NIKOLAI GORSHKOV
sputniknews.com/europe
La regina Elisabetta II è stata raggiunta a Portsmouth da 15 leader provenienti da tutto il mondo in occasione della commemorazione del D-Day, l’invasione alleata della Francia avvenuta nel giugno 1944. Hanno celebrato il 75° anniversario dell’evento che aveva aperto un secondo fronte nella guerra contro la Germania nazista.
Ma al leader del paese che aveva sopportato tutto il peso dei combattimenti sul fronte principale, quello orientale, non è stato chiesto di partecipare.
Né la Gran Bretagna né la Francia hanno invitato il presidente russo Vladimir Putin a prendere parte alle commemorazioni, che sono iniziate a Portsmouth e continueranno in Normandia. Con un numero sempre più ristretto di veterani, il 75° anniversario del D-Day sarà probabilmente l’ultima grande celebrazione ufficiale di questo evento epocale nella storia dell’umanità. Ma farà giustizia alla grande cooperazione bellica fra Gran Bretagna, Stati Uniti e Russia?
Non sappiamo quali discussioni i governi occidentali odierni abbiano avuto a porte chiuse riguardo alla lista degli ospiti, ma alcuni documenti del governo britannico, declassificati cinque mesi, fa gettano un po ‘di luce su quelle che erano state le riflessioni di questo esecutivo nel 1994, durante i preparativi per il 50° anniversario del D -Day.
È abbastanza interessante il fatto che i file siano stati appena recuperati dal governo del Regno Unito, apparentemente per essere utilizzati come fonte d’ispirazione sul come, questa volta, comportarsi nei confronti della Russia.
Il 50° anniversario del D-Day era stato considerato un evento di grande importanza storica e il governo britannico aveva meticolosamente selezionato gli ospiti d’onore tra i capi di stato e di governo stranieri. La lista era impressionante ed è stata ricopiata pari pari per le commemorazioni del 75° anniversario:
“Si intendono invitare i capi di stato o di governo da: Australia, Belgio, Canada, Francia, Olanda, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia e Stati Uniti, mentre l’FCO [Foreign and Commonwealth Office] sta attualmente vagliando attentamente questo elenco. Stiamo anche discutendo con l’FCO sul livello di rappresentanza che sarà inviato dalla Germania e dal Sudafrica.”
Era stato suggerito che gli accordi per la commemorazione “avrebbero dovuto cercare di includere il più possibile i paesi dell’Europa centrale e orientale.”
C’era una mancanza clamorosa in quella lista, che avrebbe dovuto essere evidente a chiunque avesse frequentato una scuola secondaria. L’unica persona che aveva notato l’omissione, tuttavia, era stato il Primo Ministro John Major (tanto di cappello alla Rutlish Comprehensive, la sua alma mater). Aveva aggiunto di suo pugno sull’elenco provvisorio degli ospiti stranieri una semplice domanda: “i nostri alleati russi?”
I mandarini di Whitehall erano stati presi alla sprovvista: “i Russi non avevano avuto alcun ruolo” nel D-Day, quindi perché preoccuparsi di invitarli? Il giovane Ministro della Difesa dell’epoca, il Visconte Cranborne, aveva cercato di rassicurare il Primo Ministro:
“Per quanto riguarda i Russi, sono abbastanza indifferente sul fatto che vengano o non vengano invitati. Stiamo commemorando il D-Day, non la sconfitta della Germania, e i Russi non hanno avuto un ruolo diretto nel primo dei due eventi.”
Se il visconte avesse consultato i maggiori storici britannici, come gli aveva suggerito John Major, avrebbe appreso che il D-Day sarebbe stato impossibile senza i Russi, che tenevano impegnate 228 divisioni naziste sul fronte orientale, mentre solo 11 divisioni tedesche difendevano le spiagge della Normandia durante il D-Day.
Le statistiche delle perdite sono rivelatrici:
Più di 4000 soldati alleati e circa lo stesso numero di tedeschi erano caduti durante il D-Day. Secondo quanto riferito, erano morti quasi 20.000 civili francesi durante i bombardamenti alleati.
Sul fronte orientale, l’Armata Rossa aveva iniziato l’offensiva di giugno, nome in codice Operazione Bagration, che avrebbe liquidato 300.000 soldati nazisti.
Da questo punto di vista, il D-Day sembra più che altro una tattica diversiva per sostenere l’obiettivo strategico dell’Armata Rossa, che era quello di distruggere l’enorme ed agguerrito Gruppo Centrale dell’esercito tedesco. Mentre gli alleati occidentali stavano lottando per uscire dalle teste di ponte sulle spiagge della Normandia, i Russi erano avanzati per più di 700 km nel cuore della Polonia, spazzando via quasi 20 divisioni tedesche e decimandone gravemente altre 50.
Questa era stata [per i Tedeschi] una disfatta molto più grave di quella di Stalingrado, un anno prima.
In nessun momento, dopo il D-Day, l’alto comando tedesco aveva preso in considerazione l’eventualità di trasferire truppe dal fronte orientale a quello occidentale per contrastare gli sbarchi in Normandia. Al contrario, l’offensiva di giugno dell’Armata Rossa aveva costretto Hitler a ridislocare altre 46 divisioni, incluse alcune dalla Francia, sul fronte orientale. Il fattore decisivo per il successo dello sbarco, la superiorità aerea alleata, era dovuto al fatto che la maggior parte dei velivoli militari tedeschi erano impegnati sul fronte russo.
Quando gli alleati occidentali avevano aperto il secondo fronte, l’Armata Rossa non ne aveva praticamente più bisogno.
Doppio mazzata
Con i Russi “fuori dai piedi” per le celebrazioni del 50° anniversario, gli sforzi britannici e francesi si erano concentrati nel risolvere il problema di come evitare di offendere la “sensibilità” tedesca.
Roderic Lyne, allora segretario privato del Primo Ministro John Major, aveva scritto:
“Dovremmo trovare un modo appropriato per gestire il punto di vista tedesco ed evitare di calpestare le sensibilità tedesche.
Dal punto di vista tedesco, sarebbe meglio non invitare i Russi, o fare in modo che mandino una delegazione di livello poco appariscente … ”
Il segretario alla Difesa Malcolm Rifkind aveva quindi suggerito che il modo migliore per affrontare le sensibilità tedesche sarebbe stato quello di “portare avanti lo spirito di riconciliazione.”
E qui sta la differenza tra l’esperienza e gli atteggiamenti occidentali e quelli sovietici/russi riguardo alla Seconda Guerra Mondiale. Per l’Occidente, la Seconda Guerra Mondiale è stata praticamente la continuazione della Prima Guerra Mondiale: un conflitto tra vecchi rivali per regolare i conti in sospeso della Grande Guerra del 1914-1918. I Tedeschi non avevano mai pianificato di sterminare gli Inglesi o i Francesi. Per i popoli dell’Unione Sovietica era stato un tipo di guerra molto diverso: una lotta mortale per non essere completamente sterminati per mano dei nazisti, che avevano come scopo finale l’eliminazione o la riduzione in schiavitù di ogni essere vivente nell’URSS.
Nel suo resoconto dei combattimenti in Francia del 1944, uno dei principali studiosi della storia della Seconda Guerra Mondiale, Max Hastings cita la reazione di un ufficiale tedesco delle forze corazzate ad un temporaneo cessate il fuoco in Normandia, per consentire ad entrambe le parti di recuperare morti e feriti. “In Russia,” l’ufficiale aveva detto, “ci saremmo passati direttamente sopra.”
Gli Inglesi e i Francesi potrebbero prendere in considerazione una riconciliazione con i Tedeschi, ma [per i Russi] la riconciliazione con i nazisti è tutta un’altra cosa. Tuttavia, questa sensibilità da parte russa non aveva creato nessun problema a Londra o a Parigi quando avevano compilato l’elenco degli ospiti per la commemorazione.
Nessuno mette in discussione il coraggio e il sacrificio del soldato Ryan sulle spiagge della Normandia, ma è stato il soldato Ivan a sventrare la macchina da guerra nazista a Stalingrado, a Kursk e in Bielorussia. La doppia mazzata che aveva messo fuori combattimento i nazisti l’avevano data insieme.
I politici occidentali odierni, che pare soffrano di amnesia, dovrebbero prendere ispirazione dall’ammiraglio Ramsay, il comandante in capo alleato delle truppe da sbarco, che aveva emesso questo ordine del giorno speciale per ogni ufficiale e per ogni soldato in procinto di salpare per le spiagge della Normandia:
“E’ nostro il privilegio di prendere parte alla più grande operazione anfibia della storia, un preliminare necessario all’apertura del fronte occidentale in Europa che, in concomitanza con la grande avanzata russa, distruggerà le capacità belliche della Germania.”
Si dice che la guerra sia una questione troppo seria per affidarla ai militari. Bisognerebbe però anche ricordare che una grande alleanza militare è troppo importante per affidarla ai politici.
Nikolai Gorshkov
Fonte: sputniknews.com/europe
Link: https://sputniknews.com/europe/201906051075655213-d-day-portsmouth-truth/
05.06.2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org