A Roma, il 13 ottobre 2018 di fronte al palazzo della Regione Lazio, 6 attivisti per il diritto ad abitare hanno cantato ad una manifestazione una parodia della celebre canzone di Adiano Celentano “Azzurro”, cambiando il testo originale con un testo satirico. Ecco le parole utilizzate:
Cerco una casa tutto l’anno
all’improvviso eccola qui
La serratura dove sarà
Dico che famo piano piano
ma non c’è verso tocca sfondà
frullino, piede di porco
tutte le case andamo ad occupà
Mi sono portata il letto ed il comodino
A Roma ci stanno tante case sfitte
occuperemo pure le loro soffitte
Nel capo di imputazione il pubblico ministero Erminio Amelio afferma che «mediante l’utilizzo di microfono e di adeguato sistema di amplificazione posto su un furgone in testa al corteo di manifestanti, incitavano i presenti alla commissione di delitti e segnatamente a violazioni di domicilio ed occupazioni abusive di edifici».
E così i nostri pericolosissimi provocatori, solo per questo fatto, dovranno affrontare Lunedì prossimo 21 settembre l’udienza preliminare per decretare se il processo si farà.
Se non altro la notizia da sola fa pubblicità agli attivisti, per un problema che risulta spesso invisibile all’opinione pubblica, sebbene si tratti di una quesitone fondamentale per la civiltà di questo paese.
I dati dell’anno scorso infatti, prima ancora che ci cascasse addosso la questione coronavirus, suonavano già l’allarme: sono quasi 3 milioni le famiglie italiane (11,7 % del totale) in difficoltà con le spese sulla casa, rate del mutuo, imposte, affitto e utenze, e più di trecentomila sono sotto sfratto che rischiano di finire in mezzo alla strada..
Riguardo alle politiche di edilizia popolare, l’impegno del governo italiano è sempre stato di molto minore a quello dei nostri vicini europei: Il Pil impiegato attualmente dallo Stato italiano per la costruzione di alloggi popolari è intorno allo 0,02 per cento, mentre la media europea è del 3,0 per cento. In un alloggio sociale (casa popolare) in Europa ci vive un quinto delle famiglie, mentre in Italia solo il 3,5 %.
Il fatto che un pubblico ministero voglia processare degli attivisti per aver cantato in piazza una canzone provocatoria che dietro a una risata cerca di portare alle istituzioni un’istanza fondamentale e di drammatica urgenza, è una cosa buona nel momento in cui, quanto meno ne parliamo.
Dovremmo impararla tutti e andare a cantarla in piazza. Solidarietà ai cantanti per il diritto ad abitare.
Attivisti per il diritto all’abitare rischiano il processo per aver cantato la parodia di “Azzurro”