Il vero scopo dell’alluvione

L'Italia delle opere resilienti: dal siero magico alle dighe salva alluvioni.

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Di Patrizia Pisino per ComeDonChisciotte.org

I nostri bravissimi politici, molto preparati e informati in materia di alluvioni, proclamano interventi risolutivi sia per fronteggiare la siccità che per contenere le alluvioni. Nel mio articolo precedente evidenziavo che i piani nazionali sul dissesto idrogeologico già ci sono! Così dobbiamo assistere al solito teatrino dove il protagonista di turno si fa bello, in questo caso il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci che annuncia “serve un approccio nuovo al sistema idraulico su tutto il territorio, perché quello che è accaduto in Emilia Romagna era già accaduto ad Ischia e potrà accadere in tutte le altre zone del Paese. Pertanto secondo questo teatrante sarà necessario un provvedimento in accordo con altri ministeri che entro la prima metà del 2024 porterà ad interventi mirati, dalla realizzazione di nuove dighe all’eliminazione degli sprechi di acqua. Consiglierei al signor Musumeci di leggere le “Linee guida operative per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche settore idrico” del 6 ottobre 2022, pubblicate sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove vengono puntualizzate le norme da seguire per valutare anche i rischi e benefici di questo tipo di opere, che comunque sconvolgono non solo i territori limitrofi ma anche tutto l’ecosistema.  Ormai è chiaro che non hanno intenzione di salvaguardare  il territorio e gli abitanti ma al contrario vogliono investire i nostri soldi in mega opere inutili che di fatto non risolveranno il problema, altrimenti avrebbero eseguito i lavori già previsti che, a quanto pare, ora sembrano non esistere o addirittura non rispondenti al pensiero del progressista ed illuminato Musumeci o forse mette in dubbio l’operato del Governatore dell’Emilia Romagna. Dichiarare che con le dighe si risolverà tutto è poco lungimirante. La storia dei disastri provocati da questi sbarramenti a quanto pare è ormai dimenticata (vedi Vajont, Gleno, Molare, Val di Stava, ecc.).

Su tutto il territorio italiano sono state realizzate dal  ben 541 dighe e sono utilizzate per diversi scopi di cui il 62% per produrre energia elettrica o industriale, il 38 % per utilizzo irriguo e idropotabile. In Emilia Romagna ci sono 24 dighe tra cui la diga di Ridracoli in provincia di Forlì utilizzata per la regolazione annuale delle portate del fiume Bidente, per l’approvvigionamento idropotabile dell’Acquedotto della Romagna e per la produzione di energia elettrica nella centrale Enel Green Power di Isola (Comune di Santa Sofia), pertanto questa rappresenta già un esempio di opera che dovrebbe servire al controllo delle esondazioni del fiume. Quest’opera,  impressionante per la sua grandezza e spettacolarità, è stata completata nel 1982, fa parte delle dighe di rilievo realizzate sul nostro territorio e, come tutte  le opere in calcestruzzo, necessita di una continua manutenzione. Queste opere colossali che pesano enormemente sui territori per la loro complessità e vetustità, (alcune superano i 50 anni di utilizzo massimo prima che il cemento armato perda la resistenza meccanica), devono necessariamente essere messe in sicurezza, per savalguardare gli abitanti che vivono a valle.  Pensare di costruirne di nuove considerandole la panacea di tutti i mali mi sembra veramente da folle! Mi viene in mente che forse è un piano studiato per utilizzare una tragedia per i loro scopi e poter realizzare senza problemi al posto delle abitazioni un nuovo bacino! Spero di no…  Sicuramente il buonsenso prevarrà e i soldi promessi dal Capo dello Stato e dal Presidente del Consiglio verranno utilizzati per risarcire gli abitanti che hanno perso tutto, mentre con gli impegni di spesa già finanziati procederanno rapidamente alla manutezione delle infrastrutture idriche esistenti. Questa penisola italica devastata da continue calamità non deve diventare oggetto di stati di emergenza e nomina di commissari straordinari, ma deve essere tutelata con degli interventi condivisi che la valorizzino, (piccoli bacini e riparazione delle perdite d’acqua potabile causate dalle condotte fatiscenti)  e soprattutto non possiamo permettere che facciano scomparire dalle carte geografiche ulteriori località per costruire altre dighe sommergendo i territori su cui sorgono (Fabbriche di Careggine del lago di Vagli, Curon del lago di Resia in Alto Adige).

Di Patrizia Pisino per ComeDonChisciotte.org

Patrizia Pisino. Architetto, insegnante e scrittrice.

25.05.2023

NOTE

file:///C:/Users/ppisi/Downloads/Delibera1721_17.10.2022.pdf

https://dgdighe.mit.gov.it:5001/$DatiCmsUtente/comunicazioni/allegati/Decreto%20adozione%20linee%20guida_settore%20idrico_326.11-10-2022.pdf

https://dgdighe.mit.gov.it:5001/$DatiCmsUtente/comunicazioni/allegati/Linee%20Guida%20Operative%20-%20Settore%20Idrico_06.10.2022_format_stampa.pdf

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