GLI IMPIANTI DI TELERISCALDAMENTO

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DI LINO ROSSI

Gli impianti
di teleriscaldamento alimentati da cogeneratori sono estremamente raccomandabili
perché risolvono nel migliore dei modi il problema dello smaltimento
dell’acqua calda che si ottiene inevitabilmente producendo energia
elettrica; ben vengano i provvedimenti che orientano in questo senso
lo sviluppo delle nostre città.

C’è un principio
delle termodinamica (1) che afferma l’impossibilità di trasformare
tutta l’energia di un determinato combustibile in energia elettrica:
in funzione di svariati parametri, dal 15 al 55% dell’energia complessiva
diventa elettricità; una piccola parte inevitabilmente esce dalla canna
fumaria; il resto ce lo ritroviamo sotto forma di acqua calda. Tutti
i produttori di energia elettrica hanno il problema di smaltirla; addirittura
per farlo devono andare incontro a spese, anche importanti, quali sistemi
di pompaggio, filtri, torri evaporative, ecc., senza considerare i danni
che questa acqua calda provoca all’ambiente, quali surriscaldamenti
di fiumi, tratti di mare, ecc.. Un impianto
di teleriscaldamento è un sistema a rete atto al trasporto ed alla
consegna di energia termica prodotta in una o più centrali di produzione,
destinata prevalentemente ad usi civili. È opportuno che siano realizzati
se:

– assicurano un “servizio”
al cittadino/cliente;

– generano un risparmio energetico
complessivo;

– garantiscono un piano industriale
che assicura una gestione economica sana e produttiva. 

Per ottemperare a tutti i requisiti,
se si dispone solo di gas naturale come sorgente energetica, è necessario
“cogenerare”, ovvero produrre contemporaneamente energia elettrica,
da immettere sulla rete nazionale, ed energia termica, sotto forma di
acqua calda, da trasportare ai cittadini serviti; sono proprio questi
ultimi che, “consumando” l’acqua calda consentono la produzione
dell’energia elettrica. 

Lo sviluppo degli impianti
di teleriscaldamento richiede incentivazioni perché:

– richiedono forti investimenti
per le reti;

– lavorano in maniera non continuativa
(prevalentemente nei periodi freddi). 

Essi sono:

  1. l’imposta di consumo
    e l’addizionale regionale sul gas metano non si applicano quando viene
    usato per la produzione diretta o indiretta di energia elettrica;
  2. i certificati verdi,
    che incentivano la produzione di energia elettrica mediante l’impiego
    cogenerativo abbinato al teleriscaldamento. L’incentivo è riconosciuto
    in base alla quota di energia termica cogenerata; esso è stato abrogato
    con la finanziaria 2007, ma sono stati salvaguardati i diritti acquisiti
    dagli impianti già attivi o in costruzione purché attivati entro il
    31/12/2008;
  3. i certificati bianchi,
    che incentivano il risparmio energetico;
  4. altre forme.

 

Spesso si osservano forti proteste
da parte dei cittadini quando sono obbligati ad allacciarsi a tali impianti.
Il contendere consiste nelle tariffe applicate. 

A questo punto ci troviamo
di fronte ad un bivio: fare i conti in tasca ai cittadini o farli in
tasca alle società costruttrici e gestrici degli impianti di teleriscaldamento? 

Visto che è difficile immaginare
che dei cittadini possano sopportare di tasca propria costi eccessivi 
per fruire di un impianto di teleriscaldamento, vediamo quanto paga
per l’acqua calda sanitaria ed il riscaldamento un cittadino dotato
di caldaia a gas naturale. 

Unità immobiliare    piccola  media  grande

costo della caldaia    1.000,00  1.400,00  1.800,00  €

vita della caldaia     20  20  20  anni

interessi      5,00  5,00  5,00  %

onere mensile per ammortamento
della caldaia 6,5384  9,1573  11,7691  €

onere annuo per manutenzione
ordinaria  90,00  90,00  90,00  €

onere mensile per manutenzione
ordinaria  7,7001  7,7001  7,7001  €

onere per manutenzione straordinaria  250,00  300,00  400,00  €

periodicità della manutenzione
straordinaria  5  5  5  anni

onere mensile per manutenzione
straordinaria 4,7051  5,6461  7,5282  €

quota fissa mensile per allaccio
gas   2,8000  2,8000  2,8000  €

quota fissa mensile globale   21,7436  25,2999  29,7973  €

aliquota IVA     20  20  20  %

quota fissa mensile globale
con IVA  26,0923  30,3599  35,7568  €

costo di un mc standard di
gas naturale  0,4892  0,4892  0,4892  €

imposta di consumo    0,1710  0,1710  0,1710  €

addizionale regionale    0,030987 0,030987 0,030987 €

costo lordo di un mc di
gas naturale  0,6912  0,6912  0,6912  €

aliquota IVA     10  10  10  %

costo lordo di un mc di
gas naturale con IVA 0,7603  0,7603  0,7603  €

rendimento della caldaia    90,00  90,00  90,00  %

pci del gas
naturale secondo UNI 10389   9,6  9,6  9,6  kWh/smc

costo netto dell’energia
prodotta   0,0800  0,0800  0,0800  €/kWh

aliquota IVA     10  10  10  %

costo netto dell’energia
prodotta con IVA  0,0880  0,0880  0,0880  €/kWh
 

consumo presunto
di gas naturale   700  1.000  1400  smc

spesa per il gas     532,21  760,30  1.064,42  €

spese fisse     313,11  364,32  429,08  €

spesa annua     845,32  1.124,62  1.493,50  €

energia termica prodotta 6.048 8.640 12.096 kWh

costo lordo dell’energia
termica prodotta
0,1398 0,1302 0,1235 €/kWh

incidenza della caldaia, non
compresa in bolletta 0,0451 0,0375 0,0321 €/kWh

costo lordo del gas, così
come appare in bolletta 0,0947 0,0927 0,0913 €/kWh

Si può concludere
che un cittadino “normale”, dotato di caldaia a gas naturale, paga
un kWh di acqua calda, con gli attuali costi del gas naturale, circa 12 – 14 centesimi di €, IVA ed imposte varie
comprese, dei quali circa 9
– 10 c€ compaiono direttamente
in bolletta, mentre circa 3-4 c€ sono legati alla caldaia, per
ammortamento, manutenzione, ecc..

Affinché un
cittadino accetti di buon grado di connettersi ad un impianto di teleriscaldamento
bisognerebbe che il costo del kWh di acqua calda non superasse tali
importi lordi; anzi, sarebbe opportuno che fosse inferiore, perché
un cittadino libero di scegliere può optare per caldaie a condensazione,
con i connessi sgravi fiscali, combustibili “alternativi”, quali
pellet, ecc., geotermia, ecc..

Il parametro
per un cittadino “teleriscaldato” è facilmente verificabile: si
sommano gli importi lordi delle bollette di 12 mesi consecutivi, si
dividono per i kWh (2) forniti nel medesimo periodo e si osserva il
risultato; se è minore o uguale a 12-14 centesimi di euro, bene; se è maggiore
o sensibilmente maggiore, è meglio fare attenzione: qualche sòla potrebbe
esserci.

Nel nostro
paese in molte realtà avviene che il costo del kWh da impianti di teleriscaldamento
è inferiore, anche sensibilmente, ai valori sopra riportati. Purtroppo
avviene anche il contrario. Ci sono casi nei quali il costo lordo del
kWh da teleriscaldamento è pagato 15, 16 ed anche 17 c€, nonostante
che:

  1. non ci sia l’imposta
    di consumo e l’addizionale regionale;
  2. l’aliquota IVA sia
    sempre pari al 10% e mai al 20%.

 

Si sottolinea
che il sistema degli incentivi dovrebbe far sì che il costo del kWh
da teleriscaldamento, al cittadino, costi meno di quanto paga un cittadino
dotato di caldaia. 

Per fare i
conti in tasca alle società costruttrici e gestrici degli impianti
di teleriscaldamento è necessario conoscere una grande quantità di
dati che non possono essere schematizzati in poche battute; ma sono
perfettamente fattibili. Si può osservare che se esistono delle realtà
che riescono a praticare prezzi “corretti” si può ritenere che
in generale sia possibile coniugare sia gli interessi dei cittadini
che delle società. 

Se così non fosse significherebbe
che non ci sono le condizioni tecnico-economiche per realizzare l’impianto
di teleriscaldamento. 

Ci sono anche casi anomali
nei quali la società gestrice non si è fatta carico degli oneri legati
alla costruzione (3), si è accaparrata gli incentivi pubblici e pratica
ai cittadini prezzi ben superiori a quelli della parità con le caldaie;
ma hanno ben poco a che fare con le tematiche proprie degli impianti
di teleriscaldamento; trattasi di questioni giudiziarie. La latitanza
della Politica, o la presenza della sola politica con la “p” minuscola,
determina sempre mostri. 

Lino Rossi 
Fonte: www.comedonchisciotte.org
11.03.2009

    1. Secondo principio
      della termodinamicaformulazione di Kelvin-Planck: è impossibile
      realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia che tutto il
      calore assorbito da una sorgente omogenea sia interamente trasformato
      in lavoro.
    2. Una megacaloria
      è pari a 1,16322 kWh.
    3. L’impianto di teleriscaldamento
      è compreso nelle opere di urbanizzazione e quindi è stato pagato dagli
      acquirenti delle varie unità immobiliari.

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