In Niger la posta in gioco è enorme

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Di Eric Zuesse, southfront.org

I potenziali Stati Uniti d’Africa sono ora in fase embrionale di formazione, dopo che un ammutinamento delle Guardie Presidenziali del Niger si è immediatamente trasformato in un colpo di Stato da parte dell’Esercito nigerino lo scorso 26 luglio, che ha rovesciato il Presidente Mohamed Bazoum, eletto ‘democraticamente’ dagli Stati Uniti e dalla Francia e molto corrotto.

L’opinione pubblica nigerina ha risposto immediatamente a questo colpo di Stato con massicce dimostrazioni di gioia in tutto il Paese, accogliendo i liberatori dalla morsa sfruttatrice degli imperialisti: la Francia sostenuta dall’America.

Il Niger, come gli altri Paesi africani che utilizzano il franco francese come valuta, ha finanziato il Governo francese e l’aristocrazia nigerina, attraverso un complesso meccanismo chiamato “franco CFA”, in cui, come ha scritto la rete di propaganda statunitense CNN in uno dei suoi notiziari:

La Françafrique è stata spesso criticata per aver perpetuato pratiche neocoloniali. Ad esempio, poche cose hanno scatenato più polemiche del franco centrafricano o CFA, una valuta utilizzata da 14 Paesi dell’Africa occidentale e centrale, tra cui il Niger.

I Paesi che utilizzano il franco CFA devono depositare il 50% delle loro riserve valutarie presso la Banque de France, e la valuta è ancorata all’euro. Mentre Parigi afferma che il sistema promuove la stabilità economica, altri sostengono che consente alla Francia di esercitare un controllo sull’economia dei Paesi che lo utilizzano.

Quindi, in pratica, qualsiasi cosa venga spedita all’estero da uno qualsiasi di questi Paesi, i proventi, in effetti, vanno per il 50% alla Francia, e solo il restante 50% va al Niger o all’altro Paese di provenienza.

Come aveva detto in precedenza in maniera bipartisan Brookings Institution del regime statunitense:

Alcuni economisti africani considerano la più ampia dipendenza dalle politiche monetarie europee come una restrizione alla crescita, a causa dell’iperfissazione sull’inflazione. Tuttavia, le élite e i ricchi africani, i principali beneficiari della configurazione della zona del franco CFA, sostengono la sua continuazione.

Gli unici beneficiari sono gli individui che controllano le multinazionali – soprattutto quelle che hanno sede in Francia e in America, e che hanno filiali nella colonia africana in questione. Come ha sorprendentemente ammesso uno studioso della London School of Economics dell’aristocrazia britannica:

Il franco CFA incoraggia anche massicci deflussi di capitale. In breve, l’appartenenza alla zona del franco è sinonimo di povertà e sottoccupazione, come dimostra il fatto che 11 dei suoi 15 aderenti sono classificati come Paesi meno sviluppati (LDC), mentre gli altri (Costa d’Avorio, Camerun, Congo, Gabon) hanno tutti sperimentato un declino economico a termine reale.

Infine, essi sostengono che l’appartenenza alla zona del franco è in contrasto con il progresso della democrazia. Per sostenere il franco CFA, si sostiene, la Francia non ha mai esitato a cacciare i capi di Stato tentati di ritirarsi dal sistema. La maggior parte di essi sono stati rimossi dall’incarico o uccisi in favore di leader più accondiscendenti che si aggrappano al potere con ogni mezzo, come dimostrano i Paesi del CAEMC e il Togo. Lo sviluppo economico è impossibile in queste circostanze, così come la creazione di un sistema politico che risponda alle preoccupazioni della maggioranza dei cittadini.

Nei giorni successivi, dopo il colpo di Stato, il Niger ha avviato discussioni con il Mali, la Guinea e il Burkina Faso, che già in precedenza avevano avuto dei colpi di Stato per liberarsi dai loro padroni imperialisti guidati dal Governo degli Stati Uniti.

Nel frattempo, gli sforzi del regime statunitense – che sono guidati da Victoria Nuland, la quale ha diretto il colpo di stato di successo del regime statunitense che nel febbraio 2014 ha preso e assorbito l’Ucraina nell’impero americano (e qui c’è un’immagine lampante) – hanno portato il Niger a discutere con il Mali, la Guinea e il Burkina Faso  (che già in precedenza avevano avuto dei colpi di stato per la libertà dai loro padroni imperialisti).

Il 3 agosto, la CNN ha titolato “L’ultimo colpo di Stato in Africa è un grattacapo per l’Occidente e un’opportunità per la Russia“, fingendo che l’aggressione qui e l’opposizione alla democrazia provenissero dalla Russia contro gli Stati Uniti, invece che dagli Stati Uniti contro la Russia.

Ho spiegato in precedenza questi eventi nel mio articolo del 6 marzo 2023 “Il momento presente trasformativo nella storia“.

Qualunque sarà l’esito degli attuali eventi in Niger, sarà una parte di quella storia, e forse una parte molto importante. Tuttavia, è troppo presto per prevedere quale sarà l’esito. In ogni caso, questa storia è iniziata nel 1945, quando il Presidente statunitense anti-imperialista Franklin Delano Roosevelt è stato sostituito dal Presidente filo-imperialista Harry Truman, che ha dato forma all’ordine internazionale del secondo dopoguerra, che è durato fino ad oggi e che sembra stia per raggiungere il suo culmine.

Se Victoria Nuland non sarà in grado di mettere i bastoni tra le ruote ai nuovi leader del Niger come sperano i suoi capi, Antony Blinken e, più in alto, Joe Biden – né di convincere il ‘mondo libero’ a invadere e conquistare il Niger, come sperano – allora si sarà stabilito un modello di successo che potrebbe essere copiato da altre nazioni-schiave, grazie al quale anche loro potrebbero staccarsi e liberarsi dai loro padroni imperiali, gli Stati Uniti con i loro ‘alleati’ e dall’impero ‘alleato’ (nazione vassalla): l’aristocrazia statunitense e le sue dipendenze estere. Se così fosse, terminerebbe l’egemonia dell’egemone. Terminerebbe il sistema globale avviato da Truman (che aspira a conquistare – assorbendo nella sua rete imperiale – tutte le nazioni, in particolare Russia e Cina).

Quindi: in Niger, la posta in gioco è enorme.

Di Eric Zuesse, southfront.org

10.08.2023

Eric Zuesse. Scrittore e ricercatore indipendente americano.

Titolo originale: UNITED STATES OF AFRICA FORMING TO LEAD WORLD AGAINST U.S.-&-ALLIED EMPIRE

Fonte: https://southfront.org/united-states-of-africa-forming-to-lead-world-against-u-s-allied-empire/

Traduzione a cura della Redazione di ComeDonChisciotte.org

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