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La Redazione

 

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I BURATTINAI DEL MONDO: LA FACCIA NASCOSTA DELLA GLOBALIZZAZIONE

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A cura di God
Il 18 Gennaio 2007
183 Views
183 Views

blankDI ADRIAN SALBUCHI
El Traductor Radial – Through The Looking Glass… No. 3

Un’opinione dall’Argentina

“Coloro che non imparano dagli errori del passato sono condannati a riviverli” — George Santayana

Nella situazione attuale, la Globalizzazione può essere definita un’ideologia che identifica le Nazioni-Stato sovrane come il nemico numero uno, principalmente poiché la funzione più importante dello Stato è (o dovrebbe essere) garantire la priorità degli interessi dei Molti – vale a dire, “il Popolo” – sugli interessi dei Pochi. Di conseguenza le forze globalizzatrici cercano di indebolire, dissolvere ed eventualmente distruggere le fondamenta principali della Nazione-Stato che la rendono essenzialmente un’istituzione sociale, per poi rimpiazzarle a livello mondiale con delle strutture sovrannazionali che si occupano di gestire la sfera sociale, politica, economica, finanziaria e militare. Tali strutture collimano in tutto e per tutto con gli obiettivi politici e gli interessi economici di pochi gruppi ed organizzazioni altamente concentrate e potenti che, attualmente, guidano il processo di globalizzazione in una direzione ben precisa.Questi gruppi di potere sono costituiti da interessi privati che sono riusciti ad ottenere un qualcosa senza precedenti nella storia dell’umanità: un qualcosa che potremmo descrivere come privatizzazione del potere su scala globale.

A dire il vero la parola “Globalizzazione” non è altro che un eufemismo usato per descrivere ciò che ex presidenti statunitensi come Woodrow Wilson, Franklin D. Roosevelt, Harry S. Truman e George H.W. Bush – in periodi diversi della storia moderna – definivano come “Nuovo Ordine Mondiale”.

“Un Nuovo Ordine Mondiale!” Quando il presidente George Bush senior usò imperturbabilmente quel termine in un discorso fatto l’11 settembre 1991, l’Establishment si mosse per evitare il ripetersi di tale situazione e coniò una nuova idea, dall’aspetto più neutro ed inoffensivo: “Globalizzazione”, che, nonostante tutto, mantiene ancora oggi un unico significato: Imperialismo anglo-israelo-americano a livello planetario.

O per lo meno questo è il modo in cui oggi, in Argentina e nella nostra regione, sempre più persone vedono le cose.

Chi sono loro? Cosa vogliono?

Il processo appena descritto non è per nulla anonimo né tantomeno segreto; infatti i gruppi di potere che promuovono e guidano il Nuovo Ordine Mondiale lo stanno facendo alla luce del sole: corporation multinazionali (ad esempio le 500 elencate da Fortune Global che controllano l’80% delle attività economiche statunitensi), l’infrastruttura finanziaria globale (banche, fondi d’investimento, borse, operatori dei mercati delle materie prime), i monopoli dei media, la principali Università della Ivy League, le organizzazioni multilaterali internazionali (ad esempio, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’Inter-American Development Bank, la Banca per i Regolamenti Internazionali, le Nazioni Unite, e la World Trade Organization) e soprattutto le persone che occupano i posti governativi chiave negli USA, in Israele, nel Regno Unito e nelle altre nazioni industrializzate. Senza alcun dubbio non ci troviamo di fronte a un qualcosa che può essere semplicemente etichettato come “teoria cospiratoria”.

Ciò che percepiamo sono gli annessi e i connessi della logica con cui il Potere è stato costruito e viene gestito; non è invece immediatamente visibile il fatto che tutti questi attori della “Ruota del Potere Globale” hanno una cosa in comune: i loro manager, finanzieri, banchieri, funzionari, accademici, strateghi e portatori di interessi appartengono tutti alla stessa rete ingarbugliata di organizzazioni e lobby, una rete che manovra le leve del potere mondiale sull’attuale strada verso la distruzione.

Il ruolo di alcuni tra questi gruppi chiave, che a dire il vero dovrebbero essere definiti centri di pianificazione geopolitica, è di vitale importanza: Consiglio per le Relazioni Estere (Council on Foreign Relations, CFR), Commissione Trilaterale (Trilateral Commission, TC), Istituto Reale degli Affari Internazionali (Royal Institute of International Affaire, RIIA), Brooking Institution, RAND Corporation, American Enterprise Institute (AEI), American Israeli Political Action Committee, AIPAC e il Centro per gli Studi Strategici e Internazionali (Center for Strategic & International Studies, CSIS).

Una prospettiva storica

Per riuscire a comprendere il mondo di oggi occorre voltarsi ad osservare il mondo di ieri e analizzare come si è giunti all’attuale situazione. Era il 1919 quando un piccolo gruppo di influenti banchieri, avvocati, politici e accademici, impegnati nei negoziati di pace a Parigi tra gli Alleati e le nazioni sconfitte nella Prima Guerra Mondiale, si incontrarono all’Hotel Majestic e raggiunsero un accordo eccezionale: decisero di creare una rete di “think tanks”, una sorta di club o loggia esclusiva, grazie alla quale avrebbero disegnato il tipo di “Nuovo Ordine Mondiale” adatto per soddisfare gli obiettivi e gli interessi imperialisti globali dell’Alleanza Anglo-Statunitense.

A Londra questa organizzazione assunse il nome di Istituto Reale degli Affari Internazionali (Royal Institute of International Affaire, RIIA) mentre negli USA era conosciuta come Consiglio per le Relazioni Estere (Council on Foreign Relations, CFR) con sede a New York City. Entrambe avevano come inequivocabile marchio di fabbrica la strategia di voler imporre gradualmente un ordine politico socialista (apparentemente “democratico” ma in realtà sempre più autoritario) come strumento di controllo della popolazione. All’epoca questo progetto era promosso da coperture massoniche quali la Fabian Society, finanziata dal Gruppo della Tavola Rotonda (Round Table Group) creata, controllata e foraggiata dal magnate sudafricano Cecil Rhodes, dalla dinastia finanziaria dei Rothschilds, da diverse Logge Massoniche britanniche nonché dalla Corona.

Inizialmente Council of Foreign Relations (CFR) ottenne sostegno dalle più influenti, ricche e potenti famiglie degli Stati Uniti: ad esempio i Rockfeller, Mellon, Harriman, Morgan, Schiff, Kahn, Warburg, Loeb e Carnegie (in particolar modo i Carnegie crearono una loro organizzazione nel 1910: the Carnagie Endowment for International Peace).

Una delle prime misure adottate da Council of Foreign Relations (d’ora in poi indicato con la sigla CFR) per manifestare ed estendere la propria influenza sulle diverse elite fu la pubblicazione di un giornale che rimane tuttora, a livello mondiale, la migliore cassa di risonanza per la geopolitica e la scienza politica: Foreign Affairs. Tra i primi direttori del CFR c’era Allan Welsh Dulles, una figura chiave dell’intelligence statunitense che avrebbe poi consolidato la struttura investigativa della CIA per giungere infine all’Agenzia Nazionale per la Sicurezza (NSA), il giornalista Walter Lippmann, direttore e fondatore di The New Republic, un’armata di avvocati della multinazionale J.P. Morgan e i banchieri Otto H. Kahn e Paul Moritz Warburg[1], un emigrato tedesco benestante sbarcato negli States che ideò e promosse nel 1913 un progetto di legge alla base della creazione della Federal Reserve Bank, la banca centrale statunitense (essenzialmente privata) che da allora controlla la struttura finanziaria del nord America (e, di conseguenza, quella di buona parte del mondo). Nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Federal Reserve Bank venne integrata dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, entrambe ideate, progettate e poi controllate da responsabili del CFR alla conferenza di Bretton Woods nel 1944.

Un altro membro nonché direttore del CFR fu Isaiah Bowman, geografo e presidente dell’American Geographical Society, leader del gruppo di esperti che, nel 1919, ridisegnarono la cartina dell’Europa Centrale dopo la Grande Guerra causando i seri disordini che avrebbero poi scatenato la Seconda Guerra Mondiale nel 1939. Furono due legali del CFR, Owen D. Young (presidente di General Electric) e Charles Dawes (importante avvocato di J.P. Morgan Bank), a ideare e promuovere il piano di ricostruzione post-bellico della Germania tramite i debiti imposti dal Trattato di Versailles. Furono i vertici della Federal Reserve (e membri del CFR) a generare le distorsioni monetarie che portarono alla crisi finanziaria del 1929 e alla Depressione. Furono i direttori del CFR, grazie ai mass-media da loro controllati (ad esempio i network radiofonici NBC, ABC, CBS e giornali come Washington Post, Wall Street Journal, Chicago Tribune e New York Times) a fare pressioni sull’opinione pubblica affinché gli USA interrompessero la propria politica isolazionista per portare la nazione in un’altra guerra europea, fortemente desiderata fin dai primi anni ’30.

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La Seconda Guerra Mondiale

Agli albori della terribile guerra che sconvolse l’Europa ed a cui gli USA parteciparono ufficialmente solo nel 1941, i membri del CFR istituirono il Gruppo per gli Studi su Guerra e Pace che divenne poi parte del Dipartimento di Stato delineandone le politiche estere verso Germania, Italia, Giappone e i loro alleati. In seguito cominciarono a prepararsi per un altro “Nuovo Ordine Mondiale” post-bellico da attuare dopo la prevedibile vittoria degli Alleati; in questo modo il CFR mise le basi per la nascita delle Nazioni Unite con lo scopo di controllare la politica mondiale e l’egemonia statunitense nell’Era Nucleare, nonché agenzie economiche fondamentali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale attraverso Alger Hiss, John J. McCloy, W. Averell Harriman, Harry Dexter White, Henry Kissinger ed altri membri.

Una volta finita la guerra, il presidente degli USA Harry S. Truman istituì una dottrina di vasta portata per la sicurezza nazionale basata sul “contenimento” dell’espansionismo sovietico, anch’essa proposta da un altro membro del CFR, l’allora ambasciatore a Mosca George Kennan [2]; Kennan illustrò la sua idea in un importante articolo pubblicato su Foreign Affairs nel 1947 e firmato con lo pseudonimo “X”. Il cosiddetto “Piano Marshall” fu ideato in modo del tutto analogo da una task force appartenente al CFR per poi essere implementato da W. Averell Harriman [3] ed in seguito presentato al mondo da Geroge C. Marshall, generale dell’esercito americano.

Le Strutture del Potere Elitario

Sebbene l’opinione pubblica sappia poco a riguardo, il CFR è molto potente e la sua sfera d’influenza è cresciuta (assieme al suo prestigio e alle sue attività) così tanto da poter tranquillamente definirlo la vera “Mente Organizzativa del Pianeta” che controlla direttamente ed in modo silenzioso l’andamento di molti settori complessi e altamente instabili, quali quello sociale, politico, finanziario, militare ed economico, in tutto il mondo. Non ci sono popoli, regioni o aspetti della vita umana che possano sottrarsi alla sfera d’influenza del CFR. Ma la cosa davvero particolare è come questa organizzazione sia stata in grado di rimanere nascosta “dietro le quinte”, il che la rende incredibilmente potente ed elusiva persino nei confronti dell’opinione pubblica statunitense.

Oggi il CFR è un’organizzazione prudente che può vantare, tra i propri 4500 membri, i migliori e più brillanti cervelli che operano assieme a potenti individui in grado di esercitare una pesante influenza nelle loro rispettive professioni, corporations, istituzioni e ambienti sociali o governativi. In questo modo il CFR riunisce alti funzionari di istituzioni finanziarie, giganti industriali, mass media, organismi di ricerca, università, organizzazioni militari oltre a leader politici, rettori universitari e rappresentanti di sindacati. I loro obiettivi di fondo consistono nell’identificare e valutare un’ampia serie di fattori politici, economici, finanziari, sociali, culturali e militari in ogni possibile aspetto della vita pubblica e privata all’interno degli USA, delle nazioni alleate e nel resto del mondo. Oggi, grazie all’enorme potere concesso dagli Stati Uniti, le attività del CFR coprono praticamente l’intero pianeta.

Le attività di ricerca sono svolte da diverse task force e gruppi di studio, identificando Opportunità e Minacce, stabilendo Punti di Forza o di Debolezza, per poi pianificare delle strategie a lungo termine con lo scopo di promuovere i propri interessi a livello mondiale. Sebbene queste attività vengano condotte all’interno del CFR è importante comprendere che il loro enorme successo risiede nel fatto che il CFR non fa mai nulla a proprio nome, sono invece i propri membri ad assumersi individualmente le responsabilità; e lo fanno dalle loro posizioni formali di presidenti, amministratori delegati, direttori di multinazionali o da posti chiave in governi, università, forze armate e sindacati, senza mai minimamente citare il CFR come reale pianificatore e coordinatore.[4]

Oggi, infatti, possiamo trovare membri del CFR in molti posti decisionali strategici; è sufficiente fare qualche nome: David Rockefeller, Henry Kissinger, Bill Clinton, Zbigniew Brzezinski, Samuel Huntington, Francis Fukuyama, Paul Wolfowitz, Colin Powell, Condoleeza Rice, Richard Perle, Robert Gates, James Baker III, Stephen Hadley, Douglas Feith, L. Paul Bremer III, John Bolton, John Negroponte, l’ex capo di stato Madeleine Albright, il finanziere internazionale George Soros, il giudice di corte Stephen Breyer, l’amministratore delegato di CBS Kaurence A. Tisch, l’ex amministratore delegato di General Electric Jack Welsh, il presidente di CNN W. Thomas Johnson, l’ex presidente di The Washington Post / Newsweek / International Herald Tribune Katerine Graham (ed oggi suo figlio), il vicepresidente USA ed ex segretario della difesa nonché amministratore delegato di Halliburton Dick Cheney, l’ex presidente George H.W. Bush, l’ex consulente per la sicurezza del presidente Clinton Samuel “Sandy” Berger, gli ex direttori della CIA John M. Deutch e George Tenet, l’ex governatore della Federal Reserve Bank Alan Greenspan e l’attuale Benjamin Shalom Bernanke, l’ex presidente della Banca Mondiale James D. Volfensohn, l’amministratore delegato di CS First Boston Bank ed ex governatore della Federal Reserve Paul Volcker, i giornalisti Mike Fallace, Barbara Walters, Wolf Blitzer, i top-manager di Citigroup John Reed, William Rhodes, Stanford Weill e Stanley Fischer (n.2 del Fondo Monetario Internazionale), gli economisti Jeffres Sachs e Lester Thurow,l’ex segretario del tesoro nonché amministratore delegato di Goldman Sachs nonché direttore di CitiGroup Robert E. Rubin, l’ex segretario di stato e “mediatore” durante la guerra delle Folkland/Maldive tra Argentina e Regno Unito Generale Alexander Haig, il “mediatore” nel conflitto dei Balcani Richard Holbrook, l’amministratore delegato di IBM Louis V. Gerstner, il senatore democratico George J. Mitchell, l’ex rappresentante repubblicano Newt Gingrich, il generale Brent Scowcroft e Kenneth Lay (membro della Commissione Trilaterale e amministratore delegato di Enron, recentemente deceduto). E questi sono solo alcuni tra i molti.[5]

Tutti i presidenti delle prime 500 corporation della classifica pubblicata da Fortune sono membri del CFR e se sommassimo il valore di mercato di queste multinazionali otterremmo una cifra due volte più alta del prodotto interno lordo degli Stati Uniti; inoltre esse concentrano nelle mani di pochi una grossa parte del benessere e del potere nordamericano controllando tecnologie e risorse chiave in tutto il mondo; solo negli USA danno lavoro a 25 milioni di persone contribuendo all’80% del prodotto interno lordo. In pratica esercitano un potere gigantesco, in grado di influenzare gli USA e non solo.

Ecco dove risiede il segreto dell’enorme efficacia e potere del CFR: le sue decisioni e i suoi progetti vengono ideati e concordati in riunioni private, gruppi di studio, conferenze e task force. Ma quando giunge il momento di agire, questi piani vengono messi in atto dai singoli membri, ognuno grazie al proprio ruolo nelle organizzazioni più potenti, pubbliche o private. E si tratta di organizzazioni davvero potenti!

Ad esempio, in caso venga progettato un piano sul modo in cui la globalizzazione economica e finanziaria debba evolversi o su quali nazioni debbano godere di pace e prosperità e quali saranno violentate dalla guerra, invasioni e carestie, allora verrà coordinata l’azione di diverse personalità (come il presidente degli Stati Uniti, il segretario di stato, i ministri della difesa, del commercio e del tesoro, i direttori di CIA, NSA e FBI, i principali banchieri e finanzieri a livello mondiale, gli amministratori delegati delle più grandi multinazionali, i proprietari dei media, giornalisti, scrittori, ufficiali militari, accademici, i vertici del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e del WTO). Tutti questi attori agiranno in modo coordinato su un numero elevatissimo di attività ed in questo modo saranno in grado di mettere in atto azioni concrete, efficaci e pressoché irresistibili, sempre ed ovunque.

Ecco come tutto ciò ha funzionato per più di 80 anni.

Il Potere Reale ed il Potere Formale

Per capire come funziona davvero il mondo occorre prima di tutto comprendere la differenza tra Potere Formale e Potere Reale. Ciò che ogni giorno i media trasmettono pubblicamente tramite stampa, notiziari radiofonici o televisivi, sono essenzialmente i risultati concreti e visibili delle azioni compiute dalle strutture che detengono il Potere Formale, in particolare i governi nazionali e le società tecnologiche, finanziarie ed economiche. Al contrario, le leve del Potere Reale che influenzano gli avvenimenti sono molto meno visibili, ma sono esse che determinano cosa succederà nel mondo, quando succederà, dove succederà e chi sarà il protagonista.

Il Potere Formale opera a breve termine e a livello pubblico mentre il Potere Reale ha una struttura più a lungo periodo e praticamente non ha alcun profilo pubblico. Questa situazione è indicativa del fatto che le istituzioni della Nazione-Stato (la prima entità del Potere Formale) sono diventate subordinate agli interessi privati (cioè il Potere Reale, guidato dagli interessi economici).

E’ ragionevole affermare che, siccome gli Stati Uniti sono l’unica attuale superpotenza, questa struttura di potere globale (ciò che gli USA sono oggi) gestisce provvisoriamente un autentico Governo Mondiale dal proprio territorio e per mezzo delle proprie strutture politiche ed economiche. Tutto ciò non implica che la maggior parte della popolazione degli Stati Uniti faccia necessariamente parte di questo schema, e neppure che il popolo americano sia “nemico” di altri popoli (raramente il popolo di una nazione è “un nemico”, è piuttosto il suo establishment a diventare avverso a causa di un’eccessiva concentrazione di potere).

Stiamo dunque parlando di gruppi di potere che operano dall’interno degli Stati Uniti (così come dal Regno Unito, Germania, Giappone, Israele e, tramite propri agenti, anche in nazioni come Spagna, Argentina, Brasile e Korea), gruppi che non sono necessariamente riconducibili al popolo americano.

Per capire meglio la vera natura degli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda la politica estera, occorre avere ben chiaro in mente che la “US Administration”, come giustamente chiamano il loro Governo (il Potere Formale) ha sede a Washington DC. Le strutture del Potere Reale sono invece situate per la maggior parte a New York City e in alcuni stati del New England. In altre parole, l’Amministrazione degli Stati Uniti viene fatta da Washington mentre la nazione viene effettivamente governata da New York.

Una volta afferrato questo concetto, tutte le altre cose vanno al loro posto proprio come in un puzzle. Inoltre, il vero Potere Reale a livello globale non risiede a New York City ma, più probabilmente, a Londra… La comprensione di questo complesso e sottile processo svuota automaticamente di significato l’identificazione semplicistica di “nemico” degli USA o dell’Inghilterra o di ogni altro popolo. In periodi di grandi disordini è proprio il popolo statunitense ad essere la vittima di questo gioco, basti pensare ai caduti in Vietnam, Afghanistan, Iraq e al World Trade Center. Nonostante tutto, il fatto che la maggior parte delle persone negli USA ignori questa situazione non le rende meno responsabili per le strategie genocide perpetrate dalle strutture di potere del Nuovo Ordine Mondiale operanti dal territorio nord-americano nei confronti del resto del pianeta, tramite l’impiego e l’abuso della potenza militare ed economica degli Stati Uniti.

E’ facilmente intuibile che le cose debbano andare così: basta considerare che per l’esercizio del Potere Reale sono necessarie una serie di regole e condizioni, come ad esempio una continuità operativa di diversi decenni per raggiungere degli scopi a lungo termine e per portare avanti strategie a livello globale che coinvolgano i paesi e le loro risorse. Tutto ciò richiede una progettazione a lungo termine: venti, trenta o anche cinquant’anni.

Ironicamente le elite di potere che stanno dietro al Nuovo Ordine Mondiale sanno benissimo che la minaccia più grande alla continuità politica ed alla consistenza di queste strategie globali a lungo termine è data dall’obbligo di dover sottostare ad un processo democratico che impone ai propri leader un profilo pubblico, costringendoli (in teoria) a prestare attenzione alla “voce del Popolo” per ogni decisione, senza contare l’alternanza politica che tutti i processi elettorali democratici comportano.

E’ sicuramente molto meglio poter operare con la massima discrezione, all’interno del CFR (che può essere definito un club di gentlemen) dove uomini e donne potenti ed influenti possono essere funzionari, direttori, presidenti per decenni senza dover rendere conto a nessuno se non ai loro parigrado. In questo modo 4500 individui possono esercitare un’incredibile influenza politica, economica, finanziaria e mediatica su svariate centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.

Non c’è bisogno di dire che uno dei compiti principale dei monopoli dei media globalilzzati è di imporre una “correttezza politica”, normalmente espressa attraverso un “Sistema Bi-Partitico” – Democratici e Repubblicani negli USA, Laburisti e Conservatori nel Regno Unito, CDU e SPD in Germania, Radicali e Giustizialisti in Argentina – in cui entrambe le fazioni non sono che mere variazioni della stessa dottrina politica. Le stabili democrazie occidentali si sono tutte conformate a ciò che, in pratica, può essere definito, un Sistema Mono-Partitico con fazioni interne solo leggermente contrastanti. Le persone pensano di avere la possibilità di “scegliere” ma in realtà non c’è alcuna “opzione”: è come “scegliere” tra Coca-Cola e Pepsi-Cola, non importa ciò che ti vogliono far credere, la verità è che sono fondamentalmente la stessa cosa.

Stiamo descrivendo solo il nucleo di una autentica rete di persone potenti, dobbiamo infatti considerare che il CFR è a sua volta supportato da una miriade di organizzazioni simili sia all’interno che all’esterno degli Stati Uniti.

Tutte queste organizzazione riuniscono le persone più intelligenti, preparate, creative ed ambiziose nei più svariati settori e discipline; vengono remunerati molto bene – economicamente e socialmente – a patto che si allineino chiaramente e senza compromessi ai principali obiettivi politici del CFR, vale a dire niente di meno che: la creazione di un Governo Mondiale Privato, la sistematica erosione delle strutture delle Nazioni-Stato sovrane (sebbene ovviamente non tutte allo stesso modo, con la stessa velocità e allo stesso tempo), la standardizzazione (verso il basso) dei valori culturali e delle norme sociali, la diffusione di un sistema finanziario globalizzato basato su speculazione ed usura, la gestione di un Sistema di Guerra Globale per mantenere la necessaria coesione sociale delle masse per mezzo di una permanente persuasione a schierarsi contro reali o presunti nemici della “democrazia”, “diritti umani”, “libertà” e “pace”; in poche parole, contro il “terrorismo”.[6]

Dal 2003 abbiamo potuto constatare da vicino come le inesistenti “Armi di Distruzione di Massa” irakene erano in realtà nulla più di Armi di DISTRAZIONE di Massa, causando enorme sofferenza, dolore, e privazioni a parecchi milioni di persone. Le invasioni di Irak e Afghanistan sono solo due esempi del “bipensiero” nella “Neolingua” (v. 1984, George Orwell) grazie ai quali l’intero sistema si sviluppa vigorosamente.

Per capire meglio il mondo di oggi c’è bisogno di leggere e valutare cosa il CFR, o meglio i suoi membri, dice e promuove; molte delle sue attività non sono, per quanto discrete, completamente nascoste. Qualsiasi persona che decida di visitare il quartier generale del CFR a Park Avenue e a 68th Street a New York City può facilmente ottenere qualsiasi tipo di informazione e persino una copia omaggio del loro ultimo resoconto annuale che descrive le principali attività dell’organizzazione e una lista dei 4.500 membri ordinata alfabeticamente (io stess0 ci sono stat0 molte volte negli ultimi anni). Tutte le informazioni riguardanti queste organizzazioni sono disponibili a chiunque le voglia vedere. Sta poi a ciascuno di noi incrociare tutti i dati sui membri del CFR con ciò che poi fanno nelle loro attività professionali, aziendali, accademiche e governative.

Occorre anche guardare indietro alla storia moderna e valutare l’eccezionale influenza che il CFR ha avuto per tutto il Ventesimo secolo, sia in proprio che assieme ad altre organizzazioni affini. Ha dato il via oppure influenzato ideologie, eventi pubblici, guerre, alleanze militari, crimini politici, azioni di spionaggio, guerre psicologiche di massa, crisi economiche e finanziarie, promozione e distruzione di personalità politiche ed economiche, ed altri eventi chiave, alcuni dei quali ovviamente non potranno mai essere ammessi e confessati. Eventi che, comunque, hanno influenzato il corso della storia nei tempi moderni.

La tattica usata è quella di tenerci troppo occupati e renderci spettatori incantati e passivi di fronte a questo vortice di eventi che sconvolge il mondo ogni giorno, garantendo che a quasi nessuno venga in mente di cercare altrove delle spiegazioni plausibili per le gravi crisi di oggi. In questo modo riusciremmo ad identificare, non tanto gli abominevoli risultati di queste azioni politiche, ma piuttosto i reali ideatori, organizzatori ed i loro scopi.

Per far sì che questa gigantesca guerra psicologica di massa (perché si tratta proprio di ciò) abbia successo, i mass media hanno un ruolo vitale e che non deve essere sottovalutato, in quanto essi sono gli strumenti il cui scopo è di minare e neutralizzare il pensiero indipendente tra la popolazione del mondo. Questo è il compito chiave dei mass media globali, come ad esempio CNN, CBS, NBC, The New York Times, The Daily Telegraph, Le Figaró, FoxNews, The Economist, The Wall Street Journal, Corriere della Sera, Le Monde, Washington Post, Time, Newsweek, US News & World Report, Business Week, Reuters e i loro corrispettivi nei diversi paesi. E tutti questi sono controllati da persone appartenenti al CFR e/o a organizzazioni affiliate, negli USA o altrove.

L’aspetto maggiormente negativo di questa situazione, tralasciando le enormi tensioni, le guerre, la violenza e la distruzione create, è che il Nuovo Ordine Mondiale non funziona assolutamente. Non puoi costruire un impero mondiale basato esclusivamente su miliardi di dollari, bombardiere B1, caccia F16, missili Tomahawk, CNN, il tutto coperto da volgari bugie ed ipocrisia. Nel corso della storia, Roma, Francia, Spagna e anche Gran Bretagna sapevano perfettamente che solo valori culturali profondi possono consolidare un vero impero in grado di durare anche dopo la fine del potere coloniale, com’è successo fino ai giorni recenti in Sud America dove le influenze spagnole, portoghesi (e britanniche) sono onnipresenti. Questi importantissimi fattori culturali sembrano invece mancare del tutto negli Stati Uniti, tanto da essere descritti dall’ex premier francese George Clemenceau come “quel complicato processo politico e sociale che passa dalle barbarie alla civiltà senza attraversare il necessario stadio di cultura…”

Implicazioni per l’Argentina e per la nostra Regione

In questo contesto possiamo affermare che i media locali in Argentina, il nostro sistema educativo, ed i principali politici sono tendenzialmente allineati al Nuovo Ordine Mondiale, indipendentemente dal fatto che ne siano consci o meno. Sotto questo punto di vista il Sistema di Dominazione ha tre obiettivi principali:

1. Nascondere all’opinione pubblica come funziona davvero il mondo, sapendo che se non siamo in grado comprendere correttamente e diagnosticare la fonte dei nostri problemi e delle nostre debolezze, difficilmente riusciremo a trovare le soluzioni adatte. Siamo così fuorviati a credere di essere in un periodo di “pace” quando invece è più di mezzo secolo che è in corso una guerra sul fronte politico, economico, finanziario, mediatico, educativo, tecnologico e ambientale contro l’Argentina. Si tratto innanzitutto di una Guerra Psicologica.

2. Per convincerci che, sebbene siamo in una situazione difficile, “le cose miglioreranno” se sottoscriveremo un nuovo “accordo” con i banchieri e gli speculatori internazionali, se privatizzeremo altre attività statali, se riformeremo il nostro governo federale o provinciale secondo il desiderio della Banca Mondiale, se cambieremo la legislazione sociale ed educativa e se faremo tutto il necessario affinché gli “investitori internazionali” ci sorridano. La verità è che affermare di essere in una “situazione difficile” è assurdo: l’Argentina è un malato terminale e se non ci svegliamo, tra qualche anno (al massimo una decina) cesseremo di essere una nazione unita.[7] L’Argentina ha solo due opzioni: o accettiamo di convivere con i problemi e le crisi attuali senza fare nulla per risolverli cercando solamente di limitarne al meglio le conseguenze, oppure possiamo affrontarli e cercare di fare qualcosa. Naturalmente la seconda opzione è più complicata e carica di rischi. Negli ultimi 30 anni i nostri governi hanno tutti scelto di convivere con questi problemi portandoci all’attuale situazione.

3. Farci credere che, ci piaccia o no, non c’è nessuna possibilità di fermare la “globalizzazione”. La verità invece è che ci sono innumerevoli azioni da intraprendere per neutralizzare gli effetti avversi della globalizzazione ma tutte richiedono il recupero delle istituzioni sovrane dello Stato-Nazione, in modo che possano svolgere le loro fondamentali funzioni di:

– affrontare i conflitti che coinvolgono le diverse forze sociali interne (vale a dire, promuovere il Bene Comune),

– prevedere le possibili minacce e opportunità, sia nazionali che sovrannazionali (ad esempio, difendere gli Interessi Nazionali),

– guidare la Nazione in una politica orientata alla difesa dei propri interessi nazionali (guidare il paese verso il proprio Destino).

Queste funzioni richiedono l’esistenza di una Nazione-Stato sovrana, caratteristica che oggi l’Argentina non ha più. Siamo diventati una colonia perciò dobbiamo prima di tutto promuovere un’autentica Seconda Dichiarazione d’Indipendenza con lo scopo di fondare una Seconda Repubblica Argentina. Le implicazioni e le aspirazioni di un atto così rivoluzionario sarebbero davvero importanti per la nostra regione.[8]

Inoltre – anche se questo va oltre le intenzioni di questo breve articolo – l’infrastruttura finanziaria globale è sull’orlo di ciò che può essere descritto solo come un collasso controllato su scala mondiale, una situazione che il CFR ha pianificato con estrema attenzione, attraverso diversi progetti tra cui i cosiddetti Progetto per le Vulnerabilità Finanziarie e la Nuova Architettura Finanziaria Internazionale. Quando questo scenario diventerà realtà ci saranno nuove e inimmaginabili opportunità per l’Argentina e la nostra regione.

Man mano che prendiamo coscienza di questa realtà, anche la strada che dobbiamo percorrere diventa sempre più chiara. A dire il vero le cose non appaiono così complicate come pensavamo una volta; fondamentalmente il segreto sta nel pensare con le nostre teste e non con quelle dei nostri avversari, cominciare ad imporre e difendere il nostro Interesse Nazionale (il che implica una personale conoscenza dei fatti che avvengono nel mondo, gli interessi e le forze in gioco) e prendere delle contromisure intelligenti che rispondano alle nostre necessità, alle reali possibilità ed alle nostre paure. Da questo punto di vista partiamo avvantaggiati poiché non siamo costretti a “reinventare la ruota”: il CFR ci può fornire un tracciato brillante e vincente da cui prendere spunto in diversi campi, dalla pianificazione in campo economico, finanziario, politico e sociale, alla gestione del potere nazionale. Perché non imparare da loro? Perché non formare nostri gruppi di lavoro unendo simili interessi in ambito locale e regionale, con persone esperte in diversi campi? Perché non iniziare a lavorare per promuovere gli Interessi Nazionali dell’Argentina e dei suoi vicini, in modo da recuperare la sovranità e auto-determinazione dei nostri popoli in un modo più coerente senza curarsi di ciò che i grossi poteri mondiali cercano di imporci?

Ma per agire in questo modo dobbiamo prima capire cosa è in realtà la globalizzazione: una catena di minacce immensamente ampia che dobbiamo cercare di evitare ed una serie di opportunità di cui approfittare. Occorre essere in grado di comprendere, per ogni situazione che ha un impatto potenziale sulle nostre vite, quali sono le nostre forze e debolezze relative, per riuscire ad affrontare queste sfide in modo vincente; se non oggi, sicuramente nel prossimo futuro. Tutto ciò richiede progettualità a medio e a lungo termine, capacità di essere sempre un passo avanti all’Avversario, guadagnare e mantenere un margine di vantaggio sugli eventi prossimi.

Non c’è dubbio che un comportamento di questo tipo ci porterà a ideare politiche adeguate ai nostri Interessi Nazionali che, in molte occasioni, sicuramente non coincideranno con quelli dei grossi gruppi di potere odierni. A questo scopo dovremo lavorare fianco a fianco con nazioni ed organizzazioni in America Centrale e Meridionale, Africa, Asia ed Europa, con cui condividiamo l’obiettivo comune di neutralizzare gli effetti negativi del dominio imperiale globale. Significa che dovremo fondare una Nuova Argentina. Abbiamo già molti degli strumenti necessari a portata di mano: abbiamo milioni di compatrioti pronti ad accettare la sfida se spieghiamo loro chiaramente e con forza qual è la posta in gioco; e ce ne sono altri milioni al di là dei nostri confini con cui lavorare per questa Causa comune.

In breve, occorre capire che in politica ci sono due tipi di persone: i soggetti attivi nell’arena politica e chi invece si limita ad assistere passivamente. Il Consiglio per le Relazioni Estere (Council on Foreign Relations) è chiaramente un soggetto attivo nella vita politica globale: non è ora di cominciare a fare lo stesso anche nel nostro Paese?

Adrian Salbuchi è ricercatore, scrittore e relatore; è conduttore del talk show “El Traductor Radial” a Buenos Aires e fondatore del Movimento per la Seconda Repubblica Argentina (“Moviemiento por la Segunda Republica Argentina”) www.eltraductorradial.com.ar . E’ l’autore di “El Cerebro Del Mundo: la cara oculta de la Globalizacion” e “Bienvenidos a la Jungla: Dominio y Supervivencia en el Nuevo Orden Mundial”.

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www.m2ra.com

NOTE:

[1] Warburg apparteneva ad una potente e prestigiosa famiglia di banchieri tedeschi d’origine ebraica, strettamente collegata ai Rothschilds ed agli Schiffs, ai proprietari della banca Kühn Loeb & Co. con sede a New York, della quale Paul Warburg è stato collaboratore assieme al fondatore del CFR, Otto Khan. Riguardo il modo in cui queste strutture di potere globale operano da circa un secolo, è interessante notare come, alla fine della Prima Guerra Mondiale, un Warburg (Paul) sedeva al tavolo dei negoziati a Versailles dalla parte degli Alleati mentre un altro Warburg (Max) rappresentava i Tedeschi sconfitti. Inoltre Jakob Schiff, socio di Paul Warburg, aveva a sua volta finanziato i giapponesi contro lo Zar russo nella guerra del 1905, dando il via alla Rivoluzione Bolscevica… Curiosamente un altro socio di Kühn Loeb & Co., N. Jivotovsky, fece sposare sua figlia Natasha con tale Lev D. Bronstein, in seguito noto come Leon Trotzky, per mezzo del quale vennero incanalati enormi finanziamenti per la Rivoluzione Bolscevica del 1917…

[2] Kennan è morto recentemente all’età di 101 anni, operando fino all’ultimo come consulente del CFR, ed è un simbolo della continuità politica detenuta nell’ultimo mezzo secolo dai mediatori del Potere Reale all’interno del CFR.

[3] W. Averell Harriman era socio in affari, tra gli altri, di Prescott Bush, senatore repubblicano del Connecticut, padre dell’ex presidente George Herbert Walker Bush e nonno dell’attuale presidente George W. Bush.

[4] La cosiddetta “Regola della Non-Attibuzione” all’interno della CFR proibisce assolutamente ai suoi membri di nominare pubblicamente il CFR o divulgare argomenti discussi a porte chiuse nei meeting privati.

[5] Il lettore troverà dettagliate informazioni nel libro dell’autore “El Cerebro del Mundo: la cara oculta de la Globalización” (Ediciones del Copista, Córdoba , Argentina , 4th Edition, 2003, 470 pagine.)

[6] Tra questi “nemici” dei “popoli liberi in tutto il mondo” nei passati decenni possiamo citare il Fascismo in Italia, il Nazionalsocialismo in Germania, l’Imperialismo Giapponese, il Peronismo in Argentina, il Comunismo, la contaminazione ambientale, il Terrorismo Globale, Saddam Hussein, Slobodan Milosevic, il “Fondamentalismo” Islamico, l’Ayatollah Khomeini, Muhamar-El-Kadafi, Fidel Castro, il Maoismo, il militarismo (a parte quello statunitense), Iran, Siria e il cosiddetto “Antisemitismo”. Questi sono solo alcuni tra i tanti.

[7] Questa affermazione può sembrare un po’ forte, ma alla velocità con cui sta cambiando il mondo odierno, una previsione del genere potrebbe risultare corretta per qualsiasi nazione. Pensate solo a cosa avrebbe pensato l’opinione pubblica 18 anni fa (all’inizio del 1989) se qualcuno avesse affermato che solo 3 anni più tardi (entro il 1992) sarebbero accaduti i seguenti fatti: la caduta del Muro di Berlino, la riunificazione della Germania, il collasso dell’URSS con la creazione di 15 repubbliche indipendenti e l’abbandono del Marxismo in favore del Capitalismo. All’epoca un annuncio del genere sarebbe stato considerato completamente irrealistico, se non del tutto idiota… questo è esattamente ciò che è accaduto, e dovrebbe farci riflettere. L’articolo in prima pagina sul New York Times del 27 agosto 2002 intitolato “Secessione della Patagonia come mezzo per pagare il Debito Estero dell’Argentina” ci sta suggerendo qualcosa…

[8] L’autore dell’articolo ha già scritto in molte altre occasioni della necessità di fondare una Seconda Repubblica Argentina come unica soluzione per l’Argentina e gli stati vicini, in modo da recuperare il diritto all’autodeterminazione per tutta la regione Sudamericana.

Adrian Salbuchi
Fonte: http://www.eltraductorradial.com.ar
Link (Formato DOC)
02.12.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANDREA GUSMEROLI

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