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La Redazione

 

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LA CRISI ABBATTERA' IL SISTEMA FINANZIARIO GLOBALE ?

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A cura di Davide
Il 8 Ottobre 2008
74 Views

ANDATE A RITIRARE I VOSTRI DOLLARI

DI ADRIAN SALBUCHI
Globalresearch

Gli eventi delle ultime due settimane hanno rivelato chiaramente che il sistema finanziario, monetario e bancario globale imposto al mondo dalle strutture di potere che promuovono la “globalizzazione” è essenzialmente imperfetto, insostenibile e immorale nei suoi effetti sulla gran parte del genere umano. Dopo aver permesso a una piccola combriccola di loschi individui di accumulare in modo illegittimo enormi quantità di ricchezze e di potere sui mercati, sulle grandi società per azioni, sull’industria, sui mass media, sulle forze armate e su intere nazioni, come le torri del World Trade Center l’11 settembre, l’intero Sistema è ora in caduta libera e sta crollando su se stesso in un’enorme implosione.

Questo disgustoso e ingiusto Sistema di Potere Globale è stato progettato e messo in pratica negli ultimi sette decenni da pianificatori geopolitici e geoeconomici al servizio delle strutture di potere del Nuovo Ordine Mondiale, in particolare della sua rete di esperti di basso profilo, distinti ma eccezionalmente potenti, come il Council on Foreign Relations (CFR, fondato a New York nel 1919), la Commissione Trilaterale (fondata nel 1973), la Conferenza Bilderberg (formata in Olanda nel 1954) e vari altri, come il Cato Institute, l’American Enterprise Institute (AEI) e il famoso progetto neo-con per un nuovo secolo americano (PNAC) (1).

Considerando l’enorme complessità del processo che sta avendo luogo proprio ora, la grande quantità di informazioni con cui siamo bombardati ad ogni ora del giorno, e l’apparente difficoltà nel prevedere come questa crisi globale alla fine verrà risolta, riassumeremo alcuni aspetti importanti e i dati principali che crediamo ci possano essere di aiuto nel mettere insieme le tessere di quest’autentico puzzle, in modo da poter iniziare a capire bene qual è il vero volto di quest’orrenda creatura chiamata eufemisticamente “globalizzazione”. Come cittadini argentini, abbiamo un enorme vantaggio sulle altre popolazioni, compresi i cittadini degli Stati Uniti, quando si tratta di capire e affrontare questo genere di crisi. Dico questo perché nel corso della nostra vita in Argentina abbiamo patito quello che sta avvenendo ora a livello globale – benché, nel nostro caso, sia stato su scala ridotta. Abbiamo già visto questo film… Ci siamo già passati e l’abbiamo già vissuto… Siamo stati spinti e trascinati nell’isterico inganno dell’inflazione, dell’iperinflazione, dei crolli sistemici delle banche, dei cambiamenti monetari, dei debt bond swap, dei mega debt bond swap, delle “blindature” finanziarie, delle chiusure delle banche, dei congelamenti dei conti correnti e via dicendo… E quindi abbiamo patito i risultati finali: i salvataggi bancari pagati dai contribuenti (attraverso l’inflazione, o attraverso la confisca dei salari), la scomparsa dei fondi pensione, la distruzione dei posti di lavoro e il generale impoverimento della popolazione.

Quindi, prendete esempio dalla nostra esperienza trentennale in “crolli finanziari”: RITIRATE I SOLDI CHE AVETE IN BANCA, E FATELO ALLA SVELTA!

Un modello imperfetto

Finanza vs Economia

Il sistema finanziario (cioè, essenzialmente, il paese delle meraviglie virtuale, irreale e parassitario del sistema bancario) è stato progettato per funzionare in un modo sempre più contrastante con gli interessi dell’Economia (cioè il mondo reale fatto di vero lavoro, manodopera e produzione/servizi). Negli ultimi decenni, la Finanza e l’Economia si sono sempre più allontanate, cessando di mantenere il fondamentale equilibrio necessario per garantire un sana attività economia incentrata sul Bene Comune delle Persone. In effetti, la Finanza e l’Economia oggi sono tutto tranne che nemiche. Questo può essere notato, ad esempio, dal fatto che l’attuale Sistema Economico e Finanziario Globale fa quasi completo affidamento sul concetto di DEBITO, un altro modo per dire che la Vera Economia è sempre controllata e subordinata agli interessi, ai capricci e alle crisi della Finanza Virtuale.

Il sistema del debito

La Dottrina (o, dovrei dire, il Dogma) del Capitalismo Estremo ha imposto il concetto di DEBITO come il metodo preferenziale per muovere l’economia. Nella maggior parte dei paesi (l’Argentina, ad esempio) questo equivale a dire che non c’è un uso corretto della Moneta Nazionale locale da parte dello Stato per generare credito in maniera controllata e senza l’aggravio di Interesse. Questo è il modo migliore per alimentare l’espansione economica per specifici sviluppi sociali, difensivi, infrastrutturali e tecnologici. Uno dei punti chiave dei dogmi del Capitalismo Estremo sostiene che le banche centrali che controllano la moneta nazionale devono essere totalmente “indipendenti” dal Governo. Tuttavia, poiché tali istituzioni devono alla fine rispondere a qualcun altro, scopriamo che oggi le banche centrali non sono subordinate e al servizio dello Stato (cioè, le Persone) ma piuttosto della sovrastruttura del sistema bancario privato, sia locale che globale, il quale non tiene minimamente conto del concetto di Bene Comune e Interesse Nazionale.

Questo vale in Argentina come negli altri paesi. Tuttavia nel caso degli Stati Uniti è una situazione particolarmente estrema perché la sua banca centrale – la Federal Reserve Bank (FED) – è un’istituzione privata, con quasi il 97% della sua partecipazione azionaria nelle mani dell’infrastruttura bancaria privata stessa, sia nazionale (in primo luogo) che globale (se guardiamo più lontano). Una volta che la sovrastruttura bancaria privata ottiene il controllo della banca centrale locale, è quindi in grado di imporre una cronica, e spesso drastica, demonetizzazione dell’Economia.

Ciò significa che non c’è mai abbastanza denaro per soddisfare i veri bisogni dell’Economia Reale. Questo accade quando le banche private entrano in scena offrendosi di colmare quel divario generato artificialmente, diventando i primi generatori di credito dell’economia, sul quale addebitano un interesse – spesso a tassi usurai – per prestiti erogati ai singoli individui, alle aziende e persino alla Stato stesso. Dovremmo inoltre capire che l’origine principale dell’inflazione in tutte le economie non è tanto nell’espansione monetaria da parte dello Stato (se questa è mantenuta sincronizzata con la vera crescita economica), piuttosto la maggior parte dell’inflazione di qualsiasi economia è alimentata dagli interessi sui prestiti erogati dal sistema bancario privato.

Ad un livello geoeconomico (2), questo è sempre servito per generare un enorme debito pubblico nei paesi del Terzo Mondo come l’Argentina, alimentato da una dilagante corruzione tra coloro che sono coinvolti nel processo di erogazione dei prestiti, e appoggiati dai Governi che non sembrano mai comprendere come utilizzare le funzioni sovrane intrinseche al loro potere di emettere moneta per finanziare e promuovere una crescita economica equilibrata. Invece, questi paesi adottano politiche neoliberiste messe a punto dal FMI su questioni fondamentali che vanno dalle funzioni della banca centrale, alle politiche fiscali, al debito, ai tassi di interesse e di cambio, alle norme sul sistema bancario ed altri elementi importanti, tutti piegati per agire in modo contrastante all’Interesse Nazionale del paese.

Il sistema bancario a riserva frazionaria

Questo è un concetto bancario applicato universalmente nel mercato globale odierno, che permette all’infrastruttura bancaria privata di generare “Denaro Virtuale” letteralmente dal nulla (cioè linee di credito elettroniche, prestiti e così via) in una proporzione di 6, 10, 30 o 50 volte superiore all’effettivo Denaro Reale che le banche detengono nelle proprie riserve.

Per aggiungere il danno alla beffa, le banche vi addebitano pesanti tassi di interesse per il “denaro” che hanno creato dal nulla e che vi hanno “prestato”, mentre vi richiedono un collaterale che consiste in beni reali, come la vostra casa, la vostra auto o la vostra azienda. La proporzione tra il numero di dollari o pesos nelle loro riserve e la quantità di credito che possono generare è determinata dalla banca centrale locale (ricordate, controllata dalle banche private stesse) ed è chiamata riserva monetaria minima del Sistema Bancario a Riserva Frazionaria e riflette una stima statistica del numero dei correntisti che normalmente entreranno in banca per ritirare i propri soldi in contanti. Il problema è che il concetto di “normale” è sostanzialmente un fattore psicologico collettivo, strettamente legato alla percezione che i correntisti hanno riguardo al sistema finanziario in generale, e alle banche individuali in particolare. Quando ci sono periodi “anormali” – e, ragazzi, oggi sono arrivati!! – allora la gente viene colta dal panico e si precipita tutta insieme in banca chiedendo di prelevare i propri soldi, non come scritte luminose in un bancomat, ma come denaro contante.

E’ quello che è accaduto quando abbiamo scoperto che la quantità di Denaro Reale nelle riserve di ciascuna banca non era sufficiente per pagare tutti i correntisti, fatta eccezione per un piccolo gruppetto (normalmente gli addetti ai lavori privilegiati che “avevano già visto tutto arrivare”). Per il resto, non rimaneva nulla e il sistema bancario è crollato. E’ quello che accade negli Stati Uniti, ad esempio, tranne nel caso dei salvataggi finanziati dal contribuente, quando la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) garantisce fino a 100.000 dollari oppure, in Argentina, è quello che è avvenuto quando ci siamo resi conto di essere stati derubati e siamo scesi in strada battendo inutilmente pentole e padelle contro i giganteschi cancelli corazzati delle banche, opportunamente sbarrati la notte precedente. Tutto grazie al sistema bancario a riserva frazionaria intrinsecamente disonesto. Questo è ciò che è avvenuto nel 2001 in Argentina ed è ciò che si sta sviluppando proprio ora negli Stati Uniti.

Le banche di investimento

Negli Stati Uniti, alle banche commerciali come Bank of America, JPMorganChase o CitiGroup è permesso generare da 8 a 10 Dollari “Virtuali” (cioè fasulli) per ogni Dollaro Reale che hanno nelle proprie riserve. Questo trucco è controllato dalle autorità, vale a dire la FED e il Controllore della Valuta. Tuttavia, le cosiddette “banche di investimento” non hanno bisogno, negli Stati Uniti e altrove, di attenersi a simili requisiti. Sono quelle che erogano mega-prestiti alle società per azioni, al governo americano e ai governi stranieri come quello argentino, ed è per questo che sono di gran lunga meno controllate e regolamentate. Ciò significa che per ogni Dollaro Reale che detengono, queste banche di investimento possono creare 26 dollari “virtuali” (Goldman Sachs), 30 dollari “virtuali” (Morgan Stanley), più di 60 (Merrill Lynch, poco prima che fallisse) o più di 100 nel caso di Bear Stearns e Lehman Brothers (3).

Il sistema di canalizzazione e trasferimento

Un altro elemento importante risiede nel modo in cui il sistema finanziario ha strutturato dei canali automatici nei quali introdurre i profitti e trasferire tutte le perdite in ogni parte del sistema. Questo ha come effetto che nei periodi di forte crescita ed enormi profitti (cioè quando l’intero sistema cresce) è stabile e permette la creazione di migliaia di miliardi di dollari dal nulla. E’ quello che accade quando i profitti vengono opportunamente privatizzati, vale a dire sfociano spontaneamente nelle tasche degli azionisti, degli speculatori, dei direttori, degli amministratori delegati, del top management, degli “investitori” e di altri autorevoli partecipanti di istituti finanziari e dell’infrastruttura societaria. Ma quando improvvisamente il sistema di contrae e perde il controllo come sta avvenendo ora, i meccanismi vengono opportunamenti attivati per socializzare tutte le perdite attraverso salvataggi finanziati dallo Stato, prestiti speciali, acquisizioni finanziate dalla FED tramite “strumenti” speciali come JPMorgan, Citicorp e Bank of America, in modo che siano le popolazioni nazionali e straniere alla fine a pagare il conto, attraverso fenomeni conosciuti come inflazione, iperinflazione (oh, ne sappiamo a pacchi qui in Argentina!!), crolli bancari, aumenti fiscali, insolvenze, nazionalizzazioni e via dicendo. I Quattro Pilastri del Modello del Capitalismo Estremo – In poche parole, i fattori chiave citati in precedenza, nel lungo periodo funzionano tutti insieme in maniera coordinata, coerente e sincronizzata il che significa che, anche se nel breve e medio periodo ci sono fiumi di ingenti profitti nei quali il denaro è sparso ovunque, nel lungo periodo l’intero sistema non regge. Ed è quando si hanno crolli periodici come quelli di oggi. Di solito, vengono spiegati in modo esauriente da guru dell’economia ben pagati che scrivono le loro acute interpretazioni sul Wall Street Journal, sul Financial Times o sul New York Times, e ci dicono che fa tutto parte del “ciclo economico”. La maggior parte di loro riesce ad isolare parti di queste flessioni e a localizzarle, in modo che colpiscano solo un paio di mercati emergenti.

Come l’Argentina nel 2001, o il Brasile nel 1999 o il Messico nel 1997. In breve, questi quattro pilastri sono:

1- Insufficienza monetaria programmata – generata artificialmente da una banca centrale “indipendente”, controllata dalla sovrastruttura degli istituti bancari locali e globali.

2- Sistema bancario privato basato sulla Riserva Frazionaria – essendo un sistema, questo permette alle banche di creare denaro dal nulla, addebitando un interesse – spesso a tassi usurai – e generando enormi profitti per gli “investitori” ed i creditori.

3- Debito – questo è il concetto chiave che “alimenta” le economie pubbliche e private rimpiazzando il concetto molto più efficace di reinvestire i profitti aziendali e promuovere la cultura del risparmio. Coloro che beneficiano della creazione non necessaria del debito hanno bisogno di promuovere e indurre, in generale, nell’opinione pubblica un consumismo e un’avidità ferocemente indisciplinati, che vanno a braccetto con il netto rifiuto del concetto stesso di risparmio e di preparazione per i tempi difficili (4).

4- Privatizzazione dei profitti/Socializzazione delle perdite – come il piano di canalizzazione e di trasferimento nelle varie fasi dei “cicli” ricorrenti, in modo che raggiungano la fase inesorabile in cui il crollo è inevitabile, c’è sempre un modo per far pagare il conto alla popolazione.

Dati fondamentali e concetti

Un breve riassunto degli avvenimenti principali di quest’anno che hanno portato all’attuale crisi terminale del sistema finanziario globale può essere molto illuminante e rivelatore:

Gennaio 2008: crollo della banca Countrywide Financial (beni per 172 miliardi di dollari).

Marzo 2008: crollo della banca di investimenti Bear Stearns (beni per 399 miliardi di dollari) che è rilevata da JPMorgan Chase attraverso un credito per 30 miliardi di dollari finanziato dalla FED. Il 7 marzo, la FED offre prestiti a 28 giorni per 200 miliardi di dollari a banche e grandi istituti finanziari. L’11 marzo, la FED offre alle banche di investimento fino a 200 miliardi di dollari in securities del Tesoro in cambio di securities garantite da mutui. Il 21 marzo, la Banca Centrale Europea offre fino a 24 miliardi di dollari in prestiti per aiutare le banche a sostenere i bilanci. La Banca d’Inghilterra, a sua volta, offre fino 10 miliardi di dollari in prestiti.

Aprile 2008: crollo della banca commerciale IndyMac Bancorp (beni per 32,3 miliardi di dollari). Crollo della banca tedesca Düsseldorfer Hypotheken Bank (beni per 42,5 miliardi di dollari).

Luglio 2008: crollo della banca britannica Alliance & Leicester (beni per 153,40 miliardi di dollari). Crollo della banca danese Roskilde Bank (beni per 7,9 miliardi di dollari).

7 settembre 2008: le due più grandi agenzie di mutui americani – Freddie Mac (beni per 879 miliardi di dollari) e Fannie Mae (beni per 885,9 miliardi di dollari) sono rilevate dalla FED, al costo diretto di 200 miliardi di dollari, e dal governo americano che ora possiede il loro debito combinato di 5.400 miliardi di dollari.

15 settembre 2008: crollo della quarta più grande banca di investimenti americana, Lehman Brothers (beni per 966,2 miliardi di dollari). Nello stesso momento, la banca di investimenti Merrill Lynch (beni per 639,4 miliardi di dollari) viene salvata da Bank of America al costo di 50 miliardi di dollari (finanziata in modo non ufficiale dalla FED, dato che Bank of America non aveva risorse sufficienti per una simile acquisizione).

16 settembre 2008: le banche centrali di Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito, Giappone, Svizzera e Canada istituiscono un currency swap fund di emergenza per 180 miliardi di dollari.

17 settembre 2008: la più grande compagnia di assicurazioni degli Stati Uniti e del mondo, American International Group (AIG) (beni per 1.050 miliardi di dollari) è nazionalizzata all’80% dalla FED al costo di 85 miliardi di dollari. La decisione di trarre in salvo la compagnia di assicurazioni (decisione che sarebbe dovuta essere presa dai commissari statali delle assicurazioni, e non dalla FED) fa affidamento sul fatto che avrebbe trascinato anche banche importanti come Goldman Sachs. Questo spiega perché l’amministratore delegato di Goldman Sachs Lloyd C. Blankfein era l’unico banchiere di Wall Street invitato a partecipare ai colloqui sul salvataggio dell’ultimo minuto da parte del governatore della Fed Bernard B. Bernanke e dal Segretario al Tesoro Henry Paulson. E’ importante rilevare che prima di diventare Segretario al Tesoro di George W. Bush nel giugno 2006, Paulson era l’amministratore delegato di Goldman Sachs, poi sostituito da Blankfein.

19 settembre 2008: Henry Paulson, Bernard Shalom Bernanke e Christopher Cox (presidente della Securities & Exchange Commission – SEC) presentano al Congresso un Piano di salvataggio di 3 pagine (simile nello stile alla “blindatura finanziaria” argentina del dicembre 2000 che aprì la strada al crollo finanziario totale del 2001) per la bellezza di 700 miliardi di dollari che si suppone arrestino gli ulteriori fallimenti bancari e finanziari negli Stati Uniti e nel resto del mondo. L’urgenza della questione si poteva leggere nelle loro facce serrate dal panico quando il disegno di legge si è schiantato alla Camera dei Rappresentanti, che l’ha bocciato in data 22 settembre 2008. Il Piano è diventato poi un fascicolo di 450 pagine, approvato adesso dal Senato e che sarà ripresentato alla Camera.

Paulson e Bernanke sono alla ricerca dei “superpoteri” dal Congresso, in modo analogo a quelli che l’ex ministro dell’economia Domingo Cavallo ha strappato al Congresso argentino nel 2001, e che hanno condotto al disastro totale. Nel corso di diverse dichiarazioni, il presidente George W. Bush ha sottolineato spessissimo la drammatica situazione di questa “emergenza nazionale”. Quando gli è stato chiesto come si era arrivati alla cifra di 700 miliardi di dollari, Bernanke ha risposto che rappresentavano il 5% (!!!) dei mutui che erano diventati inadempienti. Gli analisti indipendenti, tuttavia, reputano che questo 5% non è sufficiente per coprire tutti i salvataggi e che occorre prendere in considerazione il 10, il 15 o il 20 per cento dei mutui inadempienti, che potrebbe trasformare le cifre del salvataggio in una somma incalcolabile. La bocciatura del piano di salvataggio avvenuta il “Lunedì nero” ha portato al crollo dell’indice Dow Jones di 778 punti (più del 7%) e una caduta del 16% per gli istituti finanziari. Non è una sorpresa che nell’edizione del 21 settembre del quotidiano londinese “The Daily Telegraph” si sottolineasse che ci stiamo forse dirigendo verso un default del governo americano che ha un debito complessivo di 13.500 miliardi di dollari.

Le due rimanenti banche di investimento considerate ancora “sane” – cioè Goldman Sachs e Morgan Stanley – hanno deciso volontariamente di diventare banche commerciali, e perciò accettare maggiori controlli. Ciò significa che avranno bisogno di ridurre molto rapidamente e in modo metodico il portafoglio prestiti che avevano espanso oltremisura attraverso il prestito a riserva frazionaria, come illustrato in precedenza. Nel frattempo, e come misura temporanea di emergenza, il finanziere Warren Buffet ha acquistato una quota di partecipazione di 5 miliardi di dollari in Goldman Sachs per aiutarla a diventare “più sana”, un chiaro segnale di quanto sia critica la situazione.

22 settembre 2008: dopo uno strano periodo di silenzio in merito alla sua situazione, CitiGroup alla fine è comparsa sulla scena aiutando ad escogitare due salvataggi bancari: Washington Mutual Savings & Loan (la più grande cassa depositi e prestiti degli Stati Uniti con beni per 309,7 miliardi di dollari) e Wachovia Bank (beni per 812,4 miliardi di dollari), sebbene quest’ultima ci abbia ripensato e potrebbe siglare un accordo con Wells Fargo.

Dal 22 al 30 settembre: il contagio attraversa l’Atlantico mandando in crisi l’Europa con una serie di crolli bancari dall’effetto domino.

Fortis (consorzio bancario e assicurativo franco-belga con beni per 1.533 miliardi di dollari) viene salvato dai governi di Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Bradford & Bigley (importante associazione britannica di risparmio e di prestiti) viene salvata dalla spagnola Santander Group al costo di 30 miliardi di dollari, beni per 104 miliardi di dollari), Hypo Real Estate AG (una banca tedesca salvata dal governo al costo di 50 miliardi di dollari – con beni per 622,2 miliardi di dollari), Dexia (un’altra banca franco-belga salvata dai rispettivi governi – prezzo 9,2 miliardi di dollari – beni per 913 miliardi di dollari).

Glitnir (un’importante banca islandese nazionalizzata al 75% dal governo al costo di 900 miliardi di dollari, beni per 48,9 miliardi di dollari). Sinceramente, queste somme sono davvero sbalorditive perché, messe insieme, superano il Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti, il che dà un’idea delle cose che succederanno, considerando le voci di altri fallimenti bancari imminenti su entrambe le sponde dell’Atlantico: UniCredit, una banca pan-europea con sede in Italia, che possiede la tedesca HypoVereinsbank e la Bank Austria.

UBS con sede a Zurigo in Svizzera e la National City Corporation, la Downey Financial Corporation e la Sovereign Bancorp degli Stati Uniti. Tutte queste banche e molte altre hanno esposizioni ad alto rischio verso securities “tossiche” di mutui, per utilizzare il termine coniato da Bernanke della FED. Infine, i principali giornali e gli analisti internazionali insistono col dire che il disegno di legge per questi salvataggio ricadrà sul “contribuente americano” attraverso aumenti fiscali. Questa è chiaramente una mezza verità. La verità è che, per quanto riguarda gli Stati Uniti, buona parte di questi salvataggi sarà pagata con un’ulteriore emissione incontrollata di moneta da parte delle FED, che eroderà sempre più il valore del Dollaro. In poche parole, il costo di questo disastro sarà pagato dalle aziende, dai governi e dai cittadini che hanno beni in tutto il mondo espressi in dollari, e non solo dai “contribuenti americani”.

Possibili scenari

La crisi che sta colpendo il sistema finanziario globale basato sulla speculazione parassitaria e sull’usura è una crisi terminale. Non può più essere salvato puramente attraverso meccanismi e misure finanziarie e monetarie. Se le autorità americane si concentrassero solamente su questo tipo di misure, un crollo davvero grave sarebbe imminente e inevitabile.

Una visione più pragmatica delle strutture di potere globali e americane, tuttavia, indica che gli Stati Uniti non rimarranno con le mani in mano, ammainando la bandiera di superpotenza globale. Gli Stati Uniti non spegneranno la luce e non se ne torneranno a casa come fece la nomenklatura sovietica all’inizio degli anni novanta. Nossignore. Combatteranno duramente!! E questo è un problema per tutte le popolazioni del mondo, anche per i cittadini americani. In tal senso, abbiamo ipotizzato diversi scenari dai quali ne abbiamo scelto tre ben definiti che devono avere senza dubbio un rispettivo piano alternativo di azione per fronteggiare queste crisi crescenti:

Piano A (fronteggiare una crisi di relativia bassa intensità sostanzialmente attraverso misure finanziarie)

Questo piano prevede il proseguimento delle negoziazioni in corso tra la FED, il Dipartimento del Tesoro, il Congresso, i principali banchieri, i banchieri centrali europei e asiatici alla ricerca di altre misure per arrestare i buchi neri e i fallimenti bancari, esercitando pressioni per strappare al Congresso e in altre sedi ulteriori piani di salvataggio da 700 miliardi di dollari. Questo servirà a controllare la crisi nei giorni e nelle settimane a venire aiutando le banche in difficoltà, comprese le banche di medie dimensioni e le banche straniere che operano negli Stati Uniti (ad esempio, HSBC, Barclays, Deutsche Bank ed altre), e aspetto più importante, la rimanenti mega-banche come Goldman Sachs, Morgan Stanley, JPMorgan Chase e CitiGroup. L’effetto immediato di tutto questo sarà una gestione della crisi drastica e di vasta portata attraverso misure finanziarie e monetarie. Allo stesso tempo, saranno stabilite nuove regole del gioco a Wall Street e a Washigton. Il risultato pratico sarà un enorme trasferimento di ricchezze dai piccoli investitori, dai fondi pensioni, dai piccoli azionisti e così via nelle mani delle solite combriccole di banchieri, investitori istituzionali, speculatori e parassiti finanziari.

Piano B (affrontare una crisi di media intensità attraverso misure finanziarie e monetarie)

Se il Congresso non approva il piano di salvataggo, o lo limita in modo significativo, o anche se lo approvasse e questo dovesse rivelarsi insufficiente negli giorni e nelle settimane a venire con un’altra ondata di importanti fallimenti bancari e assicurativi, allora il governo americano – vale a dire la FED e il Dipartimento del Tesoro – potrebbero benissimo proclamare l'”Emergenza economica nazionale” e introdurre una moneta completamente nuova.

No, non si tratta dell'”Amero” che è solamente una cortina fumogena, ma piuttosto qualcosa che vada diritto al punto: un “Nuovo Dollaro” che, a differenza dell’attuale dollaro svalutato, sarebbe sostenuto dall’oro, anche se non da qualunque tipo di oro. Saranno lingotti d’oro 9999, dotati di qualche sicurissimo dispositivo di sicurezza – ad esempio, un chip integrato oppure un ologramma che lo trasformerà in “Oro della Riserva Globale” oppure in oro “sacro” – e che avrà un valore forse 10 volte maggiore del normale oro “profano”. Allo stesso tempo, verrà estesa una chiusura delle banche per implementare il cambio della moneta (come è accaduto diverse volte di recente in Argentina, in special modo quanto il presidente Alfonsín introdusse l’Austral per sostituire il peso fortemente svalutato).

La transizione verso la nuova moneta sarà a condizioni estremamente di favore per quelle banche, aziende, cittadini, alleati e altri “amici e alleati preferenziali” degli Stati Uniti che otterranno un Nuovo Dollaro per ciascun dollaro “vecchio”. Quindi, chi possiederà strumenti espressi in dollari – contanti, buoni e obbligazioni del Tesoro americano, e via dicendo – riceverà un trattamento preferenziale in base a specifici interessi geopolitici e geoeconomici americani come, ad esempio, i governi e gli interessi dell’Unione Europea, del Giappone, forse della Cina, e specifici istituti e multinazionali che saranno in grado di cambiare i loro vecchi dollari con i Nuovi Dollari a tassi di cambio accettabili, diciamo 2, 3, o 4 vecchi dollari per ogni Nuovo Dollaro.

Per il resto – cioè i numerosi investitori privati in tutte le parti del mondo in paesi come l’America Latina, l’Europa Centrale, il mondo musulmano, l’Africa e così via – il Governo americano dirà semplicemente che i loro rispettivi mercati nazionali avranno bisogno di determinare quanti vecchi dollari compreranno un Nuovo Dollaro, e questo sarà regolato dalle forze di mercato di domanda e offerta. Vedremo quindi dei cambiavalute di ogni forma e dimensione offrire un Nuovo Dollaro ogni 8, 10 o 20 vecchi dollari nelle mani di masse disperate di persone che tenteranno di sbarazzarsi di quegli sgualciti biglietti verdi ormai svalutati. (5)

L’effetto immediato di tutto questo sarebbe quello di diffondere ulteriormente la socializzazione delle perdite del sistema bancario americano nei mercati emergenti e nelle economie più deboli al di fuori degli Stati Uniti (cioè il Nuovo Dollaro permetterebbe ai banchieri di esportare in modo selettivo l’erosione inflazionaria della moneta americana verso determinate regioni e parti del mondo).

Piano C (affrontare una crisi di elevata intensità attraverso misure geopolitiche e militari)

Se le autorità americane non riuscissero a risolvere la crisi con misure finanziarie, monetarie ed economiche, e se l’aumento delle violenze sociali interne e dell’insicurezza politica dovessero colpire gli Stati Uniti e i suoi alleati principali, allora la crisi entrerà in una modalità geopolitica e militare. Se viene imposto dall’amministrazione Bush un prolungamento della chiusura delle banche, con il conseguente congelamento dei conti correnti, dei depositi e dei bancomat (proprio come il “Corralito”, cioè il “box per bambini” che l’Argentina ha sofferto a partire dal 1° dicembre 2001 obbligando il nostro paese a sacrifici inimmagibili), questo potrebbe portare in seguito alla risoluzione del problema sul piano geopolitico internazionale “dando un calcio alla scacchiera”.

Ciò significa far salire il conflitto generale a livelli politici, diplomatici e militari, alimentando una guerra generalizzata globale che i pianificatori del Nuovo Ordine Mondiale credono che permetterà loro di utilizzare ampie risorse per la guerra, distogliendo l’attenzione dalla crisi finanziaria in corso. Questo porterà all’imposizione di rigide limitazioni di tutte le libertà civili, negli Stati Uniti e altrove, addirittura con la sospensione della Costituzione (noi argentini anche di questo ne sappiamo a pacchi!).

La “Sicurezza Nazionale” sarà la scusa in un momento di grave emergenza interna, e sarà utilizzata per giustificare le invasioni unilaterali di paesi e regioni in diverse parti del mondo. In poche parole, mobilitare il paese e i suoi alleati nelle sue risorse materiali, mentre l’opinione pubblica viene convinta della necessità di “difendere” il paese contro qualche “nemico” inafferrabile (una vecchia o nuova organizzazione terroristica opportunamente demonizzata). Uno dei risultati che sarebbero richiesti sarebbe quello di ristabilizzare il sistema economico e finanziario adeguandolo ad un complesso militare-industriale potenziato dove gli Stati Uniti avrebbero una posizione di predominio – le guerre all’estero sono sempre utili per distogliere l’attenzione dai problemi nazionali.

L’effetto immediato di tutto questo consisterebbe molto probabilmente in un attacco militare unilaterale all’Iran, con la scusa di distruggere il suo programma nucleare, verosimilmente innescato da un attacco unilaterale da parte di Israele agli impianti nucleari iraniani una volta ottenuto il semaforo verde da Washington. Questo porterebbe gli Stati Uniti in guerra con conseguenze incalcolabili. Ancora peggio, potremmo assistere ad un mega-attacco sotto falsa bandiera attentamente predisposto (vale a dire, un attacco organizzato e provocato dalle strutture stesse del Nuovo Ordine Mondiale, architettato per incolpare l’Iran, le organizzazioni islamiche o chiunque altro, in modo da potere essere utilizzato come scusa per un attacco unilaterale contro l’Iran, la Siria ed altri paesi).

Un simile attacco sotto falsa bandiera potrebbe avvenire sul suolo americano o contro gli interessi americani in ogni parte del mondo, oppure gli interessi dei principali alleati americani. In confronto, l’11 settembre sarebbe un piccolo falò. I mass media del Nuovo Ordine Mondiale garantirebbero che l’opinione pubblica globale creda che l’Iran in particolare e, in generale, l’intero mondo islamico, siano i responsabili di un simile attacco, giustificando quindi una serie di “contrattacchi”, invasioni e guerre. Senza dubbio, anche la Russia verrebbe coinvolta nelle distruzioni in tutta l’Europa centrale, indebolendo quindi l’Unione Europea.

Una guerra generalizzata in Medioriente sarebbe una scusa sufficiente per approvare la legge per liberare le riserve di petrolio in Alaska, giustificare l’invasione dei pozzi di petrolio in Venezuela, militarizzare la piattaforma continentale del Sud Atlantico nelle regioni marittime di Brasile e Argentina in cui si trovano enormi riserve di petrolio ancora non sfruttate e verso cui sta già scorrazzando la Quarta Flotta della Marina degli Stati Uniti, tra le altre cose. La Cina, l’India e il Pakistan indubbiamente giocheranno un ruolo importante e se venissero utilizzati strumenti nucleari tattici, allora tutto questo si trasformerebbe in una vera e propria guerra mondiale nucleare in cui nessuno saprà come si evolverà e come andrà a finire.

Questo riassunto presenta solamente alcune informazioni, schemi e conclusioni che sono di aiuto nell’evidenziare il periodo estremamente serio in cui si trova attualmente il genere umano. I suoi risultati incideranno pesantemente sul mondo intero. Offriamo queste idee come una sorta di esercizio iniziale nella Gestione del Rischio Globale, sperando che possano servire come punto di inizio per promuovere migliori e ulteriori esercizi di pianificazione strategica tra l’opinione pubblica e le organizzazioni private in Argentina e in altre zone.

Anche se la mediocre classe dirigente argentina – sia quella al governo che quella della cosiddetta “opposizione” – fa fatica a capire il vero significato di quello che sta avvenendo nel mondo, la verità è che questa crisi apre nuove incredibili prospettive per l’Argentina e per la nostra regione. Avremo la possibilità di fare un salto quantico senza precedenti, tuttavia per usufruire di queste opportunità dobbiamo capire bene come funzionano realmente le strutture di potere del Nuovo Ordine Mondiale, per quanto concerne le loro dinamiche politiche, economiche, finanziarie e monetarie, i loro obiettivi e i loro metodi. Ci battiamo affinché l’opinione pubblica argentina inizi a capire queste cose il più rapidamente possibile; da qui l’urgenza della questione.

Ad ogni modo, i giorni e le settimane a venire saranno straordinari per tutto il genere umano. Stiamo in guardia…

Adrian Salbuchi
autore e un analista economico di primo piano che vive in Argentina. Fa parte del Movimento della Seconda Repubblica Argentina

Fonte: http://globalresearch.ca

Link originale: http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=10430
3.10.08

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di JJULES

NOTE

(1) Abbiamo ampiamente illustrato come funzionano le strutture del potere privato globale in vari libri e articoli, in special modo per tutte le 472 pagine del libro “El cerebro del mundo: la cara oculta de la globalización” (Ediciones del Copista, Córdoba, 2003, quarta edizione) e in “Bienvenidos a la jungla: dominio y supervivencia en el Nuevo Orden Mundial” (Editorial Anábasis, Córdoba, 2005). E’ disponibile una sintesi in lingua inglese del primo volume – “The World’s Mastermind: the Hidden Face of Globalization” sul nostro sito www.asalbuchi.com.ar oppure su www.globalresearch.ca

(2) Il concetto di “geoeconomia” è stato presentato dal Council on Foreign Relations con sede a New York attraverso uno dei propri membri, Maurice Greenberg (cioè lo stesso finanziere che è stato presidente ed amministratore delegato della compagnia di assicurazioni AIG, da poco fallita, dimessosi nel 2005 in seguito ad un grave scandalo societario).

(3) Dati estratti dal New York Times del 22 settembre 2008.

(4) Una parte importante di questa crisi negli Stati Uniti è inoltre focalizzata sull’enorme debito che i cittadini hanno con le società di carte di credito, stimato al momento in più di mille miliardi di dollari, in cui il finanziamento è a tassi di interesso a livello di usura tra il 19 e il 25 per cento (FoxNews, 25 settembre 2008).

(5) L’intero processo è discusso più in dettaglio nel mio articolo “Death and Resurrection of the US Dollar”, disponibile su www.asalbuchi.com.ar oppure www.globalresearch.ca, oppure a richiesta [email protected].

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