe) o installazioni nascoste per estrarre plutonio. Nessuna di queste dichiarazioni è credibile, in considerazione del fatto che sono non identificate o appartengono agli stessi canali, che hanno diffuso storie sulle armi non convenzionali di massa in Iraq o sulle cosiddette armi chimiche e biologiche a Khartoum.

La parte della dichiarazione che si può verificare – secondo cui il reattore di Bushehr sarebbe una minaccia per la proliferazione – è dimostrabilmente falsa. Ci sono numerose ragioni, alcune tecniche, alcune istituzionali.

Il reattore iraniano produce un tipo di plutonio non idoneo per produrre bombe.

Il materiale radioattivo residuo dei reattori iraniani sarebbe, in ogni caso, troppo pericoloso da trattare per costruire armi nucleari.

Qualunque tentativo di deviare ad altra destinazione le sostanze provenienti dagli impianti iraniani sarebbe facilmente scoperto.

I partner russi nel progetto in Bushehr hanno stipulato una clausola, in base alla quale le sostanze sfruttate devono essere restituite alla Russia, così come fanno, nella loro pratica commerciale, per le esportazioni verso gli altri reattori nel resto del mondo.

In virtù del fatto che ci sono differenti tipi di reattori, ci sono tante forme diverse di plutonio; distinzioni queste che non sono affrontate nelle pubbliche discussioni sulla proliferazione nucleare.

Ci sono due tipi diversi di reattori, ad acqua pesante o a grafite moderata e pressurizzati o “ad acqua leggera” (PWRs). La centrale nucleare di Dimona in Israele è un esempio del primo, quella nel Bushehr del secondo.

La centrale israeliana è ideale per ottenere gli isotopi di Plutonio desiderabili (Pu 239), necessari per fabbricare bombe. La centrale iraniana renderà il plutonio del tipo inidoneo a questo scopo, cioè gli isotopi Pu240, Pu241 e Pu242 – con cui è quasi impossibile fabbricare bombe.

Cruciale al fine di estrarre plutonio da sfruttare nelle bombe è il tipo di reattore ed il modo in cui esso funziona. La centrale di tipo israeliano può essere rifornita (ricaricata) “on line,” senza sospendere l’attività; quindi il plutonio arricchito può essere ottenuto in modo nascosto e con continuità. Nella centrale iraniana si dovrebbe spegnere l’intero reattore per produrre anche una sola pinta di sostanza, un dato che non può essere nascosto ai satelliti, agli aeroplani ed altre fonti di osservazione.

Nel reattore israeliano il combustibile è riciclato ogni tot settimane o, al massimo, ogni tot mesi. Questo massimizza il plutonio residuo, di ottima qualità per armi nucleari. Nei reattori del tipo di quelli in Iran, il core (o reattore, dove si trova il combustibile nucleare ndr) è cambiato ogni 30-40 mesi – più lungo è il ciclo del carburante, meglio è per la produzione di energia.

Per il reattore iraniano in Bushehr, qualunque sforzo di recuperare plutonio sarebbe trasparente, perchè lo spegnimento non passerebbe inosservato. Non è stato riportato alcun caso di materiale per bombe proveniente dal tipo di reattore della centrale iraniana.
Nessuno può prevedere le intenzioni del governo. Ma quand’anche l’Iran provasse in futuro a coltivare l’ambizione di sviluppare un programma di armamento nucleare, qualunque possibilità concreta di attuazione dei propositi è in là da venire negli anni, forse lontana decenni. Inoltre, l’Iran ha completamente acconsentito al giro di ispezioni internazionali.

L’Iran è firmatario del Trattato di Non-Proliferazione nucleare (NPT). Il 22 giugno il capo della Organizzazione della energia atomica, Gholam-Reza Aghazadeh, ha reiterato che tutti gli stabilimenti nucleari iraniani sono pronti ad aprire le loro porte agli ispettori della Agenzia Internazionale dell’energia atomica, la IAEA (International Atomic Energy Agency) in accordo con le garanzie del trattato.

William O Beeman e Thomas Stauffer
Stauffer è un ex ingegnere nucleare ed un esperto di economia energetica del Medio Oriente. Beeman ([email protected] ) è direttore del Dipartimento sugli Studi nel Medio Oriente presso l’Università Brown.
Entrambi hanno condotto ricerche in Iran per più di 30 anni.
Fonte:www.globalresearch.ca
Link:http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=
BEE20060202&articleId=1877
2.02.06

L’articolo è apparso su Pacific News Service, il 26 giugno, 2003

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PAOLA B.

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