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La Redazione

 

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30 DICEMBRE 2006: UN GIORNO DI INFAMIA

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A cura di God
Il 31 Dicembre 2006
280 Views
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DI GABRIELE ZAMPARINI
The Cat’s Blog

Il 30 Dicembre 2006 sarà ricordato come un giorno di infamia. Violando il diritto internazionale e la decenza umana, il governo quisling dell’Iraq occupato, un regime fantoccio e settario instaurato dall’occupazione statunitense e sostenuto dall’Iran, ha assassinato il legittimo Presidente della Repubblica dell’Iraq, Saddam Hussein.

E’ stato riportato che dopo l’esecuzione gli assassini hanno gridato: “Lunga vita a Muqtada, lunga vita a Muqtada” [Moqtada Al-Sadr].

E’ stato riportato anche che Saddam Hussein ha subito torture prima della sua esecuzione e che il suo corpo è stato mutilato dopo. Un’altra fonte ci dice: “Il video non mostra sangue sulla faccia e sul corpo di Saddam, ma la TV ha trasmesso un video dove il corpo mostra sangue, ferite e lividi sulla faccia”.Sull’apocalisse irachena, Riverbend ha recentemente scritto: “Di nuovo, non posso che chiedermi perché è stato fatto tutto questo? Perché distruggere l’Iraq fino al punto in cui fosse irreparabile? L’Iran sembra essere l’unico ad averci guadagnato. La loro presenza in Iraq è così ben istituita: criticare un imam o un ayatollah equivale al suicidio. La situazione è uscita dai piani degli Stati Uniti fino ad essere irrecuperabile? O era tutto parte del piano? I miei mal di testa pongono le domande”.

Il professor As’ad Abdul Rahman, presidente della Enciclopedia Palestinese, ha osservato: “Oggi, tre anni e mezzo dopo la disavventura irachena, l’esercito degli Stati Uniti non è la potenza decisiva lì. Nell’Iraq meridionale, è praticamente l’Iran che mantiene il controllo, e le varie milizie sciite ricevono semplicemente le istruzioni da Tehran”.

Dopo aver redatto undici brevi note sul linciaggio di Saddam Hussein [vedi appendice], il 19 dicembre 2006, il giorno prima dell’omicidio, ho scritto, “Voglio dedicare il seguente testo di Layla Anwar, una donna irachena, al grottesco movimento pacifista occidentale e ai suoi influenti intellettuali, il cui vergognoso silenzio sul linciaggio di Saddam Hussein sarà ricordato come una delle più disgraziate pagine nella storia dell’infamia”.

Comprendere il silenzio di quelli che avrebbero dovuto essere i primi, nell’Occidente, a denunciare l’oltraggioso linciaggio richiede la decostruzione del clima di propaganda e menzogna in cui siamo immersi. Ovviamente la ragione per questo vergognoso silenzio non può essere trovata nella storia del regime di Saddam Hussein e dei suoi presunti crimini. Nessuno ha chiesto o si aspetterebbe dal movimento pacifista e dai suoi intellettuali di schierarsi con Saddam Hussein e il suo regime. Questo non era richiesto per denunciare l’oltraggioso linciaggio che avrebbe potuto avere luogo, dobbiamo ricordarlo, solo a causa dell’illegale invasione ed occupazione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati. Quindi, perché questo assordante silenzio?

E perché alcuni quadri della sinistra occidentale e del suo apparato nel movimento pacifista hanno stabilito una relazione speciale con il regime reazionario di Teheran e il governo quisling di Baghdad, o una parte di esso, come il movimento di Moqtada al-Sadr e la sua milizia, l’Esercito Mahdi, responsabile di enormi crimini contro l’umanità in Iraq? Forse che questo vergognoso silenzio è un altro segno della legittimazione del governo fantoccio iracheno? Significa forse che il supremo crimine internazionale, l’illegale invasione ed occupazione dell’Iraq, e i suoi effetti sono ora stati accettati? E perché la resistenza irachena a questa illegale invasione ed occupazione non è mai stata riconosciuta come tale, e ancor meno sostenuta, dal movimento pacifista occidentale che si riempie la bocca di parole come “pace” e “giustizia”?

Dopo l’iniziale silenzio sulla vera entità degli orrori in Iraq, quando le stime dello Iraq Body Count erano usate persino dal movimento pacifista nonostante l’apocalisse fosse già nota e dopo il perdurante silenzio sulla responsabilità delle milizie settarie nella strage e nella pulizia etnica, quest’altro silenzio sul linciaggio di Saddam Hussein solleva ancora una volta delle domande fondamentali sul ruolo della Sinistra occidentale e del movimento pacifista e costringe tutti noi ad una spiacevole ma onesta e necessaria riflessione. Se un mondo migliore è possibile, esso inizia qui.

Gabriele Zamparini
Fonte: http://www.thecatsdream.com/blog/
Link: http://www.thecatsdream.com/blog/2006/12/30-december-2006-day-of-infamy.htm
31.12.2006

APPENDICE: LINCIANDO SADDAM

LINCIANDO SADDAM (PARTI I-IV)

LINCIANDO SADDAM (PARTI V-VIII)

LINCIANDO SADDAM (PARTE IX) – “DETENZIONE ARBITRARIA”

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Posso ancora udire l’eco delle parole proferite dal direttore esecutivo di Human Rights Watch, Kenneth Roth:

“Ci si può solo rallegrare della cattura di Saddam Hussein. Poche persone meritano maggiormente un processo e una condanna. Le forze Usa meritano un riconoscimento per avere arrestato il dittatore deposto, così che i suoi crimini possano essere presentati e condannati in un’aula di giustizia, piuttosto che averlo ucciso in combattimento”.

La scorsa estate, come nota ad un pezzo sul ruolo della cosiddetta comunità internazionale, ho scritto che Saddam Hussein è:

“un capo di stato RAPITO da una potenza straniera mentre questa commetteva un crimine contro la pace, la guerra di aggressione contro l’Iraq. Egli è ora tenuto in OSTAGGIO da quella potenza straniera insieme all’illegittimo cosiddetto “governo” iracheno”.

Solo pochi giorni fa, la AFP ha riportato:

Un gruppo di lavoro del Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite ha detto di percepire il processo a Saddam Hussein tanto manchevole di standard internazionali che la sua detenzione era “arbitraria”, e come tale la sentenza di morte non dovrebbe essere eseguita. “La non-osservanza di rilevanti standard internazionali durante il processo di Hussein è stata di tale gravità da conferire alla privazione di libertà di Hussein un carattere arbitrario”, ha detto giovedì il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria del Consiglio.

Ma poiché la Società Insana continua a paralizzare i nostri cervelli, la AFP continua:

Comunque, il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria ha sottolineato che non stava chiedendo il rilascio di Saddam Hussein

Gabriele Zamparini
Fonte: http://www.thecatsdream.com
Link: http://www.thecatsdream.com/blog/2006/12/lynching-saddam-part-9-arbitrary.htm
06.12.2006

LINCIANDO SADDAM (PARTE X) – VIRTU’, TERRORE E LA SCHIZOFRENIA ASSETTATA DI SANGUE DELL’OPINIONE PUBBLICA OCCIDENTALE

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Il noto processo di Kafka è finito; il bordello di Baghdad ha spento le luci. Il Presidente Saddam Hussein sarà assassinato entro 30 giorni, con l’usurpatore Nuri al-Maliki che si appella perché l’omicidio abbia luogo prima che l’anno finisca.

Secondo un recente studio dello Institut Novatris/Harris per France 24 l’opinione pubblica occidentale sostiene la pena di morte contro Saddam Hussein come segue:

Usa: 82%
Regno Unito: 69%
Francia: 58%
Germania: 53%
Spagna: 51%
Italia: 46%

Mentre la maggior parte dei Nostri Patrioti non sarebbe in grado di localizzare l’Iraq su una mappa del mondo, non è un segreto che sia stato insegnato loro ad amare il barbecue di persone (minoranze etniche e povere) sulla sedia elettrica o l’avvelenamento delle stesse; meglio ancora se qualcosa “va male” facendo durare più a lungo lo show e rendendolo più appettibile ad un’audience che considera ancora il linciaggio come legge nazionale. Nelle colonie europee stiamo imparando in fretta; dateci ancora qualche anno e lo Zio Sam sarà orgoglioso di noi!

Probabilmente troppo impegnati nel Santo Shopping prima di Natale, e dopo aver subito un lavaggio del cervello da parte di disciplinati professionisti della propaganda, i quali controllano i pensieri nel Paese delle Meraviglie, Noi, il popolo, dovremmo riflettere su quanto segue:

a) Nel 2003 l’invasione dell’Iraq guidata dagli Stati uniti ha violato il diritto internazionale e l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan l’ha chiamata “un atto illegale che ha contravvenuto alla carta delle Nazioni Unite”, il “supremo crimine internazionale” secondo i processi di Norimberga;

b) A partire da marzo 2003, l’Iraq è un paese occupato e il cosiddetto processo politico è stato imposto dalle forze di occupazione contro il diritto internazionale;

c) Il cosiddetto governo iracheno è un governo quisling, instaurato da forze di occupazione, che sta eseguendo gli ordini dei suoi padroni;

d) L’invasione dell’Iraq, quel “atto illegale che ha contravvenuto alla carta delle Nazioni Unite” ha causato la morte di circa un milione di esseri umani in meno di quattro anni e la distruzione completa di un paese sovrano;

e) Solo poche settimane fa il Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite ha detto che “la non-osservanza di rilevanti standard internazionali durante il processo di Hussein è stata di tale gravità da conferire alla privazione di libertà di Hussein un carattere arbitrario”.

Secondo lo stesso studio dello Institut Novatris/Harris, l’opinione pubblica occidentale sostiene il ritiro dall’Iraq delle truppe della coalizione guidata dagli Stati Uniti come segue:

Francia: 90 %
Spagna: 84 %
Regno Unito: 83 %
Germania: 82 %
Italia: 73 %
Stati Uniti: 66 %

Ci si chiede perché così tante persone vogliano il ritiro dall’Iraq delle truppe di coalizione guidate dagli Stati Uniti quando allo stesso tempo sostengono l’omicidio del legittimo presidente dell’Iraq. La contraddizione può essere trovata in molta parte del movimento pacifista occidentale, dove gruppi, think-tank e influenti intellettuali si sono fortemente opposti all’invasione e all’occupazione dell’Iraq ma sono sempre rimasti silenti sulla prima conseguenza politica dell’invasione, quando non l’hanno sostenuta e hanno plauso alla caduta del regime di Saddam Hussein. Non si deve essere un sostenitore del partito iracheno Baath o del regime di Saddam Hussein per sostenere il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite.

Mentre la posizione politica di quelli Iracheni che si opposero al regime di Saddam Hussein e lasciarono il paese per ragioni politiche deve essere rispettata e la loro voce udita e presa nella più seria considerazione, il movimento pacifista deve ricordare che il governo di Saddam Hussein non è stato spodestato da una sollevazione popolare o da un colpo di stato politico. Il 20 marzo 2003, il giorno di quel “atto illegale che ha contravvenuto alla carta delle Nazioni Unite” da parte della “coalizione dei volenterosi” guidata dagli Stati Uniti, Saddam Hussein era il legittimo presidente dell’Iraq e il suo governo il legittimo governo dall’Iraq. Questa non è un’opinione o una posizione politica, ma un dato di fatto, una semplice osservazione dello status quo ante bellum. Opporsi al “supremo crimine internazionale” che è costato la vita di circa un milione di esseri umani significa sostenere il diritto internazionale e chiederne il ripristino. Le diverse, rispettabili e legittime opinioni politiche motivate dal giudizio politico su Saddam Hussein non devono prendere il luogo del diritto internazionale, perché una tale posizione legittimerebbe il “supremo crimine internazionale”, quel “atto che ha contravvenuto alla carta delle Nazioni Unite” a cui noi vogliamo opporci. Riconoscere il cosiddetto governo iracheno e il cosiddetto processo politico significa legittimare l’invasione e l’occupazione dell’Iraq ed aprire la porta ad ulteriori “supremi crimini internazionali” nel futuro.

Il sacrosanto ritiro delle truppe di coalizione guidate dagli Stati Uniti deve essere la conseguenza del ripristino del diritto internazionale allo status quo ante bellum, mentre il futuro dell’Iraq deve essere lasciato al suo popolo. Qualunque altra cosa sarebbe un tradimento di quei principi di pace, giustizia ed auto-determinazione che affermiamo di sostenere.

Uccidere Saddam Hussein, il legittimo presidente dell’Iraq, sarebbe la vera chiave di volta; dopo non ci sarà più un paese chiamato Iraq. Come può il movimento pacifista essere così tragicamente cieco?

Gabriele Zamparini
Fonte: http://www.thecatsdream.com
Link: http://www.thecatsdream.com/blog/2006/12/lynching-saddam-part-10-virtue-terror.htm
26.12.2006

LINCIANDO SADDAM (PARTE XI) – JUAN COLE E IL CANTO DELL’AVVOLTOIO

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Il Natale è finito e i canti natalizi sono stati sostituiti dalla canzone dell’avvoltoio.

Juan Cole, “esperto” del Medio Oriente e uno dei più grandi eroi del movimento pacifista imperiale, ha scritto sul suo Informed Comment:

Saddam Hussein, condannato a morte e senza ulteriori appelli da giocare, sta cercando di trasformare la sua morte in un “sacrificio” per la nazione irachena. Nell’aprile 2003 Saddam era universalmente vituperato, ma ora il paese è in un tale orribile stato che alcuni arabi sunniti vedono Saddam come un simbolo della nazione irachena unita. Saddam, comunque, ha parlato nel suo tipico modo razzista sulla necessità di combattere “gli invasori e i Persiani”, secondo al-Hayat, in arabo (ossia gli Americani e gli Sciiti). Il portavoce del movimento di Sadr ha chiesto che egli sia giustiziato all’alba del Giorno del Sacrificio (Eid al-Adha) — ossia questa settimana. [enfasi aggiunta]

Dopo aver indottrinato i suoi lettori [“Saddam, comunque, ha parlato nel suo tipico modo razzista…”] Juan Cole traduce le parole di Hussein “invasori e i Persiani” con “gli Americani e gli Sciiti”.

Secondo Juan Cole, Saddam Hussein avrebbe fatto considerazioni “razziste” contro gli Sciiti dell’Iraq e – a causa della situazione sul campo in Iraq – si sarebbe appellato alla violenza settaria.

Nonostante il suo strumento propagandistico [“Saddam, comunque, ha parlato nel suo tipico modo razzista…”] Juan Cole ovviamente sa perfettamente bene che Saddam Hussein si è sempre appellato a tutti gli Iracheni per l’unità e contro la violenza settaria. [Solo per menzionare due volte tra le più recenti: leggete qui e qui. Ecco come il giornale britannico Guardian ha riportata la stessa lettera di Saddam Hussein:

“I nemici del nostro paese, gli invasori e i persiani, hanno scoperto che la vostra unità è una barriera tra voi e coloro che oggi vi governano. Perciò essi hanno cercato di inserire l’infame cuneo tra voi. Restate uniti. Avete conosciuto il vostro fratello e leader come conoscete la vostra stessa famiglia. Sapete che non si è mai piegato ai despoti e, in sintonia con il desiderio di coloro che lo amavano, è rimasto una spada e una bandiera. Grande popolo, ti chiedo di preservare i valori che ti permisero di degnamente operare nella tua fede e di restare un faro di civiltà. La tua unità ti preserva dalla servitù.

Ti chiedo di non odiare, perché l’odio non ti permette di essere equo, ti acceca e chiude tutte le porte al pensiero, impedisce il ragionamento equilibrato e la scelta giusta. Ti chiedo anche di non odiare i popoli dei paesi che ci hanno aggredito e di vedere la differenza tra il popolo e coloro che prendono le decisioni, Chiunque si penta, in Iraq o fuori, deve essere perdonato. Dovete sapere che tra gli aggressori v’è gente che sostiene la vostra lotta contro l’invasore, alcuni si offrirono volontari alla difesa legale dei prigionieri, compreso Saddam Hussein.

Coraggiosi e sacri Iracheni dell’eroica Resistenza, figli di una sola nazione, dirigete le vostre ostilità contro l’invasore. Non permettete che vi dividano. Popolo fedele, ti dico addio… Viva la nostra nazione, viva il nostro grande popolo combattente, viva l’Iraq, viva l’Iraq, Viva la Palestina, viva la guerra di liberazione e i suoi combattenti.

[Traduzione della lettera a cura di Fulvio Grimaldi, si veda il suo “QUESTI SONO PEGGIO (2)”, ndt]

Non ci sono dubbi sul significato delle parole di Saddam Hussein, tanto che il Guardian ha intitolato il suo pezzo: Il messaggio finale di Saddam esorta gli Iracheni ad unirsi contro gli Stati Uniti

I “Persiani” nella lettera di Saddam Hussein non sono ovviamente gli Sciiti, ma gli Iraniani che hanno aiutato gli Stati Uniti fin dal principio nella loro distruzione dell’Iraq.

Ancora una volta Juan Cole travisa e manipola fatti e parole per sostenere la sua agenda politica. E il movimento pacifista imperiale continua ad applaudire…

Gabriele Zamparini
Fonte: http://www.thecatsdream.com/
Link: http://www.thecatsdream.com/blog/2006/12/lynching-saddam-part-11-juan-cole-and_28.htm
28.12.2006

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da CARLO MARTINI

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