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La Redazione

 

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IL PERDONATO: LA BUONA GUERRA DI CLINT EASTWOOD

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A cura di God
Il 6 Novembre 2006
38 Views

blankDI MICKEY Z
ZNet

Nel mezzo della loro attuale e perpetua guerra contro il male, gli Stati Uniti stanno ancora riflettendo sulla “buona guerra”. Se Clint Eastwood ha il permesso di riciclare quelle immagini in “Flags of Our Fathers”, il sottoscritto, quale autore di una storia alternativa della Seconda Guerra Mondiale, perché non dovrebbe dichiarare di nuovo la propria posizione?

Gli Stati uniti hanno combattuto quella guerra contro il razzismo con un esercito segregazionista.

Hanno combattuto quella guerra atta a porre fine alle atrocità sparando a soldati circondati, facendo morire di fame prigionieri di guerra, bombardando deliberatamente civili, facendo saltare in aria ospedali, mitragliando a bassa quota scialuppe di salvataggio, e nel Pacifico bollendo i teschi scarnificati del nemico per farne ornamenti da innamorati.FDR, il leader di questa forza anti-razzista e anti-atrocità, firmo l’Ordine Esecutivo 9066, internando oltre 100.000 Giappo-Statunitensi senza giusto processo. Così, con la scusa di combattere gli architetti dei campi di prigionia Tedeschi, essi stessi divennero gli architetti di campi di prigionia statunitensi.

blankPrima, durante e dopo la Buona Guerra, la classe borghese degli Stati Uniti commerciava con il nemico. Tra le corporation Usa che investirono nei Nazisiti c’erano Ford, GE, Standard Oil, Texaco, ITT, IBM, e GM (il vertice William Knudsen chiamò la Germania Nazista “il miracolo del 20° secolo”).

E mentre gli Stati Uniti respingevano spesso rifugiati ebrei in modo che affrontassero morte certa in Europa, un altro gruppo di rifugiati fu accolto a braccia aperte dopo la guerra: i criminali di guerra nazisti in fuga, che aiutarono e creare la CIA e a far progredire il programma nucleare degli Stati Uniti.

La durevole fiaba della Buona Guerra va ben oltre i barbecue del Memorial Day e lo sfarfallare film in bianco e nero sulla TV a tarda notte. La Seconda Guerra Mondiale è la guerra più popolare degli Stati Uniti. Secondo la storia accettata, fu una guerra inevitabile imposta ad un popolo pacifico grazie ad un attacco a sorpresa di un nemico spregevole. Questa guerra, allora ed oggi, ci è stata attentamente e consapevolmente venduta come una battaglia di vita-e-morte contro il male puro. Per la maggior parte degli Statunitensi, la Seconda Guerra Mondiale è stata nulla di meno che il bene e il male che si affrontavano in abiti cachi.

Ma, a parte Hollywood, né Ryan Phillippe né John Wayne hanno mai messo piede ad Iwo Jima. Nonostante gli oscuri ricordi dell’ex presidente, Ronald Reagan non liberò alcun campo di concentramento. E contrariamente all’idea popolare, FDR non è mai andato vicino a mandare i nostri ragazzi “laggiù” per sconfiggere la Germania di Hitler fino a dopo che i Nazisti aveva già dichiarato guerra agli Stati Uniti per primi.

blankFilm come “Flags of Our Fathers” e “Salvate il soldato Ryan” di Steven Spielberg ci insegnano che anche se la guerra è un inferno e a volte i bravi ragazzi perdono la strada, non c’è ancora ragione per mettere in dubbio la moralità della missione o la statura morale di quella particolare generazione.

Il pacifista rivoluzionario A.J. Muste disse nel 1941: “Il problema dopo la guerra è con il vincitore. Egli pensa di aver semplicemente provato che la guerra e la violenza pagano. Ora chi gli insegnerà una lezione?” Precisamente come e quando una tale lezione gli sarà insegnata non è noto, ma si può assumere con sicurezza che questa lezione non sarà mai imparata da un libro di testo del college, da un insipido bestseller, o al botteghino di un film hollywoodiano. Gli ultimi sei decenni hanno dimostrato che senza una tale lezione ci saranno molte altre guerre e molte altre bugie raccontate per mascherare quelle guerre.

Mickey Z. può essere trovato sul web presso http://www.mickeyz.net.

Mickey Z
Fonte: http://www.zmag.org/
Link: http://www.zmag.org/content/showarticle.cfm?SectionID=21&ItemID=11304
01.11.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org & www.radioforpeace.info a cura di CARLO MARTINI

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