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La Redazione

 

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IL SOLSTIZIO D’INVERNO E LA BELLA OSCURITA’

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A cura di Davide
Il 7 Febbraio 2007
22 Views

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DI SHEPHERD BLISS
Dissident Voice

Negli ultimi anni ho scritto articoli dal titolo “Nuvole nere sull’America” e “Ricordi di tortura”. La bellicosità della nostra nazione e il comportamento minaccioso verso gli altri mi hanno turbato. Il mio studio sul picco del petrolio e sul cambiamento climatico mi hanno convinto di star entrando in una era oscura, mentre noi esauriamo i combustibili fossili e surriscaldiamo il pianeta. Dapprima, ho trovato tutto ciò deprimente. Sono arrivato a vedere che la perdita di energia a buon mercato potrebbe anche essere una grande opportunità, dipende dalla nostra risposta.

Oltre alle nostre risposte esterne per fare cose come conservare energia ed essere più efficienti, realizzare un passaggio a fonti energetiche rinnovabili, e rilocalizzarle, c’è molto che noi possiamo fare mentalmente per preparare delle società post-carbone. Un’opportunità è di riconsiderare il ruolo dell’oscurità e dei tempi morti come parte del ciclo naturale. Ogni cosa che vive muore – individui, relazioni, nazioni, imperi, specie, anche interi pianeti. Altre cose viventi si uniscono da ciò che resta dei precedenti per sostituirli. E’ il ciclo naturale. Lo vedo ogni giorno nella mia fattoria organica Kokopelli in Sonoma County. Ammassi di concime vivo, escrementi di galline, rifiuti alimentari e un’ampia varietà di materiale organico un tempo vivente, ma ora in decomposizione. Quel concime nutre le mie bacche, le mele, e altri frutti e piante, dando loro vita.

L’oscurità è un essenziale, a volte crudele aspetto del ciclo, che spaventa qualcuno. Ciò che va dentro il mio mucchio di concime ha molti colori, compreso il verde, il giallo, il rosso e anche il viola. Ciò che viene fuori è più scuro – marrone o nero. Normalmente io metto il guano come fertilizzante per nutrire il terreno. “Spalare merda” come dicono i contadini, è stato un piacere. Questo “oro marrone” produrrà gustosi frutti. L’oscurità può essere fruttuosa, in diversi modi, anche in quelli da cui alcune persone si tengono alla larga.

Io scrivo per esaltare alcuni tipi di oscurità…

Le società industriali tendono ad illuminare la notte con fari, lampioni, lampadari e tante altre luci, piuttosto che godersi i doni unici dell’oscurità. Contro i tentativi attuali dell’Occidente di ignorare e di negare l’oscurità e tutte le sue qualità ristoranti, gli indigeni e alcune tradizioni religiose tendono ad abbracciarla…

Nei linguaggi semitici e nella cristianità delle origini “nero” e “saggio” erano associati. San Giovanni della Croce scrisse della “Scura Notte dell’Anima”, un viaggio difficile ma, alla fine, ristoratore. Quando si viene chiamati nel “el mundo subterraneo” (il mondo sotterraneo) o vi si è trascinati a forza, si può ritornare con molte storie da raccontare.

Ma negli Stati Uniti oggi, l’oscurità ha preso un significato negativo o persino razzista. Il “buio” è persino usato per indicare ciò che sarebbe inferiore. Maligne forme di oscurità difatti esistono. Ma in questo articolo mi preoccupo dell’ oscurità dolce e benefica.

La poesia di Whyte mi ha stimolato a cercare altre poesie sull’oscurità. “La notte cancella gli affari del giorno”, dichiarò nel tredicesimo secolo il poeta persiano Rumi. “Rinfrescati nell’oscurità,” aggiunse. “Nel bel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura.” In questo modo Dante inizia la “Divina Commedia” che molti considerano il maggior poema europeo mai scritto.

“Tu, oscurità, da cui provengo e che amo così tanto,” scrisse Rilke, descrivendo ancora una volta quel contesto più ampio in cui viviamo. Gli scienziati la descrivono come materia oscura ed energia oscura, che sono ancora msteriose per loro, così come il modo in cui la gravità ci tiene sulla terra che orbita. “Se abbassassi le mani, vicino alla terra./ potrei raccogliere manciate di oscurità!/ C’è sempre stata lì un’oscurità, che non abbiamo mai notato,” scrive il poeta del Minnesota Robert Bly.

Il poeta e contadino del Kentucky Wendell Berry ci incoraggia a “sapere che anche l’oscurità,/ sboccia e canta,/ ed è trasportata da oscuri piedi e oscure ali.” Theodore Roethke aggiunge, “In un ora buia, l’occhio inizia a vedere,/ incontro la mia ombra nelle ombre che avanzano.” Ci ricorda che portiamo la nostra oscurità personale, la nostra ombra, con noi tutto il tempo, gettandocela dietro mentre camminiamo, di solito inconsapevolmente.

Il poeta di Boston May Sarton celebra l’oscura dea indiana Kali e ci ricorda che “senza oscurità/ nulla nasce”.

Forse l’ oscurità non è così negativa come ho originariamente pensato quella fredda, umida mattina quando la poesia di Whyte giunse e mi portò in me stesso e ad altre poesie.

“Nulla fa risaltare la luce, la meraviglia, il tesoro meglio dell’oscurità,” scrive l’analista junghiana Clarissa Pinkola Estes nel suo libro “Women Who Run With the Wolves”. Descrive la “consapevolezza notturna,” notando, che “le cose sono diverse di notte… La notte è quando siamo più vicini a noi stessi, vicini alle idee e sentimenti essenziali che non registriamo così tanto durante il giorno.”

Nell’oscurità possiamo sognare, rivelando parti di noi che sarebbero altrimenti nascoste. “Dobbiamo sognare l’oscurità come un processo, e sognarla come cambiamento, per creare l’oscurità in una nuova immagine. Perchè l’oscurità crea noi,” scrive l’attivista sociale Starhawk nel suo libro “Dreaming the Dark.” Starhawk poi aggiunge, “Come troviamo e trasformiamo l’oscurità interna e la possediamo come un nostro potere? Come possiamo sognarla in una nuova immagine, sognarla in azioni che trasformeranno il mondo in un posto dove non accadono più storie dell’orrore, dove non ci saranno più vittime?”

A volte penso all’oscurità come ad una compagna di ballo; essa sembra più femminile che maschile. Non cerco di condurla ma piuttosto di seguirla.

Seguire i molteplici benefici dell’oscurità nella mia vita (ed evitarne i rischi) sembra essere il mio maggiore compito invernale in questa fine 2006 all’avvicinarsi del 2007. Nel buio ci si può riposare e rinnovare. La primavera può giungere nuovamente, con una diversa serie di abbondanti doni.

Shepherd Bliss è un insegnante di college in pensione che ora fa il coltivatore a Sonoma County, CA. Ha contribuito a 19 libri, di cui il recente Veterans of War, Veterans of Peace,” scritto da Maxine Hong Kingston (http://www.vowvop.org/ ).
Lo si può contattare a: [email protected]

Shepherd Bliss
Fonte: www.dissidentvoice.org
Link: http://www.dissidentvoice.org/Dec06/Bliss11.htm
11.12.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FILIPPO MARIA FATIGA e ALCENERO

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