IL TESTIMONE E’ SERVITO

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DI SOLANGE MANFREDI
paolofranceschetti.blogspot

In tutti gli scandali, stragi ed omicidi eccellenti della storia d’Italia cui sono stati coinvolti – in vario modo – i servizi segreti, non si è mai giunti ad individuare il responsabile ma in compenso vi sono una serie di costanti. Una di queste è la morte dei testimoni.

E’ stato così per lo scandalo Sifar (Servizio Informazioni Forze Armate) che, nel 1964, aveva predisposto un piano per attuare un vero e proprio colpo di Stato militare (c.d. Piano Solo, perché coinvolgeva la sola arma dei Carabinieri). La verità, su questo scandalo, si saprà solo 30 anni dopo. In parte perché su molti documenti verrà posto il segreto di Stato (segreto che, si scoprirà poi, è servito a coprire anche reati gravissimi che nulla avevano a che vedere con la sicurezza del nostro paese); in parte perché i testimoni sono morti.E’ il caso del Generale Giorgio Manes, vice comandante dell’arma dei Carabinieri che, convocato a deporre davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta, il giorno della deposizione viene colpito da infarto nella Bouvette di Montecitorio (probabilmente dopo aver bevuto un caffè) e muore prima dell’audizione. Da notare che quella delle morti dopo aver bevuto il caffè è una costante nella storia d’Italia (v. ad esempio Sindona).

Identica sorte è quella che tocca al Colonnello Renzo Rocca, capo dell’Ufficio Rei del Sifar. Anche lui convocato a deporre davanti alla Commissione di inchiesta, viene trovato morto nel suo ufficio pochi giorni prima della deposizione ucciso da un colpo di pistola. Prima dell’arrivo del magistrato, agenti dei servizi segreti prelevano dall’ufficio e dall’abitazione di Rocca numerose bobine registrate e intere casse di documenti. Per la Procura si è trattato di suicidio.

Non diversa la storia per quanto concerne la strage di Piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre del 1969. Agli inizi del 1972 si possono contare già 13 morti tra i testimoni (4 suicidi e 9 morti per infortunio). La situazione è così grave che il Presidente della Corte di Assise di Roma, Falco, preoccupato per la “moria dei testimoni”, invia una lettera al Presidente del Tribunale, per sollecitare la fissazione del processo.

blankAnche in questo caso le morti sono particolari; c’è il caso di Calzolai che annega in pochi centimetri d’acqua o Muraro che, pochi giorni prima di essere sentito dal magistrato, precipita dalla tromba delle scale e poi, sfracellato, fa ancora un balzo per andare a morire nella botola dell’ascensore (da notare che proprio lo stesso Muraro, pochi giorni prima di morire aveva detto ad un amico: “vedrai che mi ritroveranno morto nella buca dell’ascensore”). E poi si coniano termini nuovi per giustificare morti inspiegabili, come quella dell’anarchico Pinelli nel 1969, precipitato dalla finestra; dapprima si disse che era un suicidio poi la versione cambiò e divenne un malore tale da provocarne la caduta dalla finestra; verrà coniato il termine di “morte un malore attivo”.

Ma le cose non cambiano neanche per il Golpe Borghese. Qui a morire è il protagonista, il Principe Julio Valerio Borghese che, fallito il colpo di stato, fugge in Spagna. Iniziati i processi per il Golpe decide di rientrare. Non farà in tempo. Nel 1974 morirà in Spagna in circostanze mai chiarite (si parlò anche di un suo possibile avvelenamento).

E che dire poi di Ustica. Decine di morti tra i testimoni. Le più fantasiose. Chi si impicca lo fa ad un metro da terrà (verranno chiamati suicidi in ginocchio) e molti moriranno, anche in questo caso, pochi giorni prima di deporre. E così troviamo:

Ivo Nutarelli e Mario Naldini, i piloti dell’aereonautica che si trovavano a bordo del TF 104 decollato dall’aeroporto militare di Grosseto la notte della tragedia di Ustica. Il 28 agosto 1988 moriranno nella sciagura delle frecce tricolori a Ramstein, in Germania. La settimana successiva dovevano essere interrogati dai giudici romani dell’ inchiesta su Ustica;


[L’incidente delle Frecce Tricolori a Ramstein nel 1988]

Ro­berto Boemio, generale dell’Aeronautica in pensione, ex capo di sta­to maggiore della terza divisione aerea (con base a Martina Franca) personaggio chiave nell’inchiesta di Ustica, tanto che a seguito delle sue rivelazioni vengono in­criminati degli alti ufficiali, il 13 gennaio 1993 viene accoltellato a morte a Bruxelles da due sconosciuti. Anche lui pochi giorni dopo sarebbe stato nuovamente ascoltato dal giudice titolare delle indagini;

Maurizio Gari, master controll nella sala radar di Pog­gio Ballone: il 9 maggio del 1981 stroncato da un in­farto a soli 32 anni;

Alberto Mario Det­tori, addetto all’identificazione dei velivoli in volo presso il radar di Poggio Ballone, apparentemente “suicidatosi” il 30 marzo del 1987;

Franco Parisi, Sergente Aeronautica in servizio al Radar Otranto, apparentemente “suicidatosi” il 21 dicembre del 1995;

Sergio Castellari, apparentemente “suicidatosi” il 25 febbraio del 1993; il soggetto viene trovato morto con la pistola in tasca e il cane della pistola alzato.

Mario Ferraro, colonnello dei Servizi segreti, apparentemente “suicidatosi” il 15 luglio 1995;

Giuseppe Santovito, direttore del Sismi, morto in clinica nel febbraio del 1984, apparentemente in conseguenza di un’improvvisa cirrosi epatica.

Giorgio Teoldi, comandante del­l’aeroporto miliare di Grosseto, l’08 agosto 1980 si schianta a bordo della sua auto lun­go la via Aurelia, che esce di strada all’improvviso, in un rettilineo.

Giorgio Furetti, sindaco di Grosseto, muore il 04 aprile del 1984 investito da un motorino.

Licio Giorgieri, Generale al Registro Aeronautico Italiano, che la notte della strage era bordo di un PD 808, muore il 20 marzo 1987 a Roma, in un attentato colpito a morte da un commando delle Ucc (Unità comuniste combattenti).

Ugo Zammaroni, maresciallo dell’ Aero­nautica, in forza alla base Nato di Decimomannu, in Sardegna, e stava conducendo un’ indagine sul Mig libico caduto sulla Sila. Il 14 agosto del 1988, mentre passeggia con un’amica, viene investito da una moto con in sella due drogati. Mentre i corpi dei drogati appaiono sfracellati il cadavere di Zammaroni e della sua amica sono integri. Non verrà fatta nessuna autopsia. Le valige del maresciallo scompariranno dall’albergo.

G. Totaro, impiccatosi al portasciugamani del bagno.
Antonio Mu­zio, maresciallo dell’Aeronautica in forza presso l’aeroporto di Lamezia Terme (dove erano stati conservati i resti del Mig e i nastri di registrazione del volo) viene ucciso a colpi di pistola 1 febbraio 1991.

Antonio Pagliata, maresciallo dell’Aeronautica, il 13 novembre 1992 muore in un incidente stradale;
Sandro Mar­cucci, dell’ex colonnello pi­lota della 46a aerobrigata di stanza a Pisa, il 02 febbraio 1992 precipita con il suo Piper senza nessuna causa apparente.

E così per Ilaria Alpi, anche in questo caso il retroscena dell’omicidio si snoda tra losche vicende di traffici illeciti e intrecci con faccendieri legati ai servizi segreti. Anche in questo caso il testimone muore in un agguato a Mogadiscio.

E così per la Strage di Nassiria sino a giungere ai nostri giorni con lo scandalo del sequestro Abu Omar operato dai nostri servizi segreti in accordo con la CIA. Qui a morire, apparentemente “suicidatosi”, è Adamo Bove, ex poliziotto della Digos, responsabile della sicurezza Tim. Bove aveva collaborato sia con la magistratura milanese per le indagini sul sequestro Abu Omar, sia con quella romana sul dossieraggio illegale. Il 21 luglio 2006 Adamo Bove si butta da un viadotto della tangenziale di Napoli. blankIl “suicidio” verrà motivato sui giornali da una forte depressione. La famiglia sosterrà con forza non solo che Adamo Bove non era depresso, ma che da tempo sospettava di essere pedinato da uomini armati. Una domanda sorge spontanea: perché un uomo che ha una pistola decide di suicidarsi buttandosi giù da un cavalcavia [foto]? Non sarebbe più semplice e facile spararsi? Una cosa è certa, se ti butti giù da un cavalcavia il tuo corpo è, poi, così mal ridotto che un’autopsia difficilmente potrà rilevare se tu sia stato spinto o, prima, percosso (difficile riscontrare ematomi o altro).

E la storia continua con quel terribile gioco che vuole che in ogni indagine in cui siano coinvolti i servizi segreti i testimoni muoiano e i processi si concludano senza aver individuato i responsabili.

Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.com/
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16.11.2007

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