In questi giorni in Parlamento si sta discutendo un Disegno di Legge relativo alla direttiva n.2006/123/CE nota come direttiva Bolkestein. Essa si pone come obiettivo “l’eliminazione degli ostacoli alla libertà di stabilimento, l’eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione dei servizi e, infine, l’instaurazione della fiducia reciproca tra stati membri”, in sostanza la creazione del mercato dei servizi europeo. Non è un caso che al Disegno di Legge è stato dato il nome di “Concorrenza”, termine tanto caro a loro e a tutto l’apparato neoliberista che schiaccia le vite dei cittadini.
Come sempre, quando i documenti provengo dai tecnocrati dell’UE, dalla lettura di questa proposta sembrerebbe che gli Stati vogliano prendere delle decisioni che garantiranno una nuova economia in Europa, ovviamente sempre al fine di tutelare i consumatori e promuovere lo sviluppo della concorrenza tra le imprese. D’altronde basta guardarsi intorno, giusto?
Analizzando bene la situazione infatti, l’abrogazione o la riduzione di restrizioni di mercato continua sulla scia di aumentare la privatizzazione dei settori, allontanando qualsiasi concorrente autoctono dalla possibilità di reggere il confronto economico con una multinazionale. Cosa potrebbe accade quindi? Che le parti migliori della nostra penisola potranno essere comprate e brandizzate dalle multinazionali.
È questo il caso della Red Bull che ha messo le mani su un tratto di costa Adriatica, supportata da una holding cinese. “La multinazionale delle bibite Red Bull ha sborsato nove milioni di euro per mettere le mani su 120.000 metri quadri di litorale nel golfo di Trieste. Il complesso è articolato in 60.000 metri quadri di proprietà privata e 65.000 in concessione, e comprende l’area di Marina Monfalcone (Gorizia) con 300 posti barca sino a 40 metri, un cantiere nautico, uno yacht club, la prestigiosa Scuola Vela Tito Nordio nonché caseggiati, giardini e spiagge. Il tutto è stato rilevato direttamente dal titolare della Red Bull, il magnate austriaco Dietrich Mateschitz, e l’acquisto – secondo la stampa specializzata – sarebbe stato portato a termine tramite una holding cinese. Il progetto della multinazionale prevede di trasformare l’Isola dei Bagni a Marina Nova nel nuovo regno della vela e della nautica brandizzati Red Bull. Un’operazione che anticipa una dinamica che presto potrebbe diventare realtà sulle coste di tutta Italia.” questo quanto riportato da lindipendente.online.
Questa non è purtroppo non è l’unica area geografica di cui Mr. Red Bull si è appropriato, in passato infatti aveva già acquistato l’isola Laucala nell’arcipelago delle Fiji, un paradiso naturale, ora privatizzato.
Da questa recente notizia è manifesto che siamo diventati stranieri del nostro stesso territorio, dove perfino il suolo calpestato dagli abitanti non è più di loro appartenenza. Oggi è una spiaggia, domani una strada e purtroppo è già accaduto! Non dimentichiamoci che la famiglia Benetton nel 1999, in piena epoca di privatizzazioni, acquisì le autostrade italiane per 5mila miliardi di lire.
Cresce la consapevolezza che le scelte del passato sono state foriere della politica lobbista di oggi, e per tale motivo il nostro compito è mantenere l’attenzione dei lettori affinchè un giorno questa società stampa-titoli azionari possa ridimensionarsi.
Massimo A. Cascone, 04.02.2022