di Francesca Picone per ComeDonChisciotte.org
Aaron Bunshell è un ragazzo di venticinque anni, che lavora, ha una vita sociale attiva, scelte di campo formate, non è allo sbando. Domenica scorsa verso le ore 13.30 si è diretto verso l’ambasciata di Israele a Washington in maniera decisa, trasmettendo in diretta su twitch i motivi per i quali si accingeva a fare un gesto estremo: “Ciao, mi chiamo Aaron Bushnell, sono un membro attivo dell’Air Force degli Stati Uniti e non sarò più complice con il genocidio. Sto per compiere un atto di protesta estremo, ma a paragone di cosa hanno vissuto le persone in Palestina nelle mani dei loro colonizzatori, non è estremo per niente. È quello che la nostra classe dominante ha deciso essere normale”.
Non è solo un semplice soldato attivo dell’aviazione ma in attesa di una laurea in ingegneria dei software, ha una formazione in cyber security[1]..
Se un ingegnere, soldato in carriera, che pazzo isolato non è, fa un gesto simile (anche ben pensato: per evitare il silenziatore su un gesto simile già accaduto in passato[2] ha portato con sé un dispositivo per registrare una diretta) allora vorrà dire che il dissenso nei confronti di questa guerra è molto vasto non solo nella popolazione (come riporta di malavoglia pure la Stampa)[3] ma anche nell’esercito americano.
Il tempo dei dieci secondi in cui il ragazzo si è levato il cappello, bagnato con il liquido infiammabile, espresso il suo primo sussurro di free Palestine, e poi rimesso il cappello e preso l’accendino, non ha visto nessuno intervenire se non con una domanda: hai bisogno di qualcosa? Così nel tempo durato anche di più in cui il ragazzo cercava con il suo accendino la scintilla che desse fuoco al suo corpo intero. Nessun intervento dalle persone davanti a lui. Il tempo in cui il fuoco si alzava su questo ragazzo in piedi che urlava free Palestine e poi solo un grido continuo e ripetuto di dolore è durato ancora di più. Solo allora qualcuno ha gridato di chiamare soccorsi. E sono venute le sirene e accorsi gli agenti, a difesa dell’ambasciata. Il ragazzo, se ancora poteva vedere, ha visto un tipo che frugava dentro una borsa ed un altro che gli puntava la pistola contro. Un agente tra gli altri, a difesa dell’ambasciata, ha difatti puntato la pistola contro questo ragazzo in fiamme, immerso nella vampata di fuoco, morente, ha continuato a tenere la sua pistola puntata e ferma (il protocollo per la difesa impossibile di non si sa che e da che cosa) per tutto il tempo che il ragazzo bruciava e senza volerlo ha dato il suo apporto a questa testimonianza per il meccanismo che ha metaforicamente esplicitato con la sua arma puntata contro un uomo morente (come accade in Palestina). Non c’è bisogno di pistole ma di estintori, ha gridato un suo collega, vestito in borghese, forse il coordinatore dell’operazione di sicurezza, ha chiamato e cercato estintori e a gran voce una due e tre volte. Gli estintori sono arrivati solo quando il ragazzo era a terra, abbrustolito.
Quasi tutti i giornali rassicurano: la macchina che era nei pressi non contiene nessuna bomba, nessuno tra il personale dell’ambasciata è stato ferito. Addirittura, la polizia sta lavorando con i servizi segreti, come sta cercando nel campo dell’alcool, del tabacco e degli esplosivi, e stanno investigando[4], sì, investigando, come si indaga su un atto terroristico e sui suoi esecutori e mandanti.
La comunità intera che invece conosceva questo ragazzo esprime con rispetto il suo dolore.
Intanto nelle stesse ore un bambino a Nord di Gaza muore di fame[5] (insieme a chi sa quanti altri).
di Francesca Picone per ComeDonChisciotte.org
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[1] https://nypost.com/2024/02/26/us-news/who-was-aaron-bushnell-us-air-force-member-who-set-himself-on-fire/
[2] https://www.middleeasteye.net/news/aaron-bushnell-air-man-who-shouted-free-palestine-lighting-himself-fire
[3]https://www.lastampa.it/esteri/2024/02/26/news/soldato_usa_dato_fuoco_ambasciata_israele_washington_morto-14101138/
[4] https://www.bbc.com/news/world-us-canada-68405119
[5] https://www.aljazeera.com/news/2024/2/25/two-month-old-palestinian-boy-dies-of-hunger-amid-israels-war-on-gaza