FONTE: ZEROHEDGE.COM
I mercati finanziari stanno diventando ovviamente sempre più dipendente dalle politiche delle banche centrali. In un seguito ai precedenti grafici di Incrementum, Stoerferle e Valek svelano un pacco da 50 diapositive con 25 grafici incredibili per dar modo agli investitori prudenti di capire le interazioni tra inflazione monetaria e la deflazione.
Hanno introdotto il termine “tettonica valutaria” per descrivere il tiro alla fune che sta imperversando tra la base monetaria M0 gestita da politiche monetarie estremamente morbide e la contrazione degli aggregati M2 e M3 dovuta alla diminuzione della leva finanziaria da parte delle banche. Con occhio critico, Incrementum spiega come applicare queste informazioni alle decisioni di acquisto dell’oro e allo stesso introducono il loro “segnale inflazionistico”.
GoldSilverWorlds.com ha fatto un gran lavoro per riassumere tutti gli aspetti fondamentali (i grafici completi sono qui sotto…).
Gli autori introducono il termine “tettonica monetaria come una metafora di questa guerra. Come la piattaforma tettonica sotto un vulcano, l’inflazione valutaria e la deflazione stanno lavorando l’una contro l’altra:
- L’inflazione monetaria è il risultato dell’aumento parabolico della massa monetaria M0 da parte delle politiche di alleggerimento quantitativo delle banche centrali.
- la deflazione monetaria è il risultato della riduzione degli aggregati M2 e M3 dovuti al deleveraging creditizio.
La tabella seguente ci mostra chiaramente che il 2013 è stato un anno fondamentale in cui la base monetaria M0 è cresciuta esponenzialmente, mentre l’M2 netto (espresso dalla linea M2-M0) è declinato in modo significativo.
L’insieme dei grafici ci mostra varie tendenze che confermano una pressione deflazionistica:
- Il debito totale del mercato, espresso in percentuale del PIL statunitense, è calato dal 2007 (“deleveraging del debito “).
- Il credito bancario negli Stati Uniti di tutte le banche commerciali è fermo (vicina alla crescita negativa), così come nel 2007/2008. Vedi il grafico qui sotto.
- La crescita dell’emissione di moneta negli Stati Uniti e nell’Eurozona sta andando verso il basso. Vedi il secondo grafico qui sotto.
- Le spese relative ai consumi stanno indicando una disinflazione.
- Il rapporto oro/argento sta diminuendo. L’oro tende a superare l’argento nei periodi di disinflazione e /o di deflazione.
- Il rapporto tra oro e rendimento dei titoli del Tesoro sta calando. Vedi il terzo grafico qui sotto.
- Il Continuous Commodity Index (CCI) (indice dei prezzi delle materie prime) è in forte ribasso dall’autunno del 2011.
D’altra parte la pressione inflazionistica è presente in queste altre tendenze:
- Un’esplosione della base monetaria M0. Vedi il primo grafico qui sotto.
- I segnali che mostrano che le famiglie negli Stati Uniti stanno rallentando la contrazione dei propri debiti. Vedi il secondo grafico qui sotto.
- La valuta in circolazione continua ad aumentare.
- Le banche commerciali hanno accumulato un’enorme quantità di riserve che, in caso di un aumento dei tassi da parte delle banche centrali, potrebbero inondare il mercato attraverso il prestito frazionario. Vedi il terzo grafico qui sotto.
Quali conseguenze ha per l’oro la guerra tra inflazione e deflazione? La conclusione chiave di questa ricerca è che, a causa delle riserve frazionarie del sistema bancario e la dinamica della “tettonica monetaria”, fasi inflazionistiche e deflazionistiche si avvicenderanno nel prossimo futuro. L’oro, essendo un asset valutario nella prospettiva dell’economia austriaca, tende a salire nei periodi di inflazione e a calare in quelli di disinflazione.
L’approccio per gli investitori è di prendere posizione su queste basi e valutare i ribassi di prezzo come opportunità di acquisto per l’imminente periodo inflazionistico. Come si può essere sicuri che l’inflazione sta montando? Considerate il fatto che il governo deve evitare la deflazione. È uno scenario orribile per le seguenti ragioni:
- La deflazione dei prezzi comporta un incremento reale del valore del debito e un declino nominale del valore degli asset. Il debito non può più essere ripagato.
- La deflazione dei prezzi porterebbe a un forte calo delle entrate fiscali a causa del restringimento dell’imponibile da tassare.
- La deflazione avrebbe conseguenze fatali per una gran parte del sistema bancario.
- Le banche centrali hanno anche il mandato di assicurare la “stabilità finanziaria del mercato”.
È interessante sapere che Stoeferle e Valk hanno sviluppato il Segnale di Inflazione Incrementum“, un indicatore di quanta inflazione valutaria arriva all’economia reale seguendo gli indicatori valutari e di mercato. Secondo questo segnale, gli investitori dovrebbero prendere posizione seguendo le tendenze dell’inflazione, in aumento, stabile o in calo.