La redazione non esercita un filtro sui commenti dei lettori, a meno di segnalazioni riguardo contenuti che violino le regole.

Precisa che gli unici proprietari e responsabili dei commenti sono gli autori degli stessi e che in nessun caso comedonchisciotte.org potrà essere considerato responsabile per commenti lesivi dei diritti di terzi.

La redazione informa che verranno immediatamente rimossi:

Messaggi che entrano automaticamente in coda di moderazione per essere approvati prima di pubblicarli o vengono sospesi dopo la pubblicazione:

Nota: se un commento entra in coda di moderazione (e quindi non appare immediatamente sul sito), è inutile e dannoso inviare di nuovo lo stesso commento, magari modificando qualcosa, perché, in questo caso, il sistema classifica l’utente come spammer e non mostra più nessun commento di quell’utente.
Quindi, cosa si deve fare quando un commento entra in coda di moderazione? bisogna solo aspettare che un moderatore veda il commento e lo approvi, non ci sono altre operazioni da fare, se non attendere.

Per qualsiasi informazione o comunicazione in merito, scrivere alla redazione dal modulo nella pagina dei Contatti

Una persona può avere un solo account utente registrato nel sito.

Commentare con utenti diversi è una pratica da trolls e vengono immediatamente bannati tutti gli utenti afferenti ad un’unica entità, senza preavviso.

SANZIONI IN CASO DI VIOLAZIONE DEL REGOLAMENTO STABILITE DALLA REDAZIONE CDC:

1) Primo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e cancellazione del commento.

2) Secondo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente ammonizione: l’account del commentatore verrà sospeso temporaneamente per 72 ore previo avviso individuale

3) Terzo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente blocco dell’account con l’impossibilità permanente di accedere al portale web

Consigliamo caldamente di leggere anche la pagina delle F.A.Q. le domande frequenti e la nostra Netiquette

La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 30 giorni

Le boutade sul salario minimo

L'analisi del collettivo di economisti indipendenti di ConiareRivolta.org
blank
A cura di Redazione CDC
Il 28 Luglio 2023
4445 Views
4445 Views
Le boutade sul salario minimo

La proposta di legge dei partiti d’opposizione (esclusa Italia Viva) sull’introduzione del salario minimo legale, dopo tanti annunci, è approdata in Parlamento, attraverso la calendarizzazione nelle convocazioni delle varie commissioni della Camera. Come prevedibile, da parte del Governo e dei partiti che lo sostengono sono arrivate svariate dichiarazioni tese ad affossare la proposta e anche un emendamento soppressivo dell’intero testo. Le dichiarazioni in questione sono, come vedremo a breve, patetiche nella loro pochezza argomentativa oltre che palesemente strumentali. Ciò non vuol dire, però, che le proposte dei partiti di opposizione siano scevre da aspetti quantomeno discutibili, se non apertamente contrari a tutto ciò che una legge sul salario minimo dovrebbe rappresentare per essere veramente un punto di svolta nei rapporti tra lavoratori e capitale, da decenni sempre più sbilanciati in favore dei padroni.

Vediamo, in primo luogo, le dichiarazioni degli esponenti della maggioranza. A svettare su tutti è sicuramente il ministro degli Esteri e vicepresidente del consiglio Tajani. Quest’ultimo ha dichiarato testualmente “In Italia non serve il salario minimo. Serve un salario ricco, perché non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio”. Rizzetto, presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, ha invece dichiarato che la proposta di legge è da respingere perché “banalmente, mancano le coperture finanziarie”.

Non sappiamo chi abbia detto a Tajani che il salario minimo non serve. Di certo servirebbe, anche nella sua annacquata versione della proposta dei partiti di opposizione, a quei 3,3 milioni di lavoratori che oggi guadagnano meno degli striminziti 9 euro lordi l’ora previsti dalla proposta di legge. Riteniamo saggio sorvolare sulla palese mancanza di collegamenti con la realtà del riferimento all’Unione Sovietica. Si tratta di una becera rappresentazione caricaturale di una realtà ben più complessa, che oggi nessuna persona sana di mente potrebbe riproporre. Né, forse, vale la pena di sottolineare che una legge sul salario minimo non ha nulla a che fare con un salario effettivo uguale per tutti, non ché il fatto, notissimo, che una legge sul salario minimo è presente nella gran parte dei paesi dell’Unione europea. Concentriamoci, invece, sulla dichiarazione, relativa al fatto che abbiamo bisogno di un “salario ricco”. Cosa avrà voluto dire? Non se ne può essere sicuri, certo. Potrebbe essere una dichiarazione completamente vuota, adatta a essere riempita di qualsiasi significato da diversi ascoltatori. Volendo, però, adottare una posizione di benevolenza nei confronti del bell’Antonio, possiamo pensare che abbia voluto fare riferimento a un vecchio cavallo di battaglia di Forza Italia: lo stato vampiro che si interpone tra il povero lavoratore e il generoso capitalista, andando a rosicchiare una quantità di danaro nota come “cuneo fiscale”. Sulla penuria di questa argomentazione abbiamo già scritto più volte. Qui basti ricordare che quella della riduzione del cuneo fiscale come strumento per mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori è una leggenda priva di fondamento, smentita dai dati e dalla logica del funzionamento del bilancio dello Stato e del sistema pensionistico.

Ma veniamo a Rizzetto. La sua obiezione, per la quale la legge in questione non avrebbe le coperture finanziarie, è curiosa e rivelatrice. Ci mostra, infatti, non solo il grado di fedeltà del governo ai dogmi dell’austerità, ma ci permette anche di osservare come la proposta del centrosinistra sia asservita e piegata alla logica degli interessi imprenditoriali. Per capire questo passaggio, è necessario fare un passo indietro. Perché – ci si dovrebbe chiedere – una legge sul salario minimo dovrebbe comportare maggiori spese a carico delle finanze pubbliche? La proposta non riguarda i lavoratori del settore pubblico. Ebbene, la risposta è nell’articolo 7 della proposta di legge del centrosinistra, che prevede l’introduzione di un indennizzo per quei datori di lavoro che vedrebbero aumentate le proprie uscite finanziarie a seguito dell’introduzione del salario minimo. Si tratta, leggendo l’articolo, di un “beneficio in favore dei datori di lavoro, per un periodo di tempo definito e in misura progressivamente decrescente, proporzionale agli incrementi retributivi corrisposti ai prestatori di lavoro al fine di adeguare il trattamento economico minimo orario all’importo di 9 euro”.

Detto in parole povere, si tratta di un chiaro messaggio agli imprenditori: non abbiate paura – si dice – del salario minimo. Non solo si tratta di un aumento misero, ma, nel caso in cui paghiate salari così da fame da essere interessati dalla legge, ci pensa lo Stato. Viene così messa, almeno parzialmente, a carico della fiscalità generale la necessità di adeguare i salari. Ciò, in un contesto di finanza pubblica caratterizzato da stringenti vincoli di bilancio, significherà probabilmente dover aumentare le tasse o ridurre le altre fonti di spesa, con effetti regressivi facilmente intuibili. È noto, infatti, che a sopportare più di tutti il peso delle imposte sono proprio i lavoratori dipendenti, come risultato delle diverse riforme fiscali che si sono succedute nel corso degli anni. In alternativa, volendo pensare a una riduzione della spesa pubblica in altri settori, è facile immaginare che a subire i tagli saranno quelle voci che già in passato sono state nel mirino dei “riformatori” di turno.

Il patetico dibattito sulla cosiddetta proposta di legge sul salario minimo ci offre, ancora una volta, l’immagine nitida della sostanziale assenza di differenze tra partiti di maggioranza e opposizione su temi come il mercato del lavoro e il rapporto di forza tra le classi sociali. Una ragione in più per supportare la proposta di Unione Popolare di un salario minimo orario lordo pari almeno a 10 euro, indicizzato alla dinamica dei prezzi e a carico delle imprese senza oneri per la collettività, ovvero senza oneri indiretti per i lavoratori stessi.

Una proposta che partendo dal cuore del problema, la distribuzione ineguale del reddito e il conflitto distributivo tra lavoro e capitale, imporrebbe un livello minimo di salario a carico delle imprese andando poi a condizionare a catena, verso l’alto, anche il livello di tutti i salari. Un argine e possibilmente un’inversione di rotta rispetto alla drammatica redistribuzione regressiva del reddito dal basso verso l’alto che ha caratterizzato gli ultimi 35 anni di storia.

Di ConiareRivolta.org

27.07.2023

Fonte: https://coniarerivolta.org/2023/07/27/le-boutade-sul-salario-minimo/

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Notifica di
31 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments

FORUM DEI LETTORI

RSS Come Don Chisciotte Forum – Argomenti recenti

  • DDL Sicurezza - Sabato corteo "A pieno Regime"- Nonostante il maltempo, sarà una sorpresa per tutti. 13 Dicembre 2024
    DDL Sicurezza - Domani corteo "A pieno regime". Nonostante il maltempo, sarà una sorpresa per tutti Sabato 14 dicembre a Roma è previsto tempo molto brutto. Peccato perchè ...
    marcopa
  • Lo Sciamanismo 13 Dicembre 2024
    Il cinema moderno continua nella sua funzione di braccio armato della sovversione. Una delle più recenti dimostrazioni di quest’oltraggio della storia, la vediamo nel film "La sciamana", di ...
    mystes
  • Pre e Post Patriarcato. 11 Dicembre 2024
    Prima dell'avvento del patriarcato. Dopo l'avvento del patriarcato.
    Esquivèl
  • La scommessa: geostrategia 10 Dicembre 2024
    Se abbiamo finito gli svarionamenti, alla "abbiamo vinto abbiamo perso", per questa prima "tranche" di degustazioni al massacro inutle di poveracci (al solito) potremmo forse farci la domand...
    GioCo
  • Al Jolani vero muslim ? Per niente. 10 Dicembre 2024
    Qualche dubbio dopo Al Baghdadi, criptojewish criminale tanto quanto i suoi tagliagole, mi era venuto. Adesso qualche indizio a conferma che Abu Mohammed Al Jawlani ( Al Jolani ) sia in rea...
    oriundo2006
1 / 146 Pagine


blank