A QUANDO LA FINE DEL “PAESE DEI BALOCCHI” ?

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DI PIERLUIGI PAOLETTI
Centrofondi

L’altra settimana parlavamo della Cina che finanzia il debitore americano ricevendo e stampando carta straccia e per questo l’abbiamo chiamata il “dragone del signoraggio”. I numeri del credito vantato nei confronti dell’occidente e degli yuan stampati, come abbiamo visto, sono talmente grandi da non poterli nemmeno immaginare, ma questi numeri seppur enormi, rischiano di scomparire di fronte a quello che l’insieme della creazione dal nulla di denaro cartaceo, da parte delle banche centrali e virtuale da parte delle banche commerciali, tutto creato sul debito statale, aziendale e privato, origina e fa prosperare.

Solo nei primi 5 mesi del 2007 si sono avute acquisizioni e fusioni per 1000 mld in europa e 2500 nel mondo, la maggioranza delle quali a debito (circa 2000 mld). Il debito privato delle famiglie americane dal 2001 è aumentato di 14000 mld arrivando ad un totale di 43000 mld.

Se guardiamo alla capitalizzazione dei mercati finanziari americani vediamo cifre addirittura allucinati tanto sono enormi: 50.000 mld mentre solo nel 1995 era “appena” 20.000 mld, cresciuta di 30.000 mld in 12 anniE’ questa è una ricchezza effimera senza riscontri nella realtà, basta pensare che il PIL Usa è 13.000 mld, ed è sufficiente una ventata di pessimismo per spazzare via tutto, come sanno bene i risparmiatori che avevano investito in azioni nel 2000.

Insomma debito originato dal denaro di carta o elettronico, origina altro debito moltiplicandolo per n volte. Non conosciamo con esattezza la capitalizzazione di tutti i mercati finanziari mondiali, ma siamo sicuri che la cifra è spaventosamente alta rispetto alla
ricchezza reale prodotta sulla terra.

Questo è uno schema piramidale o schema Ponzi che si alimenta e prospera solo se ci sono nuovi giocatori. Fino al 2000 erano i soldi dei risparmiatori che alimentavano il “paese dei balocchi”, dal 2000 le banche centrali e commerciali hanno alimentato il gioco inondando il sistema di liquidità a debito. Oggi i maggiori giocatori oltre le banche, sono gli stati che alimentano i mercati finanziari perché hanno estremo bisogno che il gioco non si interrompa. Solo pochi giorni fa Putin ha pubblicamente ordinato di investire i proventi della vendita del petrolio nella borsa russa che ha perso il 10% in pochi giorni, ma Putin ha solo seguito l’esempio di numerosi altri paesi che hanno ormai da tempo ingentissimi fondi governativi che alimentano i mercati azionari (tutto l’oriente- Cina, Taiwan, Corea, Giappone, Singapore- che sostiene i debitori occidentali, Emirati arabi, e addirittura la Norvegia).

Ma questo gioco, può continuare all’infinito o invece è destinato ad avere una fine? Fino a dove è possibile continuare a fare leva sul debito? Il fatto che ci venga chiesto sempre, con insistenza sempre maggiore di produrre e consumare di più e che con artifici vari (liberalizzazioni, globalizzazione, precariato, perdita di diritti) periodicamente si cambino le regole del gioco, indica che un limite ci deve essere.

Lo dimostra anche il fatto che le maggiori istituzioni finanziarie come Goldman sachs, Morgan Stanley e altre stanno reclutando da qualche mese specialisti in ristrutturazione del debito e crack finanziari e le banche centrali, ormai da parecchi mesi, fanno simulazioni per far fronte ad una crisi del sistema finanziario mondiale.

Ma possiamo dare una definizione del limite del sistema? Il limite del sistema lo possiamo individuare quando il costo del debito supera quello dello scambio delle merci. Quando l’economia virtuale, astratta incontra e supera l’economia reale, basata sulla circolazione di beni e servizi, allora abbiamo il collasso del sistema economico. In pratica quando le risorse reali sono sempre più fagocitate dal debito e ne rimangono sempre meno per far circolare beni e servizi, questo vuol dire che la malattia è arrivata al capolinea. Più volte in questi report abbiamo detto che il denaro circola su due livelli, uno è quello dei mercati finanziari dove è in sovrabbonadanza, l’altro invece, dove il denaro è sempre più scarso, è quello dei comuni mortali che si arrabattano per arrivare alla fine del mese.

Questo è proprio il sintomo che pur essendo circondati dal denaro, ne percepiamo la mancanza per la vita di tutti i giorni perché fette sempre maggiori della ricchezza che produciamo sono assorbite dal debito.

Se ci pensate bene è esattamente la stessa cosa che è accaduta in america nel 1929 quando i magazzini erano pieni di merci mentre le famiglie non avevano soldi sufficienti a comprarle…

Oggi accade di nuovo nella nostra vita quotidiana e accade nella vita statale. Quando un ministro dell’interno, davanti ai pompieri che lamentano carenza di risorse economiche per svolgere dignitosamente il proprio lavoro, li invita pubblicamente a non pagare gli affitti per pagare la benzina , vuol dire che il limite del sistema è vicino.

Un professore americano Mike Montagne, esperto matematico, ha calcolato graficamente questo ragionamento (grazie a Marco Saba per la segnalazione). Il risultato è chiaro e ci aiuta a comprendere nel dettaglio il ragionamento appena fatto Innanzi tutto ci accorgiamo che pur facendo ogni sforzo possibile per ridurre il debito, questo non potrà MAI finire (Inizio e Fine debito in marrone scuro e chiaro). Non è una opinione E’ MATEMATICA. Qualcuno dovrebbe far vedere questo grafico a Draghi che giusto ieri incitava alla riduzione del (falso e iniquo) debito pubblico.

La conseguenza è che il costo del debito sarà sempre crescente (in blu) e quando questo incrocerà la liquidità necessaria al commercio (azzurro) è lì che avremo il crash del sistema. Dopo il 1929 e fino agli inizi degli anni ’90 questo gioco era controllato dalle periodiche crisi economiche che servivano a “scaricare” il potenziale esplosivo e allontanare il limite del sistema, oltre naturalmente a far fare incetta di ricchezza reale da parte del mondo bancario, artefice sia delle espasioni che delle contrazioni delle economie, attraverso la leva dei tassi e della liquidità. Dal 2001 le cose sono precipitate e invece di originare una “salutare” crisi economica è stato dato il turbo al debito e alla liquidità finanziaria, oggi non possiamo continuare ancora per molto. Il malumore crescente delle masse, sempre più disorientate da una politica impotente e assetata di un potere sempre più vuoto, che vagano ogni elezione tra destra e sinistra come un moscone che sbatte ripetutamente sul vetro della finestra cercando disperatamente una via di uscita, rischia di sfociare in tensioni sociali difficili da controllare. Europa, Stati uniti, ma anche Russia e Cina stanno affrontando un malumore sempre crescente.

La classe politica sente che il terreno sotto i piedi sta vacillando e si prepara riarmandosi come nella guerra fredda degli anni ’50. Tutti si stanno preparando per il grande crash che, secondo un copione antico, azzererà il sistema, pronti per ricominciare di nuovo l’eterno gioco del debito secondo il famoso detto “gattopardiano” cambiare tutto per non cambiare niente dove chi vinceva era sempre e solo il sistema bancario che ha controllato tutte le sommosse, dalla rivoluzione americana a quella francese a quella russa e tutte le guerre tenendo saldamente in mano il timone del debito.

Oggi però, a differenza del passato sempre che lo vogliamo, abbiamo la possibilità di cambiare il corso degli eventi che prima sembravano inevitabili. Conosciamo i meccanismi che hanno fatto dell’uomo uno schiavo moderno, abbiamo portato alla luce i loschi traffici dei nuovi imperatori e con la rete facciamo circolare queste scottanti verità facendo prendere consapevolezza che il nostro futuro non è segnato, che ognuno di noi può scegliere di soccombere o rinascere scegliendo la strada della libertà.

Nel passato almeno avevamo l’alibi dell’ignoranza, oggi nemmeno quella e possiamo giocarci la carta della conoscenza decidendo che strada vogliamo prendere, ma in fretta perché il tempo stringe e….il debito aumenta! Prima di lasciarvi volevamo ringraziare coloro i quali hanno aderito al nuovo gruppo di discussione di Centrofondi su google che sostituisce la vecchia mailing list, che da oggi va in pensione. Questo gruppo vuole essere uno spazio dove le persone a cui interessa il proprio futuro si possono confrontare sui temi economici, del signoraggio e delle monete complementari.

Invito coloro dei vecchi iscritti che ancora non lo hanno fatto di iscriversi e per non ricevere molte mail di scegliere la soluzione DIGEST che permette di ricevere al massimo una comunicazione giornaliera.

Chiediamo anche di postare solo messaggi che si ritengono importanti per permettere anche ai meno abituati a questo strumento di familiarizzare e di essere parte attiva.

That’s all

Pierluigi Paoletti
Fonte: http://www.centrofondi.it
01.06.2007

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