USA contro Cina: la guerra degli smartphone

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JOSEPH THOMAS
journal-neo.org

Se l’obiettivo di Washington era quello di fare pressioni e isolare la Cina prendendo di mira il gigante degli smartphone Huawei, sembra invece che abbia ottenuto l’effetto opposto. Nel corso dell’operazione, gli Stati Uniti sono solo riusciti ad esporre la loro crescente debolezza e la loro totale inaffidabilità come partner commerciali in una molto più ampia, malguidata e mal gestita “guerra dele tariffe.”

Anche se stiamo parlando solo di smartphone e di competizione economica, comunque accanita, il risultato di questa battaglia sugli smartphone, che rientra uno scontro commerciale molto più ampio, negli anni a venire avrà sicuramente un impatto sul potere globale e su chi lo deterrà.

Perdere sgarbatamente

A maggio del 2019, Huawei era salita in modo netto al secondo posto nelle vendite globali di smartphone, a spese della Apple statunitense. Nel primo trimestre del 2019 aveva venduto 59,1 milioni di telefoni, mentre Apple, ora al terzo posto, ne aveva commercializzati 36-43 milioni, secondo quanto riportato da IDC (International Data Corporation).

IDC e molti altri articoli basati sui suoi dati  hanno fatto notare che, anche se Huawei e Apple in passato si erano ripetutamente scambiate il secondo posto nelle vendite globali di smartphone, l’ascesa di Huawei, questa volta, prometteva di essere molto più duratura.

Chi ha avuto modo di seguire il trend e le dinamiche interne dei due giganti della tecnologia avrà notato il declino di Apple, dovuto ai problemi endemici di gestione interna che, uniti alla sempre più agguerrita concorrenza globale, hanno offuscato la sua reputazione e ridotto l’apprezzamento dei consumatori.

Sarà stata solo una coincidenza che, proprio quando emergevano i dati sulle vendite del primo trimestre,  gli Stati Uniti abbiano annunciato una delle più drastiche escalation nella loro grande guerra commerciale con la Cina?

L’amministrazione Trump aveva annunciato il divieto di fornire a Huawei tutti i dispositivi realizzati in America, compresi i microchip prodotti da Intel e da Qualcomm e il sistema operativo Android (OS) messo a punto dal gigante tecnologico statunitense Google.

Parallelelamente a questa mossa si era verificata una sinergia di pubbliche relazioni tra i media statunitensi e i loro omologhi che operano all’interno di quelle nazioni che iniziano a gravitare nell’orbita cinese. In Tailandia, ad esempio, i media locali, formati ed influenzati dagli interessi statunitensi, avevano tentato di minare la fiducia dei consumatori verso Huawei, sulla scia delle sanzioni americane contro questa società.

Questa accoppiata era stata un successo solo parziale. Le vendite erano crollate e Huawei aveva dovuto affrontare alcuni ostacoli di una certà rilevanza. Ma ostacoli significativi non sono la stessa cosa di ostacoli insormontabili e superare gli ostacoli è spesso il modo in cui si rafforzano i veri concorrenti.

Quello che non ti uccide ti rende più forte

Il fatto è che Huawei, un gigante tecnologico di fondamentale importanza per il successo economico e politico della Cina sul palcoscenico globale, ha tutte le risorse e il supporto necessari per superare le tempeste più dure.

Sulla scia delle sanzioni degli Stati Uniti, e persino nel periodo che le aveva precedute, Huawei aveva iniziato a rifornirsi di componentistica indispensabile da società non statunitensi. Sta inoltre investendo in modo significativo in soluzioni  autoprodotte come alternativa ai microchip realizzati negli Stati Uniti e persino in un sistema operativo completamente nuovo che sostituirà Android.

Digital Trends nel suo articolo “Il sistema operativo alternativo Android di Huawei: tutto ciò che dovete sapere,” aiuta a far capire quanto Huawei sia determinata a superare questi ostacoli.

Il fatto che il lavoro sul sistema operativo sia presumibilmente iniziato già nel 2018 indica che i dirigenti di Huawei non si facevano illusioni sulla buona volontà americana. Se l’America si comporterà secondo le regole con Huawei e con altre società cinesi, sarà perché Huawei e le altre compagnie avranno preso i dovuti provvedimenti, non lasciando gli Stati Uniti altra scelta se non quella di comportarsi così.

Android è un sistema operativo open source. Ciò significa che tutti gli sviluppatori hanno la possibilità di accedere e di utilizzare il suo codice. Questa è stata la chiave del successo di Android, e quindi del dominio di Google nel mercato degli smartphone, ma è anche il punto debole di Google e dei tentativi del governo degli Stati Uniti di ostacolare Huawei.

Il sistema operativo alternativo di Huawei sarà compatibile con il sistema Android open source. Le applicazioni Android potranno ancora essere scaricate e utilizzate sui telefoni Huawei con sistema operativo Huawei, ma invece di farlo attraverso lo store online delle applicazioni di Google, bisognerà utilizare il server di Huawei.

Come hanno sottolineato alcuni media, questo significa che la battuta d’arresto subita da Huawei dopo l’estromissione da Android sarà solo temporanea. A lungo termine, Google rischia di perdere decine, se non centinaia,  di milioni di clienti, che potrebbero usare le alternative di Huawei.

Google potrebbe persino perdere il proprio dominio sullo sviluppo dei sistemi operativi per smartphone se Huawei rendesse la propria alternativa accessibile e attraente come Android, senza però le minacce politiche ed economiche rivolte alle nazioni che non vanno a genio a Washington.

Forse è per questo che sembra che gli Stati Uniti stiano (per ora) facendo marcia indietro, anche se solo parzialmente, dalle minacce iniziali contro Huawei. Tanto per cominciare, però, nessuna delle sanzioni che gli Stati Uniti stanno applicando a Huawei, in realtà, affronta il motivo per cui le stesse compagnie americane stanno perdendo la guerra degli smartphone. Se le aziende come Huawei arriveranno a superare l’ormai scarso vantaggio che gli Stati Uniti hanno ancora nella tecnologia delle telecomunicazioni globali, disporranno di prodotti più validi, abbinati ad un’infrastruttura alternativa più forte e fuori dalla portata dell’influenza statunitense.

Nello sforzo di isolare la Cina, potrebbero essere gli Stati Uniti a rimanere isolati.

Le minacce degli Stati Uniti minano la fiducia negli Stati Uniti, non verso la Cina

Alle altre nazioni non serve molta immaginazione per rendersi conto che, se gli Stati Uniti possono prendere di mira le compagnie cinesi solo perché mandano fuori mercato le multinazionali americane, loro potrebbero, con tutta facilità, essere le prossime. Questo le ha rese solidali con le attuali sfide che la Cina deve affrontare.

Mentre i media influenzati dagli Stati Uniti hanno in diversi paesi aiutato gli sforzi americani per minare la Huawei cinese, i governi nazionali non lo hanno fatto.

In Tailandia, ad esempio, il governo thailandese ha proseguito i piani di collaborazione con Huawei per sviluppare la propria rete nazionale 5G, nonostante la crescente pressione da parte degli Stati Uniti, secondo quanto riferito da NPR.

Huawei è ancora un marchio popolare sul mercato tailandese, al terzo posto dietro Oppo (anch’esso un marchio cinese) e Samsung, secondo il Bangkok Post.

Le agenzie governative tailandesi hanno assicurato i consumatori che le sanzioni statunitensi non avranno alcun impatto a breve termine sui prodotti Huawei venduti in Tailandia, mentre Huawei adotterà misure per garantire che non vi siano conseguenze a lungo termine.

Dal momento che Huawei non è la prima società tecnologica cinese adessere presa di mira dagli Stati Uniti in questo modo e, visto che altri marchi di smartphone prodotti in Cina (ad esempio Oppo) stanno diventando popolari in nazioni come la Thailandia, la Cina, come nazione, impegnerà ulteriori risorse per proteggere le società cinesi dalle misure coercitive adottate dagli Stati Uniti.

Altre nazioni non solo sono solidali con gli sforzi cinesi, ma, probabilmente, prenderanno misure simili per quanto riguarda le proprie industrie.

La guerra commerciale in corso con la Cina non è l’unico esempio di guerra economica utilizzata dagli Stati Uniti. Stiamo assistendo ad esempi molto più estremi di guerre economiche statunitensi contro l’Iran e il Venezuela.

La crescente pressione degli Stati Uniti nei confronti della Russia ne è un altro esempio. Gli Stati Uniti sono addirittura arrivati a minacciare di sanzioni una nazione come la Germania per la costruzione di un gasdotto russo-tedesco (Nord Stream 2).

Gli Stati Uniti si sono rivelati un partner commerciale inaffidabile, ostile a qualsiasi prospettiva di concorrenza o di vera cooperazione. Nel corso della loro guerra commerciale con la Cina, hanno esercitato pressioni sugli alleati per ostacolare il loro commercio con la Cina, una mossa che ha enormemente avvantaggiato i partner commerciali cinesi. Gli Stati Uniti sono disposti a fare qualsiasi cosa con chiunque per aggrapparsi alla supremazia economica globale e al potere che deriva dal possederla. Condividerlo con la Cina o con la Russia o persino con i propri alleati in Europa e in Asia ne diminuisce la forza e la capacità di abusarne impunemente.

I falsi pretesti non servono solo per le guerre calde

Gli Stati Uniti hanno regolarmente fatto uso di falsi pretesti per scatenare guerre reali in tutto il mondo. L’invenzione riguardante le “armi di distruzione di massa” era stata usata per giustificare l’invasione e l’occupazione americana dell’Iraq nel 2003. False preoccupazioni umanitarie riguardanti abusi immaginari erano servite a giustificare l’intervento militare statunitense in Libia. Accuse continue, ma infondate, sull’uso di armi chimiche sono state utilizzate per giustificare l’intervento militare americano in Siria.

Ma inventare pretesti per andare in guerra non è una pratica riservata solo ai conflitti caldi. Gli Stati Uniti hanno preso come giustificazione presunti problemi di sicurezza per colpire la Huawei cinese, incidentalmente proprio nel momento in cui stava superando in modo netto la Apple statunitense nelle vendite globali di smartphone e nel bel mezzo di una più ampia guerra commerciale, costruita su affermazioni completamente diverse (ma anch’esse fabbricate).

Il fatto che gli Stati Uniti stiano mentendo sulle motivazioni addotte per colpire Huawei dovrebbe essere un altro avvertimento a Pechino sull’affidabilità degli attuali circoli che dominano il potere economico e politico degli Stati Uniti.

Dovrebbe anche essere un monito per il resto del mondo [su cosa succede] quando si fanno affari con gli Stati Uniti.

Una robusta strategia dovrà essere adottata da e tra le varie nazioni, se vogliono proteggersi dal potere ancora forte e dirompente che gli Stati Uniti detengono sull’economia globale.

I vari tentativi da parte degli Stati Uniti di minare la fiducia nell’economia di una nazione, di gettare discredito sul suo settore turistico, di cercare di azzerare il successo mondiale di aziende come Huawei o addirittura di sabotare accordi energetici fatti dagli alleati degli Stati Uniti con nazioni che Washington considera antagoniste, sono sempre delle pericolose guerre economiche a trazione americana e rappresentano una minaccia critica per la pace e la stabilità mondiale.

Sono necessarie strategie atte proteggere le industrie nazionali, che sviluppino le capacità industriali interne e facciano meno affidamento sull’approvvigionamento di componenti critici da partner inaffidabili, come gli Stati Uniti. Altrettanto fondamentale è proteggere il commercio bilaterale attraverso la creazione di sistemi di scambio finanziario al di fuori della portata delle sanzioni statunitensi. Essere in grado di contrastare le narrative fabbricate da Washington utilizzate per giustificare il suo comportamento economico coercitivo è, analogamente, di cruciale importanza.

Proprio come le crescenti capacità militari e la coesione tra le nazioni eurasiatiche hanno contribuito ad impedire un numero crescente delle molte e devastanti guerre dell’America, saranno necessarie una simile capacità economica e la stessa unità di intenti per soffocare l’altrettanto dirompente guerra economica che l’America conduce a livello planetario.

Il successo o il fallimento di Huawei servirà da indicatore per farci capire in che direzione si muove questo equilibrio di potere.

Joseph Thomas

Fonte: journal-neo.org
Link: https://journal-neo.org/2019/07/05/us-vs-china-smartphone-wars/
05-07-2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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