E' VALSA LA PENA DI COMBATTERE PER L'IRAQ, GRAZIE A SADDAM

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DI MALCOM LAGAUCHE

Nell’ultima ora, sono stato sulle spine saltando da un sito all’altro per vedere quando le inevitabili parole sarebbero apparse sullo schermo. E’ successo circa cinque minuti fa. Aljazeera News aveva un commovente banner sulla cima del suo sito in cui si leggeva: Resoconti non confermati affermano che Saddam Hussein è stato giustiziato a Baghdad. Perlomeno, l’ansia di quelli che ammiravano Saddam è finita. Presto i titoli annunceranno la violenza che emanerà dalla sua impiccagione.

Umiliato da analisti, politici e giornalisti occidentali per anni, è semplicemente un miracolo che Saddam abbia resistito per tutto questo tempo. Molti della sinistra sono tanto responsabili per la sua fine quanto i neo-con che biasimano aspramente. Scriba-dopo-scriba hanno degradato Saddam Hussein sin dal 1990, sbandierano menzogne e miti sull’uomo ed il suo Partito Ba’ath per la maggior parte del tempo. Nessuna bugia era troppo grande se abbastanza sensazionale da guadagnarsi i titoli dei giornali. Ma non ne parlerò adesso perché, negli ultimi tre anni, ho seguito tutto il nonsense che gli autori della sinistra hanno sollevato contro Saddam. I loro scritti hanno reso inutile il denigrare Saddam della Destra, perché riuscivano a superare le assurde storie che avevano preceduto i loro articoli.Molti dovrebbero essere considerati come gli assassini per l’impiccagione del presidente. Non solo il boia, ma chiunque abbia fomentato il fuoco di odio contro di lui, compresi membri della stampa “progressista” che hanno contribuito a diffondere le menzogne.

E’ assurdo come si sia sviluppata l’eventuale impiccagione di Saddam. Una manciata di ex Iracheni che non aveva vissuto nel paese per decenni fu fatta volare in Iraq dagli Stati Uniti per governare il paese. Un imbecille armato di Bibbia (Paul Bremer) cambiò le leggi e la costituzione del paese, e cancellò la proprietà statale di industrie essenziali. Uno scrittore di fantascienza non sarebbe stato in grado di scrivere uno scenario così improbabile.

Molte ironie sono coinvolte in questo fallimento. Per iniziare, molti di quelli Iracheni che si opponevano a Saddam ma non lasciarono mai il paese e che stanno ora brindando alla sua morte beneficiarono ampiamente dai programmi istituiti al tempo di Saddam, come l’eccellente sistema educativo e il miglior sistema sanitario in Medio Oriente, per non parlare di un’economia (prima del 1991) che assicurava alla maggior parte degli Iracheni una vita confortevole. Hanno la memoria corta.

Prima che Saddam Hussein e il Partito Ba’ath salissero al potere in Iraq, il paese era indistinguibile dalla maggior parte degli altri paesi arabi. Certo, aveva il petrolio, ma in quei giorni il mondo non aveva la sete di risorse che ha oggi. Negli anni ’70, il governo introdusse molti aspetti rivoluzionari nella vita irachena: l’uguaglianza delle donne; l’educazione universale; la sanità universale; trasporti pubblici molto migliorati; l’enfasi sulla scienza; etc.

Entro gli anni ’80, l’Iraq stava prosperando ed era il gioiello della corona del Medio Oriente. Ma, insieme agli sviluppi, venne la gelosia e l’avidità. Gli Stati Uniti, a causa della loro indiscussa affinità ad Israele, dovevano far tornare l’Iraq indietro di qualche gradino. Ed il petrolio stava diventando ora un simbolo di potere politico mondiale, non solo qualcosa da comprare per tenere in piedi i requisiti energetici di un paese.

In altre parole, è valsa la pena combattere per l’Iraq. Non era più l’antiquata nazione di pochi decenni fa. Saddam Hussein era la forza-guida dietro la trasformazione dell’Iraq.

Gradualmente, gli Stati Uniti e altri poteri occidentali volevano parte dell’azione irachena. Poco a poco il paese fu degradato, a partire dal 17 gennaio 1991. Dodici anni di embargo lo indebolirono ulteriormente, ma non uccisero l’Iraq. Ci volle una disgustosa invasione nel marzo 2003 per finire il paese.

Oggi, l’Iraq è stato totalmente distrutto, non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Tutti i nemici di Saddam hanno eguale responsabilità nella distruzione. Non hanno assassinato solo Saddam, ma anche l’Iraq. Ma essi non sono in festa. A causa della tenacia di Saddam e di molta parte della popolazione irachena, hanno dovuto distruggere tutto prima di salire al trono. Poco dopo marzo 2003, alcune persone e istituzioni, come Ahmed Chalabi e la Halliburton, eseguirono un veloce omicidio finanziario. Quei giorni sono finiti. I ladri di oggi nel governo fantoccio possono contare solo su un piccolo cambio da rubare. Il popolo iracheno si è già visto rubare tutto quello che aveva, fisicamente ed emotivamente.

Oggi Malaki potrà essere felice di aver spinto per l’esecuzione di Saddam, con la collaborazione statunitense, formando corti fantoccio per processi-farsa. Presto, quell’allegria lascerà spazio al panico. E’ valsa la pena combattere per l’Iraq, grazie a Saddam Hussein. Gli stranieri e i traditori hanno smantellato l’Iraq. Comunque, ci sono molti Iracheni (la resistenza) che ora, un po’ alla volta, libereranno il paese dai fantocci e dagli occupanti. Poi, varrà ancora la pena di combattere per l’Iraq, ma i sostenitori della distruzione saranno stati screditati e non rappresenteranno più una minaccia. Questo sarà il Retaggio di Saddam Hussein. La “madre di tutte le battaglie” è lontana dall’essere conclusa.

Saddam sapeva come sarebbe terminata la sua vita. Ma egli ha anche realizzato che il suo Retaggio sarebbe stato parte dell’equazione che resusciterà l’Iraq. Non si è mai venduto, nemmeno alla fine, quando gli furono offerte molte possibilità per essere liberato. Egli sapeva che, qualora si fosse venduto, avrebbe venduto l’Iraq. Il nuovo Iraq che, alla fine, verrà in essere avrà la stessa tenacia e l’orgoglio che ha esibito Saddam Hussein. L’attuale resistenza deve fare molta pulizia, ma i risultati sono inevitabili.

In conclusione, vorrei riportare una storia pubblicata da Iraq Screen pochi giorni fa. L’autore ha intervistato un ufficiale iracheno della Guardia Repubblicana che partecipò alla battaglia per l’aeroporto a Baghdad nell’aprile 2003. L’ufficiale ricorda:

Mentre stavo sparando con i miei compagni, all’improvviso, trovammo Saddam Hussein con molti dei suoi assistenti dentro l’aeroporto. Fummo davvero sorpresi perché non ci aspettavamo una simile cosa, ma Saddam venne avanti e prese un RPG e se lo mise sulle spalle ed iniziò a sparare anche lui. Ci raccogliemmo intorno a lui e lo pregammo di mettersi da parte e lasciare noi a combattere perché se fossimo stati uccisi noi eravano comuni ufficiali, ma se lui fosse stato ucciso avremmo perso il nostro leader. Saddam si rivolse a noi e disse, “Ascoltate, io non sono meglio di chiunque tra voi e questo è il momento supremo per difendere il nostro grande Iraq e sarebbe grandioso essere ucciso come martire per il futuro dell’Iraq”.

Saddam è ora un martire, ancora più che se fosse stato ucciso nella battaglia dell’aeroporto. Quelli che lo hanno impiccato sono fantocci venduti e lo hanno affrontato da codardi, non da guerrieri.

Malcom Lagauche
Fonte: http://www.malcomlagauche.com
Link: http://www.uruknet.info/?p=29409
30-31.12.2006

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da CARLO MARTINI

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