AFRICA: LE PROSSIME GUERRE DEGLI USA PER IL PETROLIO

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DI BRUCE DIXON
Black Agenda Report

Il 7 febbraio, George Bush ha annunciato la costituzione di AFRICOM, un nuovo comando del Pentagono che, con il pretesto della cosiddetta “Guerra globale al terrore”, progetterà e realizzerà le sue guerre per il petrolio e le risorse sul continente africano. Cosa significa questo per gli afro-americani? E per gli africani?

Il Pentagono non ammette che per tutta l’Africa è funzionante o è in costruzione un anello di basi militari permanenti USA. Ma nessuno dubita che il rafforzamento militare americano sul continente africano sia notevolmente in corso. Dall’Angola settentrionale ricca di petrolio su alla Nigeria, dal Golfo di Guinea al Marocco ed all’Algeria, dal Corno d’Africa giù al Kenia ed all’Uganda e lungo l’itinerario delle condutture dal Ciad al Camerun nell’occidente e dal Sudan al Mar Rosso in oriente, gli ammiragli ed i generali USA atterrano e decollano, si incontrano con funzionari locali. Hanno condotto studi di fattibilità, concluso accordi segreti e speso miliardi dei loro bilanci segreti.Secondo gli ufficiali USA, le loro nuove basi non sono affatto delle basi. Sono invece dei “depositi piattaforme avanzate” ed “aree di servizio marittime” per l’equipaggiamento che è necessario alle forze di terra americane per operare sul continente africano. Sono dei “punti d’appoggio” e delle “foglie di giglio d’acqua” al largo dalle quali intendono combattere il prossimo ciclo di guerre per il petrolio e le risorse e bloccare la ricchezza di petrolio e minerali dell’Africa per i decenni a venire.

Prexy Nesbitt, di Chicago, uno degli architetti del movimento anti-apartheid negli USA negli anni ’70 ed ’80, ha parlato dell’importanza per gli africani e per gli afro-americani dell’annuncio del 7 febbraio di George Bush riguardante AFRICOM, il nuovo comando del Pentagono per il continente africano.

Ha una tremenda importanza per gli africani, perché il popolo africano, dai lavoratori alle elite universitarie, segue molto da vicino tutto ciò che fa il governo USA ovunque lo faccia nel mondo. Sempre più afro-americani negli USA seguono attentamente ciò che gli USA stanno facendo in Africa, ma non abbastanza. Quello che vediamo (è) … una penetrazione militare USA nel continente africano e che questa penetrazione è … motivata dalla ricerca degli USA… di nuove risorse petrolifere e di altri minerali.

In altre parole, è tutto per il petrolio. Ed i diamanti, e l’uranio, ed il coltan. Ma più che altro per il petrolio. La sola Africa occidentale posa in cima al 15% del petrolio mondiale e per il 2015 è proiettata a rifornire fino ad un quarto del consumo interno degli USA. La maggior parte del petrolio dall’Arabia Saudita e dal Medio Oriente finisce in Europa, Giappone, Cina o India. E’ sempre più il petrolio africano che fa girare gli USA.

Un assaggio dei piani americani per il popolo e le risorse africani nel nuovo secolo si può vedere in Nigeria orientale. Le compagnie USA e multinazionali come Shell, BP e Chevron, che una volta ad una petroliera diede il nome del suo consigliere d’amministrazione Condoleezza Rice, hanno saccheggiato spietatamente per una generazione il delta del Niger. Dove una volta vi era gente povera ma autosufficiente con ricche fattorie e zone di pesca, ora vi è un crollo ecologico in espansione di dimensioni raccapriccianti nel quale la terra, l’aria e l’acqua sono sempre più incapaci di provvedere al sostentamento della vita umana, ma il popolo della regione non ha nessun altro posto dove andare.

Secondo la Banca Mondiale, il 20% dei bambini nigeriani muore prima dei 5 anni. Secondo Amnesty International nel 2005, dal Delta del Niger sono stati estratti centinaia di miliardi di dollari in petrolio.

[Ma i suoi abitanti] rimangono tra le comunità più prive di petrolio al mondo — il 70% vive con meno di 1 dollaro USA al giorno. Nonostante la sua abbondanza di guadagni, mentre i prezzi globali del petrolio sono più che raddoppiati negli ultimi due anni, il governo nigeriano non si è preoccupato di fornire servizi, infrastrutture o posti di lavoro nella regione.

In un tipico segno di disprezzo per le vite ed i mezzi di sussistenza dei neri locali, il gas naturale che resta in cima a molti giacimenti petroliferi ma che più costoso da catturare e processare viene semplicemente eliminato o bruciato ai pozzi africani. Si stima che in tutti gli anni ’90 ci si sia sbarazzati in questo modo di 29 milioni di piedi cubi al giorno del gas naturale nigeriano.

Secondo il Dr. Nesbitt:

Anni fa la gente del Comitato Americano per l’Africa riportò dei filmati di diapositive che mostravano… la gente che viveva in campi di melma fangosa di petrolio, che beveva acqua composta da melma di petrolio. Era proprio una situazione straordinariamente spaventosa… Per quanto ne sappiamo non è cambiato molto [in circa 15 anni] eccetto che [adesso] vi è un movimento per la giustizia che prende piede. Ma il comando militare degli Stati Uniti ha indicato, è proprio complice, con il governo di Obasanjo… per cercare di controllare questo movimento per la giustizia. Sono stati fatti alcuni commenti molto espliciti da parte dei militari USA, saranno pronti a muoversi militarmente in quell’arena… mettendo al sicuro per gli Stati Uniti quella fonte petrolifera.

I locali africani chiedono rispetto ed una quota in quello che, dopo tutto, è il loro petrolio. Vengono ripetutamente, ferocemente repressi in Nigeria orientale, in Guinea equatoriale ed altrove, da truppe africane addestrate ed equipaggiate con dollari dei contribuenti americani. Nel caso in cui la resistenza continui, e continuerà certamente, l’America è pronta ad alzare la posta con altro equipaggiamento americano, con consiglieri militari e civili, con bombe, proiettili e, se necessario, con cadaveri americani. E’ questo che AFRICOM sta per fare e che farà nel nuovo secolo.

L’impero in Africa: una opportunità d’affari per i neri americani?

Doug Lyons, un editorialista afro-americano dell’Orlando Sun-Sentinel è uno di quei brutti neri americani che vedono nel muoversi nella direzione del crudele sfruttamento della madre patria dell’umanità grandi opportunità di carriera ed affari per alcuni tirapiedi neri.

L’AFRICOM non dovrebbe essere evitata come un’altra appendice del complesso militare-industriale del nostro paese, anche se lo è. Essa presenta anche una opportunità unica per l’America nera.

Vi è un potenziale per quegli individui che hanno interesse che le eredità africana ed afro-americana diventino bene documentati sull’Africa ed i suoi collegamenti con gli Stati Uniti.

La conoscenza dovrebbe portare ad una migliore comprensione culturale ed a maggiori opportunità commerciali per i neri da entrambe le parti dell’Atlantico, in aggiunta ad ampliate opportunità per gli afro-americani nel commercio mondiale e nel corpo diplomatico. . . .

Immaginate le possibilità. Lo strumento sta per essere messo in funzione e, per i pochi privilegiati, la fortuna arriverà a fare ancora più storia dei neri.

L’AFRICOM sarà realmente aperta a nuove prospettive per una manciata di neri americani qualificati nelle istituzioni imprenditoriali, militari e di intelligence.

L’immaginazione non ha bisogno di guardare oltre alla GoodWorks International, la ditta di consulenza commerciale fondata da Andrew Young, ex sindaco di Atlanta, ambasciatore all’ONU e collega del Dr. Martin Luther King. La GoodWorks sta davvero facendo la storia nera, assieme a secchiate di denaro da clienti come Barrick Gold, una operazione collegata a Bush le cui miniere congolesi contribuiscono ad alimentare una sanguinosa guerra civile con per ora 5 milioni di morti. La ditta di Young gode di intime e remunerative relazioni con il losco Maurice Templesman, da decenni un personaggio di rilievo nel commercio dei diamanti insanguinati africani. E’ la lobbysta registrata a Washington per il governo nigeriano ed implicata in almeno uno schema di riciclaggio del denaro sporco per il presidente nigeriano Obasanjo, oltre a servire da copertura a diverse società multinazionali petrolifere e minerarie nel continente africano.

Vi è un numero sempre maggiore di… una classe di afro-americani che… non sentono nessun senso di responsabilità, nessuna vergogna, nessun legame al continente, che sono incapaci di recitare nessun genere di ruolo. Penso che lo vediamo con Condoleezza Rice. Lo vediamo persino più chiaramente in alcune delle altre nomine che sono state fatte recentemente, come per esempio la nuova assistente segretario di stato per l’Africa. Sembra… un individuo molto interessata dato il suo passato e la sua formazione militare, con riguardo a quale tipo di ruolo giocherà nel sistema. Così vediamo degli afro-americani emergere spesso come funzionari del sistema, i gendarmi, se volete, del sistema per la ricolonizzazione dell’Africa da parte dell’establishment imprenditoriale e militare degli Stati Uniti.

Sembra che Nesbitt concordi con Doug Lyons, in un genere contorto di stile. L’AFRICOM aprirà realmente nuove prospettive per una manciata di neri qualificati nelle istituzioni imprenditoriali, militari e di intelligence. Andy e Condi sono stati i primi, ma potrebbero non essere gli ultimi. Vi è ancora abbondanza di miniere d’oro africane, petroliere e fosse comuni che aspettano di prendere il nome da dei neri americani.

Abbiamo chiesto al Dr. Nesbitt cosa dovrebbero fare il Black Caucus del Congresso ed i comuni americani qui per fermare l’imminente intervento militare degli USA sul continente africano.

Abbiamo bisogno di una voce più forte da parte del Black Caucus del Congresso. Deve diventare molto più inferocito riguardo a questi sviluppi e contribuire a politicizzare ed istruire le masse della comunità nera americana per tutto il paese così che non lasciamo questa costante storia degli Stati Uniti permetta di pensare che non devono preoccuparsi affatto delle conseguenze… dalla popolazione che è più interessata… quelli di noi nella diaspora africana negli USA. Penso che siamo ad un punto di passaggio molto importante riguardo alle relazioni della comunità afro-americana in generale con il continente Africa.

L’Africa è una parte del mondo che ha immense risorse ed immense ricchezze. Ma . . . la storia è stata soltanto il sistema capitalista che prosciuga l’Africa di quelle ricchezze. Penso che la minaccia particolare di fronte agli americani — gli americani che si preoccupano degli altri esseri umani, che si preoccupano del pianeta — è quali passi prenderanno per aiutare il popolo africano a fermare questa continua devastazione e questo saccheggio del continente africano.

George Bush, le grandi compagnie petrolifere, Andy Young ed il Pentagono stanno già attuando il loro piano per l’Africa. Sembra come la Nigeria, il classico caso di un paese ricco pieno di poveri. Sembra molto come le zone impoverite, avvelenate, devastate, putrescenti del delta del Niger, dove per decenni hanno avuto mano libera. E quando gli africani resistono, come sicuramente faranno, il piano di copertura è di dichiarare “terroristi” gli africani che vogliono controllare le loro risorse e, attraverso l’AFRICOM, spiegare la potenza militare USA per isolare gli africani e le risorse africane. E’ tempo che l’America nera ed il Black Caucus del Congresso ricevano il consiglio del Dr. Nesbitt e vengano fuori con dei loro piani per far terminare più di cinquecento anni di razzia occidentale in Africa e per tenere alla larga l’AFRICOM ed i militari USA dal continente africano.

Versione originale:

Bruce Dixon
Fonte: http://www.blackagendareport.com/
Link
28.02.2007

Versione italiana:

Fonte: http://freebooter.interfree.it/
Link: http://freebooter.interfree.it/nowit.htm

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